ELEZIONI POLITICHE: LA PROPOSTA DI LIBERIAMO L’ITALIA
Pubblichiamo di seguito la risoluzione approvata dalla Direzione Nazionale di Liberiamo l’Italia il 18 giugno 2021
* * *
Al massimo agli inizi del 2023, ma forse già nella primavera del 2022, verrà eletto il nuovo parlamento. Le elezioni anticipate non sono certo da escludere, ma anche se si dovesse arrivare alla fine naturale della legislatura, questo importante passaggio della vita nazionale è comunque vicino.
Dopo la sconfitta del 2018, il blocco sistemico si è riorganizzato con successo. Le due forze (M5s e Lega) che avevano raccolto nelle urne la potente spinta al cambiamento presente nel Paese, sono oggi pienamente integrate e normalizzate. Il governo Draghi è la consacrazione pratica e simbolica del compimento di questo processo.
Draghi non è solo il garante delle banche e della grande finanza. Grazie alla politica emergenzialista, furbescamente alimentata dalla narrazione a reti unificate sul Covid, egli è anche l’uomo del Grande Reset, colui che vuol fare dell’Italia uno dei principali campi di applicazione di questo progetto autoritario ed antisociale. Va in questa direzione il tanto decantato Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), figlio naturale del cosiddetto Next Generation EU, il cui scopo principale è quello di incatenare definitivamente l’Italia ai vincoli imposti dall’Unione europea.
Certo, nel momento elettorale, la grande ammucchiata che sostiene l’attuale governo tornerà a presentarsi nei due poli intercambiabili che lo costituiscono, ma sempre meno italiani saranno disponibili a farsi ingannare da questa sceneggiata di un teatrino della politica che è la negazione stessa della democrazia.
Se il sistema si è stretto intorno a Draghi, cosa intendono fare le forze che si oppongono alla sua politica, quelle che hanno animato le piazze negli ultimi mesi? In questo periodo è stato giusto dedicare ogni energia alla mobilitazione contro la nuova forma di dittatura che avanza. E sarà giusto continuare a farlo con ogni mezzo anche in futuro. Ma cosa fare affinché questa lotta acquisti visibilità e rappresentanza politica? E’ per rispondere a questa domanda che lanciamo per tempo una proposta unitaria in vista delle prossime elezioni generali.
La proposta di Lit
In breve, la nostra proposta è quella dell’unità di tutte le forze del sovranismo costituzionale insieme a quelle che si stanno battendo contro l’emergenzialismo e per la difesa delle libertà individuali e collettive. La proposta è dunque quella dell’unità dell’unica vera opposizione esistente oggi in Italia. Unica perché alternativa ad entrambi i poli (di “centrodestra” e di “centrosinistra”) in cui si struttura il regime. Unica perché contesta alla radice la narrazione che ci porta al Grande Reset. Unica perché fondata sui principi costituzionali e l’alternativa al neoliberismo. Ma unica, anche perché è la sola che ha chiamato concretamente alla lotta ed al risveglio popolare.
Se il sistema (che include anche la finta opposizione di comodo di FdI) è unito attorno a Draghi, perché noi che ci opponiamo non dovremmo lavorare per unirci? Questa necessità è talmente evidente da risultare perfino ovvia. Ma se l’esigenza dell’unità è sempre più sentita, non per questo mancheranno ostacoli affinché essa si traduca nell’unica proposta efficace, quella di una lista unitaria del patriottismo costituzionale.
Il rischio è che non si capisca a fondo l’importanza del passaggio elettorale, oppure che lo si comprenda troppo tardi. Quel passaggio sarà invece un momento topico della definitiva trasformazione, in senso tecnocratico ed antidemocratico, dell’intero sistema politico. Possiamo permetterci di non essere presenti su quel fronte di battaglia?
Noi pensiamo di no, ed è proprio per questo che lanciamo la presente proposta. Essa ha il fine di aprire il confronto e di arrivare insieme alla risposta che serve. Sbaglia chi dice che le elezioni non ci interessano, sbaglierebbe ancor di più chi pensasse soltanto a piantare la propria bandierina. Nessuno, da solo, è in grado di offrire una prospettiva sufficientemente credibile. Dobbiamo invece unirci, affinché la quantità diventi qualità ed un’alternativa inizi a farsi strada.
C’è bisogno infatti di un Terzo polo contrapposto agli altri due, di una lista di rottura sia per i suoi contenuti programmatici che per la capacità di dare gambe al processo di liberazione che ci attende.
Il programma: pochi punti ma chiari
Cacciare i tecnocrati dal potere, uscire dalla gabbia europea, riconquistare la sovranità nazionale e popolare (a partire da quella monetaria), lottare per i diritti dei lavoratori (dipendenti ed autonomi), per la piena occupazione e la fine del precariato; applicare la Costituzione del 1948, porre fine all’emergenzialismo, ripristinare tutte le libertà personali e collettive che ci sono state tolte con la scusa del Covid.
