Browse By

C’È LA SICCITÀ, MA PIOVE di Stefano Beneforti*

714 visite totali, 1 visite odierne

Alcune considerazioni sui recenti eventi calamitosi in Emilia Romagna  

Prendo spunto da un recente articolo apparso sul sito Greenme.it, veri e propri spacciatori di verità sul riscaldamento globale antropico, dove con il titolo saccente “Siccità e alluvioni in Emilia Romagna: ti spiego perché, in realtà, sono direttamente collegate”, si parla dei recenti eventi calamitosi in Emilia Romagna.

Ci concentreremo solo sui primi due paragrafi dell’articolo, dove le falsità che vengono riportate superano la soglia della decenza, il resto è tutta fuffa mirata ad associare siccità, alluvioni e riscaldamento globale antropico utilizzando una vera e propria comunicazione manipolatoria.

Il primo paragrafo recita: “Il fatto è parecchio elementare: il suolo arido non riesce a contenere piogge torrenziali. I terreni secchi, infatti, non sono in grado di assorbire la grande quantità di pioggia che cade in poche ore, le acque si accumulano in superficie e causano disastri. Evitabili.

Essendo “il fatto parecchio elementare”, coloro che hanno una visione diversa sono evidentemente delle capre che non hanno capito niente. Il fatto è che non corrisponde assolutamente al vero, anzi è proprio completamente sbagliato fisicamente, affermare che “il suolo arido non riesce a contenere piogge torrenziali, infatti, non sono in grado di assorbire la grande quantità di acqua che cade in poche ore, le acque si accumulano in superficie e causano disastri”. Sarebbe poi stato comunque quanto meno cortese nei riguardi delle capre, dare un’idea del motivo per cui un terreno riarso assorbe meno acqua, sempre che sia possibile trovare una spiegazione plausibile senza doverla sparare ancora più grossa.

Infatti, come si può leggere nell’introduzione di qualunque libro di geotecnica, il terreno è composto da tre fasi: la solida (grani litoidi), la liquida (acqua) e la gassosa (aria nei vuoti). Un volume di terreno secco ha i vuoti pieni di aria, un terreno saturo ha i vuoti pieni di acqua. Il volume di aria, la fase gassosa, è un volume che può essere riempito dall’acqua, che a differenza dei grani di terreno ha la proprietà di modificare la propria forma adattandosi a quella del contenitore, e diminuisce via via che diminuisce la granulometria, passando dalle ghiaie alle sabbie fino ai limi, mentre per le argille il comportamento è un po’ diverso essendo costituite da elementi di forma tipo lamellare, con vuoti molto ridotti, che le rendono praticamente impermeabili all’acqua.

Se paragoniamo i volumi di terreno ad una spugna, il terreno secco può essere pensato come una spugna ben strizzata, mentre un terreno saturo è assimilabile ad una spugna ben bagnata. È’ evidente, stavolta anche a prova di capra, che se versiamo acqua sulle due spugne, la spugna strizzata assorbirà molta più acqua di una spugna già bagnata e questo accade esattamente anche al terreno.

Quindi, contrariamente a quanto esposto nell’articolo, illustrato anche con uno schemino, un terreno riarso assorbe più acqua di un terreno saturo e anche più rapidamente, semplicemente perché possiede più spazio vuoto a disposizione per essere riempito dall’acqua.

Il secondo paragrafo prosegue con: “Si chiama crisi climatica, questo è ormai chiaro agli occhi di chi (almeno) non nega. Se c’è enorme siccità e poi acqua stra-abbondante, quell’acqua stra-abbondante non sa dove andare e crea un danno gigantesco. Crisi idrica, insomma, e disastri tipo quello dell’Emilia Romagna di queste ore sono terribilmente collegate.

Con triplo salto mortale carpiato e avvitamento, eccoci immediatamente giunti alla crisi climatica, che secondo loro, dovrebbe essere chiaro almeno a chi non nega, facendo intendere che, se nutri un minimo dubbio su questo dogma di base, sei una capra negazionista delle evidenze, talvolta descritta anche come analfabeta funzionale affetto dalla sindrome di Dunning-Kruger. Ciò mi induce a domandarmi se quest’articolo abbia davvero lo scopo di dare una spiegazione dei fatti, oppure voglia solo convincerti di una certa visione ben orientata del cambiamento climatico, facendoti sentire un deficiente se la pensi diversamente.

