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PER UN NUOVO UMANESISMO di Stefano Falcinelli* 

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La Libertà: i fondamenti organici

Prologo

La libertà è come l’intelligenza, essa è un ente perfetto del mondo delle idee platoniche: è pura, elevata, sublime, leggera, piena di luce ed emozione inebriante per la quale si può dare la vita, ma, se non viene adeguatamente nutrita, si seccherà e morirà, esattamente come accade all’intelligenza.

Il suo sostentamento, l’alimentazione organica e spirituale necessaria al suo sviluppo e preservazione sono responsabilità di ciascuno di noi e richiedono consapevolezza, equilibrio e coraggio. Solo esseri evoluti, spiritualmente e intellettualmente risvegliati, attenti e coscienti concepiranno la libertà individuale nel rispetto della libertà altrui, sapranno praticare un tale equilibrio e saranno in grado di insegnarlo. Inoltre, tra loro solamente chi ha coraggio, dignità e fierezza non permetterà che l’altrui libertà (e quindi anche la propria) possa venire calpestata e negata, combattendo anche a scapito della propria vita.

È per tale motivo che l’idea e la pratica di Libertà non possono che essere associate a quelle di Uguaglianza e Fratellanza in un equilibrio tripartito che sublima e abbandona, rifiutandolo, il concetto di egoismo, il quale può essere individuale o di un gruppo di individui che pretendono di imporre le loro convinzioni a tutti gli altri.

In particolare, in questo momento storico così oscuro e denso di insidie, abbiamo il dovere e la necessità di interrogarci su tutto ciò e di lottare affinchè la Libertà, la sua idea pura e sublime, non venga violentata, altrimenti la nostra stessa natura di esseri umani, cioè di esseri che possono ambire a concorrere e realizzare una evoluzione organica e spirituale, sia individuale che collettiva, verrà meno. Se ciò dovesse accadere, l’uomo sarà risucchiato dalla sua componente di macchina biologica automatica e dormiente, divenendo semplice automa, schiavo al servizio dei nuovi padroni del mondo – che, in passato, erano re, tiranni e porporati di alto rango mentre, oggi, sono i detentori del potere finanziario – contro i quali cultura, politica e lavoro sono stati in grado di affermare i valori del Risorgimento e delle democrazie moderne. Oggi, siamo di nuovo piombati in un’era buia dove il primato dell’economia finanziaria e della speculazione sull’economia reale basata sul lavoro vero, sta uccidendo, non solo l’idea di un progresso economico equilibrato e compatibile con l’elemento umano e con quello ambientale, ma sta anche distruggendo le fondamenta delle carte costituzionali democratiche occidentali, consumando spazio vitale di socialità, politica e cultura, sostituendole con un nuovo ordine tecnocratico-tecnologico de-umanizzato e disumanizzante. È per questo che la sfida ineludibile che abbiamo di fronte, come esseri pensanti e spiritualmente attivi che desiderano promuovere e concorrere al miglioramento della condizione umana tramite un processo di studio, consapevolezza ed evoluzione, è quella del risveglio della coscienza e del coraggio. Dobbiamo essere pronti a sacrificare la nostra vita per difendere il libero pensiero e la libera scelta, esattamente come fece Giordano Bruno nel 1600: potremo rischiare di perdere, come lui anzitempo, la nostra vita ma, come lui ed altri, così facendo conquisteremo la nostra immortalità nei secoli che verranno nella difesa della Libertà, dell’Uguaglianza e della Fratellanza.

Oggi, purtroppo, di nuovo nel XXI secolo, siamo chiamati con coraggio e onestà intellettuale ad essere ancora costruttori e ristrutturatori di Libertà, perché, poi, l’Uguaglianza e la Fratellanza ne deriveranno conseguentemente, mentre, se non c’è Libertà, quest’ultime saranno anch’esse inevitabilmente negate. Tale coraggio e presa in carico di responsabilità è oggi necessaria, con la stessa urgenza con cui si palesò in passato ai nostri avi quando dovettero combattere regimi autoritari e odiosi, lottando contro leggi ingiuste e discriminatorie come accadde con il nazismo, il fascismo e il comunismo nel secolo passato. Si tenga ben presente l’esempio eroico di Mario Angeloni che non obbedì alle leggi dello Stato fascista e fu il primo comandante italiano della Resistenza al fascismo a cadere in battaglia il 28 agosto 1936 combattendo per la libertà a fianco della Repubblica Spagnola [1].

