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NON C’È SOLO BYOBLU di Stefano Becciolini

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Ha fatto scalpore la chiusura da parte di Google del canale Youtube di ByoBlu.

La nostra solidarietà a Messora per questo sopruso è piena. Tuttavia…

«Credo sia doveroso, a distanza di una settimana dalla chiusura del canale Youtube di Claudio Messora, fare il punto della situazione per evitare fraintendimenti futuri, dato che la memoria corta e’ una prerogativa prettamente italiana.

A poche ore dalla chiusura del canale Youtube di Byoblu’, il Senatore Gianluigi Paragone ha denunciato al senato il provvedimento preso da Google (proprietaria di Youtube) e nelle ore successive  sono intervenuti a ruota i Senatori Alberto Bagnai Lega Nord, il deputato Pino Cabras ex M5S ed il Senatore  Lucio Malan di Forza Italia. Ottima iniziativa a sostegno di una Casa Editrice come  è  divenuta Byoblu da pochi mesi, ma  non a difesa della pluralitá dell’ informazione.

La presunta censura da parte dei  social network dura da molto tempo e si e’ rinvigorita dopo le elezioni del nuovo Presidente degli U.s.A. vittime di essa sono stati e sono tutt’ora molti cittadini e non solo bloggers e giornalisti. E’ giusto usare unicamente il “logo” di Byoblu come bandiera della libera informazione? Tanto più quando l’ iniziativa   parte da esponenti politici, che non dimentichiamoci  alcuni di loro sono stati lanciati nella scena politica proprio da Byoblu.

E’ corretto a ridosso della chiusura, peraltro non ancora documentata (o forse me la sono persa) aprire una campagna di donazioni a favore di Byoblu che ad oggi ha raccolto la cifra astronomica di trecento mila euro (in una settimana)? Importi che sicuramente saranno stati versati sull’ IBAN della Casa Editrice di Claudio Messora per permettere l’acquisizione di una frequenza televisiva nazionale (non si capisce se in aggiunta   a quelle gia’ presenti di Piemonte, Lazio e Lombardia).

Credo, anzi ne sono certo, che Claudio Messora abbia provveduto gia’ da mesi ad attivare una tutela legale per evitare la conseguente chiusura del canale come invece è avvenuto. Ne avrebbe avuto tutti i diritti in quanto Editore riconosciuto. Le avvisaglie di chiusura da mesi erano divenute per Byoblu un’ipotesi non remota ma una certezza di cui se ne era perfettamente a conoscenza, visto che dopo aver subito tre chiusure di una, due e tre settimane, la cancellazione del canale Youtube sarebbe stata  automatica.

Non dimentichiamo che in data 23 febbraio 2021 Youtube toglie a Byoblu la pubblicita’ e gli abbonamenti, quindi una grossa fetta di affari che permettevano alla Casa Editrice di vivere bene e pensare al futuro. Da quella data il Canale  Coutube di Byoblu era diventato un grande carrozzone , con  mezzo milione di iscritti sì, ma privo di alcun valore economico, e che fagocitava risorse  economiche per  diffondere e produrre contenuti fruibili gratuitamente dagli utenti, quindi in competizione con il canale “Davvero TV” a pagamento che è visionabile in rete al costo di 5 euro al mese o 45 + 9,85 di tasse all’anno.

Quanti sottoscrittori a pagamento (oltre ai Donatori) ha “Davvero TV”? Non conosciamo il dato, ma se fossero solo 20.000, le cifre iniziano a farsi veramente gtosse. Immaginiamo ora che, dei 500.000 iscritti che vedevano Byoblu su Youtube, uno su 5 decidesse di “migrare” a pagamentp su Davvero Tv in rete . L’  Editore Messora incasserebbe 500.000 Euro al mese in più ( 6 milioni di euro l’anno) grazie al fatto che Byoblu non si vede più su Youtube.

Quindi : “Chi ti dice che sia una disgrazia ?” direbbe il saggio partenopeo e allora perché incitare il Popolo della Rete alle Donazioni ?

Di una cosa hanno dimenticato di parlare i Senatori nella crociata a favore di Byoblu.  I Social Network non possono censurare di loro iniziativa, altrimenti verrebbero  paragonati a Editori e quindi soggetti alle norme fiscali e sindacali in ogni Paese da cui provengono i contenuti. Censurano su segnalazione agli algoritmi.

