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DIVORZIO BANCA D’ITALIA/TESORO: UN FALSO MITO

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[ 11 febbraio 2018 ]

L’altri ieri pubblicavamo un intervento dell’amico Eros Cococcetta sul divorzio Banca d’Italia/Tesoro del 1981. Cococcetta, con diversi altri economisti, ritiene che quel divorzio sia stata la causa fondamentale dell’aumento del debito pubblico. Non è vero secondo gli amici della MMT, che invece spiegano l’enorme crescita del debito pubblico italiano con gli obblighi derivati dall’ingresso nello SME. Qui sotto un articolo comparso sul sito della della MMT-Italia un po’ di tempo fa.

*  *  *

Ancora sui falsi miti del Divorzio tra Banca Italia/Ministero del Tesoro del Luglio 1981

edizione Filippo Abbate, revisione Marco Cavedon

Come già abbiamo ribadito varie volte nel corso dei nostri articoli, nel luglio del 1981 si verificò un evento molto importante nella storia dell’economia del nostro paese, ossia, il cosiddetto “Divorzio” tra la nostra Banca Centrale (Banca Italia) e il Ministero del Tesoro.
Fu di fatto una delle prime di tutta una serie di politiche successive di adesione ad accordi sovranazionali che culminarono con l’entrata in vigore nel 2002 della moneta unica Euro, che sancì la morte definitiva della nostra autonomia di spesa come stato sovrano.
Va tuttavia sottolineato che ogni Banca Centrale è “autonoma” solo nella misura in cui lo permette il governo di quel determinato paese, che in ogni momento può regolare la sua attività a seconda dei fini che esso si propone. Il nostro referente economico nazionaleDaniele della Bona in questo articolo (http://mmtitalia.info/la-banca-centrale-e-indipendente-se-anche-fosse-ma-da-chi/) ha ben descritto questo concetto, che vedremo in questa sede di sviluppare ulteriormente.
Con la riforma del mercato dei BOT (titoli di durata fino ad un anno emessi dal governo italiano) del 1975, Banca Italia era costretta ad acquistare in asta primaria (cioè in prima emissione) tutti i titoli che il Tesoro non era riuscito a collocare sul mercato, finanziando quindi lo stesso con nuova moneta emessa dal nulla. Ciò consentì al Tesoro di mantenere in quel periodo contenuti tassi di interesse con i quali “finanziarsi”; ricordiamo tuttavia che operativamente un governo sovrano non sarebbe affatto obbligato ad emettere titoli per finanziarsi, dal momento in cui prima di ritirare la moneta dal settore privato deve emetterla, mentre la prassi di vendere titoli alla sua Banca Centrale è una mera costrizione autoimposta.
Tuttavia l’economia mainstream, preoccupata dagli alti tassi di inflazione di quel periodo, erroneamente li attribuì alle politiche di spesa pubblica facilitate dallo stretto controllo del Tesoro sulle operazioni della Banca Centrale e quindi all’inizio degli anni ’80 si giunse al cosiddetto “Divorzio” (per le reali cause dell’inflazione in quel periodo vedere anche qui: http://mmtitalia.info/i-salari-reali-italiani-e-la-piu-iniqua-delle-imposte-linflazione-parte-2/).

6 pensieri su “DIVORZIO BANCA D’ITALIA/TESORO: UN FALSO MITO”

  1. Anonimo dice:

    Giusto. Bisognerebbe sempre cercare di risalire alle cause senza fermarsi agli effetti. Il divorzio è stata la forma particolare che ha preso qui da noi una linea politica che partiva da più lontano. Parliamo ad esempio del cosiddetto Volcker Shock, ho appena cercato in rete trovando queste slides (e non so chi sia l'autore), alla slide 9/11 si può leggere:"This lost decade witneessed two surprising developments:(i) A wave of democratization (from South Korea [..]"dove è scritto "democratization" deve leggersi "americanization", guarda caso la Corea del sud, una zona attualmente molto calda dove hanno finora prosperato gruppi di industriali locali ma filoamericani."Between 1979 and 1985 the advanced industria countries turned from the conflicts and confusions fo 1970's to economic integration.""conflicts and confusion" degli anni '70 (la strategia della tensione eh, altro tassello).Riepiloghiamo, la decisione di Volcker ha mandato in difficoltà le nazioni indebitate, favorendo la delocalizzazione industriale e la penetrazione di statunitense tramite la creazione e l'aggancio di gruppi economici locali in Asia e favorito l'integrazione dei paesi industrializzati (UE). Mi pare che l'argomento meriti di essere approfondito, o no?

  2. Anonimo dice:

    Non sono convinto e non lo sono molti economistiCito MMT“Nei fatti però ciò avvenne in maniera graduale, in quanto Banca Italia poteva continuare ad intervenire in asta se lo avesse ritenuto coerente sia con gli obiettivi di politica monetaria, sia con gli obiettivi economici del governo.E nella realtà così fece, in quanti la riforma parte nel luglio 1981, ma fino al 1988 Banca Italia continuò ad acquistare sul mercato primario tutti i titoli invenduti del Tesoro che essa voleva al fine di mantenere il massimo tasso di interesse entro certi limiti (quelli nei quali si era costretti dallo Sme).”Che significa?Hanno contnuato a comorare i titoli ma la politica doventava dilendente dalla volontà di Banc d Italiandi comprare o non comprare.Ossia ciò che è succesoso con la spread del 2011-12 quando finché Draghi non ha detto whatever it takes stavamo sotto il ricatto dei mercati al quale ci aveva abbandonato la banca centrale.Quindi il debito non è cresciuto esclisvamente per il divorzio ma quello è stato lo strumento che ha permesso ai poteri finanziari di esautorare la politica.

  3. Fiorenzo Fraioli dice:

    Un'osservazione: il debito pubblico dovuto all'emissione monetaria della BC ha lo stesso effetto politico del debito pubblico dovuto alla collocazione di titoli presso il settore privato? Cambia qualcosa se i titoli di stato vengono acquistati dalla BC (e quindi sono un puro fatto contabile) oppure finiscono nei portafogli dei lavoratori i quali, in tal modo, vedono una parte crescente dei loro redditi provenire dai rendimenti finanziari?A me pare che quella di collocare titoli di stato nel settore privato, in particolare presso i lavoratori, sia stata una scelta politica, tesa a costituire una piccola borghesia con crescenti interessi legati al settore finanziario. Trasformare cioè i lavoratori da salariati, interessati principalmente ai rinnovi contrattuali, in soggetti che seguivano gli andamenti del mercato, da cui dipendeva una parte crescente del loro reddito.Poco male per me, che con i risparmi in BOT di mio padre ho ristrutturato casa. Peccato che, mentre il salario di mio padre è stato sempre crescente in termini reali, il mio sia sempre diminuito. Insomma, a me che ho 63 anni è andata in paro, ma domando: come andrà ai giovani di oggi che hanno salari bassi e decrescenti, non hanno margini per investire e, anche se li avessero, otterrebbero interessi prossimi allo zero?Inoltre il prezzo di qualsiasi merce, compresi i titoli di stato, dipende fortemente dalla differenza tra domanda e offerta. Ovvero: sarà anche vero che la BC ha continuato ad acquistare sul mercato primario (in modo comunque tendenzialmente decrescente) ma se nello stesso periodo la domanda di titoli diminuiva, e quindi sarebbe stato necessario aumentare gli acquisti della BC, l'unico modo per piazzarli era quello di alzare i rendimenti. Cosa che avvenne: e infatti mi ci sono ristrutturato casa.Ciò detto, è anche vero che, aderendo allo SME e accogliendo le normative sulla libera circolazione dei capitali (marzo 1990), abbiamo consegnato alla Germania il potere di determinare i tassi di interesse dei nostri titoli di stato. Per dire, prima del marzo 1990 mio padre, anche volendo, non avrebbe potuto acquistare titoli di stato tedeschi (se non ricorrendo a qualche trucchetto al limite della legalità). Gli amici della mmt la buttano troppo sul tecnico, dimenticando l'intenzionalità politica. Il principio dell'indipendenza delle BC, ad esempio, è un fatto squisitamente politico, che ovviamente produce effetti ex-post. Sui quali gli amici della mmt si scervellano troppo, e inutilmente dal punto di vista delle conseguenze politiche, che attengono ai termini dei rapporti di forza tra le classi.

  4. dexxo dex dice:

    Avevo già letto questo articolo della MMT e di fatto l'articolo rende anche più chiaro che il legare il cambio ad altre valute era deleterio. Per mantenere il cambio allineato con le altre valute del paniere, bankitalia, doveva di fatto alzare i tassi (anche se non bastò visti i riallineamenti). Questo non cambia i termini del problema perché di fatto agiva già dall'adesione allo SME del 1979 il vincolo esterno anche se attenuato. Questo è solo un fatto tecnico, ma che ci dimostra gli enormi scompensi che porta l'avere il cambio fisso, all'epoca un cambio semi fisso. Almeno lì si poteva uscire. Comunque qui abbiamo una nozione tecnica che è bene sapere, ma che non cambia il problema. Anzi chiarisce che bisogna svincolarsi dall'euro il più presto possibile e far ritornare la banca centrale sotto il controllo politico.

  5. Anonimo dice:

    Rimane un fatto: il differenziale tra inflazione e rendimento titoli si impenno' variando tra il 3% e 7% dopo il 1981. Cio' determino' un fortissimo incremento di spesa per interessi a cui i governi cercarono di far fronte incrementando il gettito fiscale, passato dal 31% del 1981 al 42% del 1993, circa. In quello stesso periodo il debito dello stato passo' dal 60% al 120% circa, con una spesa primaria si in aumento ma che non superava la media delle spese primarie di altri paesi europei. Quindi, come stanno le cose?Ho visto qualche dato. Effettivamente la Banca d'Italia continuo' ad acquistare titoli ma non tutti quelli invenduti e dal 1998 smise, se non sbaglio. Ma cio' che piu' conta e' che fu il metodo del mercato ad influire sul rendimento. Un conto e' fissare un rendimento calmierante, un conto e' mettere un bisognoso nelle mani di speculatori assetati di utili. Lo stato, per sua natura un bisognoso, fu messo nella condizione di essere ricattato da strozzini. Gli investitori non compravano e aspettavano che lo stato li implorasse dando loro in premio maggiorazioni sugli interessi.Faccio notare che, seppur in condizioni diverse, il fenomeno si e' ripetuto nel 2010 con la crisi dello spread, quando la speculazione dei mercati sui titoli dello stato, in assenza di un compratore finale, porto' i rendimmenti al 5%. La speculazione fini' quando la BCE disse: compreremo noi. Non avrebbero potuto dirlo subito? Eh no, come avrebbero potuto guadagnare gli speculatori? Siamo di fronte ad atti di guerra verso un popolo intero. Come insegna la storia, per distruggere un avversario, prima lo rendi bisognoso e poi lo costringi a svenarsi per pagare i propri bisogni. Prima indebiti lo stato, poi lo spremi, poi ti proponi per acquistarne i pezzi in svendita: un delitto perfetto. San Ciampi sara' sempre nei nostri ricordi.

  6. Anonimo dice:

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