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BARBERO, GRAMELLINI E L’INFERNO di Sandokan

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Se mi chiedessero chi sia l’eventuale prototipo di intellettuale di regime, vi risponderei MASSIMO GRAMELLINI. Non a caso, il regime, gli consente la massima visibilità, tra cui la sua caustica rubrichetta il Caffè sulla prima pagina del Corriere della sera. Di norma il Gramellini se la prende con chiunque non sia allineato col regime appunto — prima quello della seconda repubblica, e ora che questo sta tirando le cuoia, più sferzante che mai, contro chi ha anche soltanto lievi mal di pancia davanti al nascente regime psico-sanitario.

Stamattina, 7 settembre, se la prende con il professor Barbero perché ha firmato il manifesto dei docenti contro il “Green Pass”. Siccome Barbero ha evocato Dante, il quale ne l’Inferno aveva ficcato gli ipocriti nell’ottavo girone, il Gramellini ha facile gioco a sostenere che in quel girone Dante c’avrebbe messo il Barbero stesso. Non a torto in effetti, poiché il Barbero dice no al “Green Pass” ma si dichiara favorevole all’obbligo vaccinale (sic!).

E’ furbo, davvero, il Gramellini. Da obbediente intellettuale con l’elmetto spara sui bersagli facili, così il suo sarcasmo fa ovviamente più effetto. Questa volta tuttavia ha toppato. Il nostro ha pensato di fare una furbata usando Dante contro Barbero, ora consentirà a noi di ricordare che Dante l’avrebbe spedito a fare compagnia agli ipocriti, per la precisione nella prima bolgia dell’ottavo girone dov’erano puniti i ruffiani ed i seduttori, la  stessa razza del Gramellini appunto.

Ps.

Veniamo a sapere che da oggi anche i parlamentari dovranno esibire il “Green Pass” per accedere al ristorante, alla buvette ed agli altri uffici parlamentari.

“La legge è uguale per tutti”, esulta Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia — il partito che ha chiesto l’adozione della norma. Il “Green Pass” non dovrà essere tuttavia esibito per entrare nell’aula parlamentare. Perché segnaliamo questa cosa? Perché, come spiega il deputato Fontana, “chiedere il “Green Pass” significherebbe limitare un diritto costituzionale” (testuale!).

Esatto, aggiungiamo noi. Significherebbe anzi violarne diversi di diritti costituzionali. Anzitutto l’Art.17 che contempla il diritto di riunione. Peccato che questo diritto, con la scusa della pandemia, sia stato sostanzialmente soppresso dai decreti conseguenti allo Stato d’emergenza —  senza “Green Pass” tutte le riunioni al chiuso sono rigorosamente vietate.

Due pesi, dunque, e due misure, nel regime psico-sanitario. Ciò che non è consentito ai cittadini lo è per i parlamentari, che possono “assembrarsi” anche se non sono vaccinati (ce ne sono diversi), solo avendo fatto un tampone salivare (gratutito). Così è violato anche l’Art. 3 della Carta, quello che dice che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”.

5 pensieri su “BARBERO, GRAMELLINI E L’INFERNO di Sandokan”

  1. m dice:

    Bell’articolo. Io però non condivido le critiche a Barbero. Anche io sono vaccinato, ma sono CONTRO il green pass, animandone piazze e prendendo denunce. Io DA VACCINATO non voglio battere un QRcode identificativo della mia persona per prendere un treno, per entrare all’università, per andare al ristorante. Nessuno ci dice se le app di verifica invieranno registreranno i passaggi permanentemente, nessuno ha escluso che la polizia giudiziaria possa osservare questi passaggi per scopi investigativi, non è stato fatto alcun decreto legge per evitare esplicitamente, nel codice di procedura penale, che vengano usati in sede giudiziaria.
    Insomma proprio la critica a Berbero finisce per tradire che l’autore di questo ottimo articolo non sia solo NO GREEN PASS, ma anche NO VAX. Mi sembra un errore madornale, bisogna evitare di farci rinchiudere in un recinto, bisogna parlare ai vaccinati COME ME e mobilitarli contro un dispositivo volto a controllare le loro vite. In questo senso, ha ragione Barbero, l’obbligo sarebbe meno ipocrita; loro hanno scelto non a caso la via dello spionaggio di massa.

  2. Marco dice:

    peccato che l’obbligo vaccinale generalizzato anti covid ci sia soltanto in tagikistan, turkemenistan, Indonesia. Somo questi i veri modelli della sinistra nostrana!! i cui esponenti, da quelli moderati a quelli più estremisti, sono gli unici che si sono espressi in tal senso.