Lo Stato Duale

Attenzione quindi a nascondersi dietro proclami di obbedienza alle leggi dello Stato [2]: essi vanno bene quando lo Stato e le sue leggi si confanno ai fondamenti della nostra Costituzione Repubblicana del 1948, cioè i fondamenti della nostra democrazia liberale e tollerante. Tali proclami però non vanno più bene e devono essere accantonati quando si è di fronte ad una deriva autoritaria in cui abbiamo, come sta accadendo da quasi tre anni a questa parte, lo Stato di Emergenza al posto della legge: una situazione in cui, con la pandemia prima, e con la guerra in Ucraina ora, si è progressivamente data estrinsecazione attuativa (in modo consapevole o meno, non ci è dato di sapere) a quel sistema che i politologi definiscono “il modello delle libertà autorizzate”. Si tratta della libertà negata anche di poter esercitare diritti elementari inalienabili, come il diritto al lavoro o quello di poter uscire di casa. Oppure, quello di vedere il Parlamento Italiano in grado di discutere con trasparenza e piena responsabilità delle decisioni e azioni che l’esecutivo intende prendere e perseguire nell’affrontare l’attuale stato di crisi e di guerra, cioè di svolgere le sue naturali funzioni e doveri, ottemperando al mandato che i cittadini gli hanno conferito quando lo hanno liberamente eletto. Si tratta di cose che sono tutte alla base di un normale e corretto funzionamento di uno Stato civile e democratico e che ora, invece, hanno necessità di essere autorizzate quando non sono volutamente rese opache se non addirittura secretate. Ma, attenzione, come avvertono molti intellettuali accademici [3]: una libertà autorizzata non è più una libertà!

Questo, assieme alla negazione della legalità, dovuta al fatto che i vari Governi, succedutisi dal 2019 in poi, sono più e più volte intervenuti cambiando continuamente, a suon di decreti, le regole della nostra convivenza civile, determina che non ci sia più la certezza del diritto, e quando non c’è più diritto garantito, certo, inevitabilmente si sancisce uno stato di illegalità.

Questa situazione che, ripeto, non sappiamo quanto sia stata voluta o sia frutto di avventata superficialità da parte di chi l’ha generata e continua a perpetrarla, è purtroppo oggettiva. Su di essa noi dovremmo aprire una seria riflessione e un confronto dialettico dato che essa riguarda le basi fondanti della Democrazia che sono patrimonio comune universale. Questa preoccupante condizione ha indotto esperti politologi e di diritto di fama internazionale, quali ad esempio Giorgio Agamben e prima di lui Norberto Bobbio e Ernst Fraenkel [4,5], a sostenere che, quando questo accade, ci si trova inevitabilmente di fronte al pericolo di un vero e proprio Colpo di Stato in cui abbiamo la coesistenza di una situazione illegale accanto ad una legale. Si rischia di configurare, e purtroppo di riproporre, ciò che la storia recente dell’Umanità ha già prodotto e cioè, come sostengono gli studiosi, quello che va sotto il nome di Stato Duale, cioè lo Stato Nazista.

