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SCISMA NEL CATTOLICESINO UNIVERSALE? di F.f.

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Riceviamo e pubblichiamo

Ci eravamo già occupati, più di un anno fa, della guerra civile ideologica a bassa intensità che caratterizza il mondo cattolico contemporaneo (QUI; QUI). Avevamo cercato di non schierarci né con il fronte conservatore cattolico né con quello progressista, oggi di certo egemone grazie al Pontefice Francesco. E’ uscito in questi giorni un importante documento del più rappresentativo corifeo di quello che chiamavano il Partito Nero di Bergoglio; si tratta di un importante scritto del gesuita Antonio Spadaro per la “Civiltà Cattolica” sulla spinta propulsiva dell’attuale pontificato, la quale (Cfr. Accenti, 09, 2019) dette spazio anche all’ermeneutica dell’identità cristiana russa, rimanendo in sostanza nel clichè neo-bizantinista e non soffermandosi sulla sostanza escatologica di Mosca “Terza Roma” quale “Quarta Gerusalemme” o Nuova Israele. Spadaro non ritorna qui sul concetto di Rivoluzione profetica e antiapocalittica quale misura del Pontificato di Francesco, non caratterizza più il Governo di Francesco come governo del cambiamento storico mondiale, ma si limita, abbassando assai il tiro, a rimarcare l’ispirazione bergogliana dal “prete riformato Pietro Savre (1506-1546), teologo francese vicino a Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù, 1491-1556) e da qui sviluppa la sua nuova tesi. Il Savre fu il primo gesuita nella storia ad esser ordinato sacerdote e il recupero di Spadaro è a nostro avviso finalizzato alla spinta nel senso del massimo realismo storicista da parte della chiesa “progressista” odierna, oltre ogni ideologia e teologia, che non sia la teologia politica gesuitica.

La contraddizione è politica

Non a caso, nel nostro scritto avevamo già sottolineato l’intimo politicismo clericalistico e machiavellista dell’attuale pontificato, oltre ogni retorica pseudoterzomondista o pseudoumanitaria. Ora tutto ciò viene finalmente allo scoperto senza eccessivi giri di parole. In questo contesto, inoltre, Spadaro fa valere l’importante concetto di discernimento spirituale, dispozione interiore ignaziana, quale base dell’azione decisionale di Governo del Pontefice, quale intimo ascolto consolante, a fronte della desolazione planetaria. Alla “rivoluzionaria” parresia pontificale di fronte ai potenti del mondo, si aggiunge il discernimento come acuminato punteruolo adialettico di possibile armonizzazione di conflitto e contraddizione. Vi è, in nuce, la risoluzione storico-spirituale del discernimento “riformato” gesuita come modello di condotta etica, e politica, rispetto alla contrapposizione ideocratica e teologico-politica che divampa nella Chiesa dal concilio Vaticano II, quella appunto tra conservatori e progressisti. Il fatto che Spadaro rimetta al centro del discorso la spinta propulsiva dell’attuale pontificato significa chiaramente che varie cose non sono andate, in questi sette anni, nel verso auspicato.

Dalla Brexit al conservatorismo cristiano trumpiano al timone nella nazione più importante d’Occidente, dalla avanzata della Nuova Destra israeliana anti-occidentale e filorussa sino al ridimensionamento di quelle frazioni islamiche rivoluzionarie, derivanti dalle Rivoluzioni Colorate arabe, più fanatiche e violente, genericamente vicine al “progressismo cattolico”, il quadro globale è profondamente mutato dal 2013. Il pontificato di Francesco è stato quasi un lasciapassare per sovranisti e conservatori di ogni sorta, dal mondo arabo-mediterraneo a quello occidentale. La politica sui migranti e sul cambiamento climatico, è di pochi giorni fa il discorso inviato dal Pontefice al Forum Ambrosetti, basato su ecologia, fratellanza, discernimento, rimangono in un certo senso le ultime carte che Francesco si può giocare su quel tavolo storicistico-politico a cui l’elite gesuita tiene così tanto. La sfida storica contro il conservatorismo e il sovranismo è sostanzialmente perduta, a prescindere dal risultato elettorale del novembre americano, anzi a maggior ragione dovessero prevalere Biden e Kamala Emhofff Harris. Con Trump, Bergoglio può continuare recitare la parte di presunto “oppositore globale” e rimane un solido punto di riferimento ideocratico dell’elitismo globalista; con i Liberal e la Sinistra progressista globalista al timone in Occidente, la sua voce sarebbe inevitabilmente ai margini e vieppù solo tollerata.

A destra e sinistra di Cristo

L’elitismo gesuita, sin dal concilio Vaticano II, ebbe di mira il costantinismo e la teologia eusebiana come modello di cultura teologica organicista e comunitaria da estinguere e superare. Il pragmatismo, grande e nobile punto di forza del gesuitismo, è al riguardo d’obbligo nell’analisi ed in tal senso dobbiamo tentare di apprendere qualcosa proprio dallo studio della storia italiana; storia che fu dalla prima guerra alla fine della guerra fredda l’ avanzato laboratorio politico internazionale dell’epoca, con le varie frazioni cattoliche in prima linea. Lo scontro tra queste due frazioni, modernisti e conservatori nella chiesa, è infatti da allora a oggi ininterrotto. La vittoria conciliare del “progressismo”, un grande e significativo momento nella storia della chiesa, fu al tempo stesso la vittoria globale della sinistra democristiana filosocialista (Y. Congar) ma anche dell’elitismo progressista cattolico, come sottolineò con arguzia il teologo gesuita Danièlou, una rarissima voce fuori dal coro della “sinistra gesuita”.

La chiesa dei poveri, la chiesa del popolo si identificava infatti con la chiesa conservatrice del Pontificato di Pio XII (1876-1958) e con il tradizionalismo antimodernista, che non dovrebbe significare antimoderno, di Padre Pio (1887-1968); la chiesa conciliare e progressista fu invece la chiesa dei soli puri, degli eletti, degli “iniziati”, fu la chiesa dei Teilhard de Chardin e dei Rahner, fu la chiesa dei sapienti e degli “scienziati” con a cuore problematiche sociali progressiste. Del resto, specificò Del Noce, il progressista cattolico si trova teologicamente più a suo agio con un altro progressista o rivoluzionario, anche se ateo, piuttosto che con un altro cristiano, soprattutto se ortodosso slavo o russo. Realisticamente, va infine detto che la “eversione” elitista conciliare – sono parole di Mons. Lefebvre, fondatore della Fraternità San Pio X e scismatico, secondo Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II, ma non secondo Benedetto XVI – ha finito per rendere l’Italia un paese culturalmente e religiosamente più vicino a quel secolarismo protestante ateo, materialistico e nichilista che la fa da padrone in Nord Europa e in alcune metropoli del Nord America.

La Sinistra democristiana dossettiana o neo-dossettiana, alleata del radicalismo ideologico di massa, ha di fatto trionfato nella storia italiana mediante Paolo VI, Bergoglio ma anche Karol WoJtyla che fu certamente un carismatico condottiero politico modernista e progressista russofobo, con notevoli spunti sociali antimercatisti, di sinistra. Le analisi di Baget Bozzo sulla storia del “partito cristiano italiano”, che va ben oltre la storia della DC ma coinvolge lo stesso fascismo e il movimento storico socialista, sono a nostro avviso illuminanti. Il centrismo degasperiano e andreottiano, strategicamente basati sul concetto “populista”, si direbbe oggi, di “democrazia sovrana e protetta” (Cfr U. Nieddu, De Gasperi e lo Stato forte, “Concretezza”, 1 luglio 1972) repressiva verso le Sinistre ma finalizzata all’assorbimento dei neofascisti del Msi dentro il centrismo decisionista e “sovranista”, veniva considerato dai dossettiani prima, dai fanfaniani poi, una metamorfosi postfascista forse più pericolosa del Movimento sociale anche in virtù dell’ambigue posizioni di Alcide De Gasperi in occasione della guerra civile spagnola e delle disposizioni razziali antiebraiche del 1938, salutate come un dono della provvidenza.

Tale interpretazione sarà fatta propria anche dal filosofo marxista Ugo Spirito, quando negli anni ’70 si pose all’ordine del giorno il procedimento di scioglimento del Msi. La dicotomia cattolica novecentesca fu in effetti il frutto di una politicizzazione del teologico operata in entrambi i campi, non solo dai destri degasperiani e andreottiani, ben rappresentati da correnti presidenzialiste, antiregionaliste e ultraconservatrici come “Europa 70”, ma anche dai sinistri dossettiani. Se vogliamo parlare di costantinismo, dunque, entrambi gli schieramenti lo furono, costantiniani, e lo sono tuttora.

E’ una dicotomia che rimanda evidentemente al posto che il sacro occupi nella società civile, al fatto, come dichiarò Ratzinger nel lontano 1971 contro il cosidetto centro-sinistra (Cfr “Democrazia nella chiesa: possibilità, limiti, pericoli”) che in democrazia individualistica o sociale non vi sarebbe spazio per i cosiddetti “valori non negoziabili”, il mercato trionferebbe comunque con la sua anarchia spietata, lo Stato non sarebbe perciò il garante di valori morali e spirituali superiori ma sarebbe un semplice meccanismo burocratico. E non a caso, la linea di faglia è oggi, ben più di quanto si creda, sul ruolo e la missione della Russia cristiano-ortodossa nel nuovo ordine internazionale. “Vaticano e Russia nell’era Ratzinger” di Nico Spuntoni, uscito proprio in questi tempi, ha evidenziato il ruolo centrale, invero assai trascurato, che l’asse Mosca-Benedetto XVI ha giocato e forse sta tuttora giocando nel disegnare un nuovo ordine globale non progressista e non rivoluzionario, ma escatologico cristiano.

La Terza Roma sarà quindi la Nuova Israele? Ciò che dovrebbe chiamare, se così fosse, i cattolici conservatori a guardare più verso Mosca, meno verso Occidente…..?

4 pensieri su “SCISMA NEL CATTOLICESINO UNIVERSALE? di F.f.”

  1. Giulio dice:

    Scritto molto ponderato e saggio, complimenti all’autore.

  2. Shanti Di Lieto dice:

    Molto interessante, bisognava però ricordare che tra i cattolici anche sacerdoti, molti non riconoscono affatto Bergoglio come Pontefice, ma celebrano la messa in unione con Papa Benedetto, che è da considerarsi ancora unico legittimo successore di Pietro. Infatti veste di bianco, e pur prigioniero e sotto minaccia, Benedetto non fa mancare la sua voce all’occorrenza. Don Alessandro Minutella spiega benissimo perché Bergoglio non è il vero Papa, e come sia il servo dell’Anticristo.

  3. Marcello dice:

    Quale Messa signora Di Lieto?
    Mi faccia un esempio? grazie

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