26 visite totali, 1 visite odierne

Browse By

CHE FARE DOPO L’UNIONE EUROPEA? Terzo Forum Internazionale 16-18 settembre 2016 – Chianciano Terme (Italia)

26 visite totali, 1 visite odierne

[ 4 maggio ]

Il Terzo Forum promosso dal Coordinamento internazionale no-euro si terrà quest’anno in Italia (16-17-18 settembre 2016 – Chianciano Terme). 
Sarà una grande occasione di confronto ed approfondimento alla quale invitiamo tutti a partecipare. Di seguito l’appello internazionale di convocazione del Forum ed il programma dei lavori.
Quanto prima forniremo i dettagli per partecipare e la lista dei numerosi protagonisti.


 

CHE FARE DOPO L’UNIONE EUROPEA?


«Il tradimento da parte delle istituzioni dell’Unione europea dei conclamati principi di giustizia, fraternità, libertà, cooperazione, solidarietà e pace, si è consumato negli accordi con i governi del Regno Unito e della Turchia. La maschera è caduta. La vera natura è alla luce del sole.

Solo piccole minoranze, mentre l’Unione europea prendeva corpo, denunciarono la “assurdità” di una moneta unica per economie profondamente diseguali, e di istituzioni comuni per società diversissime. Il regime monetario è oggi fondato sul monopolio dell’emissione monetaria da parte di un sistema sovranazionale iper-finanziarizzato che specula contri gli Stati ed i popoli.

In verità ciò che sembrava “assurdo” aveva una sua razionalità: la demolizione degli stati nazionali rispondeva agli interessi convergenti delle diverse borghesie, anzitutto dei grandi agglomerati transnazionali, sia finanziari che industriali, da tempo strettamente interconnessi fra loro.

La narrazione europeista camuffava la tradizionale ideologia liberista (scolpita a caratteri cubitali nei Trattati costitutivi dell’Unione) secondo cui nessuna ingerenza di natura politica sui mercati è ammessa, ogni ostacolo alla dittatura del capitale sul lavoro abbattuto, nessun limite deve contrastare la libertà di movimento dei capitali, tutto ciò che è di proprietà pubblica va privatizzato. 


La gran parte delle sinistre europee sono colpevoli per aver qualificato e difeso come progressista questa costruzione reazionaria. È stato un tradimento inaudito degli interessi e delle aspirazioni delle classi popolari. Si è trattato di un secondo “4 agosto” — quando nel 1914 i partiti socialdemocratici tradirono il principio della pace e votarono a favore della guerra fratricida —, compiuto in nome di un cosmopolitismo imperialista gabellato cinicamente per internazionalismo.

Sotto i colpi della grande tempesta finanziaria venuta dagli Stati Uniti l’Unione europea è stata sull’orlo dell’implosione. Questa è stata evitata in extremis ricorrendo a dispositivi d’emergenza i cui durissimi costi sociali sono stati scaricati sulle spalle delle classi lavoratrici e dei popoli dei paesi cosiddetti “maiali” e/o “periferici”.

Questi popoli hanno tentato di resistere al massacro sociale in diverse maniere, con grandi ondate di mobilitazione dal basso, o attraverso le urne, portando alla ribalta nuovi movimenti e partiti politici. Questi, a volte senza alcun ancoraggio ideologico, spesso trasversali e socialmente compositi, hanno incarnato non solo il rifiuto delle politiche di austerità e dei meccanismi di rapina neoliberisti, ma anche l’aspirazione a riconquistare le sovranità nazionali e popolari perdute, tradite o sequestrate.

Le operazioni di “salvataggio” austeritarie dell’Unione europea portate avanti nei paesi membri hanno avuto effetti distruttivi. In realtà, i processi in corso indicano che la Ue e l’euro sono in via di dissoluzione. I tentativi delle classi dominanti di scongiurare questa dissoluzione potranno solo prolungarne l’agonia. La fine della Ue è incontrovertibile. Le élite europeiste, ogni giorno più contestate dai popoli, lasceranno il posto alle forze sociali e politiche del cambiamento, quelle che domani saranno chiamate a guidare le diverse nazioni tornate sovrane. 


Queste forze hanno natura di classe e scopi diversi tra loro, in alcuni casi opposti. Mentre in alcuni paesi avanzano partiti della destra reazionaria e xenofoba (alcuni ancor più liberisti e antidemocratici di chi oggi governa), in altri si vanno rafforzando movimenti politici di massa che aspirano a più democrazia ed alla riduzione delle ineguaglianze. È con questi ultimi che può essere costruito un fronte unito per rompere la prigione europea, ristabilire la democrazia e la giustizia sociale, e consegnare ai popoli la loro sovranità e la loro indipendenza.

Sappiamo che la liberazione non sarà una passeggiata. Si è visto in che modo in Grecia lo Stato è stato privato della sua sovranità e come il popolo greco è stato trasformato in una massa di individui senza alcun diritto. Si è visto il terrorismo che esercitano le istituzioni capitaliste neoliberali sovranazionali. I popoli hanno bisogno di partiti politici che abbiano coraggio, idee e obbiettivi chiari, al contrario di quanto mostrato da Syriza. I popoli otterranno la loro liberazione solo portando fino in fondo i processi di rivoluzione democratica. In caso contrario il combinato disposto della crisi della globalizzazione capitalista e del collasso dell’Unione e dell’Eurozona condurrà ad una nuova barbarie.

Il III. Forum internazionale vuole essere un luogo aperto di discussione e confronto tra le diverse forze democratiche e popolari e, speriamo, di elaborazione di una strategia comune, così da gettare le fondamenta della futura alleanza internazionalista dei popoli e delle nazioni sulla base dell’uscita dall’Unione europea, dall’Euro e dalla Nato. Davanti alla mondializzazione neoliberale un processo di de-mondializzazione deve essere concepito e messo in pratica in ciascuno dei nostri paesi.

Per partecipare a questo grande compito, ti invitiamo a prendere parte al III. Forum che noi organizziamo».



PROGRAMMA DEL III. FORUM
 
Venerdì, 16 settembre
 
Assemblea plenaria di apertura – Ore 10:00/12:30
 
UNIONE EUROPEA: PERCHÉ NON PUÒ ESSERE RIFORMATA, PERCHÉ DEV’ESSERE SMANTELLATA
 
Tavole rotonde – ore 15:30/19:00

1. Tavola Rotonda: Germania: Le differenti opposizioni alla moneta unica
2. Tavola Rotonda: Spagna: Le sinistre spagnole davanti al dilemma della Ue e dell’euro
3. Tavola Rotonda: Grecia: Come hanno fatto sparire uno Stato-Nazione
 
Ore 21:30 /23:30

4. Tavola rotonda: Brexit 


Sabato 17 settembre
 
Tavole rotonde – ore 09:30/12:30
 
5. Tavola rotonda: Francia: Alleanze per la de-globalizzazione
6. Tavola Rotonda: Come reagire alla minaccia di una nuova tempesta finanziaria mondiale
7. Tavola Rotonda: Italia: Chi guiderà l’uscita dall’euro?


Tavole rotonde – ore 15:30/19:00

8. Tavola Rotonda: Europa dell’Est e del Nord: le resistenze alla dominazione 
euro-tedesca
9. Tavola Rotonda: Il Populismo: anatema o risorsa per il cambiamento democratico?
10. Tavola Rotonda: Euro-oligarchia, sovranità nazionale e democrazia


Ore 21:30 /23:30

11. Tavola Rotonda: L’Immigrazione e la fine di Schengen


Domenica 18 settembre – Ore 09:30/12:30
 
Assemblea plenaria conclusiva
STRATEGIE E ALLEANZE PER LA LIBERAZIONE DEI POPOLI

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *