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UNA COMUNITÀ NELLA SOCIETÀ di Giorgio Agamben

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L’Italia, come laboratorio politico dell’Occidente, in cui si elaborano in anticipo nella loro forma estrema le strategie dei poteri dominanti, è oggi un paese umanamente e politicamente in sfacelo, in cui una tirannide senza scrupoli e decisa a tutto si è alleata con una massa in preda a un terrore pseudoreligioso, pronta a sacrificare non soltanto quelle che si chiamavano un tempo libertà costituzionali, ma persino ogni calore nelle relazioni umane.

Credere infatti che il greenpass significhi il ritorno alla normalità è davvero ingenuo. Così come si impone già un terzo vaccino, se ne imporranno dei nuovi e si dichiareranno nuove situazioni di emergenza e nuove zone rosse finché il governo e i poteri che esso esprime lo giudicherà utile. E a farne le spese saranno in primis proprio coloro che hanno incautamente obbedito.

In queste condizioni, senza deporre ogni possibile strumento di resistenza immediata, occorre che i dissidenti pensino a creare qualcosa come una società nella società, una comunità degli amici e dei vicini dentro la società dell’inimicizia e della distanza. Le forme di questa nuova clandestinità, che dovrà rendersi il più possibile autonoma dalle istituzioni, andranno di volta in volta meditate e sperimentate, ma solo esse potranno garantire l’umana sopravvivenza in un mondo che si è votato a una più o meno consapevole autodistruzione.

* Font: Quodlibet

Un pensiero su “UNA COMUNITÀ NELLA SOCIETÀ di Giorgio Agamben”

  1. nicola licciardello dice:

    Assolutamente vero. La Storia si ripete, e la clandestinità torna spesso a essere una condizione necessaria, ‘naturale’ per molti cittadini, quelli che più sentono stringersi le catene attorno al collo, e constatano che le distopie più assurde sono proprio qui a diventare realtà.
    E’ ORMAI UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA DELLA SPECIE, NON SARA’ DATA UN’ALTRA OCCASIONE.
    CONSAPEVOLE RESISTENZA !

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