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NÉ DESTRA NÉ SINISTRA (terza parte): LA SINISTRA PRO di Tonguessy

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[ 16 giugno 2017 ]

Segue la PRIMA e la SECONDA parte del saggio di Tonguessy

Entriamo nella zona politicamente incolore di Gianroberto Casaleggio il quale ci informa che “un’idea non è né di destra né di sinistra. E’ un’idea. Buona o cattiva.”

Gli fa eco Grillo, il quale dichiara: “il MoVimento 5 Stelle non è di sinistra (e neppure di destra). E’ un movimento di italiani. L’ideologia, l’ideologia non credo ancora che ci sia è un paravento per fottere la gente. Il MoVimento è sopra e oltre e parla agli italiani, non ai piddini o ai berlusconiani.”

Interessante la semantica: prima di tutto NON è di sinistra e tra parentesi non è neanche di destra nonostante “nel Parlamento europeo afferisca al gruppo politico euroscettico di destra dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta che ha contribuito a fondare insieme ad altre forze politiche nel 2014”[1]

In piena assonanza con il motto “Rosso è Nero” l’ex-comico si allinea con quanto detto da Mutti, Sofo e fascisteria postmoderna varia: bisogna andare oltre gli schieramenti tramite la manipolazione dei segni che gettano il reale (la Storia ed il sangue con cui è stata scritta) nel virtuale. Non a caso si inseriscono nelle procedure politiche dettagli tutt’altro che irrilevanti come la democrazia diretta via web, definita come “il più incredibile successo nella storia della politica online”. Il suo blog “già nella seconda metà degli anni Duemila era tra i primi dieci al mondo nella classifica di Technorati”. [2]

Si tratta di demolire le obsolete categorie precedenti che vanno associate ad inefficienza, arretratezza e corruzione. Secondo Grillo “la demolizione è già iniziata attraverso una tecnologia che si chiama Internet, che sta demolendo tutti i canoni nel mondo di finta democrazia, di corruzione…. È un cambiamento di mentalità, di cultura, di civiltà. “ [3] Questo lo dice un sito che è tutto un programma: libertà nel digitale. Probabilmente pensato in funzione della società cashless, dove i cittadini possiedono solo una carta di credito che sposta stringhe numeriche in qualche computer di proprietà di qualche banca che può bloccare in qualsiasi momento le loro disponibilità economiche. L’universo digitale ci ha lasciati davvero liberi: compressioni audio (Fraunhofer) che scartano frequenze, CD che comprimono le dinamiche musicali dei vecchi vinili, Berlusconi che grazie alla televisione digitale riesce a evitare di mandare in soffitta Rete4. La “demolizione” di cui parla Grillo è portata avanti dalla tecnologia digitale: basta con le finte libertà legate all’obsoleto mondo analogico, oggi serve “un cambiamento di mentalità, di cultura, di civiltà.” In effetti un partito votato da un’eguale dose di elettori di sinistra e di destra (anche se inizialmente sostenuto solo da delusi di sinistra) non può che testimoniare tale cambiamento. Bisogna dimostrare però che i cambiamenti sono sempre positivi così come Grillo lascia intendere. Io preferisco ancora i vinili, meglio se amplificati da un valvolare.


Per Grillo “la Rete diventa una sorta di divinità, protagonista di una narrazione escatologica in cui scompaiono i partiti (nel senso originario di fazioni, differenze organizzate) per lasciare il posto a una società mondiale armonica, organicista.” [4]

Grillo in questi suoi propositi ha avuto lungimiranza: affidandosi alla tecnologia ha fatto più o meno che ciò che fece la borghesia per scalzare gli aristocratici nel passaggio da medioevo a modernità. I fatti dimostrano ancora una volta che il credo su cui sono stati costruiti per decenni (se non per secoli o millenni) interi sistemi sociali non reggono il confronto con la fascinazione di ciò che di innovativo scienza e tecnologia sanno proporre. In questo il M5S rappresenta una novità: mentre le consorterie del né-né si affidano ai metodi tradizionali con risultati abbastanza scadenti, i vertici pentastellati si sono affidati a delle innovazioni che promettono (per default) un cambiamento epocale. Purtroppo la strada del né-né è segnata in partenza e, al netto del coinvolgimento tecnologico, senza adeguate strutture culturali e politiche che si rifacciano necessariamente ai vecchi canoni il decadimento nell’indifferenziato postmoderno è inevitabile. Se cioè si sostiene la validità del né-né si viene inderogabilmente attratti nella spirale infernale dell’indifferenziazione.

