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ALEMANNO NO del Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso

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Non ci appartiene l’antifascismo paranoide di certa sinistra, né il progressismo manierista di certa borghesia. Non è la sua lontana e giovanile militanza neofascista che contestiamo a Gianni Alemanno. Chiunque può commettere un errore, correggerlo, cambiare posizione. Il fatto è che nel caso di Alemanno la pezza è stata peggiore del buco. Ad Alemanno contestiamo, via Alleanza Nazionale di Fini, la sua senile e duratura adesione in posizioni apicali al regime neoliberista della Seconda Repubblica, nel caso di specie come lacchè di Berlusconi. Come Ministro e sindaco di Roma ne ha fatte di cotte e di crude — sorvoliamo per carità di patria sui suoi numerosi guai giudiziari.

Non ci risulta un “secondo pentimento”, una qualche autocritica rispetto a questo suo recente e indecoroso passato. Quel che agli atti risulta sono piuttosto le sue imbarazzanti piroette politiche. E’ doveroso segnalarle.

Nel 2013 (diciannove anni dopo la “svolta di Fiuggi”!) il nostro, rimasto disoccupato ed emarginato dai berlusconidi (compresi i “camerati” di AN) rompe con il PdL e, datosi una verniciata di “destra sociale”, inizia il suo vagabondaggio politico. Fonda un suo movimento politico denominato “Prima l’Italia” ma lo scioglie subito dopo per confluire in Fratelli d’Italia quindi rientrando nei ranghi del berlusconiano “Popolo della Libertà”. Si candida alle europee del 2014 per FdI ma non viene eletto. Ecco quindi che poco dopo esce da FdI per fondare “Azione Nazionale”. Nel 2017 assieme all’altro trombato Francesco Storace da vita al “Movimento Nazionale per la Sovranità”. Nel 2019 Alemanno rompe con Storace per rientrare in Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Nel 2022 ennesima giravolta: rompe con la Meloni e in occasione delle elezioni del 25 settembre dichiara di sostenere Italexit di Paragone. Rottura definitiva col centro-destra? Manco per sogno! Alle regionali del Lazio svoltesi nel febbraio scorso il nostro sostiene la lista di centro-destra capeggiata da Francesco Rocca. Ed eccoci dunque arrivati, dopo tanti volteggi e la parentesi del “Forum dell’Indipendenza Italiana”, al 25-26 novembre, con la fondazione di “Indipendenza”, di cui Alemanno è segretario nazionale.

Quale sia il prodotto di queste moltiplicazioni risulta evidente a chi abbia occhi per vedere e sincera passione politica: mancanza di principi, demagogia, trasformismo pornografico, smisurata ambizione personale. Se così stanno le cose ne consegue, e lo diciamo col rispetto dovuto agli amici che ripongono una disperata fiducia in “Indipendenza”, che non ci si può fidare di simili personaggi. Non hanno né la statura, né le idee, né il coraggio per costruire un’opposizione rivoluzionaria che punti davvero a rovesciare il regime neoliberista riconsegnando la sovranità al popolo e l’indipendenza all’Italia. Chi non possiede queste qualità non solo non può resistere in questi tempi difficili, è destinato a fare inciuci ed a mercanteggiare col regime. Peggio, questo genere di forze politiche finiscono quasi sempre per essere funzionali al sistema neoliberista che le userà come gatekeeper per impedire che lo spazio dell’opposizione venga occupato da forze genuinamente democratiche e rivoluzionarie.

I segni che si tratti proprio di una oppofinzione ci sono già. Un congresso fondativo che è stata una kermesse (nessun programma politico, nessuno statuto), messa su in fretta e furia per strappare visibilità mediatica. Sulle dirimenti e scottanti questioni del momento tutto sta appeso a furbeschi equilibrismi. L’Italia deve uscire dalla NATO? Si vedrà. Rompere la gabbia dell’Unione europea? Macché, dobbiamo cambiare la Ue. Dalla parte della Resistenza del popolo palestinese? No, no siamo equidistanti. Una fretta, manco a dirlo, per attrezzarsi in vista delle elezioni europee. Se ne vedono già delle belle.

Épater le bourgeois. I borghesi, adusi al politicamente corretto, sono “sbalorditi” e “scandalizzati” dalla prima mossa politica “rosso-bruna” di Alemanno, l’inciucio con Marco Rizzo. Negano ma in camera caritatis ammettono che faranno alleanza. Su che si reggerà questa eventuale alleanza? Sulla smania irrefrenabile di tornare protagonisti nel circo dei politicanti, maldestramente nascosta dal fusariano trucco tautologico “Valori di destra e idee di sinistra”.

A chi ci dice di stare a vedere, di non emettere sentenze in anticipo, rispondiamo: abbiamo visto abbastanza per sapere che non c’è da aspettarsi nulla di buono da Alemanno e dalla sua corte dei miracoli.

Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso

7 dicembre 2023

4 pensieri su “ALEMANNO NO del Direttivo nazionale del Fronte del Dissenso”

  1. Emanuele Perotti dice:

    Staremo a vedere come il periscopio osserva. Anche fuori dall’isola di plastica nell’Atlantico.

  2. Cecilia dice:

    Tutto condivisibile ma per onestà intellettuale va detto che, contrariamente a quanto affermato in questo articolo, durante il congresso fondativo ed in particolare nella giornata dove ha partecipato Toscano e Rizzo, ho visto sciarpe palestinesi e la partecipazione di un emerito esponente palestinese. … o sbaglio?

  3. Aldo dice:

    Alemanno è un opportunista integrale, l’articolo ne fa un ritratto assolutamente veritiero. Poi che, come spesso accade, intorno ci sia gente onestà e in buona fede, sciarpe palestinesi e quant’altro, non stupisce: il personaggio è prontissimo a ingannarli e a sfruttarl

  4. Nello dice:

    Secondo me vanno specificati anche i ruoli e le responsabilità di Toscano e Rizzo in tutta l’operazione, altrimenti l’articolo rimane monco.

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