LA CHIESA ORTODOSSA E LA GUERRA IN UCRAINA di Cirillo I
Il 3 aprile scorso il Patriarca Cirillo I ha celebrato la liturgia nella cattedrale che è anche il tempio principale delle Forze Armate della Federazione Russa, situata nel distretto di Odintsovo nella regione di Mosca. Tra i presenti alla liturgia fedeli, personale militare e rappresentanti del Ministero della Difesa. L’evento è stato occasione per celebrare una litania funebre, in memoria dei “capi militari e dei combattenti che hanno dato la vita per la fede e la santa Nazione sul campo di battaglia”.
Pubblichiamo di seguito l’omelia pronunciata dal Patriarca, dando subito rilievo alla parte relativa al conflitto in Ucraina. La prima parte in fondo.
Ringraziamo O.G. per la traduzione.
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«Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!
Sono molto contento che oggi ho avuto l’opportunità di celebrare la Divina Liturgia in questa bella chiesa, alla presenza dei nostri militari. Oggi la nostra Nazione sta attraversando un momento difficile. Oggi, ancora una volta, il nome “militare” è associato non solo all’essere in uno stato pacifico, ma anche all’essere sul campo di battaglia. Fortunatamente la nostra Nazione non affronta spesso il campo di battaglia, ma l’arrivo nelle Forze Armate di giovani che aspirano a diventare ufficiali, che cercano di dedicare la propria vita alla difesa della Patria, non finisce né finirà mai. E se in tempo di pace questo può essere spiegato da alcuni privilegi o considerazioni materiali, allora in tempo di guerra il servizio nelle Forze Armate è una vera impresa, e questo è il momento che stiamo vivendo ora. Il servizio richiede la disponibilità di tutti coloro che hanno prestato giuramento di difendere la Nazione senza risparmiare la propria la vita; e quindi oggi abbiamo una preghiera speciale per le Forze Armate, per i nostri soldati, ai quali è associata la speranza della sicurezza, della libertà, della vera indipendenza del nostro Paese.
Oggi, la parola “indipendenza” è spesso applicata a quasi tutti i paesi del mondo. Ma questo è sbagliato, perché la maggior parte dei paesi del mondo sono ora sotto l’influenza colossale di una forza, che oggi, sfortunatamente, si oppone alla forza del nostro popolo. E se questo è vero, se c’è un grande potere lì, allora dobbiamo anche essere molto forti. Quando dico “noi”, intendo, prima di tutto, le Forze Armate, ma non solo. Tutto il nostro popolo oggi deve svegliarsi, svegliarsi! Capire che è giunto un tempo speciale, da cui può dipendere il destino storico del nostro popolo.
Ecco perché oggi ho celebrato la Divina Liturgia qui, in questa chiesa, per incontrare in primo luogo i rappresentanti delle nostre Forze Armate, per rivolgermi a loro, e attraverso di loro a tutto il nostro esercito, alla Marina, a tutti i difensori della Nazione, affinché siano consapevoli dell’importanza storica del momento che si sta vivendo. Voglio ripetere ancora una volta: siamo un paese amante della pace, siamo un popolo molto amante della pace che ha sofferto a causa delle guerre in un modo che veramente pochi popoli europei hanno sofferto. Non abbiamo alcun desiderio di guerra o di fare qualcosa che potrebbe danneggiare gli altri. Ma siamo spiritualmente educati ad amare la nostra Nazione, saremo così pronti a difendere la nostra patria in un modo che solo i russi possono difendere la Nazione.
Quando dico queste parole….. Parto dalla storia del nostro popolo, dalla storia delle nostre Forze Armate. Dopo tutto, abbiamo rotto la schiena al Nazismo, che senza dubbio avrebbe conquistato il mondo se non fosse stato per la Russia, se non fosse stato per l’impresa eroica del nostro popolo russo. Il Signore ci aiuti oggi affinché noi, come persone pacifiche, amanti della pace e umili, siamo allo stesso tempo pronti – sempre e in ogni circostanza – a difendere la nostra casa.
