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CACCIARI: “FARETE TUTTI LA FAME” di Sandokan

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C’era un vecchio che tanti decenni fa mi disse: “Tutto ‘sto bumm economico nun me quadra. Aricordate quer che te dico, io nun c’arriverò, ma voi che sete pischelli sì: verrà ‘r momento che farete ‘na gran magnata de fame”.

Una pillola di saggezza di un uomo qualunque, che profetizzava che prima o poi sarebbe arrivata una crisi catastrofica che i ricchi avrebbero utilizzato per riprendersi tutto ciò che erano stati costretti a concedere alla povera gente.

La sensazione che si va diffondendo è che questa catastrofe sia finalmente arrivata.

Pare l’abbia capito anche il filosofo di regime per eccellenza, Massimo Cacciari, che da anni, smesso di ostentare sapienza passando senza soluzione di continuità dalla teologia al nichilismo, nella veste del politologo che la sa lunga, salta da un salotto televisivo all’altro per dispensare suggerimenti al sovrano — non senza spararla grossa per tenere su l’audience.

La sparata fatta l’altra sera a Piazzapulita merita di essere segnalata.

Dopo avere denunciato la “strategia casual” del governo davanti alla pandemia e giudicato assurdo che fabbriche e industrie restano aperte mentre si chiudono ristoranti e bar, sferra il colpo di maglio, annuncia la sua premonizione: “Voglio dire ai miei colleghi dello stato e del parastato, prima o poi arriveranno a voi, per forza”.

Uno potrebbe intenderla come se il Cacciari volesse sventare la macelleria sociale, e invece no. Ha infatti subito aggiunto:

“E io spero che ci arrivino, perché è intollerabile che questa crisi la paghi la metà della popolazione italiana!”

Non solo io, penso, di scatto, ho portato la mano destra sulle parti basse. Avete capito no? Non è giusto che solo la metà degli italiani sia gettata sul lastrico, sul lastrico debbono andarci tutti, compresi coloro che riescono ancora a sbarcare il lunario.

Il filosofo che più di ogni altro ha contribuito in Italia a demolire come utopia metafisica ogni anelito rivoluzionario, nel tentativo di finire la propria carriera in bellezza atteggiandosi a profeta, si scopre in realtà un meschino uccello del malaugurio….

4 pensieri su “CACCIARI: “FARETE TUTTI LA FAME” di Sandokan”

  1. Maurizio Leonardi dice:

    L’urlatore televisivo che sputa vocali e consonanti con logica sapienza filo liberista, per me non è un meschino uccello del malaugurio ma un benemerito testa di cazzo.

    1. G.B. dice:

      E’ la dimostrazione vivente che l’ essere uccello del malaugurio ed essere testa di cazzo (o viceversa) non si escludono necessariamente a vicenda.

  2. Nicola dice:

    Credo che Cacciari abbia ragione, ma non ci voleva lui per dirlo.
    Quando questo regime si renderà conto di non aver più bisogno del sostegno del parassitame statale, che finora è stato addirittura favorito dai DPCM vari (penso agli uffici senza pubblico e alle vacanze retribuite tramite il cosiddetto “smart woking”, che non è certo quello delle imprese private), ecco quando il regime troverà altri puntelli, di qualunque natura, o prenderà coscienza di poterne fare a meno, per i pigiatasti saranno tempi duri. E io, pur facendo parte di questa categoria di fancazzisti presuntuosi e autoreferenziali, capaci solo di ingegnarsi per non assumersi mai una cazzo di responsabilità che è una, da una parte sarei contento. Ma molto contento.

  3. Graziano+PRIOTTO dice:

    Miseria della filosofia ?

    Fin troppo facile rispondere alla sortita di Cacciari invertendo i termini come fece Marx con Proudhon.
    Diviene ogni giorno più evidente come sia ampiamente discutibile la strategia governativa per contrastare la – vera o presunta – pandemia sulla cui effettiva gravità e mortalità i dati disponibili sono per lo meno contrastanti.
    Ciò premesso è altrettanto evidente che le conseguenze delle discutibilissime decisioni governative non colpiscono allostesso modo tutti i cittadini, e il divario non è da poco, visto che per alcuni economicamente non ci sono quadi conseguenze, per altri si prospetta l’irrimediabile rovina economica, ed un intero settore di piccole imprese (non soltanto ristoranti ed albeghi) sono ad alto rischio fallimentare, mentre appunto nell’impiego pubblico i danni sono pressocché inesistenti.
    Ma non sarà certo estendendo anche a questa categoria i danni subiti dalle altre che si farà giustizia: le soluzioni per ripartire equamente il peso delle misure coercitive (a prescidere in larga parte dalla loro insensatezza) non mancherebbero. Se nonsono state adottate è evidente che gli obiettivi sono altri: ogni crisi nel sistema capitalistico neoliberistico dove la speculazione finanziaria e la concentrazione di capitale gioca un ruolo decisivo, conduce alla concentrazione industriale ed alla creazione di monopoli sempre più potenti ed in grado di dettare legge ai goveni: appunto quello che sta accadendo sotto i nostri occhi.
    Se veramente le capacità analitiche di Cacciari si sono ridotte al livello di cui sopra, non sarebbe l’unico fra gli intellettuali di una sedicente sinistra in progressiva involuzione che si atteggiavano ad aquile e ora “scendono a razzolare con le galline” (come disse in un caso Lenin di Rosa Luxemburg). Si sente più che mai in questo frangente storico il bisogno di qualcuno che scriva nuovamente un’aggiornata “Miseria della filosofia”.

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