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FASCISTI E ANTIFASCISTI di Sandokan

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«Siete insieme a Casapound. Questo non vi da la misura di quante grossolane puttanate sono infarcite le vostre analisi??»

Questo ci scrive “Giamblico” (nomen omen!) a commento dell’articolo MA CHE FILM VI FANNO VEDERE…?, col quale spiegavamo cosa fosse davvero accaduto a Roma nella manifestazione (non autorizzata) di #IOAPRO.

Quella del nostro è una condanna senza appello: siccome c’erano dei fascisti, è stato sbagliato partecipare alla manifestazione (non autorizzata) indetta dai ristoratori e altre categorie vittime del massacro sociale indotto dall’uso politico della pandemia. Non interessa quindi al nostro che le rivendicazioni su cui la manifestazione è stata indetta fossero sacrosante; non gli importa quel che è effettivamente accaduto in piazza (quindi il contegno da noi assunto nel portare via la gente dal casino); non importa che gli esponenti di spicco di #IOAPRO si sono sgolati nel condannare le azioni provocatorie di un manipolo di neofascisti incappucciati — per la cronaca: non erano quelli di Casapound, i quali per altro non stavano con striscioni o bandiere di partito ma solo coi tricolori (vedi foto sopra).

Il nostro non c’era. Su cosa quindi fonda il suo caustico giudizio? Ma è ovvio: sui resoconti tossici e infingardi dei media di regime. Solo per questo “Giamblico” dovrebbe vergognarsi e tacere, e non sparare velenose sentenze.

Ma andiamo al sodo.

  • Siamo antifascisti? Sì, così come siamo antiliberisti e anticapitalisti;
  • il nemico principale sono oggi i fascisti? No, è il regime di sfruttamento e di oppressione capitalista-mondialista che guarda caso fa dell’antifascismo una delle sue cifre ideologiche;
  • Non c’è oggi alcuna incombente avanzata fascista, la vera minaccia è oggi l’avvento di un regime di tirannia mondialista fondato sulla tecno-sorveglianza.
  • rifiutiamo qualsivoglia complicità ideologica, che equivale a connivenza politica, con questo regime;
  • Non ci appartiene dunque l’antifascismo psicotico stile “antifa”, per cui la lotta ai gruppi fascisti ha preminenza su tutti gli altri aspetti della lotta politica e sociale;

Non si sconfiggerà il nemico principale se non con un potente e capillare movimento di massa, con un fronte che mobiliti e unisca tutte le forze sociali popolari. Il passaggio da movimento eterogeneo a fronte vero e proprio non è cosa facile a farsi. Che forma prenderà questo fronte, che profilo e natura politica esso avrà, questo non si decide a tavolino, ma nella pratica, strada facendo. Ed è evidente che questo passaggio sarà possibile solo grazie ad una forza motrice, se ci sarà una forza egemonica e centripeta.

Dato il contesto segnato da scarsi livelli di consapevolezza politica, da mancanza di memoria storica e da primitivismo organizzativo, è inevitabile che in questo nuovo moto popolare si riverseranno le più svariate forme di insipienza politica, confluiranno i più diversi pregiudizi, strampalate stranezze e anche idee reazionarie. Vanno contrastate queste forme? Sì, vanno contrastate, ma lo si deve fare con intelligenza politica, evitando ogni atteggiamento di spocchia e arroganza intellettualistica.

Che nel gorgo possano agire correnti fasciste e/fascistoidi, a causa delle profonde radici che la tradizione fascista ha messo nel nostro Paese, non è solo possibile ma inevitabile. Si debbono contrastare e combattere queste correnti nostalgiche e revanchiste? Certo che si debbono combattere. Il problema è come farlo.

Pensare di agire lanciando anatemi, facendo esorcismi, con dichiarazioni unilaterali di ostracismo è il modo più sicuro per perdere la partita. La lotta per contrastare le idee e le posizioni sbagliate —posto che le idee fasciste sono sbagliate quanto quelle liberiste, e posto che parliamo di genuini ed eterogenei movimenti sociali e non di combriccole di intellettuali —, non può che seguire il metodo dell’egemonia. Il consenso alle proprie idee non si conquista lanciando scomuniche ideologiche a priori (che oggi capirebbero solo quattro gatti), ma ottenendo la fiducia delle masse e dei cittadini in lotta, strappando metro dopo metro spazio politico, possedendo donne e uomini sinceri ma astuti, e dotati di effettive capacità di politiche e organizzative.

La prima legge, per noi, è questa: un ruolo dirigente si conquista sul campo, nel fuoco della battaglia. La seconda: se parliamo di legittimi movimenti popolari di protesta, mai lasciare campo libero ai fascisti, ai liberisti, o ai sinistrati.

 “Giamblico sarà soddisfatto, gli abbiamo dato un’atra prova… «di quante grossolane puttanate sono infarcite le [nostre] analisi».