Naturalmente, quando dico tutto questo, non smetto mai di sentirmi ansioso per tutte le persone che vivono nei luoghi in cui oggi si svolgono scontri militari. Dopo tutto, tutti loro sono popoli della Santa Russia, tutti loro sono nostri fratelli e sorelle (al riguardo cfr. DALLA METAFISICA DELLE ARMI ALL’ARMA DELLA METAFISICA di O.G. (sollevazione.it)). Ma, come nel Medioevo, volendo indebolire la Russia, forze diverse misero i fratelli l’uno contro l’altro, immergendoli in lotte intestine, questo sta avvenendo tutt’oggi!
Pertanto, dobbiamo fare tutto il possibile per fermare lo spargimento di sangue e un in modo che non vi sia alcun pericolo di conflitto interno con tutte le sue conseguenze. Ma allo stesso tempo, dobbiamo essere fedeli – quando dico “noi”, intendo, prima di tutto, il personale militare – al nostro giuramento e alla nostra disponibilità a “dare la vita per i miei amici“, come testimonia la parola di Dio.
In memoria del mio soggiorno in questa chiesa oggi, vorrei presentare l’immagine di San Teofane, il recluso di Vyshensky, con le reliquie. Dirò qualche parola su quest’uomo. San Teofane visse relativamente di recente, nel XIX secolo. Era un uomo molto istruito, un eccellente scrittore, viveva nel deserto, in solitudine, ma la gente si rivolgeva a lui per un buon consiglio, per la preghiera e molti di coloro che entrarono in contatto con san Teofane trovarono un aiuto miracoloso. San Teofane, attraverso le sue preghiere, difenda sia il nostro popolo che la nostra Chiesa davanti al volto di Dio.
Tutti voi, miei cari – fratelli, sorelle, militari, nostri carissimi giovani – ancora una volta e ancora cordialmente vi accolgo; conserveremo la forza dello spirito, la capacità di pregare per la Nazione e per noi stessi, la capacità di mantenere sempre la forza interiore che può essere tradotta in diverse situazioni di vita, anche moltiplicando il potere delle nostre Forze Armate. Che il Signore conservi la nostra terra, la nostra Patria per tante e tante buone estati! Amen».
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Qui sotto la parte iniziale dell’omelia di Cirillo I.
La domenica di oggi nel linguaggio del sacro calendario ortodosso è chiamata la settimana in cui ricordiamo le notevoli imprese dei Padri del Sinai, e tra questi c’è San Giovanni della Scala che dai 17 ai 70 anni visse nel monastero sul Monte Sinai (noto anche come San Giovanni Climaco 575-646). Viveva in solitudine, pregando, digiunando, ma allo stesso tempo osservava attentamente se stesso, il suo stato spirituale ed anche la condizione psichica di quelle persone con cui doveva incontrarsi. Il risultato di queste osservazioni, il risultato delle preghiere e del digiuno, fu un libro meraviglioso scritto da San Giovanni. La chiamò “Scala” o, in slavo, “Scala”. Ossia la “Scala del Paradiso”.
Dove porta questa scala? Le scale portano sempre su o giù, cioè verticalmente. È impossibile muoversi orizzontalmente su per le scale: è uno strumento che ti aiuta a salire o scendere. E ora San Giovanni scrive su come salire la scala della vita, cosa deve essere fatto in modo che una persona ad ogni passo diventi migliore, più pura, più intelligente, più perspicace, come acquisire tutto ciò che dà a una persona una forza morale e volitiva genuina.
A volte ci sembra che il denaro dia potere. In effetti, il denaro a volte può dare potere….. ma a volte il denaro finisce in circostanze tragiche e, di conseguenza, una persona soffre più che gioire per aver accumulato troppo danaro. Non puoi fare affidamento sul denaro e sulla ricchezza nella speranza che ti aiuti a salire le scale. Se creiamo ricchezza dentro di noi, se formiamo un ricco mondo di forza e volontà di Spirito che non è soggetto a influenze esterne, allora possiamo rimanere poveri, ma essere ricchi dentro. E quanti esempi così meravigliosi sono noti! Molti poveri materialmente ma ricchi nella conoscenza dello spirito sono diventati, per esempio, grandi scienziati. Ricordiamo che il meraviglioso scienziato Lomonosov proveniva dai Pomory (coloni russi, NDC), visse la sua giovinezza nel nord, era un uomo molto povero, ma quali altezze raggiunse, diventando il primo accademico russo, il fondatore della scuola accademica russa!
La forza spirituale indefessa di una persona, anche in circostanze esterne proibitive, la spinge verso l’alto come l’idrogeno, come se sollevasse gli oggetti dal suolo, superando la gravità terrestre. Perché l’idrogeno è un gas leggero, e se si riempie un po ‘di volume con esso, allora questo volume irromperà verso l’alto; e se il volume è molto grande, allora porterà il carico con sé. È molto importante che una persona durante la sua vita si riempia di un tale contenuto interiore che solleva costantemente una persona, gli dà forza – la forza dello spirito, il potere invisibile e angelico della mente, la forza della volontà, il potere fraterno dei sentimenti.
Allora qualcuno dirà: e i sentimenti? E i sentimenti occupano un posto molto importante nella vita umana. Il sentimento più grande e più santo che Dio ha donato all’uomo è il sentimento d’amore. E sappiamo quali miracoli crea questo sentimento, questa forza interiore. L’amore sacrificale della madre per il bambino è tale che la madre può dare la sua vita, senza esitazione, per il suo bambino. Meraviglioso è l’esempio dell’unione di un uomo e una donna, un marito e una moglie, che creano una famiglia forte e da decenni conservano l’amore, superando tutte le tentazioni: perché il potere dei sentimenti è grande! E se oggi stiamo parlando di imprese spirituali, stiamo ricordando gli asceti del Sinai….Quegli asceti che allora attraverso le loro imprese, attraverso il loro autocontrollo, attraverso il digiuno, attraverso la preghiera, hanno raggiunto stati spirituali eccezionali, sono diventati molto forti, saggi, hanno acquisito sentimenti molto forti. Amavano il mondo che li circondava, amavano le persone con un tale amore che i loro cuori erano aperti a tutti…….
I Santi Padri del Sinai, tra cui San Giovanni della Scala, ci insegnano come acquisire grandi ricchezze spirituali, tra cui la fede, la speranza e la più grande ricchezza: l’amore. Riflettendo su come si sviluppa il percorso di vita di una persona, San Giovanni ha scritto il suo meraviglioso libro, chiamandolo “La Scala”: cosa e come una persona dovrebbe fare per salire, e non cadere, in modo che alla fine, sui gradini più alti di questa scala, possa trovare la fede, la speranza e il vero amore.
……..San Giovanni ci aiuta oggi a capire che per ascendere spiritualmente, intellettualmente, la prima cosa da distruggere dalla tua vita è la vanità, un passatempo vuoto. Questo non significa che sia necessario, come si dice ora, lavorare sodo tutto il tempo. Niente affatto! Una persona non può vivere senza riposo. Certo, dobbiamo lavorare, perché siamo tutti chiamati a lavorare; ma ci deve essere anche un tempo di riposo, e deve essere dedicato, prima di tutto, a se stessi. Dobbiamo riposare in modo tale che la nostra forza fisica, spirituale e intellettuale sia rafforzata come risultato del riposo. ….E la vittoria sulla vanità permette di costruire il giusto sistema di coordinate, dove c’è sicuramente una dimensione verticale. E per misurare la nostra capacità di muoverci verticalmente, di ascendere verso l’alto, dobbiamo osservare attentamente noi stessi, i nostri pensieri, le nostre azioni. E se vediamo che ciò che ci sta accadendo non ha nulla a che fare con la nostra ascesa, allora questo è proprio il clamore dal quale il grande anziano del Sinai ci ha messo in guardia.
Giovanni della Scala è infatti impresso nella memoria di tutta la Chiesa ortodossa come grande veggente. Colui che ha aiutato così tante persone a costruire correttamente la loro traiettoria di vita, che deve certamente portare verso l’alto – verso il cielo, verso le stelle, verso Dio.