PANE E OLIO di Sandokan
[ 9 novembre 2017 ]
“I genitori non pagano la mensa scolastica. E i bambini mangiano solo pane e olio”.
Succede nel comune di Montevarchi nella “rossa” Toscana, ma in un comune amministrato da una giunta di centro destra —˙Forza Italia più Lega Nord. QUI la notizia, ben edulcorata, nella cronaca locale del Quotidiano Nazionale.
La sindaca si vanta che con la sua stretta i “furbetti”, i genitori che secondo lei non pagano la salata retta pur potendo, si sono radicalmente ridotti di numero.
Intanto è un fatto: per la prima volta in una mensa scolastica della Repubblica, viene istituito un regime di apartheid alimentare obbligatorio: alcuni usufruiscono del pasto completo, mentre i bambini di chi non paga mangeranno solo pane e olio.
All’inizio non ho creduto alle mie orecchie. Invece è proprio così: in aperta violazione della Costituzione, di ogni principio di civiltà nonché e della cristiana caritas si ripristina uno spudorato regime di discriminazione di classe. Quando sapemmo che questo regime era stato introdotto nella Grecia di Tsipras c’era chi pensava “ma no, in Italia non avverrà mai”. Ed ecco invece che accade.
Il fatto, anzi, il fattaccio, ha una valenza simbolica enorme, stabilisce un precedente che la dice lunga sulla direzione di marcia dei liberisti, che indica a che punto il Paese e lo Stato sono allo sfascio.
Contro la decisione del Comune, come c’era da aspettarsi si è subito sollevato il coro “politicamente corretto”, in particolare piddino. Parlano i sindaci “di sinistra” dei comuni vicini. Sentiamo:
«A San Giovanni Valdarno, spiega il sindaco Maurizio Viligiardi “…siamo stati pionieri della card ricaricabile ma per recuperare le insolvenze usiamo l’addebito delle morosità nelle cartelle esattoriali. Mai pensato di rivalersi sui bambini”. A Castelfranco Piandiscò il primo cittadino Cacioli ricorda che “non sarà tolto il pranzo a nessuno. Chi non pagherà avrà prima un sollecito, poi una diffida, infine il ruolo coattivo per il recupero”».
Non si contesta il principio —i bambini possono usufruire del pasto solo se figli di chi se lo può permettere— ma solo la modalità di rivalersi sulle famiglie più povere: “se non paghi ti pignoriamo, lo stipendio, la casa se ce l’hai, se non il mobilio, o la vettura”. Ecco la differenza tra i liberisti di destra e quelli di sinistra.
Nessuno va alla radice, che lo Stato non avendo più sovranità monetaria deve prendere i soldi a strozzo dalla Bce via banche private. Che lo Stato, non avendo più sovranità politica, è obbligato ad ubbidire ai diktat dell’Unione europea, che impone all’Italia draconiane politiche di tagli alla spesa pubblica.
Gli ultimi dati dell’ISTAT ci dicono che ci sono in Italia oltre 7 milioni di poveri, ovvero:
«… non potersi permettere spese impreviste di 800 euro, una settimana di vacanze, un pasto proteico ogni due giorni, l’acquisto di un’auto, un riscaldamento adeguato o avere arretrati per mutuo o bollette».
Figurarsi tirar fuori centinaia di euro ogni mese per pagare la retta dei propri figli nelle mense scolastiche.
Invertire la rotta si può e si deve.