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COVID-3: IL RITORNO di Alceste De Ambris

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Come nei migliori film hollywoodiani, se una trama o un personaggio ha successo di pubblico, verrà replicato in successive produzioni, tramite seguiti, “preguiti”, spin-off ecc. Poiché la narrazione covid, almeno in alcuni Paesi (come l’Italia), ha funzionato a meraviglia, è lecito pensare che, nonostante l’ottimismo estivo ora in voga presso media e politici, si ripresenterà a breve l’info-demia pandemica, probabilmente in autunno, o se no più avanti (quando le circostanze politiche dovessero richiederne l’intervento). Per riprendere la metafora cinematografica, è come in quei film dell’orrore in cui il Mostro sembra morto, ma il pubblico sa che non lo è veramente, altrimenti lo spettacolo non potrebbe continuare.

D’altra parte le potenzialità dell’immaginario pandemico sono lungi dall’essere esaurite, e quindi è probabile che nei prossimi anni assisteremo a nuove varianti, nuovi virus, nuovi vaccini ecc.  Ricordiamo, per fare un paragone, che la strategia della tensione a tema “terrorismo islamico” è durata una ventina d’anni (per poi cessare di colpo quando non era più utile).

In questo pezzo vorrei cercare di fare ordine, di individuare nel grande Riassetto (great reset) gli elementi necessari e quelli accidentali, di distinguere i mezzi dai fini (fini che a loro volta sono mezzi per altri scopi). Per elaborare una strategia vincente, non basta infatti identificare i problemi, o le iniziative del “nemico”, ma occorre porre questi fattori in una gerarchia di mezzi e fini.

Nel precedente articolo, avevo individuato, come scopo di breve periodo del “covidismo”, la disfatta dei movimenti populisti in Usa e Europa. Obbiettivo raggiunto (l’Italia rappresenta un caso emblematico). Ora mi concentrerò schematicamente sui possibili scopi di lungo periodo, formulando un’ipotesi che è personale, e verrà confermata o smentita dagli eventi futuri. Va notato che alcuni elementi che qui identifico come semplici mezzi o diversivi, da altri sono considerati i veri fini.

Il punto di partenza è una concezione materialistica della storia (che non implica per forza una concezione materialistica della vita o dell’Essere, ma significa solo che, sotto quel particolare regime sociale chiamato capitalismo, vi sono certe tendenze intrinseche che prescindono dalle volontà individuali). In quest’ottica per spiegare i fenomeni occorre puntare l’attenzione sui fattori e gli interessi economici, e sulla lotta tra le classi sociali (anche tra le classi capitaliste).

STRUMENTI A DISPOSIZIONE (DEL NEMICO): Attualmente l’Oligarchia dispone di una quantità di denaro praticamente illimitata (anche perché ha la facoltà di “crearlo dal nulla”), che le consente il controllo del settore finanziario, di alcuni settori strategici (es. l’informatica) e dei conglomerati mediatici. Controllando i media, sono in grado di manipolare l’opinione pubblica, e quindi i partiti, i politici e in sostanza i governi. Inoltre influenzano pesantemente istituzioni scientifiche, università, organi di controllo e istituti di ricerca, quando si tratta di quelle branche del sapere che ritengono utili (economia in primis, ma anche climatologia, medicina ecc.); gli “esperti” vengono cooptati per portare avanti i discorsi del potere.

Di fatto gli Oligopoli tengono sotto scacco interi Stati, soprattutto se privi di sovranità monetaria. Lo Stato neo-liberista adotta un atteggiamento specifico nei confronti del mercato: né rimane neutrale (come lo Stato liberale classico), né cerca di limitarlo/regolarlo a tutela della collettività (come lo Stato social-democratico), né lo favorisce in ottica concorrenziale (es. con norme antitrust), bensì interviene a favore di specifici attori del mercato, ossia quelli grandi, cioè legifera a favore del capitale transnazionale. Ciò spiega il paradosso della iper-regolamentazione liberista (https://www.davidemura.com/liper-regolamentazione-neoliberista-7005/), che all’apparenza è un ossimoro.

Inoltre assistiamo al tentativo, riuscito, di parassitare la società civile e crearne dei surrogati (es. i finti movimenti ambientalisti, femministi, antirazzisti ecc.). E’ un’evoluzione inquietante se, come diceva Franco Fortini, “il fascismo non è quella cosa buffonesca presentata spesso ai giovani: è il silenzio della società civile”.