Meglio di Grillo ha fatto Macron “il cui partito è stato creato su Internet, solo un anno fa…dalla squadra di Steele & Holt, una misteriosa società” scrive il sempre ottimo Meyssan che annota come sia il partito di Aaron Sharon Kadima! che En Marche! siano “dei partiti centristi che riuniscono personalità di destra e di sinistra. [Macron] Non mette in discussione la capacità dei partiti di sinistra e di destra a difendere i valori a cui si richiamano, ma invita i leader di questi partiti a unirsi presso di lui per difendere i loro interessi comuni. Senza dubbio, se le elezioni andranno così come Macron spera, la distruzione dell’opposizione avrà inizio.”[5]

La ridondanza delle proposte di sinistra fatte da destra (e viceversa) non perdona, ed il giochino è stato creato apposta per seminare il post-individualismo attuale dove non si riesce più giudicare l’individuo dall’appartenenza politica ma dall’esposizione delle teorie incrociate che lo accompagnano, rigorosamente in antitesi tra loro. Questo caos preordinato serve a squalificare i precedenti ordinamenti dando l’abbrivio ad una ridefinizione del sistema. Come pensavate fossimo arrivati all’attuale stato di dominio della finanza sennò?

Restiamo in zona grigia, ma viriamo a sinistra. In qualità di alter ego del già citato Brugnaro per sponsorizzazioni di partiti, Penati rappresenta perfettamente il decadimento dell’ex PCI verso l’indifferenziato sinistroide attuale. Oggetto di parecchie indagini giudiziarie, viene sostenuto anche da Philippe Daverio in un video intitolato “Né destra né sinistra ma avanti”. Ci informa il papillonissimo dal suo comodo divano che oggi “non conta più essere di destra o di sinistra. Le categorie di destra e di sinistra sono totalmente obsolete. Solo alcuni assolutamente antiquati continuano ad utilizzarle. La categoria della destra e della sinistra è una categoria molto bizzarra…è caduta assieme al muro di Berlino nel 1989. Né destra né sinistra ma avanti!” [6]Ecco fatto. Il PD cade anch’esso nella trappola e invece di rivedere le proprie analisi delle cause che hanno portato allo sfacelo attuale, preferisce adottare la politica di Borghezio e soci: evita di dichiararti comunista, prenditi un leader democristiano per fare sembrare vero il tuo pentimento e gioca a nascondino semantico: i tuoi esponenti grazie all’adesione all’indifferenziato postmoderno non potranno fare diversamente da chiunque altro, e la magistratura semmai farà il proprio dovere.

“Nè destra né sinistra ma avanti!”. Verso dove? Beh, che importa? L’essenziale è non disturbare il manovratore e indossare il papillon.


NOTE 

5 pensieri su “NÉ DESTRA NÉ SINISTRA (terza parte): LA SINISTRA PRO di Tonguessy”

