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ORA BASTA CAZZATE! di Sandokan

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Dopo averci spiegato che il rischio di un conflitto nucleare è una scemenza, nell’ultimo suo predicozzo in diretta su faisbuq, l’influenzer Colombini annuncia ai suoi follouers che “la vera bomba atomica è già scoppiata”.

Con la velocità della luce i suoi follouers, come pappagalli, hanno rilanciato e spammato la notizia bomba in ogni recesso di quella grande discarica che è il mondo social dove, più la spari grossa e più ottieni contatti, laiq e notorietà.

Figuratevi che la notizia dell’atomico scupp del noto influenzer è giunta pure al sottoscritto che dal webbe si tiene alla larga.

E quale sarà mai questa esplosiva rivelazione? Eccola:

«La bomba atomica è scoppiata il 4 agosto quando Mario Draghi, inaspettatamente, con un decreto del Presidente del consiglio, ha riformato lo Statuto di Bankitalia e l’ha fatta ritornare Banca d’Italia. Nessuno ve ne ha parlato, nessuno vi ha detto nulla. Pensate che questa è una notizia che vale venti bome atomiche. Forse 50 bombe atomiche. Perché è la notizia che ci fa sapere ufficialmente che l’Italia torna in possesso della propria banca di stato. Quella cosa che Putin ha fatto nel 2017 e che Trump ha fatto nel 2018, quando la Federal Reserve è tornata sotto il controllo del Tesoro”. L’abbiamo fatto anche noi, l’ha fatto Mario Draghi».

Siamo dunque andati alla “notizia che vale venti bombe atomiche” e cosa abbiamo scoperto? Che si tratta della più grossa cazzata degli ultimi decenni.

A parte il fatto che la denominazione “Bankitalia” è puramente giornalistica e quindi non c’è alcun “ritorno” poiché Banca d’Italia era e si chiamava, e Banca d’Italia resta.

Il Combini, che evidentemente di banche capisce quanto il sottoscritto di ufologia, dice (addirittura facendo un encomio a Draghi che non c’entra un fico secco*) che col nuovo Statuto “l’Italia torna in possesso della propria banca di stato” che quindi si sgancerebbe dal controllo della BCE e uscirebbe dal Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC.) Una scemenza colossale.

Anzitutto: il Presidente del Consiglio, a conferma che la Banca d’Italia era e resta un organismo indipendente (come vedremo dipendente dalla BCE), non c’entra un fico secco. In gazzetta Ufficiale il 4 agosto è stato pubblicato, ed è così entrato ufficialmente in vigore, il nuovo Statuto della Banca centrale. Statuto che era stato approvato dall’Assemblea straordinaria della banca il 31 marzo scorso.

Davvero le modifiche apportate (tra l’altro, a quanto ci risulta chieste proprio da Francoforte) cambiano lo status della banca centrale italiana? Ma neanche per sogno! Essa era e resta parte integrante del SEBC e ubbidisce alla BCE.

Se il Colombini invece di abboccare come un pesce alle bufale avesse, non diciamo studiato un pochino la materia, ma semplicemente letto il titolo primo del nuovo Statuto avrebbe letto:

«ART. 1. La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico. 2. Nell’esercizio delle proprie funzioni e nella gestione delle proprie finanze, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati. 3. Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC. Persegue gli obiettivi assegnati al SEBC ai sensi dell’art. 127.1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Trattato). 4. La Banca d’Italia è autorità nazionale competente nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico di cui all’art. 6 del Regolamento (UE) n. 1024/2013 del Consiglio del 15 ottobre 2013. 5. Assolve inoltre gli altri compiti ad essa attribuiti dalla legge ed esercita le attività strumentali alle proprie funzioni».

Altro che banca di stato! La banca d’Italia era e resta una filiale ubbidiente della BCE.

Morale della favola come scrisse Wittgenstein: “ Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”.

* Ps. Un encomio surreale ma che ci inquieta assai

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