Siamo purtroppo piombati in una condizione di uso e abuso caotico e inopportuno sia delle Istituzioni che delle norme che regolano il funzionamento dello Stato e la convivenza civile che evidenzia la possibilità di pericolose derive e che può compromettere la tenuta democratica del nostro Paese. Essa si palesa molto chiaramente nel degrado in cui versano le massime Istituzioni Italiane: ad esempio, possiamo constatare che uno dei principi fondanti della nostra democrazia, e cioè la divisione e indipendenza dei tre poteri dello Stato – il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario – sono degradati negli anni e attualmente risultano commistionati e complici, come ingabbiati, intrecciati l’uno all’altro da una melassa densa, vischiosa e oscura, appiccicosa che li amalgama in un unicum autoreferenziale e lontano anni luce dalle esigenze e dalle richieste dei cittadini. Essi costituiscono, oggi, una coesa e omologante gelatina che paralizza e allontana il popolo ma che appare oltremodo utile ed efficace nel garantire il potere e la governabilità a pochi.

Da questo punto di vista, anche il ruolo di garante del Capo dello Stato è, secondo molti esperti, andato degradandosi nel tempo, configurandosi piuttosto come elemento attivo e protagonista mediatico a supporto della transizione verso lo Stato Duale.

Va, inoltre, sottolineato come siano “saltati” anche i corpi intermedi della struttura civile e democratica fondata sulla Carta Costituzionale del 1948. Essi appaiono aver tradito la loro vocazione primaria, il ruolo di collante tra cittadino e Istituzioni, divenendo strumenti succubi e complici esecutori (più o meno consapevoli) della transizione autoritaria in atto.  Sto parlando dei sindacati confederali e non solo; dei partiti politici, delle associazioni di categoria. Ma su questo andrebbe aperta una riflessione approfondita sul ruolo che oggi hanno e svolgono anche le presunte Agenzie ed Enti di controllo come EMA, AIFA, ISS per non andare a scomodare l’OMS o altri. E vogliamo parlare di cosa stanno facendo gli Ordini Professionali nel nostro Paese? Vogliamo interrogarci sulla loro autonomia e su come essi interpretano la loro missione di salvaguardare i diritti e gli interessi dei cittadini e dei loro iscritti? Di come essi difendono la professionalità, l’onorabilità, la dignità e la deontologia delle professioni che pretendono di rappresentare? Di come si sono permessi di scendere nell’agone della propaganda politica con i loro appelli e comunicati stampa a supporto del governo Draghi dimissionario e delle formazioni politiche che fino all’ultimo ad esso si genuflettevano implorandolo?

Purtroppo, nella transizione verso lo Stato Duale, queste realtà stanno dimostrando tutti i loro limiti. Esse non sembrano più in grado di fare ciò che dovrebbero e cioè di svolgere quel ruolo “terzo”, di controllo e di elaborazione attiva, critica e indipendente che dovrebbero garantire.

Stessa cosa, purtroppo, possiamo dire della Stampa e dell’Informazione che in Italia è sempre più omologata al potere e addirittura da esso finanziata. Essa appare ormai a buona parte della popolazione come aver reciso il legame con i principi deontologici fondamentali che la dovrebbero vedere come una sentinella di difesa della libertà di pensiero e di espressione, pungolo ed elemento critico costante nei confronti del potere nella sua corretta relazione dialettica con la cittadinanza. Purtroppo, anche Scuola e Università non sono esenti da questa pericolosa deriva e degrado che mina le fondamenta della loro stessa esistenza.

Il cittadino, di fronte a tale degrado e a un così basso livello di credibilità e legittimazione di Istituzioni, regolamenti e normative, inevitabilmente reagisce rifiutandole e rifugiandosi nell’astensionismo che, nel nostro Paese, ha ormai raggiunto il 50% circa degli aventi diritto al voto. Questa disaffezione verso la partecipazione e l’esercizio democratico della cosa pubblica non fa altro che peggiorare la situazione e configura, di fatto, ciò che con preoccupazione il padre costituente Pietro Calamandrei avvertiva in tempi non sospetti: “È così bello e così comodo. La libertà c’è, si vive in regime di libertà, ci sono altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anch’io. Il mondo è così bello. È vero! Ci sono tante belle cose da vedere, da godere oltre che ad occuparsi di politica. E la politica non è una piacevole cosa. Però, la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai. E vi auguro, di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno, che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.” [6].