  3. Francesco dice:

    Premesso che NON SONO un NoVax in quanto non sono contrario a tutti i vaccini, ma SOLO a quelli per il Covid, trovo del tutto INSENSATA la posizione di chi è favorevole alla vaccinazione obbligatoria per il Covid e poi è contrario al greenpass perché mi sembra assai evidente che entrambi i “fenomeni” si basano su un ENORME ABUSO DI POTERE. Entrambi i “fenomeni” inoltre presuppongono la efficacia del vaccino: una efficacia che invece EVIDENTEMENTE NON ESISTE dal momento che:
    1) il vaccinato può comunque trasmettere il virus…
    2) il vaccinato deve comunque mantenere il distanziamento sociale…
    3) il vaccinato è “coperto” solo per certe varianti e solo per un breve periodo di tempo.
    4) il vaccinato per poter accedere a determinati luoghi (…tipo gli.ospedali) deve comunque sottoporsi al tampone.

    Francesco F.
    Manduria (Ta)

  4. Graziano+PRIOTTO dice:

    Vaccinazione anticovid: farmaco o placebo ?

    Le opinioni sono discutibili ma i fatti sono testardi: i vaccini finora disponibili sono ben lungi da garantire una reale protezione contro il contagio né tantomeno contro la sua trasmissione. I dati che provengono dai Paesi con più alta percentuale di vaccinati dimostrano che la percentuale di contagiati fra i vaccinati si avvicina sensibilmente a quella dei non vaccinati. Dunque in buona sostanza i vaccini agiscono né più né meno com ei noti “placebo”. Possono almeno rendere meno grave il decorso della malattia ? Molti sedicenti specialisti lo affermano, ma anche qui la testardaggine dei fatti ci ricorda che fra i vaccinati si contano oltre che i contagi anche i decessi. In mancanza di ricerche credibili, sulla base dei dati disponibili si può unicamente ipotizzare che il meno grave decorso della malattia dipenda soprattutto dalle condizioni di salute pre- infezione. Nessuna persona è deceduta soltanto a causa dell’infezione da Covid, nemmeno in età molto avanzata: come sempre le influenze mietono vittime fra persone con patologie pregresse. Il Covid è sí certamente più grave ma non è certo la peste.
    Ci sono poi le notevoli differenze di percentuale di infetti e di decessi fra Paesi comparabili per tipologia di popolazione (intendo distribuzione nelle varie fasce d’età) : anche qui si può ipotizzare che una delle cause di maggiore o minore letalità non sia il virus (che non cambia caratteristiche attraversando i confini) ma le condizioni generali di salute dei cittadini, e sappiamo che queste dipendono in larga parte dai sistemi sanitari più o meno efficienti, dalle misure di prevenzione (es. istruzione alimentare per combattere l’obesità, il fumo ecc.) e dalle cure disponibili per gli infetti da Covid: ove queste sono state vietate, come in Italia, abbiamo avuto la strage degli anziani.
    In quanto alle misure prese dai governanti per limitare gli effetti della dichiarata pandemia le differenze sono enormi ed i risultati non corrispondono in misura direttamente proporzionale, anzi, si direbbe quasi l’opposto (es. Svezia senza misure coercitive da un lato con numero di decessi più limitato e Italia, Spagna, Francia con misure estreme e ben maggiore percentuale di decessi.
    Per finire: premesso che come sempre in caso di nuovi agenti patogeni, inizialmente si brancola nel buio, ci sono governanti che ragionano sui fatti e corrispondentemente prendono poi decisioni sensate, come ad es. la fine di ogni tipo di limitazione in Danimarca, con 72,8 % di popolazione vaccinata. Altri invece, a parità di vaccinazione (Italia, 73 % vaccinati) infieriscono sui cittadini per constringerli ad iniettarsi un siero sperimentale di dubbia efficacia.
    Il discorso che però nessuno inizia è questo: se le condizioni generali di salute dei cittadini sono per molti motivi insoddisfacenti, non sarà coi vaccini che si potrà ottenerne il miglioramento. La prevenzione sanitaria diviene nelle società contemporanee un fattore decisivo per almeno attenuare le nefaste conseguenze del degrado dell’ambiente, l’inquinamento, i cibi edulcorati, la vita sedentaria e la mancanza di movimento: ma certamente non è questo oggettivamente l’interesse degli spacciatori di vaccino.
    Costoro, esattamente come gli spacciatori di droga, offrono un’ illusiione, un benessere immediato ma temporaneo ed artificiale, un facile surrogato ad una vita sana, una felicità illusoria a coloro che nel medesimo tempo privano ,con la dipendenza dalla droga, della capacità di condurre una vita degna di essere vissuta. Se è permessa un’analogia tendenziale, c’è qualcos ain comune fra i credenti fanatici dei vaccini e i dipendenti da stupefacenti. E si evidenzia cosí una contraddizione da parte dei governanti, che mentre da un lato perseguitano i drogati, dall’altro impongono i vaccini anche a chi preferisce far affidamento sul proprio sistema immunitario naturale.

  5. Cittadino dice:

    È anche utile vedere quante firme dei “nostri eroi” mancano all’appello. Bagnai (si vabbè)? Brancaccio? Cesaratto? D’Antoni? Passarella (ah gia)?

    Almeno è chiaro a tutto quanto siano tiepide queste persone e cosa possiamo aspettarci da loro. Io in fondo lo avevo capito da tempo, ma una conferma oggettiva è sempre migliore di una opinione personale.

    Giovanni

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