11 pensieri su “FASCISTI E ANTIFASCISTI di Sandokan”

  1. Nicola dice:

    Insomma, avete voluto fare del signor Giamblico un novello signor Duhring. Ritengo dunque che sarà più che soddisfatto. E quando gli ricapita.

  2. Giamblico dice:

    Non credevo di meritare un articolo, su questo sono d’ accordo con Nicola ( vedi commenti precedenti)
    Volevo solo dire che se le mie rivendicazioni sono così vaghe e nebulose, da attirare anche i fascisti, io qualche domanda me la farei.
    Per quanto riguarda il regime della tecno-sorveglianza, non ci voleva certo il coronavirus, per accorgersi che ci siamo dentro e da molto tempo: la pandemia ha solo dato una mano ad un dispositivo perfettamente funzionante e diffuso ( Guy Debord).
    Il ritrovarsi in compagnia di fascisti, confindustria, Trump ahah… complottari di ogni risma, e ristoratori, notoriamente in grande parte, evasori, sfruttatori, e fascistoidi ( e ne conosco), non mi pare gran cosa.
    Se questi sono i capisaldi della vostra critica al neo-liberismo attuale, direi che tanto vale deporre le armi: non andrete da nessuna parte!
    Saluti.

  3. renato dice:

    Ma sapete che Casapuond aveva un programma bellissimo da leccarsi i baffi.
    Il più a sinistra di tutti in economia. Se non ci credete andate a leggerlo sul loro sito.
    Peccato che si siano ritirati dalle competizioni elettorali. A pensarci adesso
    erano i migliori di tutti.

  4. Aldo+Zanchetta dice:

    A questo proposito riporto una osservazione del giornalista e ricercatore canadese David Cayley nel suo contributoal libro <'Traversare' le pandemie con Ivan Illich che, anche se riferita al problema delle cure di contrasto alla Covid, calza a pennello: <>. Aldo Zanchetta

  5. luigi dice:

    ma come pensiamo di vincere questa guerra globale ancora con queste contrapposizioni cosi’ stupide e schematiche destra- sinistra , fascisti -antifasciti e non capire che il potere globalista che tira le file della finanza speculativa conta proprio (o anche) su questo divide et impera , ovvero se non fossimo cosi’ divisi per essi sarebbe piu’ difficile raggiungere i propri scopi demoniaci . Purtroppo c’e’ molta gente che ancora si trastulla con queste contrapposizioni e l’elite mondialista gode .
    Ho ascoltato su byoblu una bella intervista a J. F. Kennedy jr . nipote di quel pres. degli Usa , ascoltatela per favore .
    Grazie , Luigi

  6. Graziano+PRIOTTO dice:

    Chi teme le strumentalizzazioni … è già inesorabilmente strumentalizzato !

