CROLLO DEL PREZZO DEL PETROLIO, CHI AVEVA RAGIONE?
[ 21 ottobre ]
Certo, anche per i Paesi Opec c’è un conto da pagare: molti stati, basti pensare al Venezuela, hanno i conti pubblici legati a doppio filo con i proventi dell’oro nero. Proprio il Paese centramericano chiede ora che vengano re-introdotti i tagli automatici alla produzione, in modo da tenere il barile a 70 dollari (dagli attuali 46 circa).
D’altra parte, il piano sembra funzionare. Il petrolio è di un terzo sotto il valore dello scorso novembre e la produzione Usa è scesa di circa mezzo milione di barili al giorno, poco sopra i 9 milioni, dal picco trentennale raggiunto in giugno. Secondo l’Agenzia dell’Energia, i tagli andranno avanti il prossimo anno per stazionare su una media annua di 8,86 milioni di barili. Di contro, gli affari dell’Opec si gonfieranno con la previsione di una crescita della domanda da quei Paesi a 31,1 milioni di barili, contro i 29,3 milioni dell’anno scorso. “La loro strategia sta funzionando, per loro”, ha detto l’analista di Barclays Miswin Mahesh. “Significa un po’ di sofferenza ora, ma nel medio-lungo periodo coglieranno il frutto di un mercato più bilanciato, con forniture di shale sotto controllo, domanda in crescita e pure i prezzi”».
* Fonte: Economia e Finanza
"Sostenevamo che la causa principale fosse la determinazione dei paesi OPEC (sauditi in testa) a mettere fuori gioco gli USA che nel frattempo avevano investito ingenti capitali nella costosa tecnica dell'estrazione di gas estratto tramite perforazione delle rocce nel sottosuolo (shale gas cracking)." Io ritengo questa opinione tuttora valida. Non si sa bene con precisione per quali motivi (forse per qualche ricatto) ma in questo modo i Sauditi hanno fatto un dispetto agli investitori USA che avevano puntato sul gas di scisto strombazzando prospettive che erano assai simili ad un bluff. E' certo comunque che il dispetto ha disturbato altri paesi come quelli del sud America e la Russia stessa. I contraccolpi finanziari ed economici restano da analizzare. Forse nell'ambito di questa oscura manovra erano voluti.
In tutta sincerità trovo assai poco convincente questa tesi per due motivi: il primo è che non c'è alcun bisogno di ridurre ad una sola causa gli eventi senza pensare invece a una serie di condizioni concomitanti. Quindi può essere benissimo che l'Arabia Saudita abbia tentato la sua mossa in un momento in cui a Washington poteva fare comodo per sistemare la Russia e i alcuni Paesi della latino america. In secondo luogo non capisco davvero a cosa serva: ora che la produzione Usa è scesa cosa succede? I prezzi ricrescono? Ma allora la produzione di gas e petrolio da scisto riprende fiato e siamo punto e daccapo perché i pesci piccoli che sono nel frattempo falliti possono essere sostituiti dai grandi gruppi che hanno resistito agevolmente. Non è nemmeno escluso che siano state le "sorelle" americane ad aver ordito o partecipato al piano. In ogni caso è evidente che le cose sono più complesse di due tesi che vengono messe artatamente in contrapposizione.