STATE SBAGLIANDO, FERMATEVI di Liberiamo l’Italia
«I piccoli e litigiosi partiti sorti negli ultimi anni dovrebbero agire per costruire questo fronte ampio. Invece, in barba alla diffusa domanda di unità, proprio in vista della sfida elettorale, stanno procedendo ognuno per conto proprio. Andare alle elezioni con più liste sarebbe una iattura, un suicidio collettivo».
Il più infausto dei presagi sembra avverarsi. Il pericolo denunciato dall’Appello dei 100 si va materializzando: il variegato campo della nuova resistenza rischia di procedere diviso in vista delle dure prove che ci aspettano nei prossimi mesi ed anni, tra le quali rientrano importanti elezioni della primavera del 2023.
Chiunque capisce che se procederemo divisi saremo certamente sconfitti. Per dirla senza peli sulla lingua: chiunque non agisca per costruire un fronte unito, lo voglia o meno, lavora per il nemico. A scanso di equivoci: qui non si tratta di costruire un partito unico bensì di fare un fronte unito in cui, stabiliti una distintiva piattaforma politica e regole condivise per assicurare la necessaria compattezza, saranno rispettate sia l’autonomia di ogni gruppo che la facoltà di scegliere i propri rappresentanti nel comando generale del fronte.
Gli ostacoli si possono superare se vengono ben individuati e se c’è la volontà di abbatterli. L’ostacolo più grande sulla via dell’unità è l’atteggiamento divisivo di alcuni partiti e gruppi politici i quali, alle ragioni dell’unità, antepongono interessi di bottega e le ambizioni dei loro capi politici. Costoro denunciano, spesso a ragione, i limiti e le debolezze dei movimenti di piazza (una deleteria avversione per i partiti quali che siano se non addirittura per la politica), tuttavia essi per primi danno prova di immaturità e irresponsabilità politica. Se fossero gruppi con la testa sulle spalle riconoscerebbero che i movimenti sono stati l’unica vera opposizione, ascolterebbero la richiesta di unità che da essi sale fortissima.
Cosa abbiamo invece? Abbiamo che, sordi alla domanda di unità che viene dal basso, in preda alla febbre elettorale, smaniosi di primeggiare, si sono costituiti ben tre poli partitici in aperto conflitto fra loro: Italexit con Paragone; l’Alleanza per le libertà con alla testa il 3V di Luca Teodori; e, ultima arrivata, la nascente coalizione tra i transfughi 5 stelle di Alternativa guidati da Pino Cabras, Ancora Italia di Francesco Toscano, il Partito Comunista di Marco Rizzo e Riconquistare l’Italia di Stefano D’Andrea. Una divisione deprecabile per due ragioni: indebolisce la resistenza sociale e politica e, in vista delle elezioni del 2023, rende altamente probabile un comune disastro elettorale, mentre uniti potremmo superare di slancio lo sbarramento del 3%.
Chiediamoci: gli iscritti e i simpatizzanti di queste organizzazioni sono contenti di questa divisione? Per niente! Essi hanno il senso della realtà, vedono i pericoli, sanno quanto sia forte il comune nemico, vorrebbero quindi un fronte unito, sia sul piano delle lotte sociali che in vista delle elezioni. Chi segue Gianluigi Paragone si rende conto di quanto sia sbagliato il suo atteggiamento di spocchiosa separatezza, di quanto siano sospette certe sue simpatie atlantiste e il ritardo con cui ha sostenuto la proteste contro la dittatura sanitaria. Chi segue Pino Cabras comprende l’ambiguità della sua posizione sull’uscita dall’Unione europea, e quanto sia necessaria un’autocritica per aver sostenuto il Governo Conte2 e molti dei suoi dispositivi liberticidi. Chi segue Luca Tedori capisce quanto le sue violente invettive contro potenziali alleati siano distruttive e quanto, oltre alle idee, contino il metodo e lo stile con cui vengono difese. Anche chi ammira il talento giornalistico di Francesco Toscano è consapevole di quanto spiazzanti siano certe sue oscillazioni come improbabili risultino certi suoi tentativi di alleanze. Chi segue Marco Rizzo dovrebbe ammettere il grave errore di non aver compreso né la portata della “Operazione Covid” né l’uso politico totalitario della vaccinazione di massa quale cavallo di Troia per l’introduzione del “green pass” e per la sperimentazione in vivo dell’identità digitale. Né sfugge ai sostenitori di Stefano D’Andrea la sua ossessione parlamentaristica, da cui l’altezzoso disprezzo dei movimenti di rivolta sociale e la confusione tra partito politico e macchina burocratico-elettorale.
Alcuni potrebbero obiettare: “Ad eccezione di Italexit, sia la Coalizione per le Libertà che il costituendo polo Alternativa-Ancora Italia- Partito Comunista-Riconquistare l’Italia, sono contenitori unitari. Siccome l’ottimo, com’è noto, è nemico del buono, perché non sostenere e far parte di uno di questi due poli”? Risposta: perché questi poli si vanno costituendo contro gli altri, perché appoggiare uno di questi poli significherebbe non solo legittimare la divisione che deprechiamo, implicherebbe prendere parte ad una competizione guerreggiata e ad un gioco al massacro.
Si dirà: “Ma se le cose stanno così come potete sperare che sia possibile un fronte unito”? E invece continuiamo a credere alla possibilità che questi stessi dirigenti, consapevoli della posta in palio, facciano marcia indietro, che cessino le reciproche ostilità e si dedichino fattivamente a costruire il fronte unito delle opposizioni antisistemiche. Compiere un gesto di modestia non sarebbe umiliazione, ammettere un errore non è prova di debolezza ma di responsabilità e intelligenza politica.
Per questo facciamo appello ai militanti politici ed ai cittadini che hanno animato l’opposizione sociale e politica negli ultimi due anni affinché facciano sentire la loro voce, spingano per l’unità, così sventando proprio quello che si augura il nostro comune nemico, che la divisione persista e si cronicizzi. C’è ancora tempo per evitare il peggio.
La Direzione Nazionale di Liberiamo l’Italia
7 giugno 2022
Fonte: Liberiamo l’Italia
Per ciò che riguarda Paragone non c’è da meravigliarsi della sua scelta “solista”: TANTI elementi lasciavano pensare, già da parecchio tempo, al nuovo gatekeeper di turno… ad un BeppeGrillo 2.0.
Nutrirei QUALCHE speranza di “cambiamento” e di accesso in Parlamento nella coalizione con gli ex 5stelle, Rizzo, Toscano e D’Andrea, (…beninteso: nonostante i TANTISSIMI LIMITI che presenta ognuno dei suoi componenti.)… speranze che ovviamente aumenterebbero sensibilmente se a loro si unisse anche il Movimento 3V. Tuttavia, non mi faccio illusioni riguardo a un “ravvedimento” di Teodori: il suo “estremismo” (…che, intendiamoci, il sottoscritto condivide in gran parte…) lo porterà a non fare marcia indietro. Il risultato di tutto ciò, parlando in termini realistici potrebbe essere questo: Paragone al 5-6%, Movimento 3V intorno al 2% (…quindi fuori dal Parlamento) e la coalizione con Rizzo e gli altri sull’ “orlo del baratro”.
Francesco F.
Manduria (Ta)
Sì d’accordo ma come non considerare che da sempre il potere cerca di controllare anche l’opposizione scegliendosi quella che meglio gli si confà per anestetizzare il dissenso o addirittura per utilizzarlo a proprio favore come successo con i 5stelle ed anche con la Lega?
La guerra totale che l’anglosfera ha scatenato contro la Russia è la più evidente cartina di tornasole per valutare chi sta con il loro imperialismo e chi combatte davvero il sistema. Coloro che di questi tempi evitano l’argomento e parlano d’altro o hanno posizioni qualunquiste e cerchiobottiste sono chiaramente inaffidabili, ambigui e al momento buono tradiranno. Mettersi insieme a gente così non porta alcun vantaggio, semmai è solo autolesionismo.
Cosa diamine possano c’entrare personaggi come Rizzo e Paragone in questo gruppo lo sa la madonna…Ancora non avete capito che i “signori ” in questione sono solo due dei numerosi gatekeepers che hanno rovinato e rovineranno questo paese sempre più? Suvvia non fate ridere i polli, finti tonti da strapazzo…