Comunque, il link con la crisi climatica è stato stabilito e si può andare avanti con tutta la fuffa successiva…… menzionando solo di striscio verso la fine, la cementificazione selvaggia dei territori e quasi per niente la manutenzione dei bacini idrici, alla quale non si poteva certo non accennare, tanto ormai la colpa dei disastri è già stata attribuita e collegata alla siccità e al global warning, di cui l’uomo è responsabile.

In questo caso c’è però del vero. È proprio responsabilità dell’antropizzazione dei suoli (e quindi dell’uomo) se avvengono questi disastri, ma non a causa delle emissioni di CO2 che non c’entrano un bel niente, bensì a causa dell’incuria e dell’abbandono del territorio e della costante omissione della sua messa in sicurezza.

Sappiamo ormai da anni che dovrebbero essere realizzati urgentemente lavori per il ripristino del dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.

Nel 2020 è stata chiusa la struttura di missione #italiasicura, l’unica cosa buona fatta dal governo Renzi. Di opere di salvaguardia del territorio sono riusciti a realizzarne ben poche, ma ciononostante è stata fornita una fotografia piuttosto precisa del dissesto idrogeologico italiano, esponendo una stima attendibile della spesa da sostenere per la messa in sicurezza il territorio. Da questo lavoro risulta che sarebbero necessari più di 9,000 interventi (di cui poco meno della metà per il rischio alluvioni) per un costo complessivo di oltre 29 miliardi di euro, che però non si riescono a stanziare, se non in minima parte, perché la UE li giudica spesa improduttiva che andrebbe a gravare ulteriormente il debito.

Inoltre, nessuno di quelli che contano pare davvero interessato a questo grande numero di lavori, la maggior parte per importi minori al milione di euro, sparpagliati per tutto il territorio nazionale.

Si osserva anche che, per questo capitolo di spesa, tra le pieghe del PNRR si trova solo qualche spicciolo, dedicato com’è alla digitalizzazione, alla transizione energetica e al green.

Trovando questi 29 miliardi di euro, oltre 8 milioni di cittadini e innumerevoli infrastrutture economiche e sociali (scuole e ospedali) potrebbero essere messi in sicurezza, ma niente, è più conveniente investire in grandi lavori tipo l’Alta Velocità, concentrati nelle mani dei soliti pochi, e manipolare mediaticamente la popolazione per convincerla che il problema sia la siccità causata dal global warming antropico. Per contrastare il quale bisogna decarbonizzare il mondo, elettrificando l’elettrificabile (non si capisce però come l’energia elettrica necessaria sarà prodotta), disaccoppiando l’economia dalla domanda energetica (in un sistema economico fondato sulla crescita anche questo obiettivo pare piuttosto arduo, se non impossibile da raggiungere) e efficientando i consumi energetici degli edifici (poi chi non riuscirà a permetterselo dovrà svendere la propria abitazione, ma questo è solo un effetto collaterale).

Tutto questo sforzo nel fare quello che non serve realmente alla comunità ce lo ritroviamo poi pari pari nella sanità, nella scuola, nelle pensioni, nella gestione della risorsa idrica e in tutti i servizi alla persona che, come la messa in sicurezza del territorio, soffrono del fatto di essere tutte attività in perdita, dove il vero profitto è il benessere del cittadino, che, ahimè! è solo un costo non convertibile in rendita finanziaria (a meno che il singolo non se lo paghi da solo).

Molto meglio attribuire la colpa alla siccità al cambiamento climatico per poter spingere il green e la transizione energetica (gestite sempre dai soliti pochi), e magari anche aumentare la spesa militare (che fa sempre PIL) e insistere nell’inviare armamenti all’Ucraina (per non disobbedire agli ordini di Washington).

Il mondo alla rovescia è fatto così…….

Fortunatamente si trova ancora qualcuno (bisogna però impegnarsi a cercarlo) che non parla a vanvera di siccità e global warning quale causa degli eventi calamitosi avvenuti in Emilia Romagna (vedi qui e qui) mettendo in luce i motivi reali di questa tipologia di eventi. Il fatto che poi alcuni degli intervistati desideri mantenere l’anonimato la dice lunga anche sui pericoli che corre chi si azzarda a svelare certe verità…

* del Fronte del Dissenso – Toscana

Note

[1] Il Paradosso di Schrödinger

6 pensieri su “C’È LA SICCITÀ, MA PIOVE di Stefano Beneforti*”

  1. Bianchi Graziano dice:

    Una approfondita ed ottima analisi sul disastro idrogeologico di questi giorni in Emilia Romagna da parte dell’ottimo Stefano Beneforti, sul sito di “Sollevazione”.
    La grancassa dei potenti globalisti, emergenzialisti e filantropi, ci sta propinando la falsa emergenza del riscaldamento climatico per continuare il loro progetto di controllo autoritario iniziato con la prova generale dell’emergenza Covid19, e stabilizzare definitivamente il loro potere di vita e di morte sulla maggioranza della popolazione mondiale.
    La bufala che ci viene continuamente ripetuta è quella di una ipotetica influenza sull’innalzamento della temperatura media globale, a causa delle attività antropiche e delle loro emissioni di gas serra, a causa del continuo consumo di combustibili fossili per produrre l’energia necessaria alla produzione delle merci ed al loro trasporto. Poco importa poi se ondate di gelo polare, durante l’inverno colpiscono duramente varie parti del globo come il Giappone il Canada e parte degli Stati Uniti. Fatti passare questi eventi come eccezioni, l’importante è tirare avanti la carretta del surriscaldamento al fine di ipnotizzare la gente e piegarla al loro volere. Quello a cui mirano in realtà lorsignori, lo spiega molto bene Stefano nel suo lungo ed approfondito articolo.
    Vorrei però aggiungere una mia analisi personale che riguarda la successione delle variazioni climatiche sulla terra a partire dai periodi primordiali fino ai giorni nostri che la vera scienza ha rilevato ed approfondito nel corso di accurati studi ormai plurisecolari e che in qualche modo smentiscono le panzane degli odierni “climatologi” catastrofisti ed asserviti al potere.
    Sin dall’inizio della sua formazione planetaria, la Terra ha subito variazioni climatiche di ogni tipo. Tralasciando il periodo della prima formazione della crosta terrestre dove le elevate temperature possono paragonare la superfice del pianeta ad una fornace a cielo aperto e tralasciando anche quello più prossimo al periodo della formazione delle prime forme di vita, il cambiamento climatico è sicuramente quello che ha influito maggiormente sulle più antiche estinzioni di massa e sulle successive esplosioni di vita successive. Una pioggia continua, durata alcune centinaia di migliaia di anni, sembra che sia stata la causa di una di queste estinzioni; il continuo oscuramento del sole avrebbe impedito alle piante di sviluppare la fotosintesi facendo estinguere oltre il 90% delle specie vegetali mentre il raffreddamento delle acque alla scomparsa delle maggiorparte delle specie marine di animali, abituati a temperature medie di molti gradi più elevate rispetto ad oggi.
    Finito questo periodo niente impedì alla vita di riprendersi più rigogliosa che mai con successive estinzioni di massa e successive riprese in un alternarsi di forme e linee filogenetiche multiformi. Il preludio della più recente Era Glaciale avvenne diversi milioni di anni prima con la formazione delle calotte polari. Con l’Era Glaciale poi si alternarono varie fasi che videro periodicamente, l’estensione ed il ritiro dei ghiacciai con periodi molto freddi ed interglaciali molto caldi. Basti pensare soltanto alla Penisola Italica di centomila anni fa, immersa in un interglaciale così caldo che le pianure lungo le coste erano sommerse da parecchi metri d’acqua ed il mare Adriatico si spingeva nel cuore della Val Padana. Viceversa, nel corso dell’ultima Glaciazione, le terre emerse, univano molte isole attuali alla terraferma con Sardegna e Corsica a formare un unica grande isola del Mediterraneo ed il bacino del fiume Po che raccoglieva le acque di affluenti provenienti dall’Istria e dai Balcani.
    Oggi ci troviamo in un periodo interglaciale piuttosto mite; molto più mite della media di quelli passati ma dall’inizio del periodo ad oggi ci sono stati già in passato, diverse variazioni delle temperature medie globali.
    Già al termine dell’ultima Glaciazione, nel giro di poche centinaia di anni, le temperature ebbero un picco estremamente notevole.
    I ghiacciai che ricoprivano l’Europa si ritirarono e il disgelo, fece innalzare mari ed oceani con il conseguente inondamento delle terre emerse più basse, sulle quali si stavano sviluppando le prime forme di civiltà. Le acque del Mediterraneo attraverso lo stretto del Bosforo precipitando nella depressione che oggi costituisce il Mar Nero. Le popolazioni superstiti in fuga da questi eventi catastrofici, avrebbero poi diffuso a quanto sembra, il Mito del Diluvio Universale.
    Già in epoca romana il clima raggiungeva temperature medie di almeno 2 o 3 gradi superiori a quelle odierne. Del resto Annibale attraversò le Alpi con al seguito diversi elefanti e sebbene alcuni di essi morirono nell’attraversata, a causa probabilmente del percorso poco agevole, molti sopravvissero, segno che le temperature ambientali non erano troppo sfavorevoli ai pachidermi, abituati al caldo africano. Nel medioevo si registrò invece un forte calo delle temperature tanto che oggi si parla di mini glaciazione e sebbene da allora vi sia stato un lieve aumento non si è ancora raggiunto il livello precedente. Sono molteplici i fattori che influiscono sul clima terreste e la prima causa è dovuta all’irradiazione solare. In un periodo in cui il sole sta svolgendo un’attività superiore rispetto al passato è normale che produca effetti calorifici anche sul suolo terrestre. Poi ci sono altri fattori di origine astronomica determinati, in primo luogo, dalla rotazione sul proprio asse del pianeta che ha subìto negli ultimi decenni un impercettibile rallentamento (una maggiore esposizione, anche se minima, della superfice ai raggi solari, dovrà pur avere qualche effetto), dalla sua rivoluzione imperfetta intorno al sole che ciclicamente avvicina l’orbita della Terra alla nostra stella ed infine il campo magnetico che ha iniziato una inversione della polarità.
    Purtroppo, la stragrande maggioranza delle persone ignora tutto questo e convincerla che la colpa sia attribuibile all’uomo (che in realtà contribuisce solo con uno zero virgola per cento), utilizzando una propaganda continua e martellante, diventa uno strumento utile e perseguibile al fine di ottenere il controllo delle masse popolari.

    1. Yak dice:

      Anche nei periodi interglaciali, come quello che stiamo vivendo tra la glaciazione di Wurm e la prossima che verrà, il clima conosce delle variazioni. Non appare come una linea retta ma come una linea ondulata con picchi alti e bassi. Basta cercare in internet “Periodo Caldo Medievale” (IX secolo-metà XIV secolo) e “Piccola Era Glaciale” (metà XIV secolo-metà XIX secolo). Non importa essere esperti climatologi, basta aver studiato Storia per saperlo

  2. Nicola dice:

    Tutto giusto, per carità, ma tanto, come per la pandemenza e per le altre emergenze passate e future è e sarà un dialogo con chi non vuol sentire. O forse nemmeno può sentire, perché non ne ha le capacità. In un modo popolato da zombie eterodiretti c’è solo una cosa da fare: rimanere vivi e centrati, costi quel che costi. E senza aspettarsi risvegli, prese di coscienza o insurrezioni generali.

  3. Giulio Francalanci dice:

    https://www.leccotoday.it/attualita/acqua-strano-caso-lago-di-como-m5s-.html
    La notizia è attendibile e non viene da una fonte complottista.
    Nell’estate del 2022 gli invasi montani che alimentavano il lago sono stati tenuti chiusi nonostante fossero pieni come un uovo, allo scopo di fomentare l’allarme per la siccità, mentre venivano sguinzagliati i miserabili squadristi climatici. Sembra che anche i bacini di Emilia e Romagna due mesi fa fossero colmi fin quasi a traboccare, ma che venissero tenuti chiusi…

  4. Pingback: IDIOZIE CLIMATICHE (sulla Romagna e non solo) – Liberiamo l'Italia
  5. Trackback: IDIOZIE CLIMATICHE (sulla Romagna e non solo) – Liberiamo l'Italia
  6. Pingback: IDIOZIE CLIMATICHE (sulla Romagna e non solo) di L. Mazzei
  7. Trackback: IDIOZIE CLIMATICHE (sulla Romagna e non solo) di L. Mazzei

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *