dai morti sul lavoro al suicida senza lavoro
L’antro della Sibilla
«Mamma scusami».
Con queste due parole, scritte sul retro del modulo d’iscrizione agli elenchi per disoccupati, Emanuele Vacca, “bamboccione” torinese di 29 anni ha accompagnato il suo suicidio dopo che la piccola azienda per cui lavorava aveva annunciato di chiudere i battenti. Il capitalismo ha la sue regole, con la crisi si sbarazza della forza-lavoro eccedente. Ma questi pezzi di forza-lavoro sociale hanno un “difetto”, sono esseri umani, hanno dei sentimenti, hanno una dignità. Stia in guardia Monsieur le Capital! Potrebbe accadere domani che sia Lui ad essere appeso alla medesima corda. L’operaio rottamato che oggi si toglie la vita perché sente di essere un niente, potrebbe decidere di voler essere tutto, potrebbe decidere di farla finita, non con la vita, ma con la morte che il Capitale rappresenta.