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VIOLENZA AL SERVIZIO DI CHI? di Sandokan

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Lo sceriffo De Luca, davanti alla protesta popolare, ha dovuto fare, suo malgrado, marcia indietro. Non ha adottato le radicali misure di confinamento minacciate. Come si diceva una volta: “la lotta paga”.

Ma non è di questo che voglio parlare.

«In 400 per gettare nel caos il Centro di Roma, nella speranza di emulare quanto avvenuto a Napoli il giorno prima. Si è risolto nel peggiore dei modi il presidio di Piazza del Popolo a Roma (non autorizzato) voluto da Forza Nuova contro le restrizioni anti Covid. Il leader Giuliano Castellino, prima dell’avvio della manifestazione, aveva promesso un presidio tranquillo, con una semplice disobbedienza civile: in giro anche dopo mezzanotte. Ma a tre minuti da mezzanotte dai partecipanti sono partiti dei razzi, forse il segnale per lanciare la carica, e poi sono state lanciate bombe carta contro la polizia».

Così IL MESSAGGERO racconta l’ultima mossa dei clerico-fascisti. E’ di tutta evidenza che quello di contestare le ultime misure di confinamento del governo era solo un pretesto per cercare lo scontro con le forze dell’ordine. Scontro che puntualmente è avvenuto.

Dobbiamo chiederci: qual è la ratio di questa condotta?

Non c’è dubbio che esistono frange di emarginazione giovanile metropolitana (spesso vicine alla microcriminalità) che usano la violenza per sfogare la loro rabbia repressa. Questa violenza si manifesta spesso negli stadi, ed i gruppi ultrà ne sono il veicolo. Che in alcune curve i caporioni siano neofascisti non è un mistero. Alcuni, ad esempio a Roma e a Napoli, sono a loro volta infiltrati da caporioni vicini a Forza Nuova o suoi militanti. In questi ambienti vanno per la maggiore il mito dell’azione sovversiva ed eclatante. Ogni occasione è buona per cercare lo scontro con le odiate “guardie”.

Tra gli altri gruppi, Forza Nuova è quello che più volte ha cercato di utilizzare politicamente come truppe cammellate, queste frange giovanili. Così ci spieghiamo la sceneggiata svoltasi ieri sera a Roma, come pure le sconsiderate gesta in coda alla manifestazione popolare di Napoli dell’altro ieri sera. Si tratta di vere e proprie provocazioni politiche, di azioni che danneggiano in maniera letale la vera e nascente opposizione popolare, tanto più di questi tempi di Covid dove il potere, fatto un colossale lavaggio del cervello, punta sulla paura per impedire che i cittadini prendano consapevolezza e alzino la testa. Queste infiltrazioni vanno condannate, senza se e senza ma.

Forza Nuova agisce a comando? C’è dietro al gruppo (che più soffre una grave crisi e più cerca di uscirne con azioni contundenti) un’intelligenza esterna? Non lo sappiamo e non lo escludiamo. Resta il risultato oggettivo di certa condotta: essa reca danni grandissimi alla nascente mobilitazione popolare. Se assumiamo che il potere ha tutto l’interesse a trattenere i cittadini dal protestare, a mantenerli soggiogati nello spavento, non c’è alcun dubbio che certi comportamenti sono funzionali al potere ed ai suoi disegni.

Bene hanno fatto i promotori della Marcia della Liberazione a tenere fuori questi loschi figuri dalla grande e pacifica manifestazione del 10 ottobre. E bene hanno fatto i pur infuriati esercenti napoletani a emarginarli dalla loro manifestazione del 23 ottobre. Cosa che i media di regime si sono ben guardati di dire.

