C’È LA SICCITÀ, MA PIOVE di Stefano Beneforti*
Alcune considerazioni sui recenti eventi calamitosi in Emilia Romagna
Prendo spunto da un recente articolo apparso sul sito Greenme.it, veri e propri spacciatori di verità sul riscaldamento globale antropico, dove con il titolo saccente “Siccità e alluvioni in Emilia Romagna: ti spiego perché, in realtà, sono direttamente collegate”, si parla dei recenti eventi calamitosi in Emilia Romagna.
Ci concentreremo solo sui primi due paragrafi dell’articolo, dove le falsità che vengono riportate superano la soglia della decenza, il resto è tutta fuffa mirata ad associare siccità, alluvioni e riscaldamento globale antropico utilizzando una vera e propria comunicazione manipolatoria.
Il primo paragrafo recita: “Il fatto è parecchio elementare: il suolo arido non riesce a contenere piogge torrenziali. I terreni secchi, infatti, non sono in grado di assorbire la grande quantità di pioggia che cade in poche ore, le acque si accumulano in superficie e causano disastri. Evitabili.”
Essendo “il fatto parecchio elementare”, coloro che hanno una visione diversa sono evidentemente delle capre che non hanno capito niente. Il fatto è che non corrisponde assolutamente al vero, anzi è proprio completamente sbagliato fisicamente, affermare che “il suolo arido non riesce a contenere piogge torrenziali, infatti, non sono in grado di assorbire la grande quantità di acqua che cade in poche ore, le acque si accumulano in superficie e causano disastri”. Sarebbe poi stato comunque quanto meno cortese nei riguardi delle capre, dare un’idea del motivo per cui un terreno riarso assorbe meno acqua, sempre che sia possibile trovare una spiegazione plausibile senza doverla sparare ancora più grossa.
Infatti, come si può leggere nell’introduzione di qualunque libro di geotecnica, il terreno è composto da tre fasi: la solida (grani litoidi), la liquida (acqua) e la gassosa (aria nei vuoti). Un volume di terreno secco ha i vuoti pieni di aria, un terreno saturo ha i vuoti pieni di acqua. Il volume di aria, la fase gassosa, è un volume che può essere riempito dall’acqua, che a differenza dei grani di terreno ha la proprietà di modificare la propria forma adattandosi a quella del contenitore, e diminuisce via via che diminuisce la granulometria, passando dalle ghiaie alle sabbie fino ai limi, mentre per le argille il comportamento è un po’ diverso essendo costituite da elementi di forma tipo lamellare, con vuoti molto ridotti, che le rendono praticamente impermeabili all’acqua.
Se paragoniamo i volumi di terreno ad una spugna, il terreno secco può essere pensato come una spugna ben strizzata, mentre un terreno saturo è assimilabile ad una spugna ben bagnata. È’ evidente, stavolta anche a prova di capra, che se versiamo acqua sulle due spugne, la spugna strizzata assorbirà molta più acqua di una spugna già bagnata e questo accade esattamente anche al terreno.
Quindi, contrariamente a quanto esposto nell’articolo, illustrato anche con uno schemino, un terreno riarso assorbe più acqua di un terreno saturo e anche più rapidamente, semplicemente perché possiede più spazio vuoto a disposizione per essere riempito dall’acqua.
Il secondo paragrafo prosegue con: “Si chiama crisi climatica, questo è ormai chiaro agli occhi di chi (almeno) non nega. Se c’è enorme siccità e poi acqua stra-abbondante, quell’acqua stra-abbondante non sa dove andare e crea un danno gigantesco. Crisi idrica, insomma, e disastri tipo quello dell’Emilia Romagna di queste ore sono terribilmente collegate.”
Con triplo salto mortale carpiato e avvitamento, eccoci immediatamente giunti alla crisi climatica, che secondo loro, dovrebbe essere chiaro almeno a chi non nega, facendo intendere che, se nutri un minimo dubbio su questo dogma di base, sei una capra negazionista delle evidenze, talvolta descritta anche come analfabeta funzionale affetto dalla sindrome di Dunning-Kruger. Ciò mi induce a domandarmi se quest’articolo abbia davvero lo scopo di dare una spiegazione dei fatti, oppure voglia solo convincerti di una certa visione ben orientata del cambiamento climatico, facendoti sentire un deficiente se la pensi diversamente.
Comunque, il link con la crisi climatica è stato stabilito e si può andare avanti con tutta la fuffa successiva…… menzionando solo di striscio verso la fine, la cementificazione selvaggia dei territori e quasi per niente la manutenzione dei bacini idrici, alla quale non si poteva certo non accennare, tanto ormai la colpa dei disastri è già stata attribuita e collegata alla siccità e al global warning, di cui l’uomo è responsabile.
In questo caso c’è però del vero. È proprio responsabilità dell’antropizzazione dei suoli (e quindi dell’uomo) se avvengono questi disastri, ma non a causa delle emissioni di CO2 che non c’entrano un bel niente, bensì a causa dell’incuria e dell’abbandono del territorio e della costante omissione della sua messa in sicurezza.
Sappiamo ormai da anni che dovrebbero essere realizzati urgentemente lavori per il ripristino del dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.
Nel 2020 è stata chiusa la struttura di missione #italiasicura, l’unica cosa buona fatta dal governo Renzi. Di opere di salvaguardia del territorio sono riusciti a realizzarne ben poche, ma ciononostante è stata fornita una fotografia piuttosto precisa del dissesto idrogeologico italiano, esponendo una stima attendibile della spesa da sostenere per la messa in sicurezza il territorio. Da questo lavoro risulta che sarebbero necessari più di 9,000 interventi (di cui poco meno della metà per il rischio alluvioni) per un costo complessivo di oltre 29 miliardi di euro, che però non si riescono a stanziare, se non in minima parte, perché la UE li giudica spesa improduttiva che andrebbe a gravare ulteriormente il debito.
Inoltre, nessuno di quelli che contano pare davvero interessato a questo grande numero di lavori, la maggior parte per importi minori al milione di euro, sparpagliati per tutto il territorio nazionale.
Si osserva anche che, per questo capitolo di spesa, tra le pieghe del PNRR si trova solo qualche spicciolo, dedicato com’è alla digitalizzazione, alla transizione energetica e al green.
Trovando questi 29 miliardi di euro, oltre 8 milioni di cittadini e innumerevoli infrastrutture economiche e sociali (scuole e ospedali) potrebbero essere messi in sicurezza, ma niente, è più conveniente investire in grandi lavori tipo l’Alta Velocità, concentrati nelle mani dei soliti pochi, e manipolare mediaticamente la popolazione per convincerla che il problema sia la siccità causata dal global warming antropico. Per contrastare il quale bisogna decarbonizzare il mondo, elettrificando l’elettrificabile (non si capisce però come l’energia elettrica necessaria sarà prodotta), disaccoppiando l’economia dalla domanda energetica (in un sistema economico fondato sulla crescita anche questo obiettivo pare piuttosto arduo, se non impossibile da raggiungere) e efficientando i consumi energetici degli edifici (poi chi non riuscirà a permetterselo dovrà svendere la propria abitazione, ma questo è solo un effetto collaterale).
Tutto questo sforzo nel fare quello che non serve realmente alla comunità ce lo ritroviamo poi pari pari nella sanità, nella scuola, nelle pensioni, nella gestione della risorsa idrica e in tutti i servizi alla persona che, come la messa in sicurezza del territorio, soffrono del fatto di essere tutte attività in perdita, dove il vero profitto è il benessere del cittadino, che, ahimè! è solo un costo non convertibile in rendita finanziaria (a meno che il singolo non se lo paghi da solo).
Molto meglio attribuire la colpa alla siccità al cambiamento climatico per poter spingere il green e la transizione energetica (gestite sempre dai soliti pochi), e magari anche aumentare la spesa militare (che fa sempre PIL) e insistere nell’inviare armamenti all’Ucraina (per non disobbedire agli ordini di Washington).
Il mondo alla rovescia è fatto così…….
Fortunatamente si trova ancora qualcuno (bisogna però impegnarsi a cercarlo) che non parla a vanvera di siccità e global warning quale causa degli eventi calamitosi avvenuti in Emilia Romagna (vedi qui e qui) mettendo in luce i motivi reali di questa tipologia di eventi. Il fatto che poi alcuni degli intervistati desideri mantenere l’anonimato la dice lunga anche sui pericoli che corre chi si azzarda a svelare certe verità…
* del Fronte del Dissenso – Toscana
Note
[1] Il Paradosso di Schrödinger