La Libertà secondo Platone

Secondo Platone, l’essere umano è libero solo se è in grado di scegliere. Ma esso potrà scegliere solo se conosce, possiede consapevolezza e sa distinguere tra le diverse opzioni che ha di fronte [7,8]. Quindi, la Libertà è strettamente connessa con una conoscenza consapevole e con la possibilità di scegliere tra differenze e diverse prospettive o scenari possibili.

Ma tra le tante cose o prospettive/scenari che ci vengono posti innanzi nel corso della nostra esistenza terrena, quali sono quelli più basilari, cioè quelli che, se ne andiamo ad impedire il libero accesso, compromettiamo e neghiamo la possibilità stessa di esistenza della libertà? Direi che essi non possono che essere gli stessi che sono alla base della nostra vita organica-fisica-spirituale; essi saranno i medesimi elementi fondamentali senza i quali non possiamo vivere e, quindi, neanche pensare di vivere liberi, di concepire e far crescere né libertà, né consapevolezza, né capacità di scelta. Tali elementi base, irrinunciabili e necessari sono quindi i nutrimenti di cui ogni essere umano abbisogna per poter esistere, pensare, riflettere, contemplare, agire e creare.

Allora, Platone ci sta dicendo che, per essere in grado di praticare una conoscenza consapevole, l’uomo ha bisogno di poter selezionare i giusti nutrimenti per la crescita e il mantenimento, non solo della macchina biologica che ospita la sua anima, ma anche della sua intelligenza e della capacità di utilizzare l’intuizione [9]; tutto ciò essendo humus indispensabile al fine di poter esercitare la propria capacità di discernimento e di scelta. Tali nutrimenti devono essere di qualità e, più questa qualità sarà elevata, più l’uomo, nutrendosi di essi, potrà sviluppare un elevato grado di consapevolezza e discernimento. Quindi, in definitiva, io potrò scegliere, cioè praticare la mia libertà, se e solo se potrò nutrirmi, scegliendo gli alimenti migliori per la mia macchina biologica/organica e per la mia anima.

Si consideri, inoltre, che i nutrimenti di cui un essere umano abbisogna sono di tre tipi [10]: il cibo e l’acqua che ingeriamo per alimentare il corpo; l’aria che respiriamo per irrorare la nostra mente; le emozioni, e le immagini che quelle emozioni/impressioni suscitano, per nutrire la nostra parte animica.

Mancando di tali mezzi indispensabili di sussistenza, l’essere umano muore: lo fa dopo qualche settimana, oppure dopo pochi minuti o, addirittura all’istante, a seconda che vengano a mancare, cibo/acqua, aria o emozioni/immagini, rispettivamente.

Questi sono i nutrimenti di cui necessitiamo per fare qualunque cosa nella nostra vita, compreso far crescere e sviluppare sia l’intelligenza e l’intuito che il senso etico-morale e la Libertà, con la conseguente possibilità di praticare processi di evoluzione materiale/spirituale e di liberazione dai bisogni.

Ma che cosa sta accadendo oggi?

Purtroppo, nonostante l’illusione che ci viene data di poter decidere liberamente l’acquisto di merci e di prodotti fra loro solo apparentemente diversi, in realtà, sta succedendo che ci viene negata la possibilità di scegliere tra nutrimenti differenti per natura, valore e qualità. Questo è particolarmente evidente per le grandi masse di popolazione che vivono nei centri urbani affollati, le quali possono trovare i propri nutrimenti organici solo nei vari supermercati, e dove l’aria che si respira è sempre più inquinata, mentre la maggior parte delle sensazioni ed emozioni, a cui vengono assoggettati, provengono da un costante bombardamento di immagini e di modelli indotti veicolati tramite i social, la rete, mass media e pubblicità sempre presenti e ovunque. Tali nutrimenti, sono ormai tutti uguali e indistinguibili fra loro, sia per genere che per qualità e contenuti. Solo in apparenza essi ci vengono presentati e proposti come diversi nelle varie catene di negozi, in cui merci dai nomi più vari sono esposte. Esse vengono addirittura raggruppate per tipologia negli scaffali dove, tra le tante etichette e nomi colorati, ci si attarda in una falsa e inutile scelta nella quale le tessere del mosaico offerto, a prescindere dal colore che hanno, sono in realtà tutte fatte della stessa sostanza priva di energia vitale.