  1. Anonimo dice:

    Interessante l’analisi su Grillo , un po' meno ( come nei precedenti due post ) l’analisi della distinzione tra destra e sinistra , nel senso della distinzione di quali idee e pratiche politiche siano di destra e quali di sinistra . Tonguessy pare ( fino ad ora ) non riuscire ancora a sciogliere questo nodo , che è decisivo per chi si prefigge di smontare il “ne destra ne sinistra” . Tanto che si lamenta del fatto che progetti di sinistra vengono portati avanti da gente di destra : invece di lamentarsi , Tonguessy dovrebbe dimostrare ( “dovrebbe” visto che è stato lui a proporre , almeno sembra dal titolo , la confutazione del né destra né sinistra ) che le politiche antiliberiste ( è a queste politiche che si riferisce , anche se qui non lo esplicita ) proposte da gente di destra ( neofascisteria varia ) non c’entrano nulla con la sinistra . Invece non lo fa . Ma lo statalismo di per se non è condizione sufficiente per essere definiti di sinistra ( anzi forzando il ragionamento , alla fine , quando diventa un ostacolo alla partecipazione e all’emancipazione , lo statalismo non è per nulla di sinistra … ma non vorrei aprire discorsi e intanto fermiamoci qui ) . Credo che Tonguessy sappia bene che politiche antiliberiste possano far parte ( e spesso fanno parte ) anche del bagaglio politico di neofascisti o semplici conservatori . Eppure Tonguessy sembra accontentarsi di leggere il nodo destra/sinistra con il termometro statalismo/liberomercato : mutismo e ambiguità ( quando non infelici battute omofobe ) sui diritti delle minoranze , sulle politiche emancipative e libertarie , sulle prassi partecipative e includenti ecc.. ( non passo molto di qui , ma lo dico perché ho già avuto modo di leggere Tonguessy in altre sedi ) ; nulla di tutto questo , ma in più confusione ( e ancora ambiguità ) sul valore e l’idea del nazionalismo .Critico Tonguessy perché in realtà lo rispetto , e mi aspetterei qualcosa in più da lui . Ma Baudrillard qui non serve a molto , come non serve la ( molto discutibile ) categoria di postmoderno , come non serve a nulla ( anzi , è pure mistificante perchè decontestualizza ed è pure di destra perché foriero di sollecitare bassi istinti reazionari ) un passatismo nostalgico e pure cieco . Quello che serve è sapere cosa vuol dire essere di destra e di sinistra : se sei contro il libero mercato , la mercificazione di tutto ecc..ma sei anche contro i diritti , l’emancipazione e l’inclusione delle minoranze , dei “diversi” ecc.. non sei di sinistra . Sei una destra sociale . Spero in una prossima smentita , ma è proprio per questi nodi non ancora sciolti che secondo me Tonguessy in realtà porta acqua al mulino dei sostenitori del né destra né sinistra .Fabio