I Social, compreso Youtube utilizzano degli algoritmi istruiti, per cui a determinate sollecitazioni danno risposte automatiche. Mi spiego meglio: se un gruppo organizzato su Telegram ad esempio, composto da un numero consistente di individui, decidesse di segnalare contemporaneamente un contenuto video quale censurabile (shitstorm), basterebbe che a distanza di tempo  si effettuassero la segnalazione utilizzando la stessa etichetta, ad esempio “violazione delle  norme sulla disinformazione in campo medico”  ed il gioco e’ fatto. Alla terza o quarta “shitstorm” il Canale verrebbe automaticamente chiuso, a meno che il proprietario si tuteli come credo abbia fatto Claudio Messora inviando a tempo debito una comunicazione anche Legale.

Esiste storicamente un  caso emblematico, quello del Canale Youtube di Radio Radio TV (anch’ essa Casa Editrice) che nel giugno 2020 venne chiuso per 24 ore a seguito di segnalazioni o shitstorm per  “pubblicazioni pedo pornografiche” assolutamente false e prontamente denunciate con lettera dei suoi legali. Venne prontamente riaperto.

Stimati  Senatori della Repubblica Italiana, ottima e lodevole l’ iniziativa da voi intrapresa in difesa di Byoblu. Ma , torno a dire: “perché difendere solo di Byoblu che si difende già benissimo?”
Gli altri piccoli e medi attivisti che non hanno soldi da spendere con legali o non hanno Santi a Montecitorio come possono  difendere il sacrosanto diritto ad esprimere liberamente le proprie idee e difendersi dai segnalatori organizzati?

Concludo con alcuni cenni sulla “trasparenza” della raccolta di donazioni. Decine di migliaia di italiani stanno donando in maniera più che generosa a Byoblu, però in molti cominciano a chiedersi: “Ma se la Tv di Messora è ‘dei Cittadini’ a chi è intestato il Conto Corrente?  Dovrebbe essere almeno un’azionariato popolare no?

Buon lavoro Senatori spero vivamente che nei prossimi giorni verra’ da voi intrapresa una piu’ solerte iniziativa: per arginare lo strapotere dei Big della rete; per smascherare i “delatori organizzati”; per difendere la libertà di informazione di chiunque e soprattutto scoprire chi sono i mandanti delle censure vere e delle censure strategiche, orchestrate o spudoratamente false.

Aggiornamento:

non amo parlare di me, e nonostante abbia scritto questo articolo il giorno successivo al ricevimento della mail da parte di youtube (4/4/2021)  che mi informava della sospensione per due settimane del mio Canale Becciolini Network, proprio poche ore fa (ore 21:00 del 6/4/2021) sono stato bloccato anche da Facebook durante una diretta Streaming con Streamyard, programmata sulla mia Pagina Facebook Becciolini Network, dove avrei dovuto intervistare Gregory Snegoff dalla California. Sono stato bloccato inoltre con il mio profilo ufficiale dalla pubblicazione nelle pagine Facebook Homo SapiensR.I.E. Rete Informazione Europea e Patto Julian Assange per la libertá dell’Informazione e di opinione in cui sono Amministratore.

Fortunatamente riesco per ora a pubblicare su queste pagine con altro Profilo.
Sono propenso a credere che nulla avvenga per caso. Non sono un caso queste “censure indotte”, sto dando fastidio a qualcuno e credo che contro di me siano stati scatenati “i mercenari della rete o segnalatori a retribuzione”. Tesi che sostengo da mesi anche all’ interno del Patto Julian Assange.
A termine di questo mio articolo, auspico vivamente che il mio  caso, come quello di molti altri Blogger, venga portato in Senato come un’altro vessillo di libertá violata, ma tranquilli io non aprirò canale TV e non chiederò il vostro sostegno per farlo.

Documentazione a corredo:

post del 23/02/3021 di Byoblù di sospensione monetizzazioni e abbonamenti;

Audizione del Senatore Gianluigi Paragone alla Camera;

Post di segnalazione di sospensione del mio canale Youtube per due settimane;

– Intervista al Blogger Mattet Demicheli sul caso Byoblu del 1 Aprile 2021;

Video di segnalazione di interdizione da parte di Facebook delle dirette Streaming del 6/4/2021».

* Fonte: becciolininetwork

Un pensiero su “NON C’È SOLO BYOBLU di Stefano Becciolini”

  1. Fiorenzo Fraioli dice:

    Claudio Messora ha il vizietto di mettere il suo loghetto su tutti i contenuti, non suoi, che utilizza. Lo fece anche con me, alcuni anni fa, al che mi feci valere stigmatizzando l’accaduto. Da allora non si è più permesso, ma il ricordo di quell’episodio non mi ha mai lasciato. Il diavolo si vede dai dettagli, oltre che dalla biografia. Oppure, se preferite, “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
    Auguro a Claudio Messora, imprenditore della controinformazione, di avere tutto il successo che desidera, ma io faccio un’altra cosa: Politica.

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