Chi è d’accordo con questi punti programmatici, chi li vuole sostenere con le migliori probabilità di successo, non può che unirsi in un’unica lista. Quando sarà il momento non serviranno presentazioni di mera testimonianza: ci vorrà invece una lista unitaria in grado di superare la soglia, per rappresentare anche in parlamento l’opposizione di questo ultimo anno.
Come arrivare all’unità?
La nostra proposta, che invieremo formalmente a tutti i soggetti potenzialmente interessati, ha intanto lo scopo di gettare il sasso nello stagno, aprendo da subito una discussione in grado di coinvolgere parecchie migliaia di attivisti. In questo modo ognuno avrà la possibilità di valutarla e discuterla per tempo.
Nei mesi di luglio ed agosto ci mettiamo a disposizione per svolgere tutti gli incontri che si renderanno necessari. Poi, una volta definito il quadro delle realtà disponibili, sarà possibile fare il passo successivo, quello di un’assemblea nazionale promossa dall’insieme di queste forze per dare una forma compiuta al progetto.
Fin dalla sua costituzione Liberiamo l’Italia ha nel proprio dna l’obiettivo dell’unità. Con questa proposta pensiamo di aver assolto ad un nostro dovere e ad una nostra convinzione politica. Ma quella dell’unità non è certo un’esigenza solo nostra.
Che tutti si facciano avanti e dicano la loro. Anche le critiche saranno ben accette. In questo breve testo mancano ancora molte cose, ma c’è a nostro avviso l’essenziale. Il resto lo costruiremo insieme.
Liberiamo l’Italia
18 giugno 2021
Fonte: Liberiamo l’Italia
Ieri sera su Rete4 Paragone ha FINALMENTE avuto il coraggio di mettere in risalto che a distanza di 1 mese e mezzo dai festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter, a Milano e Provincia, grazie a Dio, non c’e’ stato alcun incremento (rispetto alla media dei mesi precedenti) del numero dei contagiati, dei ricoverati in terapia intensiva e dei deceduti. E questo nonostante ci fossero in piazza 30 000 persone, in gran parte SENZA MASCHERINA… e molto probabilmente neppure vaccinate.
E’ un segnale di RINSAVIMENTO da parte sua?… Ha FINALMENTE deciso di mettere fuori gli “attributi”, contrastando la narrazione governativa sul covid? Meglio tardi che mai…!
Francesco F.
Manduria (Ta)
E come al solito nei pochi e chiari punti di programma manca l’esplicito riferimento a quello più essenziale: fine dell’occupazione militare illegale del nostro paese. Che se anche non è raggiungibile materialmente nel breve periodo deve comunque costituire la base strategica di qualunque formazione che si volesse presentare come credibilmente sovranista.
Alessandro Pascale, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Milano per il Partito Comunista di Rizzo ha così commentato l’articolo del professor Andrea Zhok che anche Sollevazione aveva meritoriamente pubblicato di recente:
“l’Italia é una semicolonia statunitense per volontà del suo ceto dirigente borghese che ha governato ininterrottamente il paese dal 1947 ad oggi. Nessuna riforma di struttura é possibile se non rompendo questo doppio vincolo di sudditanza che abbiamo verso Washington (NATO) e Bruxelles (UE). Non c’è bisogno di aspettare la terza guerra mondiale (che ci auguriamo non arrivi mai) con la Cina e la Russia per riconquistare sovranità nazionale e affermare finalmente una piena sovranità popolare. Se il popolo acquista coscienza di essere servo, di mangiare solo le briciole del padrone, se il popolo compreso ciò decide di ribellarsi, si può riuscire a cacciare gli USA dal nostro territorio anche domani. É chiaro che serve una rivoluzione vera. É chiaro che serve una consapevolezza che oggi non c’è. Il Partito Comunista lavora per fornire questa consapevolezza al popolo, e in tal senso utilizzeremo anche queste elezioni. ”
Certo i politici spesso dicono una cosa e poi ne fanno un’altra, Pascale tra l’altro è stato con i sinistrati di Rifondazione fino al 2018, però intanto certe affermazioni sono state fatte pubblicamente. Un impegno è stato preso, sebbene con quell’ottimismo che spesso contraddistingue i giovani, e se le posizioni di qui al 2023 resteranno queste, mi spiace per Lit ma io appoggerò il Partito Comunista.
Va bene.
Io non voterò, perche non c’è nessun partito o movimento che ponga seriamente la questione covid, cioè il fatto criminale che qualsiasi cura è stata boicottata causando migliaia di morti evitabili.
Gli unici che hanno posto la questione sono i vari Mazzucco, Stramezzi, Cavanna Montanari, ma nessun partito lo ha fatto con nettezza, né voi né tantomeno FSI, né Vox.
dissento da Roberto G e condivido invece quanto scrive Adriano.
certo che occorre uscire dalla NATO (lo diciamo da decenni!) ma oggi il punto dirimente è la battaglia contro il grande inganno del covid. E su questo Rizzo è peggio che reticente, è un vaccinista, ovvero racconta le stesse frottole dell’elite.