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IL VACCINO IN BORSA di Graziano Priotto

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Riceviamo e pubblichiamo
Premessa
Sull’utilità di un vaccino creato e collaudato secondo i dettami della scienza medica e  sperimentato per un periodo sufficiente a rivelarne gli eventuali rischi a medio e lungo termine, al di là di posizioni ideologiche (legittime se documentate) non ci dovrebbero essere opposizioni ragionevoli.
Da bambini tutti abbiamo ricevuto un certo numero di vaccini, ultimo durante il servizio militare, se siamo ancora vivi e non abbiamo avuto problemi direttamente derivanti in maniera provata da questi vaccini vuol dire che non erano nocivi e, se ci hanno risparmiato gravi malattie, erano anche utili se non indispensabili. Dunque non ho personalmente simpatia alcunna per i “no vax” (che brutta formula linguisticamente!) che negano a priori ogni forma di vaccinazione. Avranno le loro buone ragioni valide in un mondo ideale e incontaminato, che probabilmente non è mai esistito, ma pragmaticamente, nel mondo attuale sfregiato anche in ambito sanitario da una globalizzazione selvaggia, da inquinamento e da stili di vita nocivi alla salute (uso smodato dei sistemi di comunicazione a distanza, teledipendenza, nutrizione con cibi adulcorati e scadenti, quindi obesità già infantile, ecc.ecc.) il ricorso a vaccini purtroppo non si può più escludere: certo sono un palliativo poiché sano sarebbe modificare le condizioni di vita deleterie che ne impongono l’uso, ma nella situazione attuale sono divenuti tragicamente necessari per sopperire ai danni che gradualmente annientano l’immunità naturale.
Medicina ed economia
Se si accetta e comprende questa premessa, ne deriva altresì il suo limite: non si possono accettare non importa quali vaccini soltanto perché i produttori ne vantano le qualità miracolose: sono in larga misura gli stessi produttori di quei medicamenti che inducono assuefazione e danneggiano il sistema immunitario naturale.
Dunque le campagne di vaccinazione assomigliano sempre di più a campagne pubblicitarie per il lancio di nuovi prodotti sui mercati: le strategie di “marketing” (preferei usare il termine italiano “imbonimento dei potenziali clienti” con esagerazioni, mezze verità o promesse non verificabili.
Sono dunque situazioni ben diverse ad esempio dal caso del Dr. Sabin, il quale rinunciò a divenire miliardario lucrando sul brevetto e preferì mettere subito a disposizione dei bambini di tutto il mondo il vaccino che aveva sperimentato per primo sui propri figli. Scienziati altruisti di questo tipo non se ne conoscono più nei nostri tempi, abbiamo unicamente i miliardari “filantropi” che possiedono quote cospicue delle industrie farmaceutiche produttrici di vaccini.
E dunque può essere istruttivo esaminare i vaccini d’annata (Anti-Covid) sotto l’ottica economica. L’andamento dei corsi delle azioni delle principali ditte farmaceutiche hanno un andamento a” V rovesciata” o a “M”, attualmente tutte ben al di sotto dei massimi toccati poche settimane or sono, cioè al momento del grande lancio pubblicitario dei rispettivi vaccini. Quale insegnamento possiamo trarre da questa osservazione ?
1) I grandi guadagni borsistici sono già stati fatti: da coloro che hanno previsto e soprattutto da coloro che hanno pianificato la campagna di vendita dei vaccini. Come insegna la curva ad “M” o a “V” rovesciata , vi sono stati vari momenti in cui i corsi salivano e le brusche discese successive erano semplicemente dovute alle vendite di chi portava a casa i profitti. Ma quando si portano a casa i profitti ? ovviamente quando non si crede a sviluppi positivi e soprattutto quando si temono sorprese negative (es. effetti indesiderati dei vaccini o loro scarsa utilità).
2) A differenza del popolino intontito dal martellamento terroristico dei quotidiani più diffusi, la stampa specializzata sui temi economici aveva ed ha un’opinione ben diversa sulla cosiddetta pandemia. Certamente  pensionati o lavoratori dipendenti o anche piccoli imprenditori non leggono questo tipo di informazioni, ma se lo facessero si meraviglierebbero che proprio fra coloro che alla fine dei conti suggeriscono ai governanti le scelte che questi poi nella loro dabbenaggine e/o stupida ignoranza, obbedendo agli ordini, impongono ai cittadini.
