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WEB STAR  di Francesco Centineo

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Quanti canali YouTube ci stanno, quanti sono? Quanti personaggi ci sono e che ne sanno e che ne dicono? Quante ne hanno sparate in questi anni? Ma soprattutto, se ci pensate bene: che cosa vi hanno detto di così indispensabile? Cosa vi hanno mai detto di così speciale?

Ma chi sono questi personaggi che si vantano e si ammantano dell’aura del salvatore? Sono le web star, i blogger della cosiddetta “controinformazione”, ognuno con la sua fettina di pubblico, chi grande, chi piccola, chi piccina, piccina picciò.

La pandemia è finita, si può far tutto e questi, vista la scarsità del loro lavoro, dovrebbero aver esaurito la loro spinta propulsiva, vista anche la banalità delle analisi che hanno fatto e la sequela di cantonate prese sia sulle previsioni fatte in chiave pandemico-politica, sia sulle proposte di opposizione che hanno pubblicizzato e divulgato.

Sono dei piccoli Io Tiranno che si nutrono della passività dei teledipendenti dell’anti mainstream, per lo più anziani fortemente suggestionabili e persone scosse dallo shock pandemico e che ancora si devono riprendere.

La sciatteria e la cialtroneria della maggior parte di questi canali è imbarazzante nonché la guerra delle Guest Star del web che si sottraggono a vicenda nella loro guerra tra canali, roba da fare invidia agli sciacalli del libero mercato.

La logica della competizione, del sensazionalismo, della virtualità e del lucro alle spalle degli spettatori, estorto sotto forma di donazioni o vendendo merchandising, incrementando il consumismo e la societŕà dei brand e dell’appartenenza a piccole sette è la loro prassi.

Un altro traguardo raggiunto, da questi signori, è certamente la proliferazione dell’inazione e della passività a cui spingono le masse di dissidenti drogandoli dal media e narcotizzandoli con la puttanata del “risveglio di coscienze” nonché con le false speranze di vittoria non si sa bene da chi, da cosa, quando, come e perché? Arrivando a minimizzare questioni importantissime come quello della società dell’algoritmo, gestita dall’IA, di cui nessuno di questi a competenze per parlarne, non ne sanno nulla, sono semplicemente ignoranti.

Sono un problema per il nostro mondo, sono pavoni, galli cedroni in cerca di applausi, come li ha definiti il filosofo Eric Sadin, sono dei “piccoli io tiranno pieni della tracotanza di sé”.

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