In verità, si tratta di preparati tutti ugualmente concepiti, prodotti e confezionati, con le stesse materie prime di bassa qualità e dalle medesime holding finanziarie che controllano e possiedono tutto. Provate a verificare e troverete che tutto, o quasi tutto, è in mano a tre o quattro colossi economico-finanziari [11,12]: si tratta di società di investimento quali Vanguard (che gestisce circa 7,5 migliaia di miliardi di dollari), Black Rock (il cui patrimonio complessivo amministrato è di oltre 10.000 miliardi di dollari, di circa 1/3 in EU) e State Street. Esse di fatto possiedono, essendone i principali azionisti con in media il 20% del capitale, tutte le più importanti aziende a livello mondiale: JP Morgan, Goldman Sachs, Visa, American Express, Apple, Microsoft, Intel, IBM, Walt Disney, Coca Cola e Pepsi Cola, Mc Donalds, Walmart, Walgreen, Nike, Pfizer, Merck, Johnson&Johnson, Procter&Gamble, Chevron, ExxonMobil, Boeing, Travelers, solo per fare alcuni esempi. Esse non sono affatto, in competizione fra loro come vorrebbero farci credere nell’era del “libero mercato globale”, bensì rappresentano un’unica merce da consumare, uno stesso nutrimento da assumere a livello di massa nell’illusione di poter scegliere tra cose diverse e presunte gradazioni di qualità. Si tratta del controllo totale a livello planetario di tutti i settori strategici quali alimentazione, farmaci e cura della persona, energia e combustibili, informatica e telecomunicazioni, economia-banche e finanza. In questo contesto, si comprende il motivo per cui, con la scusa della presunta emergenza ambientale dovuta al cambiamento climatico, proprio in questi giorni si stanno perpetrando violenti attacchi contro le numerose aziende agricole olandesi non ancora del tutto “normalizzate” e asservite al sistema di controllo globale del cibo da parte dell’élite che ha in mano la finanza mondiale. Inoltre, è del tutto evidente la ragione dell’interesse di Goldman Sachs, Allianz Group, JP Morgan Chase, Blackstone, BlackRock, Vanguard e State Street per l’acqua, su cui stanno investendo massicciamente montagne di denaro al fine di controllarne sfruttamento e vendita [11]. Se controlli l’’acqua, definita da Goldman Sachs “il petrolio del prossimo secolo”, controlli il genere umano che per circa il 60-65% di quell’acqua è biologicamente costituito.

Ormai, la globalizzazione ci ha condotto ad un mondo del tutto uguale in cui, dove, se differenze ci sono, esse vengono negate (come accade nella ideologia/strategia transgender o dell’intersessualità che negano ogni identità di genere) mentre, dove esse non ci sono più, vengono millantate presentando la stessa cosa e il medesimo alimento o prodotto con nomi e/o etichette differenti.

Si noti come questa confusione e caos indotto – generando perdita di certezze e identità, accompagnate da distruzione di cultura e di appartenenza a tradizioni, usi e costumi territoriali – fa il paio con la perdita di certezza dei diritti fondamentali sanciti dalle carte costituzionali che si sta attuando con la transizione verso lo Stato Duale.

Inoltre, tale situazione di monopolio, è ulteriormente aggravata dal fatto che i nutrimenti messi a disposizione da questi poteri economici sono tutti ugualmente avvelenati perché sono privi di energia vitale. Quindi, oggi, siamo nella condizione penosa di non poter più scegliere i nutrimenti di cui nutrirci e di dover assumere, di fatto, alimenti avvelenati. Avvelenando i nostri nutrimenti, questi centri di potere hanno compromesso anche la possibilità di sapere e le prospettive di conoscenza degli individui, rendendo così impossibile l’esercizio di una libera scelta consapevole, gradualmente negando ogni libertà. In tal modo, si è giunti all’assoggettamento dei cittadini al volere e al controllo di pochi. Siamo diventati una moltitudine di esseri intossicati che, come animali in batteria, ingrassano con cibo innaturale e insano e perdono inevitabilmente, non solo energia vitale ma anche sapere, consapevolezza, capacità di scelta e diventano schiavi-macchina ad uso e consumo dei padroni del mondo.

A riprova di tutto ciò, possiamo portare un esempio emblematico tra i tanti che si potrebbero fare e cioè il ruolo negativo, antiscientifico e autoritario che svolge l’Unione Europea (UE) per attuare la transizione in atto dagli stati nazione democratici, così come li abbiamo creati e conosciuti nei due secoli passati, verso l’affermazione di un sistema di potere e controllo trans-nazionale (obbediente e supino alle logiche della globalizzazione neoliberista) in cui la tecnocrazia e organismi non eletti fatti di migliaia di burocrati ben pagati, fanno leggi e norme ad uso e consumo delle grandi aziende multinazionali, operando al di fuori di un reale controllo democratico [13,14]. Basti ricordare, come esempio lampante, quello che è recentemente accaduto con il divieto da parte dell’UE di utilizzare l’Aloe nei preparati di uso erboristico e negli integratori alimentari [15]. Una imposizione antiscientifica e autoritaria volta solo a favorire le multinazionali del farmaco a danno di tante aziende del settore alimentare, ed erboristico che, come si fa da millenni, utilizzano questa pianta e i suoi principi attivi per favorire benessere e salute con prodotti di alta qualità che, in alcuni casi, ha dato lustro ed eccellenza al nostro Paese, il quale su questo tipo di lavorazioni e produzioni di qualità ha una cultura e una storia invidiataci in tutto il mondo. Ci si deve domandare come sia possibile che delle presunte commissioni di esperti nominati, non si sa bene da chi e con quali procedure, possano oggi contraddire innumerevoli pubblicazioni scientifiche che dimostrano l’utilità e la bontà dell’uso dell’Aloe per produrre preparati che favoriscono salute e benessere, e riesca a proibirne l’uso mettendo in crisi migliaia di piccole-medie aziende che liberamente da decenni costituiscono un’indiscussa eccellenza non nel nostro Paese. Questo esempio, purtroppo, dimostra quanto sia reale la strategia che si sta utilizzando per inquinare la libertà di scelta dei cittadini e renderla, di fatto, impraticabile: è questo è solo uno fra i tanti casi e situazioni scandalose che si potrebbero citare.

È così che si sta attuando la strategia del dominio sul mondo da parte di una ristretta oligarchia di speculatori finanziari che gestisce la globalizzazione neoliberista nella sua attuale fase di grave crisi. Una strategia i cui punti cardine sono: da un lato la negazione degli ideali dell’Umanesimo culla delle civiltà occidentali moderne, il loro azzeramento definitivo a favore della transizione verso il post- o trans-umanesimo; dall’altro la completa distruzione di ogni spazio democratico nella regolazione dei rapporti sociali tra individui e nazioni a favore di governi trans-nazionali.

