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IL FRONTE DEL DISSENSO CONDANNA IL BOMBARDAMENTO DELL’OSPEDALE DI GAZA E LA POLITICA GENOCIDARIA DI ISRAELE

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Il Fronte del Dissenso condanna il bombardamento dell’ospedale di Gaza e la politica genocidaria di Israele

Dopo 10 giorni di bombardamenti criminali su Gaza, cioè sul più grande campo di concentramento che la storia ricordi, ieri sera i missili israeliani hanno colpito l’ospedale di Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza City.

Le vittime accertate sono oltre 500, ma fonti palestinesi prevedono che si possa arrivare alla mostruosa cifra di duemila morti. Si tratta di uno dei più gravi crimini di guerra dopo la Seconda guerra mondiale. All’interno dell’ospedale non erano presenti solo pazienti, feriti e personale medico, ma anche molte famiglie che vi si erano rifugiate pensando di essere in un luogo sicuro.

Questo crimine qualifica Israele per quello che è: uno stato colonialista, razzista, fautore dell’apartheid e fondato sull’oppressione senza limiti del popolo palestinese. A questo popolo, ed alla sua orgogliosa Resistenza, va la piena solidarietà del Fronte del Dissenso. 

Ma il governo israeliano non è solo criminale, è pure sfacciato. Di fronte all’evidenza dei fatti, il primo ministro Netanyahu, ha avuto la faccia tosta di dichiarare che l’attacco è stato effettuato dalla Jihad islamica. Precedentemente il portavoce israeliano Hananya Naftali aveva confermato su Twitter le responsabilità del bombardamento, salvo poi cancellare il messaggio poco dopo. Tale tweet riportava con un certo orgoglio che l’aviazione israeliana aveva colpito una base terrorista di Hamas nell’ospedale e aveva ucciso diversi terroristi, ricalcando in pieno lo stile ipocrita e mendace dei comunicati israeliani che hanno sempre accompagnato le azioni di bombardamento indiscriminato su Gaza succedutesi nel corso degli anni, (da “Piombo Fuso” a “Margine Protettivo” solo per citare quelli più tristemente famosi).

Il portavoce – riconoscendo dunque la paternità dell’attacco – ha definito straziante (“heartbreaking”) il fatto che Hamas usasse i civili come scudi umani, lanciando missili da scuole, moschee e ospedali. Il messaggio, ripetiamo, è stato poi frettolosamente cancellato per lasciare il campo alla ancor più ridicola versione dell’auto-bombardamento da parte palestinese.

Se ci fosse bisogno di una conferma, è emerso inequivocabilmente che l’ordigno che ha colpito l’ospedale di Gaza City generando una fortissima esplosione, ha le caratteristiche di un missile JDAM statunitense in dotazione all’esercito israeliano, con altissime capacità distruttive, le stesse che abbiamo visto radere al suolo in questi giorni interi quartieri in tutta la Striscia di Gaza.

Il Fronte del Dissenso, nel ribadire il sostegno alla causa palestinese, invita a partecipare alla Conferenza di pace che si terrà a Roma il 27-28 ottobre. Sarà anche quella un’occasione per dare voce alle ragioni dell’eroica Resistenza di quel popolo martoriato dall’oppressione e dai crimini del sionismo.

Un pensiero su “IL FRONTE DEL DISSENSO CONDANNA IL BOMBARDAMENTO DELL’OSPEDALE DI GAZA E LA POLITICA GENOCIDARIA DI ISRAELE”

  1. Giulio Francalanci dice:

    Parlate ora, finché potete: presto non potrete più, a meno che non vogliate pagare multe salate o persino farvi qualche annetto di galera. Nell’Unione Europea si sta lavorando per accomunare all’antisemitismo qualsiasi critica allo stato di Israele. Oppure credete che si opporrà l’attuale esecutivo, ricattabile per via del passato di certi suoi membri, primo ministro in testa?
    Tempo fa certi diversamente intelligenti sostenevano che era doveroso partecipare alle manifestazioni antifasciste di regime, anche se organizzate dai fanatici della dittatura sanitaria, in nome dei valori condivisi ed in risposta ad aggressioni squadriste, peraltro immaginarie o comunque poco chiare. Spero che ora ne abbiano capito lo scopo, che poi è il medesimo delle varie commissioni contro i crimini d’odio, o come diavolo si chiamano, che presto non si limiteranno a melense note di biasimo, ma eserciteranno un concreto potere sanzionatorio, come auspicato in questi giorni dagli opinionisti dei giornali e delle televisioni.
    Ma state tranquilli, fra trent’anni i Palestinesi non ci saranno più, cacciati o al massimo chiusi in qualche riserva. Dubito che a chi ora fugge sarà consentito il ritorno al termine delle operazioni militari. Non saranno né i primi, né gli ultimi. Presto toccherà agli Armeni, anche se la commissione europea e il mondo politico nostrano tacciono, perché importiamo il gas buono e democratico dell’Azerbaijan, mica come quello russo…

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