PRIMO MEZZO: L’INFO-DEMIA

La propaganda pandemica ha i suoi Miti fondanti: la pericolosità universale (che non distingue tra soggetti a rischio e non a rischio), la minaccia degli asintomatici, l’origine naturale del virus, l’affidabilità dei tamponi Pcr, la significatività dei dati, la neutralità degli esperti, l’utilità delle mascherine, l’efficacia dei vaccini, l’utopia di una società senza microbi, la strategia di imprigionare i sani anziché curare i malati, di distruggere l’economia anziché investire nella sanità ecc.. Chi non ha fede in questi dogmi viene ostracizzato e censurato (laddove la scienza richiede dubbio e confronto)

SECONDO MEZZO: LO STATO DI POLIZIA (SANITARIA)

Vengono imposte regole di segregazione e confinamento, che limitano la libertà personale nel tempo (coprifuoco) e nello spazio (spostamenti tra zone), regole prive in realtà di una logica dal punto di vista epidemiologico. Lo scopo ultimo infatti è economico, come si dirà: affossare alcuni settori, alcune professioni e alcune tipologie di imprese, indebitare gli Stati, e impedire la ripresa economica.

Per i renitenti si minaccia la multa, una sanzione di valore economico anche rilevante. Questo passaggio dalla certezza del diritto penale all’arbitrio amministrativo occulta lo stato di polizia, e di fatto lo rende più efficace (processi e carcerazioni contro decine di migliaia di persone non sarebbero gestibili, né a livello pratico né di immagine). Vi è qui in nuce l’anticipazione di un futuro distopico, in cui la disciplina dei dissidenti avviene non tramite prigioni o campi di concentramento (se non nella forma delle prigioni a cielo aperto realizzate dai lockdown), ma con la semplice privazione mezzi di sussistenza (che passa ad es. per l’abolizione del contante).

PRIMO SCOPO INTERMEDIO: L’ISOLAMENTO FISICO

Il distanziamento serve per impedire che il dissenso si incontri, si organizzi, sia percepibile fisicamente, negli ambienti lavorativi, di studio e privati.

Il lavoro da remoto (cd. smart working) mi pare l’innovazione fondamentale, destinata a rimanere. Tutta la retorica sulla digitalizzazione mira a questo scenario, che alla fine persegue l’obbiettivo storico del dominio sul lavoro salariato. Con la remotizzazione le aziende potranno esternalizzare e delocalizzare molte mansioni, cercando dipendenti ovunque nel paese e ovunque nel mondo, che lavorino da casa. Si prospetta una globalizzazione del terziario, che fa seguito alla globalizzazione delle industrie dei decenni precedenti: dalla fabbrica diffusa all’ufficio diffuso. Quale effetto avrà sulle retribuzioni e sulle condizioni di lavoro, è facile prevederlo (basta fare un parallelismo con quanto già avvenuto).

A livello extra-lavorativo l’isolamento assume la forma di impedimento di assembramenti, ossia di impedimento della politica. Congressi, discussioni, votazioni, manifestazioni, scioperi…: dai tempi dell’antica agorà la politica è assembramento. Il divieto intende stroncare sul nascere qualsiasi movimento, non interno al Sistema, che possa ambire a rappresentare gli interessi della maggioranza.

Per gli stessi motivi si cercherà di reintrodurre la didattica a distanza, in scuole e università.

SECONDO SCOPO INTERMEDIO: L’ANNICHILIMENTO PSICOLOGICO

L’effetto più immediato della campagna di panico è sulla psicologia delle persone: fobie, alienazione, irrazionalità, diffidenza verso gli altri, depressione. Si tratta della strategia militare chiamata “shock and awe” portata avanti da quel “capitalismo dei disastri” (come lo chiamava Naomi Klein), il quale approfitta delle condizioni di paura, confusione e rassegnazione provocate da crisi di vario genere, naturali o artificiali, per imporre politiche antisociali che altrimenti i popoli non avrebbero accettato.

DIVERSIVI: I MEZZI DI DISTRAZIONE DI MASSA

In questa categoria metterei: il transumanesimo uomo-macchina, l’ideologia gender, il progetto di instaurare un governo mondiale, o di ridurre la popolazione del pianeta ecc. A costo di deludere molti “complottisti”, sospetto che queste idee (che pure qualcuno delle élite professa) siano sovrastrutture, epifenomeni privi di effetti concreti.

In questa categoria inserirei anche i vaccini. Nel precedente pezzo avevo identificato 6 possibili scopi del vaccino: il più probabile mi pare da individuare in una strategia per guadagnare tempo, una sorta di “tela di Penelope”, opera sempre in corso e mai terminata, per prolungare all’infinito lo stato di emergenza.