4 pensieri su “VIOLENZA AL SERVIZIO DI CHI? di Sandokan”

  1. x dice:

    Troppo comodo classificare qualsiasi protesta dei cittadini e trincerarsi dietro la scusa che erano delinquenti e neofascisti , significa non volere accettare che un problema sociale esiste . Poi arriva il solito Minniti che non dismette mai l’abito dell’ uomo dei servizi che ne sa piu’ di tutti gli altri .
    Vogliono reprimere qualsiasi dissenso ormai e’ chiaro , guardano il dito e non vedono la luna e allora ricorrono al sempreterno slogan di camorra e fascio .
    Persino Saviano li smentisce .

  2. Rosso+ dice:

    Mi sembra che qui si fa confusione. Condivido il discorso sui fatti di Roma : erano fascisti. Ma non su quelli di Napoli. A Napoli c’è stato un braccio di ferro di natura proto classista, per usare il lessico della Rivoluzione Francese tra bottegai e sanculotti. Il sottoprelatariato criminale ha rotto la piazza certo non per ragioni rivoluzionarie ma di prestigio di banda. Nondimeno sono loro che dobbiamo guardare non certo i bottegai. Non a caso il giorno dopo sicobas and Co. Hanno provato a bissare gli scontri sotto la sede di confindustria, diciamo per politicizzare i risultati della notte.

  3. Cittadino dice:

    De Luca avrà pure fatto marcia indietro ma questa protesta non mi sembra troppo diversa da quelle che l’hanno preceduta in tutti questi anni. Chiudono la FIAT, l’ILVA o qualche altra grossa attività? Protestano i lavoratori della FIAT. ILVA o altra grossa attività. Fanno tagli a questo o quel settore pubblico? Protestano i dipendenti di questo o quel settore pubblico. Ora il lockdown danneggia quelle attività locali che rischiano di chiudere? Protestano commercianti e lavoratori legati a quei settori.
    Insomma delle proteste di categorie, ognuno chiede un ritorno alla sua personale normalità precedente, quella in cui riusciva a vivere (o a sopravvivere a seconda dei casi), ottenendo qualche compromesso che non manca mai di fare i sommersi e i salvati. Servirebbe un radicale cambiamento che queste singole proteste di categoria non hanno al loro interno. Se De Luca fa marcia indietro cosa resta della protesta? Cronicizzerà navigando verso un qualche compromesso dopodiché tutto riprenderà a trascinarsi stancamente? Vedremo.

    Tutto è comunque bloccato fino al risultato delle prossime elezioni americane. Penso che anche i colloqui per la brexit troveranno il modo di trascinarli fino dopo questo.
    Il rischio, come ho ho già espresso, è che si riproponga uno stallo a parti invertite.

    Giovanni

  4. Cittadino dice:

    E segnalo l’arrivo del manifesto.

    Servono reddito per tutti e lockdown veria

    Se passa questa linea siamo nei guai. Fermo restando che io, essendo disoccupato, non sono certo contrario ad un assegno di disoccupazione universale. Ma un conto è un assegno per garantire la continuità di reddito contestuale alla riallocazione su un lavoro stabile (e nel rispetto del tuo profilo lavorativo) nei casi di disoccupazione involontaria, un altro conto è erogare soldi (poi bisogna pure vedere come) per coprire lo smantellamento di settori produttivi a favore dei capitali più grossi. La distinzione è importante per non cadere nella trappola antitetico polare redditisti-antiredditisti che finisce per fare il gioco del potere.

    Se qualcuno pensa che la USB sia più affidabile della CGIL si sbaglia di grosso. Io non l’ho mai pensato, avendogli sempre sentito parlare un linguaggio fatto dei soliti slogan sindacalesi bolsi ed ingannevoli. Chiunque sia stato fra gli esclusi che fanno seguito ai compromessi finali di ogni trattativa sindacale questo lo sa bene. Altro che reddito per tutti.

    E mi pare, ma spero sempre di sbagliare, che anche dalle parti di Paragone/Fazi ci stia purtroppo avviando verso questo tipo di richiesta.

    Giovanni

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