UN FRONTE PANEUROPEO PER USCIRE DALLA GABBIA EURO-LIBERISTA di Dimitris Mitropoulos
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[ 10 dicembre ]
Sabato 21 novembre si svolse a Roma l’assemblea promossa dalla campagna eurostop.
Qui sotto l’intervento svolto dal compagno greco Dimitris Mitropoulos [a sinistra nella foto], a nome Unità Popolare (Laikì Enotita -LAE)
Cari amici e compagni,
Vi saluto e vi ringrazio a nome del Consiglio politico del Unità Popolare.
Vorrei presentarvi la situazione in Grecia e alcune cose per quanto riguarda il nostro nuovo fronte politico.
Da cinque anni, la Grecia è stata oggetto sperimentale della crisi strutturale del sistema.
I tre memoranda applicati per cinque anni hanno portato alla più grande recessione che un paese del mondo sviluppato abbia mai conosciuto in tempi di pace:
• il PIL del Paese è sceso al 25%.
• La disoccupazione è cresciuta dal 9% al 26%.
• Il debito è passato dal 126% del 2009 al 180%.
Queste sono alcune delle conseguenze economiche, ma ci sono anche quelle politiche. Ad esempio, il parlamento greco non è quello che legifera. La maggior parte dei memorandum, che sono composti da centinaia di pagine, sono passati senza nemmeno essere letti dai parlamentari greci.
In questi cinque anni sono state condotte molte lotte: il movimento piazza Syntagma circondò il Parlamento per 40 giorni, abbiamo avuto più di 30 scioperi generali, 3 i governi che sono caduti sotto la pressione di insoddisfazione pubblica, anche il PASOK è crollato, ed un piccolo partito della sinistra radicale, SYRIZA, è salito al governo, e il nostro popolo ha respinto i memoranda nel referendum del 5 luglio con il suo voto NO.
Tuttavia, questo enorme disastro non si è fermato.
In ogni memorandum o negoziazione per il rimborso del prestito, il nostro popolo è stato posto davanti al dilemma: “senza l’aiuto del memorandum, si andrà in bancarotta e uscirà dall’euro”.
Questo dilemma è stato drammaticamente utilizzato la scorsa estate.
Alexis Tsipras ha accettato questo dilemma e ha detto chiaramente di preferire il memorandum.
Egli, adottando totalmente il ragionamento dei precedenti governi e sostenendo che egli stava “salvando il paese dal caos”, ha preso le misure che i governi precedenti non potevano prendere: riduzione delle pensioni più basse, case messe all’asta, privatizzazione di porti e aeroporti, nuove tasse sui salari.
Nel corso delle elezioni di settembre Tsipras ha parlato di un programma di austerità dpiù modesto, ma in realtà un programma del genere non esiste. C’è solo il programma di memorandum di grave austerità che sta applicando.
Non è che il governo di Tsipras applichi un programma con cui non è d’accordo. Secondo un deputato Syriza “anche se il memorandum non esistesse, bisognerebbe inventarlo”.
Sul piano geopolitico, il governo SYRIZA-ANEL agisce come veicolo della politica USA NATO nell’area. Recentemente la Grecia ha preso parte ad esercitazioni americano-israeliane nel Mediterraneo orientale. Era l’unico paese europeo con la Polonia!
L’attuale governo è sottoposto alla NATO, e questo sta diventando pericoloso considerando il recente barbaro attacco a Parigi.
Quando il nuovo governo di Syriza-ANEL ha firmato il terzo memorandum, ha sostenuto che avrebbero combattuto la corruzione e l’oligarchia greca. Invece hanno approvato una legge che offre la gestione delle banche ai banchieri, ed anche un’altra legge che impedisce i controlli suggeriti dalla lista Lagarde e dalle altre liste di evasori ricchi e movimenti, tradendo in tal modo i movimenti sociali e ambientali che combattono le aziende oligarchiche e multinazionali.
Non è vero che governo SYRIZA ANEL è stato ricattato e applica misure che non condivide. Si tratta di un governo neoliberista estremo che sta lavorando per il grande capitale.
Dal 2010, quando il grande dilemma “Memorandum o che altro” è stato lanciato, sono stati messi a nudo i limiti della sinistra. Nessun partito ha presentato un programma alternativo.
Il Partito comunista (KKE), essendo il partito più forte in quel momento ha sostenuto che la sola soluzione erano socialismo e socializzazione della grande produzione.
SYRIZA ha sostenuto che avrebbe stoppato i memorandum dopo una trattativa con i finanziatori. Il loro motto era “ né rottura né sottomissione”. Altre forze come ANTARSYA non hanno proposto programmi dotati di concretezza.
SYRIZA, alla fine, è salita al potere ed ha seguito la via negoziale, con ciò diventava chiaro che se non si è pronti al conflitto, non si può che capitolare. I punti principali che hanno portato alla sottomissione erano:
• La liquidità monetaria erogata dalla BCE è diventata lo strumento del soffocamento economico; di questo i controlli sui capitali erano il risultato. La leadership europea in questo modo ha applicato quello che una volta Nixon aveva detto nella lotta per far cadere il governo cileno di Allende: “far piangere l’economia”.