Infine abbiamo quegli elementi, privi di valore medico-sanitario, ma di forte significato simbolico (come l’obbligo delle mascherine nei contesti pubblici o il divieto di festeggiare le ricorrenze religiose)

FINE ULTIMO: L’ESPROPRIAZIONE ECONOMICA (DALL’ALTO)

Mentre il pubblico è ipnotizzato dallo spettacolo, i ladri… gli svaligiano la casa!

Il fine ultimo dell’“operazione covid” è economico: il trasferimento della ricchezza dalla “fascia centrale” della piramide sociale al suo vertice, e quindi in sostanza la distruzione della classe media (lo schiacciamento della base della piramide, come si è detto, è già avvenuto). Un sorta di ritorno all’ “Ancient regime” che avviene tramite l’eliminazione/assorbimento delle piccole imprese e dei professionisti, e l’eliminazione/assorbimento dei patrimoni privati. Spero nessuno pensi che questo progetto c’entri qualcosa con il “socialismo” (che semmai si avvia espropriando i grandi capitali e le imprese strategiche).

Il trasferimento si attua mediante le misure di blocco economico con pretesto pandemico, le quali consentono alle Oligarchie globali (banche, fondi, multinazionali) di occupare e monopolizzare nuovi spazi, impedendone l’accesso a terzi. Spesso con guadagni immediati (es. Amazon), ma non necessariamente: anche la semplice eliminazione di un concorrente è utile (es. per ogni negozio che chiude, la grande distribuzione si avvantaggia). Come diceva John Ruskin: “Il potere di una ghinea che abbiate in tasca dipende esclusivamente dalla mancanza di una ghinea nella tasca del vostro vicino… e l’arte di arricchirvi… è perciò ugualmente e necessariamente l’arte di mantener povero il vostro vicino”. E’ vero che già ora le élite globali hanno una disponibilità di risorse quasi illimitata, e tuttavia con questo denaro non possono fare tutto, se le persone non sono disposte a vendersi…

In Italia il tanto osannato Piano di ripresa e resilienza, condizionato alle solite “riforme strutturali”, si suppone darà un contributo importante in questa direzione… In futuro, come reazione alla crisi e ai milioni di disoccupati e poveri che avrà generato, non si può escludere la strumentalizzazione di partiti “di sinistra”, che avanzino programmi di ridistribuzione della ricchezza rimasta (es. pesanti imposte sulle case, sui patrimoni, sulle eredità), ma lasciando immutati tutti i capisaldi del Sistema. Misure in astratto eque e ragionevoli, se non fosse che le vere ricchezze stanno al sicuro nei paradisi fiscali, o occultate dai bilanci farlocchi delle multinazionali…

Se questo è il piano, è evidente che il percorso è appena iniziato, e impiegherà parecchi anni per essere completato. Per questo: show must go on!

Un pensiero su “COVID-3: IL RITORNO di Alceste De Ambris”

  1. Luca Tonelli dice:

    Questa ricostruzione, seppure piuttosto centrata e interessante, secondo me ha una grossa pecca anche quanto a coerenza interna.

    Innanzitutto liquida in due parole il gigantesco elefante nella stanza che è la vaccinazione di massa di tutto il mondo occidentale, verso la cui obbligatorietà indiretta si marcia ormai a tappe forzate. E che DEVE avere un obiettivo centrale e supremo. Altrimenti non si spiega una tale insistenza. E’ evidente come si voglia arrivare alla vaccinazione annuale o anche semestrale perpetua dell’intera popolazione del mondo occidentale.
    Quindi il possibile obiettivo di questo va analizzato meglio. Non può essere solo una tattica per prendere tempo mentre ci svaligiano casa.

    Del resto, e vengo alla seconda critica di incoerenza interna alle tesi del pezzo, si sostiene pure qui che le elites mondiali possono oggi creare denaro dal nulla. Cosa se ne farebbero quindi in pratica dei nostri conti correnti? Cosa se ne farebbero, oltre un certo livello, della nostra riduzione in condizioni di semi schiavitù sul luogo di lavoro? Questi sono obiettivi che possono interessare, e che certamente persegue, la borghesia italiana….poco più che una bisca di mentecatti in confronto ai decisori politici ed economici dell’impero americano. Si tratta di una cupola che fa i suoi interessi in Italia, ma che sappiamo tutti che quanto a geopolitica e economia internazionale deve ubbidire pedissequamente agli ordini angloamericani, essendo l’Italia Paese sconfitto e occupato durante la guerra che ha determinato l’assetto mondiale in vigore ancora oggi.

    Quindi l’obiettivo dell’avido arricchimento a spese del popolo può al massimo essere un obiettivo dei capitalisti straccioni locali. Non certo il drive principale che muove tutto l’Impero americano a muoversi in questa direzione.

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