AFGHANISTAN: DUE PESI, DUE MISURE
I media ormai sono senza vergogna. Macchine da guerra e di disinformazione, sempre allineate e mai aperte al confronto. Il pensiero unico è il loro esclusivo alimento. La verità è data, i fatti vi si devono uniformare, per il resto si tratta solo di credere, obbedire e combattere…
E’ così sul Covid come sulla bellezza della gabbia europea, figuriamoci se poteva andare diversamente sull’Afghanistan. Tema sul quale la disonestà intellettuale – con i famosi due pesi, due misure – di questi farabutti brilla oltremodo.
Sulla materia c’è solo l’imbarazzo della scelta. Prendiamo allora, ma solo come esempio, un solo quotidiano di un solo giorno: il Corriere della Sera del 21 agosto. Dopo il titolo di prima pagina, «Caccia all’uomo casa per casa», il giornale ci informa (ma pensa te!) che «chiunque abbia collaborato con la coalizione internazionale si sente un animale braccato».
Ma chi l’avrebbe mai detto! Storicamente una novità assoluta la resa dei conti con i collaborazionisti! Roba da trogloditi, mica come in Iraq, dove gli americani dopo aver invaso il Paese fecero fuori tutti i quadri dello Stato e dell’amministrazione pubblica, eliminando (in buona parte assassinandoli) tutti i dirigenti del Baath, fino all’impiccagione di Saddam Hussein.
E quelli non erano collaborazionisti, ma i vecchi funzionari e governanti di un paese invaso e sottomesso. Avete mai letto sui giornali, o sentito in tv, una qualche riprovazione di quell’azione banditesca? Avete udito una condanna delle stragi a suon di bombe e di mitragliatrici, compiute dall’aviazione Usa su gruppi inermi di cittadini? Ovviamente no. Di certo non da coloro che oggi versano lacrime sulle sorti di chi ha collaborato con l’occupazione ventennale del proprio paese.
Ma in Afghanistan, ancor più che in Iraq, la superpotenza americana ha usato anche un altro mezzo per eliminare i resistenti. Con i droni, i vigliacchi fuggitivi di questo ferragosto da ricordare, hanno colpito centinaia e centinaia di volte, spesso facendo stragi in occasione di matrimoni e funerali che ospitavano qualche loro nemico. Avete mai sentito una condanna, magari flebile, di queste esecuzioni di massa?
Ma cosa volete che sia! Quei morti mica erano collaboratori – guai a dire “collaborazionisti” – della più potente armata della storia!
Il doppiopesimo dei media occidentali è talmente smaccato da commentarsi da solo. Una narrazione a senso unico foriera di nuove ed imprevedibili azioni di guerra, naturalmente sempre in nome del Bene, della Democrazia e dei Diritti…
Ma non è finita. Nella foga criminalizzatrice dei Taliban, il Corsera riesce pure ad aggiungere un pizzico di involontaria comicità. Questo l’occhiello dell’articolo di Viviana Mazza: «I talebani rubano gli equipaggiamenti forniti dagli Usa». Insomma, ladri oltre che assassini!
Di cosa si tratti ce lo dice la stessa articolista:
«Divise mimetiche, giubbotti antiproiettile, elmetti, fucili M4», ma soprattutto «duemila mezzi blindati (tra cui gli Humvee), una quarantina di elicotteri e aerei (tra cui gli UH-60 Black Hawk), visori notturni e droni militari ScanEagle». Decisamente un bel bottino di guerra!
Bene, anziché riconoscere la debacle si preferisce gridare al furto, come se i Taliban dovessero restituire le armi che lì si trovavano per essere usate contro di loro agli americani. Certo, come no, magari con una spedizione rapida via Amazon al Pentagono!
Fonte: Campo Antimperialista
https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2021/08/comunisti-quando-la-demenza-senile-e-la.html
Bisogna vedere che accordi hanno preso gli amerikani con i taliban. E’ probabile che vogliano utilizzarli insieme alle truppe isis che nel frattempo sono affluite in Afghanistan per destabilizzare le repubbliche ex sovietiche dell’area che non sono riusciti a portare dalla loro parte nonchè la regione cinese ad alta presenza islamica dello Xinjiang. Sarebbe per loro molto più produttivo che non tenere occupato un paese tutto sommato a questo punto inutile con costi altissimi. I mezzi ed i materiali militari quindi va anche bene che se li prendano i guerriglieri a questo scopo.
Commentare le notizie dei nostri giornali invece è del tutto inutile. Non si tratta nè di informazione nè di analisi ma al massimo di propaganda a comando o, ancora più probabilmente, di idiozie a ruota libera scritte da servi senza cervello.
