TEMPI STRANI O FOLLI? di Leonardo Mazzei
Davvero viviamo tempi strani. Gli esempi potrebbero essere mille, ma vediamone uno curioso assai. Ieri, proprio mentre era in corso il summit parigino sull’intelligenza artificiale, la Repubblica annunciava come niente fosse che lo sviluppo dell’IA nell’Ue porterà nei prossimi 5 anni ad un aumento dei consumi energetici del settore pari al 160%. Avete letto bene: centosessanta percento.
La previsione è che nel 2030 il solo consumo dei data center europei sarà pari a 287 Twh (miliardi di kilowattora). Un’enormità assoluta, un consumo pari a quello medio di 115 milioni di famiglie, superiore a quello complessivo della Spagna e piuttosto vicino (92%) a quello dell’Italia.
Ma come, da anni vige l’ossessione del risparmio energetico senza il quale il pianeta andrebbe a ramengo, da anni si smerciano solo lampadine ed elettrodomestici pensati per risparmiare qualche kilowattora, e adesso ci venite a dire che i consumi elettrici dovranno crescere all’impazzata per l’IA? E il “climate change” dov’è andato a finire?
Ora, sappiamo bene come certe ossessioni siano del tutto interessate. Sappiamo, ad esempio, come esse servano ai produttori di elettrodomestici per imporre sul mercato modelli più costosi e ad obsolescenza programmata più ravvicinata. Ma, pur sapendo tutto ciò, è tollerabile che chi ci parla di cambiamento climatico anche durante una partita di calcio, nulla abbia da eccepire sull’impatto ambientale dell’intelligenza artificiale?
Naturalmente, quel che vale per l’Ue vale anche per le altre potenze (Usa e Cina anzitutto) che partecipano alla folle corsa dell’IA. Una gara dove gli Stati Uniti faranno certo “meglio” di tutti. A Parigi il vicepresidente americano, JD Vance, ribadendo peraltro il rifiuto di ogni regolamentazione dell’intelligenza artificiale, si è fatto forte del piano di investimenti Stargate sostenuto da Trump: 500 miliardi di dollari da spendere nei prossimi quattro anni. Ma l’Ue non si tira certo indietro. Da qui l’annuncio della signora Ursula Pfizer von der Leyen di un piano europeo per 200 miliardi di euro, al quale si affiancheranno altre iniziative nazionali. Una su tutte quella annunciata da Macron per la Francia, con 35 nuovi data center da finanziare con 109 miliardi e da realizzare superando ogni vincolo classificandoli come “progetti di interesse nazionale”.
La disonestà intellettuale delle attuali oligarchie, specie quelle europee, è davvero disarmante. Auto elettriche, case “green”, la colpevolizzazione dei cittadini, la parola “sostenibilità” in ogni riga di ogni documento ufficiale, ed ora il via ad una corsa al consumo di energia elettrica senza precedenti. Il tutto senza nessuna autocritica, nessuna riflessione, nessun dibattito pubblico degno di questo nome. Si farà così perché ce lo chiede la “competitività”, questa folle religione che tutto spiana e distrugge.
Ovviamente, lorsignori ben comprendono la contraddizione in cui si van cacciando. E cercano di porvi rimedio con un’apposita narrazione. Il problema è che si tratta di una narrazione semplicemente demenziale, una roba che neanche un piddino medio potrebbe bersi del tutto. Quel che vorrebbero farci credere è che i padroni dell’IA, a partire dai Paperoni della Silicon Valley, faranno fronte all’enorme quantità di energia elettrica di cui abbisognano con impianti assolutamente ecologici. E difatti alcuni giganti del settore, come Google e Microsoft, stanno già propagandando i loro progetti “sostenibili”. Come no? Basta crederci.
Ma prima di vedere i loro piani, è bene tornare un attimo sui numeri di questa folle partita. Partiamo dall’Unione europea. Qui già oggi i data center assorbono il 3% dei consumi complessivi, con alcuni paesi che stanno decisamente al di sopra (Olanda 5,4%, Irlanda 21%). Se la previsione al 2030 risulterà giusta, la quota di elettricità destinata all’IA sarà vicina all’8%. Ma questo, lo affermano tutti gli addetti ai lavori, non sarà che l’inizio.
Negli Stati Uniti, dove si è ovviamente più “avanti”, la quota di energia elettrica consumata dall’IA è al 4,4%, ma si pensa di arrivare al 12% già nel 2028. Insomma, la crescita (e la sua rapidità) sarà ben più forte negli Usa che in Europa. Basti pensare che il 12% americano equivarrà ad oltre 520 miliardi di kilowattora. E voi continuate a risparmiare 10 Kwh all’anno con la lavatrice di “nuova generazione” per “salvare il pianeta”…
Dulcis in fundo, arriviamo ora a come i boss dall’IA, che già si considerano i padroni del mondo, vorrebbero pure salvare se non proprio l’anima, almeno la loro faccia “ecologica” e “sostenibile”. Alla fine della fiera, lorsignori lo ammettono: al netto di mille discorsi “green”, la loro idea è quella di rilanciare il nucleare, magari ricorrendo ai mitici reattori SMR (Small Modular Reactors). Di questi reattori si dice infatti un gran bene, soprattutto perché, almeno in occidente (ne esistono solo 2 in Cina ed altrettanti in Russia), nessuno li ha mai visti funzionare.
Secondo i fanatici dell’atomo, di recente tornati all’attacco anche in Italia, questi reattori risolverebbero ogni problema tipico del nucleare, dai costi (sempre più esorbitanti) alla sicurezza. E’ davvero così? Assolutamente no. Questo non è un articolo sul nucleare (chi è interessato alle nostre opinioni sul tema se vuole legga qui), ma una notiziola ci corre l’obbligo di riportarla.Recentemente, uno studio di scienziati della Standford University e della University of British Columbia, ha analizzato la gestione e lo smaltimento dei rifiuti nucleari prodotti dagli SMR, con risultati tutt’altro che esaltanti. Lo studio precisa, infatti, che i reattori SMR produrranno più scorie radioattive dei classici reattori PWR. In particolare, il volume del combustibile nucleare spento (SNF) aumenterà di 5,5 volte, quello dei rifiuti ad alta attività (HLW) di 30 volte, quello dei rifiuti a bassa e media intensità (LILW) di 35. Bingo!
Il succo è che gli SMR non solo non forniscono alcun vantaggio rispetto ai reattori fin qui conosciuti, ma per certi aspetti sono pure peggio. Tra l’altro, il loro combustibile esaurito, contenente concentrazioni elevate di nuclidi fissili, comporterà nuovi problemi per lo stoccaggio e lo smaltimento. Aggiungiamo infine una cosuccia. Gli SMR possono produrre al massimo 2 Twh all’anno. Dunque, solo per soddisfare le esigenze dell’IA che abbiamo visto, ce ne vorrebbero almeno 144 in Europa e 260 negli Usa. Rispettivamente in 5 e 3 anni, giusto per cominciare. Realistico, no?
In conclusione, il sistema vuole imporre l’IA, senza la quale il progetto transumanista non avrebbe possibilità alcuna. Ma per portarla al livello richiesto occorre una montagna di energia. Ecco allora il ritorno dell’illusione nucleare. D’altronde, se vogliono mandare in soffitta l’uomo, figuriamoci se si fermano davanti al problema dell’ambiente, dunque della vita. In fondo si tratta proprio della vita di quell’uomo che vogliono oltrepassare…
Abbiamo iniziato parlando di tempi strani. Ma se fossero anche tempi folli?