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RUSSIA, NATO E GUERRA LIMINALE di O.G.

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Avevo scritto un mese fa, quando si attendeva solo il colpo di fuoco iniziale (1), che non vi sarebbe stato alcun conflitto su modello tradizionale per l’Ucraina o in Ucraina. Tentavo di spiegare le grandi mobilitazioni militari a cui la Federazione russa aveva dato avvio da un lato nella logica tattica del nuovo patriottismo identitario russo, interno, Wagneriano, dall’altro in quella della Guerra Liminale, su cui mi ero anche successivamente soffermato parlando del più grande stratega della storia russa, il nazionalista Svechin (2). Tentavo di rilevare la quintessenza geopoliticistica, non militarista, della pratica russa di guerra liminale.

Lucio Caracciolo, un esperto analista geopolitico sempre sul pezzo, descrive così in “Libero” 15.02.2021 la “Guerra Liminale” russa (“Putin non attaccherà perché ha già vinto”):

“La guerra la stanno già facendo i russi con altri mezzi, a cominciare dal cyber, dalla propaganda, dalla disinformazione. Insomma, vediamo già uno scontro in atto che non ha più molto a che vedere con le guerre che abbiamo conosciuto nel ‘900…..Io non credo che Putin abbia molto interesse alle classificazioni politologiche dei regimi. Ha interessi a che i regimi che gli stanno intorno siano se non amici o alleati quanto meno non siano nemici. Oggi l’Ucraina non può più essere, come è stata a lungo, nella sfera di influenza russa, ma i russi pensano che possa non entrare in quella Usa. Dopo di che, tra 20 anni se ne riparla”.

Queste importanti precisazioni di Caracciolo meritano di essere commentate. Va però sempre presupposto, nel lettore, un organo di comprensione geopolitica assolutamente non economicistico, ma al limite storicistico. L’economicismo, marchio di fabbrica dell’UE coloniale e post-storica, è stato definitivamente cancellato dalla storia contemporanea con la vittoria del nazionalismo identitario pashtun (estate 2021) contro il globalismo imperialistico occidentale. Vittoria a lungo negata anche da un grande analista italiano di statura mondiale come Dario Fabbri, ma ogni giorno in verità sempre più chiara ed evidente. Non si può negare l’innegabile. Continuare perciò a voler interpretare la storia contemporanea con il metodo economicistico o astrattamente politologico significa voler rimanere nello spirito del ‘900, quando di contro il nuovo secolo è in marcia.

Identitarismo russo e globalismo

In base alla visione della Russia nazionale identitaria, il nemico strategico è il globalismo. Chi volesse aver più chiara la questione dovrebbe rileggersi con attenzione i grandi discorsi fatti da Putin a Davos e Valdai nel 2021. Gli analisti occidentali hanno frettolosamente definito “nazionalconservatrice” la visione esposta da Putin in quei consessi. In realtà il “nazionalconservatorismo” è una categoria politologica ma, come precisa Caracciolo, in ambito di guerra liminale – da Limen, Soglia, Ingresso non da Limes, Confine – non hanno eccessiva importanza i concetti economici, politologici, istituzionali, storiologici, non hanno più importanza destra sinistra o centro, democrazia o autoritarismo, bensì ciò che effettivamente conta è individuare dove realmente passa la linea del fronte e concretizzare poi il proprio decisivo e essenziale Interesse Identitario. Solo chi non conosce l’intima psicologia russa, il sentimento collettivo antropologico, può pensare che i russi in profondità non amino gli Ukraini come parte originaria e primordialistica di se stessi. “Noi, Ukraini, Bielorussi siamo lo stesso Popolo e la stessa Nazione e un giorno ci riunificheremo” ha detto Putin pochi giorni fa. L’infinito torrente di sangue che investì il limes ukraino negli anni ’30 dello scorso secolo ancora non è stato del tutto purificato. Mosca non ha fretta, può attendere il ritorno della sua stessa nazione nei propri estesi confini dei propri più cari fratelli. Pensare che Mosca veda il nemico strategico a Kiev significherebbe offendere la dirigenza militare e politica russa. La linea del fronte non passa certo per Kiev né passa per il limes ukraino. Ne mai vi passerà. MI6 assieme ad attivisti “ecumenici” e uniatisti, storicamente vicini all’imperialismo cattolico e al nazionalismo polacco, hanno avuto buon gioco in questi anni recenti a fomentare uno pseudo-identitarismo posticcio separatista banderita che non hanno di certo creato loro, che vive ancora nelle corde inconsce di chi sogna una “Grande Ukraina” indipendentista, ma le recenti manifestazioni di patrioti ukraini di protesta “nazionale” di fronte alle ambasciate di Gran Bretagna e Stati Uniti debbono far pensare che l’aria stia cambiando. Il dato statistico che ci dice che il 67% di Ukraini non vorrebbe assolutamente il conflitto con Mosca qualcosa ci dice. Dopo Kabul 2021 chi ha più il coraggio di fidarsi realmente di britannici ed americani? E chi mai può veramente pensare che i patrioti russi agiscano per combattere con Kiev? Il nemico strategico dell’identitarismo russo è sempre Londra Globalistica o al limite il tradizionale imperialismo cattolico-gesuitista russofobico. Le mobilitazioni militari russe, come tentavo di spiegare un mese fa, rappresentavano per Mosca soprattutto un fatto di Sicurezza Nazionale e di tensione psicologica interna. Nessuna invasività anti-ukraina.

Identitarismo russo e la Germania amica

E’ significativo che Vladimir Putin, che ha di fatto umiliato in questa sessione geopoliticistica ukraina Biden e Macron e i Britannici tutti, abbia volontariamente lasciato le luci del palcoscenico all’amico tedesco Scholz. Quest’ultimo ha del resto dichiarato:

“L’espansione a est della NATO non vi sarà finchè noi, io e il Presidente Putin, saremo in carica. Non è questo un problema che incontreremo mentre saremo in carica”.

L’unico screzio con l’omologo tedesco si è avuto quando Putin ha ricordato che l’UE spesso parla di pace ma è poi guerrafondaia come i Britannici, ricordando i grandi crimini compiuti a fianco della NATO a danno di un popolo cristiano-ortodosso come quello serbo, crimini che in Kosovo non accennano peraltro a desistere. Anche in questo caso, ciò che andrebbe colto è il significato geopolitico. Mosca ha di fatto spaccato il fronte della NATO, la Germania ha mostrato di essere se non più vicina a Putin comunque geopoliticamente ben equidistante tra atlantismo globalista e Mosca identitaria. Equidistanza che per Berlino significa preferire il “nemico vicino” a quello lontano. Questo, oltre la propaganda dei vari fronti, è il segnale più significativo in atto. L’identitarismo nazionale e culturale dei vari fronti geopolitici, da quello russo all’afghano, dal vietnamita all’indiano, dall’iraniano all’ungherese, dal giapponese al brasiliano, farà il suo ingresso anche all’interno dell’Unione Europea, contrapponendosi anche qui all’Angloglobalismo ormai in ritirata irreversibile ed anche ad ogni nuova eventuale forma di Globalismo che potrebbe questa volta arrivare dall’Estremo Oriente rosso, con la possibile benedizione del Vaticano universalistico, di fazioni dell’elite finanziaria e militare occidentale e di Davos.

La partita tra Identitari e Globalisti sarà lunga e secolare, è appena iniziata. Che si chiamino ora Narendra Modi, Putin, Raisi, Bolsonaro in un fronte, Great Reset, Schwab ed anche PCC(?) dall’altro,  i protagonisti di questa lotta: ciò è per ora secondario. Occorrerebbe anzitutto, soprattutto comprendere dove passino le linee del fronte e come dai fatti e con i fatti si radicalizzino e polarizzino le tensioni strategiche dirimenti. Tutto sembra quindi dirci che l’entità posticcia definita Unione Europea diventerà, se non centro strategico, comunque privilegiata faglia tettonica del conflitto politico liminale tra identitaristi e globalisti del terzo millennio. L’elite  tedesca ha già ben fatto capire, ben oltre lo pseudo-neutralismo, da che parte starà. Non vuole fare la fine del fanatico globalista Trudeau.

NOTE

10 pensieri su “RUSSIA, NATO E GUERRA LIMINALE di O.G.”

  1. Nello dice:

    Caro O.G., vorrei sapere se questo articolo è tradotto da un’altra lingua perché certi suffissi e spericolati neologismi in italiano non ci sono, a meno di non voler ricadere nel deprecato angloglobalismo, soprattutto a livello linguistico. “Primordialistico”,” geopoliticistico”, ma per favore! Attendo un serio documento politico sulla crisi ucraina da LIT.

    1. Gogo dice:

      Ben vengano i neologismi, l’importante è non usare parole inglesi se proprio non è necessario (e non lo è quasi mai, basta vedere francese e spagnolo)

      https://www.treccani.it/enciclopedia/neopurismo_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/

  2. a dice:

    Seguo con grande interesse articoli geopolitici di O.G., mi sembra molto informato e non molto fazioso.
    Un saluto alla redazione

    A

  3. anonimo dice:

    l’autore da per scontato che tutti i lettoria conoscano queste annotazioni e categorie geopolitiche che usa, dovrebbe essere più esplicativo, peraltro è molto interessante ciò che scrive, grazie

  4. .... dice:

    Quale è il legame tra Wagner e il nazionalismo slavo?

  5. Ulrico dice:

    Ci vorrebbe una lezione preliminare di termini e concetti Geopolitici, infatti, npn è facile stare dietro a tutta questa babele, comunque molto interessante. Leggo Yuri Colombo sulla Russia spesso, anche lui incentra molto sul wagnerismo di questa nuova compagnia.

  6. claudia dice:

    a parte la questione ucraina, importante, sarebbe interessante se OG si soffermasse su questa guerra secolare tra globalisti e identitari. grazie
    claudia Firenze

  7. no green pass dice:

    in effetti ha ragione OG
    tutto fumo e niente arrosto!

  8. Rhida dice:

    Questo grande conoscitore saggio che scrive di questo cose, non capisco se è sempre stessa penna o stesso O.G.??? Og organizzazione geopolitica? e’ collettivo di base? Nel senso è saggissimo, lui 3 mesi fa dava per certo guerra in Ucraina e scriveva così:
    “Nel conflitto di civiltà, per le ragioni appena esposte, Mosca è perennemente sull’abisso più di quanto lo siano cinesi e angloamericani; per questo sarebbe corretto provare a vedere ciò che sarà guardando il futuro anno con gli occhi di un russo: dal 2022 l’orso russo prenderà inevitabilmente la forma e la dynamis della tigre siberiana. Nel calendario sinico il 2022 sarà l’anno della tigre” (https://www.sollevazione.it/2021/12/2022-lanno-della-tigre-di-o-g.html)
    .

    Invece 7 giorni fa precisi scrive: “Non vi sarà conflitto modello tradizionale su Ucraina”. Cosa intende? Che vi sarà Terza Guerra Mondiale in base a ciò che scriveva precedentemente che dava per certa Guerra in Ucrainaaa?

    Rhida Modena Reggio

  9. il mio dice:

    Penso che intendeva quanto si è verificato, anche se molti parlano di un conflitto novecentesco, la Russia sta facndo una guerra moderna e rivoluzionaria, soprattutto economica finanziaria e ideologica prima che militare.

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