Per quanto riguarda il primo punto, possiamo dire che oggi siamo giunti alla trasformazione dell’essere umano sensiente e pensante, capace di libero arbitrio in una entità post- o trans- umana in cui la macchina biologica, cioè l’uomo-automa, prende il definitivo sopravvento nei confronti del sé interiore, dell’anima. Si tratta della ricercata estinzione dell’uomo come essere tri-cerebrale, in cui coesistono ed operano tre centri intelligenti – fisico/motorio, emozionale e mentale – e che, come tale è in grado, come fece l’uomo Rinascimentale, figlio dell’Umanesimo che tutti noi abbiamo studiato a scuola con ammirazione, di poter passare dalla osservazione e contemplazione del modo fisico naturale a quello del metafisico come scrisse Giovanni Pico della Mirandola nel suo “De Hominis Dignitate” (1486), senza bisogno di intermediari e quindi in piena libertà [16]. Si tratta dunque dell’uomo rinascimentale capace, come Leonardo ed altri di essere scienziato, filosofo e artista, di conoscere il mondo ricercando profondità e consapevolezza, di poter scegliere tra bene e male, giusto e ingiusto, morale e immorale, buono e cattivo, sano e insano. Ecco la libertà che si affaccia di nuovo alla nostra riflessione e, guardando come ci stiamo condannando alla schiavitù, ci schiaffeggia con disprezzo. Ecco, dunque, che il processo possibile di Umana Evoluzione verso la costruzione della propria anima – acquisendo immortalità, come fecero Marsilio Ficino, Luca Pacioli, Leonardo Da Vinci, Giordano Bruno e tanti altri – viene negato con violenza e premeditatamente al fine di controllare e governare le masse. Quelle moderne masse di popolazione che devono essere costituite di esseri-macchina informatizzati, simili a wifi ambulanti, cioè rice-trasmittenti individuali che obbediscono ed eseguono ordini e segnali indotti etero-diretti [17]. Per ottenere questo però non bastano le tecniche psicologiche di manipolazione e condizionamento mentale di massa tramite messaggi più o meno subliminali variamente distribuiti, tra mass media, social, web, pseudo intellettuali di propaganda, etc.; ci vuole anche la capacità di mettere mano, manipolandoli a livello chimico-fisico-biologico-genico e rendendoli delle tossine anti-evoluzione, a tutti i nutrimenti fondamentali di cui l’essere umano abbisogna. In questo modo, con tale avvelenamento organico si impedisce a quel perfetto laboratorio alchemico/biochimico che è il corpo umano di poter funzionare correttamente, producendo sostanze fini ed energia vitale superiore e necessaria per una possibile evoluzione psico-fisico-spirituale. Questa può avvenire tramite l’estrazione, dagli alimenti assunti, dello spirito di vita e la sua successiva trasformazione per irrorare intelligenza, intuizione, sapere, libertà e coscienza: si tratta dell’anima del mondo, come la chiamava Platone, del suo quinto elemento, il meraviglioso dodecaedro, che ciascuno di noi ha il dovere di tentare di costruire nel corso della propria vita terrena evolvendo dall’individuale al collettivo, dal particolare all’universale, dal soggettivo all’oggettivo, conquistando l’immortalità.

Riguardo al secondo aspetto, quello dell’erosione progressiva dei sistemi democratici liberali di stampo costituzionale, così come li abbiamo conosciuti a partire dalla Rivoluzione Americana prima, alla Rivoluzione Francese, poi, per finire con la nostra Carta Costituzionale del Gennaio 1948, esso si riallaccia in modo diretto a quanto esposto sopra in relazione al processo di affermazione dello Stato Doppio o Duale. La sua realizzazione è di fatto giunta ad un grado di avanzamento che è più concreto di quanto si possa immaginare ed ha ricevuto una veloce e repentina spinta propulsiva con le vicende della pandemia da covid-19 e con la guerra in Ucraina, le quali sono state, se non appositamente create, quanto meno sfruttate al meglio per tale scopo. La palese negazione dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, eseguita a colpi di decreti emanati senza dibattito parlamentare, è avvenuta senza grossi problemi con la scusa dello Stato di Emergenza e di Eccezione e con la connivenza da parte dei vari poteri dello Stato, dei corpi intermedi, del mondo accademico e culturale. Per il gruppo di potere che si è prostrato nel nostro Paese ad eseguire tale processo, tutto sommato, è stata cosa piuttosto semplice da realizzare dato che la massa della popolazione, sottoposta ad un continuo avvelenamento nei suoi nutrimenti basilari si è rivelata inevitabilmente supina, obbediente, manipolabile perché dormiente, inconsapevole, in preda ad ipnosi e isteria collettive. Questo stato di ipnosi può accadere ad ogni essere umano nel momento in cui diventa povero di energia vitale, quell’energia fondamentale che dovrebbe trarre normalmente da nutrimenti materiali e spirituali di qualità ma che non c’è più negli alimenti messi a sua disposizione da chi lo ha ridotto ad animale da batteria, a schiavo-macchina. Senza quelle sostanze preziose, che mantengono e fanno crescere intelligenza, consapevolezza, intuizione, egli ha perso capacità di scelta e quindi la propria libertà: anzi, peggio, egli non sa più cosa significhino nel loro profondo i concetti/idee di libertà, giustizia, diritti e doveri di cittadinanza.

Perugia, 26 luglio 2022

* Stefano Falcinelli, Professore Associato Dipartimento Ingegneria Civile e Ambientale. Università degli Studi di Perugia

Riferimenti Bibliografici

[1] R. Traquandi, Mario Angeloni – Profilo biografico, documenti, testimonianze, Volumnia Editrice, Perugia, 2016.

[2] Hanna Arendt, La disobbedienza civile ed altri saggi, Giuffrè Editore, Milano, 1985.

[3] Hanna Arendt, Le origini del totalitarismo, Bompiani Editore, Milano, 1982.

[4] Ernst Fraenkel, Il Doppio Stato – Contributo alla teoria della dittatura, Introduzione a cura di Norberto Bobbio, Edizioni Einaudi Paperbacks, 1983.

[5] Giorgio Agamben, Stato di Eccezione, Ed. Bollati Boringhieri, 2003.

[6] Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, Milano, 26 Gennaio 1955.

[7] Platone, Repubblica o Sulla Giustizia, Libro X, Ed. Feltrinelli, Milano, 1995.

[8] Giovanni Reale, Per una nuova interpretazione di Platone, Centro di Ricerche di Metafisica Vita e Pensiero, XX Ed., Milano, 1997.

[9] E. J. Gold, La Macchina Biologica Umana – La trasformazione dell’essere umano, Edizioni Crisalide, Saturnia (LT), 1999.

[10] P. D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1976.

[11] E. Lannutti, T. Alterio, F. Fracassi, I Conquistatori – La svendita dell’Italia e del Sud Europa nell’era della crisi, Ed. Franco Fracassi e Tiziana Alterio, 2021.

[12] T. Alterio, Il Dio vaccino – Il più grande e oscuro business del XXI secolo, Ed. Tiziana Alterio, 2021.

[13] F. Fracassi, T. Aterio, Colpo di Stato – L’assalto dell’Europa e della Finanza alla Grecia e ai Paesi del Sud Europa, Ed. Franco Fracassi e Tiziana Alterio, 2021.

[14] P. A. Taylor, A. Niedzwiecki, M. Rath, A. Kowalczyk, Le radici naziste dell’Unione Europea, Ed. Rath Health Foundation, 2013.

[15] Regolamento (UE) 2021/468 del 18 marzo 2021.

[16] Pico della Mirandola G., De Hominis Dignitate (1486), in “Giovanni Pico della Mirandola, De Hominis Dignitate, Lettera a Ermolao Barbaro”, Edizioni Atanor Roma, 1986.

[17] R. Kurzweil, La Singolarità è vicina, Maggioli Editore, 2014.

2 pensieri su “PER UN NUOVO UMANESISMO di Stefano Falcinelli* ”

  1. Ciro Cozzo dice:

    Caro Stefano, ho letto con interesse il tuo scritto, e i contenuti di riflessione, di critica, ed emozionali che ti sono propri. Perdonami la semplicità, ma la domanda è :e allora?. Come cambiare ciò che ci distrugge (e di cui anche tu fai parte usando il WhatsApp e chiedendo l’email), qui ed ora?. Le culture che ci hanno precedute e che tu porti ad esempio come le migliori, pur tuttavia erano culture che coprivano ingiustizie sociali profonde. Forse dovremmo ritornare a usare il pensiero marxista, per leggere meglio il nostro presente. Un abbraccio.

  2. Gionata dice:

    Che profondità di pensiero… una lettura davvero utile 🙂

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