• Questo problema non poteva essere risolto senza il controllo sulla liquidità da parte del governo greco, che significa, banche nazionalizzate e moneta nazionale, fuori dal sistema BCE. Ma SYRIZA non ha voluto applicare tali misure. Non erano preparati per un “piano b”.
E’ noto che nel corso di questi 5 anni la Grecia è diventata il simbolo di speranza per i popoli d’Europa che volevano farla finita con l’austerità. Invece, nel giro di pochi mesi, il paese è diventato l’esempio per dimostrare che non ci sono alternative alle politiche neoliberiste.
La creazione di Unità Popolare (LAE) 3 mesi fa, è un messaggio paneuropeo che questa logica non deve prevalere.
Le recenti elezioni nazionali, sotto la pressione dei creditori, si sono svolte in meno di un mese, in accordo con gli istituti di credito. E’ così accaduto che le persone non hanno avuto il tempo per sperimentare le gravi conseguenze del memorandum Tsipras, e di non lasciare modo LAE di affermarsi. In questo modo, LAE ha ottenuto 2,9% quando avremmo avuto bisogno di superare la soglia del3% per entrare nel parlamento …
E’ evidente che il governo Tsipras diffonde disfattismo e delusione tra le persone. Tuttavia, i sentimenti del popolo vanno dalla disperazione e delusione verso la rabbia. Ecco perché LAE punta a stabilire una resistenza più dinamica a queste misure e riportare fiducia nella classe operaia. I primi segnali sono incoraggianti. Nel primo sciopero che ha avuto luogo subito dopo la nascita del nuovo governo, la partecipazione è stata grande.
Il terzo memorandum non farà uscire il Paese dal marasma, mentre la Grexit tornerà alla ribalta, come intimidazione, come parte del piano dell’Europa tedesco o come un incidente.
LAE ha una pesante responsabilità dal momento che dobbiamo costruire un fronte forte, riportare la fiducia nel popolo e formare un programma concreto che dia risposte al vicolo cieco del memorandum.
Tale programma deve avere determinate caratteristiche: la cancellazione del memorandum, l’uscita preparata e coordinata dalla zona euro e il conflitto con l’Unione europea neoliberista. Nel programma di LAE è chiaramente affermato che questo conflitto è inevitabile, sia in termini di zona euro che con il resto dei regolamenti dell’Unione Europea. Un referendum con la dichiarazione di uscita della Grecia dalla UE fa parte di questo piano.
Questi obiettivi non esauriscono tutto il contenuto della nostra agenda, ma sono il programma transitorio per un cambiamento radicale.
Allo stesso tempo, è chiaro che se un paese —Grecia o Portogallo— prende l’iniziativa di uscire della zona euro, avremo bisogno di maggiore coordinamento e cooperazione tra le forze progressiste, anti-neoliberisti e di sinistra, e della solidarietà fra i popoli europei contro le oligarchie dell’Unione.
In questa direzione, noi proponiamo un fronte ampio, internazionale, paneuropeo, in grado di entrare in collisione con le politiche di austerità, il neoliberismo e la zona euro. Soprattutto per i PIIGS, le principali vittime della crisi a causa delle regole della zona euro!
La campagna non UE-No Euro-No Nato ci aiuta in questa direzione. La crisi attuale ha spinto avanti il fronte NO EURO e dobbiamo parlare e collaborare con coloro che sono d’accordo. Allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli dei problemi che potrebbero derivare dalla presenza della NATO in Europa. In Europa manca oggi un movimento pacifista e antimperialista.
Dovremmo organizzare manifestazioni paneuropee con la partecipazione dei sindacati e dei movimenti sociali. Allo stesso tempo, stiamo pensando di un incontro europeo ad Atene di tutte le forze di sinistra e democratiche, anti-neoliberiste, in modo che tutte le proposte alternative e le soluzioni contro le norme autoritarie della zona euro e dell’Unione europea possono essere discusse.
Non dobbiamo perdere tempo. La Grecia è un soggetto sperimentale in grado di confermare la massima che dice: “noi non perderemo, perché non abbiamo ancora perso la nostra capacità di imparare”.
I paesi del nord stanno preparando un piano b per uscire dall'euro.Lo dice Gael Giraud, direttore al CNRS per l'economia e capo economista dell'agenzia per lo sviluppo francese (ossia un consigliere di Hollande che nell'articolo si lamenta di non essere ascoltato dal presidente), padre gesuita.https://fr.m.wikipedia.org/wiki/Gaël_GiraudIn un'intervista pochi giorni fa su Sette, rivista del Corriere della Sera, afferma che i tedeschi hanno promesso ai loro elettori che non pagheranno mai per i debiti dei paesi periferici ma si stanno rendendo conto che con la Grecia nella zona euro questo sarà impossibile (si parla immagino dei colloqui che avverranno i primi mesi del 2016 sul debito greco).L'intervista sarebbe a pagamento ma è leggibile per intero qui cliccando sulla foto (sono due parti).https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=970570893010230&id=206330066100987La frase: "So che si sta delineando un piano B che consentirebbe ai paesi del nord di creare una nuova valuta".