  2. Tonguessy dice:

    Caro Fabio,spero tu sia la stessa persona che nelle “puntate precedenti” si lamentava che io non sono in grado di definire più precisamente cosa sia di destra e cosa sia di sinistra. Inizi dicendo che dovrei “dimostrare..che le politiche antiliberiste…. proposte da gente di destra ( neofascisteria varia ) non c’entrano nulla con la sinistra”. Ho tentato di farlo citando Borghezio ed il modus operandi della fascisteria: per costoro le politiche antiliberiste sono solo un attrattore, uno specchietto per le allodole utile ad attirare gli ingenui. Borghezio all’estrema potenza diventa la Notte dei Lunghi Coltelli, quando Hitler ed Himmler si sbarazzarono della “sinistra nazista”, ovvero delle forze che permisero l’ascesa del partito nazionalsocialista (Rohm e Strasser) legate all’idea di rivoluzione permanente. Il termine stesso nazionalsocialista trae in inganno, e lo fa artatamente. Dietro a Hitler e al nazismo c’era la IG Farben, non le masse di disperati per i trattati di Versailles. La IG Farben è poi diventata il colosso chimico di Basf, Bayer, Agfa, Hoechst, Merck etc…e già ai tempi del processo di Norimberga fu detto che per debellare il nazismo occorreva estirpare la IG Farben. Niente di tutto questo avvenne. Perchè? Semplice: i nazisti tornarono utili in chiave anticomunista. Non voglio qui divagare troppo, anche se questi aspetti sono direttamente collegati con le tue domande. La Storia ci ha consegnato delle risposte, basta saperle leggere. Hitler ai tempi di Schacht si inventò i MEFO come soluzione autarchica quindi “antiliberista”. Questo significa forse che non ci fu il riarmo e successivamente la seconda guerra mondiale? Oppure significa che i cittadini tedeschi stremati da un’inflazione inarrestabile non ne trassero giovamento? Come vedi non esiste il “male assoluto della destra” , ed una dose ragionevole di relativismo deve essere inserita anche in queste analisi. Certamente se si tira una riga e si fanno le somme alla fine i conti (almeno per quanto mi riguarda) tornano. Ad ogni velleità antiliberista proveniente da destra corrisponde una volontà di irretire le masse (populismo) mentre si stringono collaborazioni con i gruppi di potere, quelli che poi agiranno verso il monopolio. A sinistra c’è qualcosa di diverso. Intanto non c’è alcuna intenzione di irretire, di mettere specchietti per le allodole. Piuttosto si cerca di argomentare. La destra parla alla pancia, la sinistra alla testa. Ma non è solo questione di metodo, c’entra anche la finalità. Che nel caso della destra ha un riferimento fisso: alleanze con i grandi capitali. E questo fu il motivo per cui fallì la riforma agraria voluta dal fascismo (e fino a quel punto andata benissimo): alla fine i latifondisti pugliesi si dissero pronti a scatenare le “loro” camicie nere contro Mussolini, se questi avesse insistito con quella riforma che prevedeva lo smembramento del latifondo.Volendo fare un parallelo potremmo tirare in ballo Portella della Ginestra, dove i braccianti guidati da socialisti e comunisti manifestavano per la spartizione delle terre. Sai già come andò a finire.Questa è la differenza tra destra e sinistra che la Storia ci ha consegnato.(continua)

  3. Tonguessy dice:

    Passiamo allo statalismo: è di destra o di sinistra? Beh, dipende. Oggi che siamo sotto la cupola neoliberista è decisamente di sinistra, ma al netto delle precisazioni appena fatte. Sennò va a finire che Salvini in quanto antieuro è di sinistra. Hitler fu statalista? Direi di si, dato che fece risorgere la Germania dalle ceneri di Versailles, ma direi anche che uno stato totalitario come quello del terzo Reich non è nei piani di chi sostiene la sinistra oggi. Il nazionalismo in epoca di libera circolazione di tutto è sicuramente un modo per arginare la sconfitta programmata della sovranità nazionale. Infine: “se sei contro il libero mercato , la mercificazione di tutto ecc..ma sei anche contro i diritti , l’emancipazione e l’inclusione delle minoranze , dei “diversi” ecc.. non sei di sinistra . Sei una destra sociale “. Boh. Ti ricordo solo che 100%animalisti fu fondato dal fascistissimo Fiore e si occupava di difendere i diritti di quelle “minoranze diverse” che sono gli animali. A parole. Non mi stupirei di sapere che ai vari gay pride partecipano nazisti, dato che esistono gay nazi: https://www.vice.com/it/article/intervista-russo-nazionalista-gayD’altronde tra le fila naziste c’erano non pochi gay, tra cui il già citato Rohm. Quindi hai una visione della destra sociale che non mi trova d’accordo. E con questo passo e chiudo.

