Browse By

Una spremuta di agrUmani di Emiliano Gioia*

427 visite totali, 1 visite odierne

“Quando il diritto diviene strumento di ricatto”.

È come nello spremi agrumi, quando si vuole estrarre il succo per berlo comodi seduti al sole, la parte che contiene maggiori nutrienti, maggiore vitamina C, rimane nelle fessure del filtro. Il succo, che tanto ci ristora e piace, nell’appagarci non ci fa riflettere neanche un po’ su quanto stiamo per gettare tra i rifiuti.

Pensate ai tanti sussidi in questo modo. Pensate alla “sicurezza” sanitaria, che ormai sembra essere l’unica esigenza per gli esseri umani, quale quota e quanta poltiglia di diritti si lasciano alle spalle?!
Il diritto al lavoro ad esempio, ormai completamente delegato ai privati di Confindustria, strappato dalle mani dei piccoli imprenditori (in nome della sicurezza sanitaria), “ripagato” alle classi meno abbienti con l’elemosina di stato.
Il diritto alle libertà individuali. Il diritto d’espressione. Il diritto di circolazione. Tutto gettato nella pattumiera, anche grazie alle masse che incantate dal succo zuccherino di stato, rimangono dormienti.

Quello che ha evidenziato il covid-19, se ce ne fosse stato bisogno, è che la paura è il miglior strumento per prendere il controllo delle masse!
Tutt’oggi, quando addirittura dalle università e dai centri di ricerca paradossalmente giungono le lamentele dei ricercatori per l’impossibilità di trovare persone infette, lo stato imperversa nelle esistenze degli italiani con norme, ordinanze, decreti, posti a limitarne le libertà individuali.

Ma quanto vorranno ancora spremere i cittadini e quanti input negativi vorranno ancora instillare nelle nostre menti?  A cosa mirano?

L’obiettivo è un cambio radicale dell’assetto sociale.
I segnali sono molti e tutti molto preoccupanti.

La religione tecno/sanitaria, che impone l’utilizzo di strumenti come mascherine, termorilevatori sine die, sta normando il nostro futuro.
Gli adolescenti le prime vittime: Divieto di comitiva (assembramento), nessun divertimento in gruppo, regolamentazione del “bacio”, dell’affettività, della sessualità.
Tutto sospeso, se non distrutto. A cominciare dal primo luogo che dovrebbe servire ad educare a questi aspetti sociali: La scuola!
I turni di entrata, l’alternanza tra scuola in presenza e scuola online a turni, tutto progettato per disgregare piuttosto che per includere.
E tutto senza reazione. La “Pantera” che ha accompagnato generazioni in lotta per il diritto alla scuola, oggi sembra essere in quarantena anch’essa, chiusa in un trasportino.

I bambini, a partire dalla più tenera età, inseriti in un percorso diseducante (per la sicurezza ovviamente), anaffettivo, anti empatico, pronto a costruire una generazione di sociopatici.

Quella scuola, che doveva accompagnare la crescita degli alunni, in prima istanza attraverso la socializzazione, non deve più esistere (sempre per sicurezza).
Il secondo strumento in dote ai più piccoli, il riconoscimento della mimica facciale (il primo alla nascita è l’olfatto) deve essere cancellato e, con le mascherine, così sarà. Un “addestramento” alla società che vogliono per noi, per poi fare il salto “quantico”. Un balzo nell’evoluzione sociale inimmaginabile!
La cancellazione dello stato di diritto e dell’insegnamento educante alla ragione, al senso critico ed alla razionalità. Non dovete pensare: Dovete eseguire!
Per arrivare a questo devono incrementare la sudditanza delle persone, usando sempre gli stessi strumenti: La paura, i sussidi, la sicurezza.
Come già detto università e liceo già sono avviati verso una nuova epoca digitale, strumento necessario per ridurre notevolmente il corpo docente e dismettere edifici, oggi del demanio, attraverso vendite trasversali a privati. Ma il grosso è nel sistema scolastico primario e materno e nel sistema pensionistico.
Probabilmente il loro lavoro si concentrerà sulla rimodulazione del reddito di cittadinanza, trasformato in reddito di “accompagnamento all’educazione”. Pensateci: Quante famiglie si barcamenano tra lavoro e figli. In quanti nuclei familiari, per far questo, uno dei due genitori si trova un lavoro per “integrare” il reddito necessario a fare vivere la propria famiglia?

Se il governo proponesse un reddito, per seguire il percorso dell’istruzione dei propri figli a casa, quanti lascerebbero il proprio lavoro?
Soprattutto: Quanti preferirebbero tenere i figli in casa, con i parametri oggi imposti agli istituti scolastici dai “tecnici”, potendo lasciare il proprio lavoro.
Questo significherebbe superare il “problema” dell’educazione in presenza per i più piccoli, liberare posti di lavoro e quindi “risolvere” in parte il problema della disoccupazione.
Questo significherebbe avere un enorme fetta di popolazione, remunerata attraverso i sussidi per cui controllabile ed in sudditanza, e che in futuro riceverà una pensione sociale: Il RDC non versa contributi.
Ovviamente una così ampia platea remunerata attraverso i sussidi consentirà una maggiore pressione etico/morale, ma anche tecnico burocratica, per la sparizione del contante. E si! Perché il primo requisito per ricevere dei bonus è l’avere un conto corrente o ricevere una carta ricaricabile, pertanto la transizione verso una virtualizzazione del denaro sarà, non solo più morbida, ma necessaria.
Quindi: destrutturazione dell’intero apparato scolastico, vendita di edifici demaniali, riduzione della spesa pensionistica, aumento degli occupati e/o riduzione dei disoccupati, cancellazione del contante. Cosa può volere di più il sistema economico-bancario che oggi controlla nella sua interezza la politica???
È questo il futuro che vogliamo per noi ed i nostri figli?
Avete bevuto il succo?!

* Emiliano Gioia, portavoce di SiAmo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *