XENOFOBIA FILOSOFICA di Moreno Pasquinelli
«Delle diverse genti unica patria hai fatto; un bene è stato, pei popoli senza legge, il tuo dominio. E, offrendo ai vinti d’unirsi nel tuo diritto, tu del mondo hai fatto l’Urbe.» [Namaziano, De reditu suo, 1,63-66.]
Abbiamo già esposto la nostra posizione sui cinque referendum: nonostante il disprezzo per chi li ha promossi, voteremo cinque Sì. Chi ci ha criticato non si cura dei quesiti referendari, mette davanti a tutto questa considerazione: “mai schierarsi col centro-sinistra! Quindi non andare a votare!”. Usassimo questo loro criterio, dovremmo dedurre che si stanno schierando col governo di centro-destra che infatti chiama all’astensione.
L’errore di chi ci critica balza agli occhi, equipara il dispositivo referendario con le elezioni politiche. Col referendum viene chiesto se abrogare o mantenere una legge o alcune su parti. Cancellare una legge infame come il liberistico Jobs Act è o no nell’interesse di milioni di lavoratori e cittadini? Le chiacchiere stanno a zero: chi non va a votare Sì all’abrogazione, tanto per fare un dispetto all’impostore Landini, non fa solo un favore al governo, farà un enorme piacere agli sfruttatori senza scrupoli che vogliono lasciare le cose come stanno. A tutti è nota la metafora del marito cornuto…
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Un caso a parte quello del quesito sulla cittadinanza. Sono molti coloro che si oppongono frontalmente alla proposta di ridurre a cinque anni il requisito della residenza (fermi restando gli altri severi requisiti). Anche diversi nostri amici sono caduti con tutti e due i piedi nella trappola demagogica del governo per cui riducendo a cinque anni il requisito della residenza avremmo la “cittadinanza facile”.
«Molti di coloro che vogliono rendere “difficile” ottenere il diritto di cittadinanza, non nascondono i loro pregiudizi razzisti e xenofobi, questi confondono il concetto di cittadinanza con quello di nazionalità, per cui solo i “veri” italiani sarebbero da considerare cittadini. Alcuni, peggio ancora, immaginano che il diritto politico di cittadinanza debba essere basato sul sangue.
Molti altri non sono razzisti, ma confondono la cosiddetta “cittadinanza facile” col rendere più “facile” l’immigrazione. Si tratta invece di due piani molto diversi. Uno Stato può essere molto severo nel contrastare e punire ogni forma di immigrazione irregolare, ed essere invece flessibile e tollerante nel concedere la cittadinanza ad immigrati regolari già residenti».
Facciamo notare (vedi mappa accanto) che la grande maggioranza delle nazioni concede la cittadinanza dopo cinque anni, mentre molti paesi dopo tre e addirittura due. Che questo abbia poco a che fare con l’immigrazione illegale lo dimostra l’Australia, severissima nel contrastarla ma dove la cittadinanza è concessa dopo soli tre anni di residenza.
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Ci ha lasciato letteralmente basiti questo video-messaggio dell’amico Diego Fusaro. Egli non solo dice No a ridurre a cinque anni il requisito della cittadinanza, ma lascia chiaramente intendere un’idea di cittadinanza qualunquistica, anti-politica ed etnico-clanica, l’idea per cui la cittadinanza implichi una discendenza in base al legame di sangue. Per giustificare il suo errore compie infatti un imperdonabile scivolone tirando in ballo la storia di Roma. Citando Giacomo Leopardi afferma:
«Una volta che tutti furono cittadini romani, Roma non ebbe più alcun cittadino, e quando Roma si aprì al mondo intero perse la sua specificità. Questo è il vero obbiettivo turbo capitalistico, distruggere il concetto di cittadinanza estendendola a tutti».
Siamo trasecolati. Come può una persona colta che si presume sia informata dei fatti, sostenere una simile sciocchezza riguardo alla storia di Roma?
Di sicuro Fusaro si riferisce alla Costitutio Antoniniana che venne emanata dall’imperatore Antonino Caracalla nel 212 d.C., legge con la quale si concesse la cittadinanza a (quasi) tutti coloro che abitavano entro i confini dell’impero. Che questa concessione fosse stata, come lascia intendere Fusaro, causa del collasso dell’impero non solo è una stupidaggine, è semplicemente falso. Gl storici più eminenti sono unanimi nel considerare la legge in questione un atto che rafforzò la coesione e la salute dell’Impero — che conoscerà poi una lunga crisi ma non certo a causa della Costitutio Antoniniana. Fusaro mischia le carte confondendo la concessione della cittadinanza con le invasioni barbariche avvenute ben duecento anni dopo e compiute da popoli che vivevano fuori dall’impero e non godevano affatto del privilegio della cittadinanza.
Vorremmo poi ricordare a Fusaro che se la cittadinanza “facile” fosse una causa di disgregazione politica e sociale non ci spiegheremmo come sia stato possibile all’Impero Romano d’Oriente sopravvivere per un altro millennio, posto che Bisanzio mantenne la Costitutio Antoniniana, per cui tutti gli abitanti dell’impero, qualsiasi fosse l’appartenenza etnica o territoriale, godevano dello status di cittadini romani.
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Vorremmo infine segnalare a Fusaro che proprio sulla questione della cittadinanza si giocò quello che diversi storici considerano il vero e proprio atto di nascita dell’Italia. Dal 91 all’88 a.C. si scatenò la nota Guerra Sociale o Guerra Italica (bellum Italicum), un lungo e cruento conflitto che oppose lo Stato di Roma alla lega formata da diversi popoli italici alleati ma sottomessi al dominio romano. Cosa chiedevano questi popoli? Chiedevano appunto di acquisire la cittadinanza romana per porre fine al loro stato di sudditanza. [1] Dopo aspre battaglie e cocenti sconfitte militari, Roma fu costretta a concedere la cittadinanza a tutte le comunità italiche in lotta (leggi Julia e Plautia Papiria). Sì, fu grazie a questa guerra e all’accordo che ne seguì, che l’Italia vide la luce.
NOTE
[1] Essere cittadino romano comportava molti importanti privilegi, variabili nel corso della storia, con diverse “gradazioni” di cittadinanza. Nella sua versione più completa, la cittadinanza romana consentiva l’accesso alle cariche pubbliche e alle varie magistrature, la possibilità di votare le cariche suddette nel giorno della loro elezione, la possibilità di partecipare alle assemblee politiche della città di Roma, svariati vantaggi sul piano fiscale e soprattutto la possibilità di essere soggetto di diritto privato, ossia di poter presentarsi in giudizio attraverso i meccanismi dello ius civile, il diritto romano. Nessuno straniero infatti poteva portare in giudizio un civis romanus, che aveva il diritto di essere giudicato da un tribunale romano.
Fusaro è fuso o confuso?
L’Impero Romano d’Oriente sopravvisse per un altro millennio, proprio perchè Bisanzio mantenne la Costitutio Antoniniana… E lo stesso impero ottomano ne fu influenzato… I guai veri in Medio Oriente -e non solo- cominciano proprio con gli stati-nazione di improbabile purezza etnica, fino all’orrore del fascismo ebraico. E del suprematismo bianco a trazione white trash.
Fusaro è fuso o confuso?
VOTIAMO 5 SI- senza illusioni. Sui temi sociali e del lavoro servono Scioperi Generali 5.0 – certo non possiamo contare sui sindacatoni di regimi… meglio 100 Sudd-Cobas di Prato o mille Comitati anticolonialisti proletari alla TerraeLiberAzione, in Sicily Park…
BRAVO MORENO!
http://www.terraeliberazione.net
Personalmente sono convinto di mettere un NO al quinto quesito.
Sono esperto di nulla. Certo i referendum sono come la cesoia tranciano, poi di lì si parte.
Evvero io ragiono per esperienza e visti i promotori annuso la truffa.
La storia della sindaca che si toglie il tricolore non la rende meno cittadina di me che mi sento ITALIANO.
Quindi la cittadinanza la possiamo regalare.
In un vostro precedente intervento su queste pagine avete argomentato pienamente cosa ci sarebbe da fare, e sono d’accordo.
Ma confesso non conosco la struttura della migrazione, però mi preoccupo che si voglia creare una frattura sociale etnica religiosa.
La sindaca suddetta ne è un esempio innocuo.
Manca alla riflessione sull immigrazione un importante elemento. Roma ha sempre accolto e fatto diventare cittadini romani popoli che premevano alle sue frontiere. Ma questo avveniva alle condizioni poste dall’ impero(tra le quali servizio militare lunghissimo in centurie formate da cittadini romani di lunga data). Con la battaglia di Adrianopoli le cose cambiano drasticamente: i goti entrarono nell’ impero restando goti e il loro re rimase re dei goti anche una volta dentro. Oggi c’è una minoranza consistente di immigrati che non è assolutamente integrata nella comunità nazionale in una situazione che ricorda un po’ quella dei goti. Tra l altro non mi pare che gli immigrati abbiano tutta questa fretta di chiedere la cittadinanza italiana. Sono indeciso tra il no e l annullamento della scheda. Mi sembra un quesito troppo tecnico per essere sottoposto a un referendum abrogativo.
Premesso che non voglio fare l’ “avvocato difensore” di nessuno, credo che la tesi di Fusaro sia questa: la concessione della cittadinanza al tempo di Caracalla indebolì la coesione sociale all’interno dell’impero romano per cui lo stesso impero fu più vulnerabile alle successive invasioni barbariche.
In effetti si tratta di due ampliamenti della cittadinanza differenti: la concessione della cittadinanza in seguito alla Guerra Italica riguardò comunque popolazioni tra loro “simili” dal punto di vista etnico; la concessione della cittadinanza al tempo di Caracalla invece riguardò popolazioni molto diverse tra loro dal punto di vista etnico e da quello delle tradizioni. È ragionevole pensare che almeno una parte di questa “diversità” sarà comunque rimasta anche dopo l’ottenimento della cittadinanza da parte degli ex sudditi e potrebbe aver influito negativamente sulla fedeltà degli stessi allo Stato romano nel momento in cui ci furono le invasioni barbariche.
Francesco F.
Manduria (Ta)
“Timeo Danaos, et dona ferentes” ( Verg. Aen., II, 49-50)
Referendum strumentali . Non si puo’ fare la voce grossa solo se c’e’ un governo ” nemico ” La gente non e’ stupida . Per anni hanno fatto finta di nulla , non solo con governi ” amici ” ma anche con governi tecnocrati di ogni risma . Ora si sono svegliati , dopo che fasce di lavoratori trentenni e quarantenni hanno provato sulla loro pelle le piaghe di questa insensibilita’ sindacale . Non prendiamoci in giro la pseudosinistra non sa a che santo votarsi per tornare nella stanza dei bottoni e si riscopre paladina dei diritti del lavoro . Ma il gioco e’ scoperto , quanto alla cittadinanza , be’ e’ una sacrosanta stupidata , anche questa fa parte dei giochi di potere che hanno perduto , non ha niente a che fare con diritti che non interessano neanche agli immigrati .