  4. Anonimo dice:

    Si , sono la stessa persona , e alla fine mi hai risposto… però mi hai risposto come temevo . Caro Tonguessy , per “minoranze” e “diversi” si intendono gli esseri umani , i soggetti , le persone . Destra e Sinistra nascono , sulla scia dell’Illuminismo , quando nasce l’individuo , la persona , i diritti dell’uomo del 1789 , quando nasce il soggetto libero e uguale .Un ambientalista e un animalista saranno di destra o sinistra non in quanto ambientalisti o animalisti , ma in base a come si pongono di fronte ai diritti ( sociali e civili ) degli esseri umani ( senza distinzioni di genere , credo , colore della pelle etc.. ) . Poi potrà anche essere vero che ci sono dei gay nazi , oppure dei proletari neoliberisti .. ma che argomento è ? Vorrà dire semplicemente che saranno , oltre che coglioni e masochisti , di destra . Se sei antiliberista , ma sei anche contro gli uguali diritti dei "diversi" , delle minoranze ( di soggetti , di persone , di esseri umani ) .. non sei di sinistra . CasaPound e MarineLePen la pensano così , non chi è di sinistra..PS . Le SA naziste sono un’obrobrio della storia , Rhom e Strasser erano due antisemiti ; e , se ti può interessare :http://www.einaudi.it/libri/libro/g-tz-aly/lo-stato-sociale-di-hitler/978880617831da questo stato sociale ne trassero vantaggio i tedeschi , certo , quelli con il sangue ariano a spese di tutti gli altri “diversi” o nemici ( ebrei ,comunisti , omosessuali etc.. ) . E questo già a partire da Schacht . Quindi ci può tranquillamente essere uno stato sociale di destra , che crea piena occupazione ecc , ma appunto dovrebbe fare schifo ad ogni persona di sinistra , per i motivi di cui sopra .. altro che “dose ragionevole di relativismo che deve essere inserita in queste analisi” .. ma appunto ..Fabio

  5. Tonguessy dice:

    Il tuo commento è semplicemente irricevibile. Ma andiamo per ordine. Negli anni '60 (e anche più in là, ma con dei distinguo) il PCI rappresentava la vera forza propulsiva della sinistra italiana. Eppure cacciò Pasolini perchè omosessuale. Nè andò meglio con l'affaire Togliatti-Iotti. Il PCI era intollerante verso chiunque mostrasse dei cedimenti personali (quelli che vanno tranto di moda oggi sotto il nome di "diritti umani" spesso foraggiati da Soros e compagnia bella), dato che l'ordine era di serrare le fila e marciare compatti. Non erano ammesse eccezioni, neanche per i vertici. Secondo il tuo ragionamento il PCI quindi non era di sinistra, e per questo trovo la tua logica irricevibile. Posso però comprendere che esista una "dose ragionevole di relativismo" che permette di valutare le questioni politiche anche su base temporale. Ma tu questa idea la ripudi, quindi ti sei chiuso in un bel cul de sac.Proseguiamo. In realtà adesso capisco molto meglio il senso abbastanza criptico dei tuoi messaggi. In sintesi: non capisci come io, autore di saggi omofobi, possa dichiararmi di sinistra. Potevi dirlo prima a chiare lettere. In realtà detesto queste manfrine, che lascio volentieri ai destrosi. Quelli di sinistra dovrebbero avere il coraggio di esprimersi chiaramente onde evitare di lanciare la conversazione dentro oscuri labirinti. Quindi concludo: non sono omofobo (assoluto rispetto verso ogni scelta individuale che non mini i rapporti sociali) ma disprezzo chi fa della propria inclinazione (sia essa sessuale piuttosto che musicale o alimentare) una ragione morale di supremazia. Il motivo di questo mio disprezzo è molto semplice, e va ricercato nelle ragioni della lotta di classe: l'impegno primario deve andare verso il benessere delle maggioranze (salariati, lavoratori) e non per quello delle minoranze anche se il benessere ricercato in un'ottica pluralista (ovvero la solita "dose ragionevole di relativismo"). Un esempio? Il figlio di Vendola, frutto dei suoi maledetti soldi e della sua maledetta mentalità è il risultato di una serie di azioni che ben pochi si possono permettere. Rappresenta il contrario della lotta di classe il quanto ricerca il benessere individuale comprato a suon di milioni. Fu infatti la Thatcher che sentenziò: non esistono le società (figuriamoci quindi le classi sociali…) esistono solo gli individui. Queste ostentazioni moralistiche e questi doppiogiochismi lasciamolo fare alle destre, che sono maestre in questo come ho cercato di spiegare. La sinistra (quella senza cachemere e senza figli acquistati negli USA) non ha nè soldi nè tempo per queste cose.

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