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C’ERA UNA VOLTA ALBERTO BAGNAI di Marxista dell’Illinois

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Anche grazie al nostro modesto contributo (Convegno Fuori dall’euro, Fuori dal debito, dell’ottobre 2011) Bagnai salì alla ribalta, nel 2012, come economista keynesiano no euro.
La collaborazione fu breve…
Capirete lo stupore (e il giramento di coglioni) quando scoprimmo, nel gennaio 2013, che il nostro sottoscrisse, assieme ad economisti ordoliberisti di primo pelo il cosiddetto MANIFESTO DI SOLIDARIETÀ EUROPEA.

Da lì partì la polemica con lui. Ne ricapitoliamo le tappe fondamentali per chi voglia scartabellare tra le scartoffie e farsi un’idea.
– LE DIVERGENZE TRA IL COMPAGNO BAGNAI E NOI
– SOVRANISMI (DI SINISTRA, DI DESTRA… E DI CENTRO
– BAGNAI, BOLKESTEIN E I LIBERISTI ANTI-EURO
– BAGNAI COLTO (NUOVAMENTE) CON LE MANI NEL SACCO e

– BAGNAI IL GATTOPARDO.

La ragione principale della nostra critica (alla quale Bagnai rispose con altrettanta durezza), al netto di questioni di dottrina, fu che noi denunciammo le sue piroette di allora come avvisaglie del suo passaggio politico nel campo del centro-destra, che poi diventerà adesione piena e acritica alla Lega di Salvini.
Che colpimmo nel segno, alla luce dei fatti, non c’è alcun dubbio.

Ci fu un momento in cui avvenne una riappacificazione. Se non sbaglio era l’autunno del 2015. Di contro ad una sinistra tutta schiacciata sul sostegno all’Unione europea e all’euro, Stefano Fassina venne allo scoperto con una lucida posizione di critica alla moneta unica e al dogma del vincolo esterno.

Bagnai colse in quella mossa di Fassina la possibilità che nella sinistra di regime (cioè il luogo da cui egli stesso proveniva), ci fosse un ripensamento, una svolta.
Fassina restò invece una voce isolata, così il pendolo di Bagnai rioscillò ben presto a destra, fino al suo ingresso nella Lega. In una Lega che al tempo Salvini schierò nel campo anti-euro.

Comprendemmo le ragioni, come dire, psicologiche, di quella scelta, ma la criticammo. Per quanto anti-euro, per quanto “populista”, il salvinismo restava immerso fino ai capelli in una visione complessiva sordidamente liberista. Condannammo insomma quello che a noi parve un mercimonio, lo scambio per cui “tu, Salvini, mi dai l’uscita dall’euro e io, Bagnai, chiudo un’occhio sulla tua becera visione liberista”.

Erano i tempi in cui Bagnai, tanto per fare un esempio, aveva il pudore di dissociarsi dal più classico paradigma liberista, la flat tax.

Di acqua ne è passata sotto i ponti. Bagnai è ormai un disciplinato alfiere di Salvini. Avendogli giurato imperitura fedeltà, e nella speranza di sostituire Giorgetti come capo economista della Lega, ne ha condiviso tutte le ultime capriole: l’uscita dal governo giallo-verde, l’inversione di marcia sull’euro, fino all’invocazione di Mario Draghi a primo ministro.

Tuttavia al peggio non c’è limite.

E così abbiamo il nostro che non solo difende l’ultraliberista “Piano Colao” ma, a domanda se lo Stato debba nazionalizzare la acciaierie ex-ILVA di Taranto, non solo schiva la domanda, ma difende le ragioni della Arcelor Mittal.

Un esempio pornografico di trasformismo italiano….

Ci viene alla mente il memorabile confronto tra Bagnai ed Emiliano Brancaccio. Quest’ultimo colse nel segno quando, per svelare la doppiezza del nostro, raccontò la storiella del Predicatore che faceva proseliti in Hyde Park:
«Nudo come mamma l’aveva fatto, con il Vangelo secondo Giovanni sotto il braccio e con una vigorosa erezione in bellissima mostra»

 

5 pensieri su “C’ERA UNA VOLTA ALBERTO BAGNAI di Marxista dell’Illinois”

  1. Fiorenzo Fraioli dice:

    Chissà se questa volta mi pubblicherete. Nel merito:

    Con la folle scelta dell’appoggio “tattico” al governo gialloverde avete dilapidato un patrimonio di credibilità, di cui non eravate proprietari in quanto frutto del lavoro di decine e decine di persone che avevano investito (anche) su di voi. Di Bagnai si può dire con certezza che quello che ha fatto non è stato un errore, ma la lucida e feroce volontà di “fuggire da Pescaracas” per non tornarci mai più, e avete perseverato nell’errore fino al punto di costituire, un paio di mesi fa, la cosiddetta “Consulta no-Mes” con soggetti del calibro di Antonio Maria Rinaldi. Non infierisco su LBC, perché non ne vale la pena (sfido chiunque etc. etc.).

    Ora di errori ne abbiamo fatto tutti, ma quando si sbaglia si deve pagar pegno e accettare, come nel gioco dell’oca, di retrocedere di qualche casella, ma non mi risulta (se sbalio mi corigerete) un vostro articolo in cui ammettete che la teoria dell’appoggio tattico sia mai stata oggetto di una chiara autocritica. Adesso ve la prendete ancora con Bagnai, cioè con un personaggio che ormai non conta più un cazzo nella nostra area avendo solo adepti leghisti? Sono anni che non ci sentiamo, dal tempo del famigerato “appoggio tattico” a un governo costituito dai grillini, che hanno impostato la risposta alla (falsa) pandemia all’insegna del penitenziagite – (oggi al governo col PD), e dai leghisti, un partito che non merita nemmeno lo sforzo della valanga di insulti che gli si dovrebbe rivolgere. Lasciate perdere questo inutile personaggetto, al quale penserà la Provvidenza, e ridefinite la linea politica ammettendo gli errori del passato, tra i quali la pretesa di essere un’avanguardia in un momento in cui ciò non è letteralmente possibile perché tutto è sprofondato nel caos.

  2. Malanovao dice:

    Quando s’è messo su twitter a inveire contro i Comunisti dell’Illinois di (!!) Contropiano ovvero PaP e affini gli ho fatto cortesemente notare che stava imbrogliando le carte (Insomma infrazione del D.O.C. che cavolo) per piaggeriah e propagandah legaiola sempre più disonesta, mi sono preso il blocco, e lui l’osso che continua a rosicare. Veramente versato per la politica e la medicina legale, non gli fa schifo niente, figurati la macelleria sociale.

    1. Leo dice:

      Malanovao non ho capito una mazza, puoi dirmi per curiosità quale infrazione di quale documento e cosa c’entra il cavolo?

      1. Malanovao dice:

        Ha ragione esimio, nella fretta -Bagnai mi eccita spropositi- non ho usato il termine giuridicamente proprio di contraffazione del marchio o al limite sofisticazione alimentare. Prego la giuria sovrastante (Admin) di cancellare il mio commento prima della prossima risposta o finisce che mi accodo al professò dei Parioli. Scusate, tempi e modi di twitter, non del PCUS.

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