Ovviamente nessuno di noi puo’ conoscere la verita’ su quanto realmente accaduto e quali siano stati gli accordi che hanno sancito la fine della guerra.
Tuttavia e’ molto importante ricordare un aspetto “storico” che riguarda l’Afghanistan: gli Afgani (…compresi quindi gli stessi Talebani…) nel corso della storia degli ultimi due secoli, non hanno MAI intrapreso guerre di espansione contro altri Popoli/Nazioni.
Sono stati SEMPRE gli Afgani a subire una aggressione: nell’800 furono gli Inglesi ad aggredirli… poi negli anni ’80 del Novecento ci furono i sovietici… quindi, nel nuovo secolo, e’ stata la volta degli Americani con tutti i loro alleati occidentali (…e non solo occidentali… visto che nei primi anni della guerra, la stessa Federazione Russa guidata da Putin, concesse alla Nato alcune delle proprie basi militari in Asia centrale, affinche’ la stessa potesse ‘agire’ -…eufemismo… – meglio sul suolo afgano.)
Detto questo non vedo cosa dovrebbero guadagnarci i Talebani da un accordo sottobanco con gli ex occupanti occidentali finalizzato a destabilizzare alcuni Stati confinanti (Cina e Repubbliche ex sovietiche). Un accordo di questo tipo provocherebbe inevitabilmente la reazione di Cina e/o Russia con il rischio concreto, per i Talebani, di perdere nuovamente il governo del Paese. Mi sembra una ipotesi francamente irrealistica.
Al contrario mi sembra molto più’ probabile che i Talebani cerchino una qualche collaborazione politico/militare proprio con la Russia e/o la Cina al fine di “tutelarsi” sullo scacchiere internazionale.
Francesco F.
Manduria (Ta)
Sono d’accordo che sia difficile conoscere la verità soprattutto quando si ha a che fare con le dinamiche complesse e perverse dell’imperialismo, ciononostante il tuo ragionamento filerebbe se si assumesse che i talebani siano una forza geuinamente afgana, islamica e patriottica. Ma è davvero così? A sentire il giornalista investigativo Franco Fracassi in questa intervista sul canale indipendente Byoblu sembrerebbe proprio di no
https://www.byoblu.com/2021/08/18/gli-strani-legami-tra-i-talebani-e-gli-stati-uniti-franco-fracassi/
Estremamente interessante anche il riassunto storico con retroscena che egli fa con Beatrice Silenzi al fine di decifrare gli avvenimenti attuali.
https://www.youtube.com/watch?v=VKSAwSn2iC4
Non così invece per Fulvio Grimaldi che vede le cose in modo molto più solare: i talebani forza antimperialista contro l’occidente invasore.
https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2021/08/il-serpente-occidentale-pestato-sulla.html
Chi ha ragione? Col cuore sono con Grimaldi, ma da tempo ho smesso di illudermi che quando si ha a che fare con gli americani le cose siano così trasparenti. Sui loro simboli campeggiano le aquile (forse per scimmiottare gli antichi romani del cui mito sono forti ammiratori) ma sarebbe stato assai più appropriato un bel serpente che molto di più ne descrive l’indole. Vedremo comunque cosa accadrà.
Saluti.
P.s. oltretutto è bene ricordare anche il fatto che i Talebani hanno sin dal primo momento combattuto CONTRO i terroristi dell’isis, prendendone apertamente le distanze.
Francesco F.
Manduria (Ta)
L’ informazione-propaganda ufficiale è sempre banale e ripetitiva, non merita commenti. Mi chiedo cosa possa mai spingere un giovane a intraprendere la carriera di giornalista.
Più interessante è esaminare le posizioni dei giornalisti indipendenti, che nel caso nell’Afganistan non sono sovrapponibili. Abbiamo tre visioni:
1) Chi la fa l’aspetti: i Sovietici avevano portato la civiltà nel paese; gli Americani per contrastarli avevano supportato i guerriglieri islamici, oscurantisti e reazionari, e ora soccombono di fronte al mostro da essi stessi creato (es. Marco Rizzo del Pc)
2) Resistenza: i Talebani hanno l’appoggio del popolo afgano, e vanno esaltati e sostenuti senza esitazioni nella loro lotta anti-imperialista (es. Fulvio Grimaldi)
3) Complotto: i Talebani, come tutti i movimenti del fondamentalismo islamico, sono un burattino degli Usa, Bin Laden non ha mai progettato l’11 settembre, e la fuga dall’Afganistan è puro spettacolo (es. Thierry Meyssan)