ATTALI, CIOÈ MACRON (come salvare la Francia a spese dell’Italia) di Mitt Dolcino
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Macron e Attali |
[ 15 maggio 2017]
Ho riletto recentemente un libro importantissimo, il saggio “Come finirà” di Jacques Attali: ebreo, estremamente influente, consigliere di svariati presidenti francesi senza distinzione partitica e soprattutto vero mentore di Emmanuel Macron, molto probabilmente il prossimo presidente d’oltralpe. Oggi molti in Italia pensano erroneamente che avere un giovane come presidente in Francia sia una buona notizia. Nulla di più errato, sarà il perfetto contrario per gli interessi italici. Visto che quanto verrà fatto da Macron ricalcherà le idee di Attali ben spiegate nel saggio in oggetto, vale la pena di spiegarvi quale può essere la strategia eurofrancese del nuovo presidente in relazione all’Italia. Notasi: il saggio citato è del 2010, ossia antecedente a tutti gli eventi più scottanti che hanno riguardato l’Italia, di fatto anticipati in modo addirittura imbarazzante. In breve, i concetti fondamentali che emergono dallo splendido saggio sopra citato sono, secondo chi, scrive quattro.
Secondo: appunto, la crisi del 2008 secondo l’autore non fu una semplice recessione ricorrente ma una vera crisi sistemica del modello capitalistico occidentale del primo mondo, a causa principalmente di un accumulo eccessivo di debito con corrispondente enorme creazione di credito bancario, per sostenere i consumi altrimenti asfittici.
Il punto 4, l’ultimo, lo spiegherò di seguito. Prima una contestualizzazione importante, taciuta (ad arte) da Attali che – non dimentichiamolo mai – resta profondamente francese: nel 2009 l’Italia presentava il sistema bancario più sano dell’Occidente grazie ad una relativa arretratezza che aveva evitato agli istituti nazionali – a pena di rendimenti passati più bassi delle controparti estere – di prendere rischi che non si comprendevano. Ad esempio i debiti subprime nei portafogli delle banche italiane erano relativamente ridotti, idem i crediti concessi alla Grecia. E senza dimenticare che gli immobili in Italia salirono sì ad inizio millennio, ma non raggiunsero mai i livelli folli di Irlanda, Spagna e finanche Olanda. Ossia i debiti inesigibili italiani, a fronte di una economia che tutto sommato teneva, erano perfettamente sotto controllo. L’unica banca italiana che soffriva era Unicredit, a causa delle sue partecipate tedesche e austriache. Ma tale istituto venne di fatto salvato da Gheddafi, sempre vicino all’Italia nel momento del bisogno (sua madre era italiana). Molto probabilmente tale intervento a salvataggio di Unicredit rappresentò il giusto motivo per toglierlo di mezzo.
Ora il punto 4.
Vedremo se a causa di ciò il Belpaese diventerà semplicemente povero o verrà anche fatto a pezzetti. Per inciso, di uscire dall’euro manco a parlarne (ed ora con Trump “normalizzato” anche l’ultima speranza è morta). Ah, dimenticavo: in questi casi la storia insegna che il sangue per le strade è immancabile. E se pensate che – come “sempre” è accaduto – “qualcuno” difenderà il Belpaese da tale ignobile fine, temo vi sbagliate: guardate solo chi è stato insignito della Legion D’Onore francese tra i notabili italiani per capire che una buona parte dell’intellighenzia italica tiferà estero, sono certo che per riffa o per raffa tutti sono stipendiati da fuori Italia. Ne cito solo alcuni: Carlo De Benedetti, Gilberto Benetton, Anna Maria Tarantola, Claudio Scajola, Enrico Letta (proposto per quest’anno), il generale degli alpini Massimo Panizzi (quello che dovrebbe presidiare il confine alpino con i vicini d’oltralpe). Poi l’immancabile Romano Prodi e anche Giorgio Napolitano. Eccetera. Fortunatamente ci sono anche soggetti veramente onorevoli che la Legion d’Onore l’hanno rifiutata: su tutti il generale Tricarico, che la rispedì al mittente in protesta per il di fatto attacco agli interessi italiani di Sarkozy in Libia del 2011 (tutti in piedi a salutare con orgoglio tale valoroso rappresentanze della nazione, uno dei pochissimi). Auguroni davvero.
* Fonte: Scenari Economici
Sull'episodio del generale Tricarico, che restituì ai francesi l'onorificenza della Legion d'Onore, si può leggere questo interessante articolo: http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2011/10/25/lorgoglio-del-generale-tricarico-restituisce-la-legion-donore-dopo-la-/2498/Il primo gesto politico di grande rilievo di Macron è stato volare a Berlino per incontrare la Merkel e ricevere istruzioni. Si potrebbe dire, con facile battuta, che il Generale De Gaulle si rivolta nella tomba. I nodi verranno al pettine molto presto. E allora il sorriso rassicurante e ottimista sparirà dalla faccia del bellimbusto transalpino.
Ancora a disquisire su queste quisquilie,cosa volete che sia un paese ridotto alla fame e al giogo teutonico/francese?Quello che terrorizzava i "sinistrati"doltr'alpe era il "FASCISMO"alle porte,la prospettiva di tornare ad essere una nazione sovrana invece non interessava affatto,l'idea di poter disporre poi di una moneta propria faceva parte di un mondo immaginario,"utopistico"e "fuori da ogni logica"!.Invece asservire interi popoli,trasformandoli in protettorati è'democratico vero?Chi ancora crede alla panzana di una "sinistra"alfiera,assieme alla sua base elettorale,della difesa dell'"ordine democratico"è,lui si,completamente avulso dalla realtà.Si vada a consultare i flussi elettorali fra il primo è il secondo turno,altro che difesa dal "fascismo"!ps.poi si va in piazza a protestare contro il candidato appena votato!È proprio vero che gli dei accecano chi vuol essere accecato.Amen