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LA CAMPANA HA SUONATO

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“Verrà il tempo di fumare il calumet della pace. Per adesso siamo sul piede di guerra”.

Napoli ha chiamato l’Italia ha subito risposto.

Ieri sera, sfidando confinamento e coprifuoco, in decine di città dell’Italia centromeridionale, da Catania a Caserta, da Salerno a Terni, migliaia di esercenti, di lavoratori, di partite Iva, sono scesi in pizza per dire No al nuovo Dpcm.

“Lavoro, dignità e Libertà!”, “Conte vaffanculo!”, “disobbedienza civile!”. Questi i tre slogan che riassumono bene il comune sentire dei manifestanti.

In barba ai cretini ed ai benpensanti che avvelenano i pozzi evocando camorre e neofascismi, queste proteste dimostrano che si fa strada non solo una rabbia sacrosanta contro il regime di terrorismo sanitario che porta alla fame; va prendendo corpo una vera e propria intelligenza collettiva.

Si è attesa, in un clima di nervosa attenzione, la conferenza stampa di Conte, trasmessa ad hoc da tutte le televisioni. Solo dopo, come se le diverse membra del corpo sociale avessero ricevuto un unico impulso, si è scesi spontaneamente per le strade.

Nessuno ha abboccato alle sue chiacchiere, tantomeno alle sue promesse da marinaio. Hanno capito la sostanza: un governo di falliti, con le sue misure, aggrava il dramma sociale rischiando di trasformarlo in vera e propria tragedia.

Evitare che il dramma diventi una tragedia, questo vogliono, niente di più, niente di meno, i commercianti, le partite iva, gli artigiani scesi in piazza.

Agli intellettuali con la puzza sotto il naso, ai dottrinari perditempo, questo sembrerà ben poca cosa. E invece è tantissimo, poiché il valore di una protesta non dipende solo e tanto da quel che hanno in testa i manifestanti, ma da ciò che essi mettono oggettivamente in moto una volta usciti dal letargo in questi tempi segnati dalla paura collettiva.

Non c’è un terzo campo tra protesta e potere. Non c’è un terzo campo tra chi legittima (di riffa o di raffa) il terrorismo sanitario del potere che tiene narcotizzate le masse, e chi lo contesta come illegitimo, strumentale e antipopolare.

Sta per suonare la campana, dicevamo giorni addietro. La campana ha suonato, chiamando a raccolta e alla lotta tutti quelli che stanno in basso, quale che sia il loro mestiere, la loro categoria sociale, contro chi sta in alto, quale che sia il suo colore politico.

E chi si gira dall’altra parte, chi non raccoglie questo appello… che peste lo colga!

2 pensieri su “LA CAMPANA HA SUONATO”

  1. Cittadino dice:

    “Evitare che il dramma diventi una tragedia, questo vogliono, niente di più”

    E proprio qui sta il problema, che non vogliano niente di più.

    Per diventare “una vera e propria intelligenza collettiva” bisogna voler di più. Senza voler di più non lo diventeranno.

    Si trasformeranno in un movimento che vuole di più? E chi lo sa.

    Giovanni

  2. RobertoG dice:

    Pienamente d’accordo. Bisognerebbe cercare di indirizzarlo adesso questo dissenso. Ad ogni modo finalmente il popolo (per ora ancora una minoranza, ma in costante crescita) si sta accorgendo da che razza di farabutti è costituito il sistema politico e mediatico nel suo complesso. Scoprire i bugiardi ed i manipolatori è già un primo grande passo avanti. Il resto poi verrà.

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