    Pretendere di organizzare manifestazioni “col filtro” , cioè selezionando i partecipanti secondo criteripredeterminati è una vecchia illusione che non ha mai funzionato in alcuna situazione. Isolare chi si aggrega ad una manifestazione per fuorviarla ai propri fini è un conto, rinunciare a dimostrare soltanto perché si teme la partecipazione di forze avverse è fare esattamente il gioco degli avversari.
    E andiamo oltre: ci saranno anche situazioni in cui sarà opportuno manifestare insieme a forze che si avversano se il nemico è comune, garantite e chiarite le differenze, sarebbeinfatti nsensato rinunciare ad agire insieme.
    Non ci si può dare una regola per ogni caso, ma la valutazione deve essere sempre quella del nemico comune per quale può essere necessario fare una parte di strada insieme a chi per altri motivi ed obiettivi si contrasta. E non è nemmeno escluso che strada facendo non si possano acquisire le forze che combattendo il medesimo nemico possono convertirsi ai nostri obiettivi. Non lo faranno gli ideologi o i dirigenti delle forze avverse, ma le masse possono comprendere e valutare quale campo scegliere una volta vinto il nemico comune, indipendentemente dal loro punto di partenza.
    Un esempio tedesco attuale.
    Come reazione alla politica neoliberista spietata dei governi di maggioranza cristiano democratici (CDU-CSU in combutta col partito socialdemocratico (SPD), partito che ha duramente pagato il tradimento dei lavoratori dimezzando la propria rappresentanza parlamentare, annior sono è sorto un partito chiaramente di destra e reazionario, la cosiddetta “AfD”, Alternative für Deutschland.
    In questo partito c’è di tutto, fascisti DOC, Neonazisti e, razzisti della peggior specie. Ma c’è anche una larga partecipazione popolare di lavoratori che si sono sentiti traditi dai loro partiti tradizionali, conservatori o socialdemocratici che fossero, ambedue hanno perso sostegno popolare per le loro politiche neoliberiste.
    Ebbene, giorni fa a Dresda il partito AfD ha pubblicato un programma di uscita dal terrorismo terapeutico e dalla disastrosa politica di contenimento della pandemia, un programma che qualunque persona in grado di usare buon senso e logica potrebbe sottoscrivere.
    Rifiutare questa proposta soltanto perché proviene da un partito chiaramente di destra non servirà a nessuno.
    Nella popolazione il malcontento cresce poiché tutte le misure “Anticovid” si sono rivelate soprattutto “anti-lavoratori” e sono servite finora unicamente ad trasferire ingenti capitali dal basso verso l’alto, dai lavoratori alle multinazionali ed ai detentori di redditi da azioni e capitali.
    Anche in Germania le borse volano da record in record, e le file alle mense popolari del Caritas si allungano.
    Il partito dei Verdi ha sí assorbito una parte del malcontento popolare, ma il partito AfD è il vero pericolo per i partiti di maggioranza.
    Ma che fa la sinistra (Die Linke) ? Si lacera in conflitti interni in cui prevalgono le preoccupazioni per la purezza ideologica e la ricerca di consenso da parte di coloro che MENO di tutti hanno sofferto le misure anticovid e già prima la moderazione salariale neocapitalista.
    L’ esponente di punta del partito, la signor Sarah Wagenknecht, un’economista che come la cancelliera Merkel proviene dalla Germania dell’Est, è contestata per aver scritto nel suo ultimo libro (uscito in questi giorni) che se il proprio partito sta perdendo adesione da parte dei lavoratori e delle classi che in realtà dovrebbe rappresentare è perché troppi dirigenti si illudono di poter raccogliere voti su tematiche che interessano appunto altre categorie, e quindi ancora una volta astratto internazionalismo, accoglienza sedi immigrazione senza controllo (e quindi al fine di deprimere sempre più i salari), diritti individuali , ecologia ecc. ecc., ma in modo astratto e distante dai problemi della gente.
    Siamo sempre allo stesso punto: i lavoratori che non trovano ascolto nelle forze che si definiscono “di sinistra” finiscono per cadere nelle mani di coloro che li sanno ascoltare (e poi manipolare). Non pochi lavoratori che avevano occupato le fabbriche in Nord Italia nel 1921, visto che invece di unire le forze per prendere il potere i partiti di sinistra si laceravano (scissione socialisti – comunisti ) finirono per votare Mussolini.
    Una tragedia che si è ripetuta anche altrove e che purtroppo non è stata finora di grande insegnamento.

  7. Francesco dice:

    Ma ancora con contrapposizioni novecentesche che fanno il gioco dei liberali? O si sostiene il fronte dei lavoratori Trump o il globalismo finanziario. Il resto è chiacchiera

  8. Stefano dice:

    Caro “Giamblico” i cambiamenti, o la rivoluzione, non si fanno con il greenpass. Evidentemente lei non sa, o fa finta di non sapere, che i veri evasori sfruttatori e fascistoidi non sono quei poveri disgraziati che rischiano di chiudere con le misure “anticovid” ma ben altri personaggi – leggi Amazon – che non troverà mai in piazza ma nelle borse a trafficare sui titoli azionari. E, visto che cita Trump, come ogni radical chic, mi sa dire che differenza c’è tra Biden e Trump? Studi la storia, carissimo, e si renderà conto che anche dalla merda possono nascere i fiori. Ma penso che sarà inutile, per chi, come lei , cerca solo diamanti!

  9. Nicola dice:

    Bisognerebbe arrivare a capire, come diceva il grande, grandissimo Costanzo Preve, che destra, sinistra e centro sono categorie interne alla globalizzazione capitalistica. La loro contrapposizione ha perso ogni significato da almeno un quarto di secolo, e la maggior parte degli autori che scrive su questo blog lo ha capito benissimo. Tra l’altro, una delle cose migliori qui pubblicate è stata la registrazione filmata di una sorta di “stati generali” dell’estrema sinistra. Roba di un paio di anni fa, se non ricordo male. Una cosa agghiacciante, ma anche divertente.
    Bisogna che vada a vedere su Youtube se la ritrovo: osservata col giusto distacco, fa davvero ridere.

  10. No Reset dice:

    Stefano è un altro reazionario globalista funzionale al Grande Reset e al partito di Davos. Non c’è differenza tra Trump e Biden? Ah no…chi lo dice? Il Partito Comunista Cinese? Stefano e Giamblico più o meno si trovano….

  11. adriano ottaviani dice:

    Aldilà dei nominalismi sul sesso degli angeli, c’è un metodo semplicissimo per capire chi è fascista e chi no, basta porsi la domanda:
    “CHI E’ OGGI CHE STA CERCANDO DI SOTTOMETTERE IL POPOLO?”
    Ecco, se uno cerca di sottomettere il popolo, quello è fascista…
    Se ne deduce che oggi i fascisti stanno al governo, e usano l’appellativo “fascista” invece per
    stigmatizzare le spinte popolari.
    Il resto sono puttanate alla Giamblico.

    Adriano

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