Ma la gente si porrebbe ben altre domande se avesse letto, tanto per citare un esempio, quanto scriveva “Il Sole 24 ore”  il 29 marzo 2020:
«Qualsiasi notizia sul virus basta ormai a mandare nel panico la gente. Le previsioni dei modelli di analisi sono inquietanti. Eppure, per le azioni, non sono queste stime a costituire il problema principale.
Innanzitutto, sono probabilmente esagerate. In secondo luogo, il COVID-19 finirà di fatto per ridurre silenziosamente il tasso di mortalità complessivo nelle due fasce più a rischio, causando solo sintomi influenzali non gravi nel resto della popolazione. In base al comprovato “Effetto Peltzman”, quando i timori riguardo a un dato fenomeno aumentano, le misure intraprese finiscono per ridurre il rischio di incidenza o i rischi paralleli o quasi paralleli. Gli stessi provvedimenti adottati per evitare la propagazione del Coronavirus riducono l’incidenza e il tasso di mortalità di malattie più diffuse e caratterizzate da modalità di trasmissione analoghe come la normale influenza, la polmonite non influenzale e altre patologie dell’apparato respiratorio. Queste patologie stanno in effetti diminuendo più di quanto aumentino i decessi provocati dal virus COVID-19. In pochi se ne rendono conto e nessuno lo dice. Credeteci».
Negazionisti a Piazza Affari ?
Sembrano quasi parole da “negazionisti”! Chi avrebbe mai supposto che un quotidiano economico serio avrebbe dato spazio a discorsi contrari alla campagna mediale terroristica ? Ebbene, dovrebbe essere chiaro che un conto è il discorso alle masse, l’altro è quello agli investitori.
Ai primi si devono raccontare le balle utili a generare comportamenti che poi coloro che hanno invece ricevuto le altre informazioni per investire sanno utilizzare per ricavare profitti.
Infatti all’inizio dell’articolo veniva ricordato il famoso dogma di uno dei maggiori speculatori della storia:
“”Dopo il crollo di Piazza Affari, qual è la mossa giusta? Ricordate il famoso monito di Warren Buffett: «Abbiate paura quando gli altri sono avidi, e siate avidi quando gli altri hanno paura».””
E quindi la logica conclusione ed il suggerimento a coloro che dalla miseria altrui creata dal terrorismo terapeutico volessero trarre profitto era semplicissima:
«Senza alcun dubbio, nel momento in cui i dati economici confermeranno la recessione, i mercati azionari avranno già ampiamente e rapidamente voltato pagina. Il panico è iniziato senza alcun preavviso, e probabilmente terminerà allo stesso modo, delineando un’ampia ripresa a “V”. Quindi, sì, è un momento di grande paura. Ed essere avidi è la mossa giusta».
E ora a meno di dieci mesi da questo suggerimento vediamo che le cose sono andate esattamente cosí.
Ma vi è un ulteriore elemento di cui si deve tener conto, un insegnamento che dall’economia passa alla medicina: quanto sono utili i vaccini? A chi sono serviti comicamente lo sappiamo con dovizia di particolari. Resta da stabilire quanto e come serviranno realmente ai cittadini comuni. E soprattutto resta da chiarire quanto siano pericolosi: difficile saperlo, e tutto sommato non interessa a nessuno di coloro che li hanno utilizzati per trarne profitti. A chi si farà vaccinare potrebbe invece e dovrebbe interessare un pochino di più.
I semplici cittadini potrebbero utilmente porsi una domanda e darsi contestualmente la risposta: se i corsi delle azioni collegate allo sviluppo dei vaccini scendono, se cioè nemmeno la borsa più ci crede, possiamo veramente fidarci di questi improvvisati toccasana soltanto perché i governanti, i media popolari ed addirittura il Papa li benedicono?
Forse non sarebbe male vedere da vicino perché i “negazionisti” sono così attivi a Piazza Affari.

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