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ITALIA: POVERI IN AUMENTO

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[ 14 luglio ]

L’ISTAT ha reso noto il suo Rapporto annuale sulla povertà.
Più sotto il rapporto.
Che viene fuori? Che  nel 2015 le famiglie in condizione di povertà assoluta sono state pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598 mila, il numero più alto dal 2005 a oggi. 
C’è poi la cosiddetta “povertà relativa”: 2 milioni 678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014).


Sono quindi 13 milioni i cittadini italiani in condizioni di indigenza, con il Mezzogiorno che vede quattro famiglie su dieci che sono povere.

L’ISTAT ci dice però che l’incidenza della povertà assoluta aumenta aumenta anche al Nord sia in termini di famiglie (da 4,2 del 2014 a 5,0%) sia di persone (da 5,7 a 6,7%) soprattutto per l’ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri (da 24,0 a 32,1%). Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana (l’incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%).

2 pensieri su “ITALIA: POVERI IN AUMENTO”

  1. Giovanni dice:

    Eppure nessuno (nel mainstream) che riesca a dire cose elementari come aumentare le pensioni minime a 800 euro (netti) per chi ha casa e a 1300 (netti) per chi non c'è l'ha. Senza ISEE e ed altri luridi indicatori di povertà. E sì che sarebbe proprio il minimo minimo perché riguarderebbe solo gli anziani lasciando scoperti tutti quelli in età da lavoro, ma neppure questo minimo si riesce a dire.

  2. Anonimo dice:

    Vorrei osservare in margine a questo articolo che il blog,solitamente attento e tempestivo su molte questioni nazionali e internazionali non ha dedicato finora una riga alla tragedia ferroviaria in Puglia,eppure anche questo è un dato che si deve alla povertà,o meglio all'impoverimento complessivo del Paese determinato dal federalismo fiscale fortemente voluto all'epoca da Maroni e poi alle politiche austeritarie dell'Unione Europea. Sta di fatto che l'indebolimento dello Stato centrale,la marcata regionalizzazione finanziaria e fiscale e i vincoli dell'Ue coi famosi progetti europei hanno fatto sì che restringendosi la coperta,su aspetti strutturali dello stato sociale,quale trasporti e sanità,le maggiori risorse andassero al Nord e sempre meno al Sud.Si ha il paradosso così che la Campania abbia le tasse locali più alte d'Italia,mentre i trasporti non sono migliori di quelli pugliesi,gli ospedali chiudono uno dopo l'altro,per non parlare degli altri parametri economici e sociali che tutti ben conoscono.Una presa di posizione del MLP in merito è doverosa. Nello De Bellis

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