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PROPOSTA INDECENTE

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[ 21 luglio 2018 ]

Il 14 luglio, organizzato da P101, c’è stato l’incontro pubblico CE LA FARÀ L’ITALIA, ospiti Antonio Maria Rinaldi e Fabio Dragoni (Luciano Barra Caracciolo causa impegni istituzionali non ha potuto partecipare).
I suoi saluti, che abbiamo pubblicato, stanno animando un acceso dibattito.
Pubblichiamo, su quell’incontro, lo stroncante giudizio di Paquino55. Più sotto la risposta di Mauro Pasquinelli. Uno scambio che pubblichiamo poiché, al netto del giudizio sull’incontro di Foligno, esso da la misura della distanza tra la sinistra patriottica e i compagni di un tempo, e della estraneazione tra questi ultimi e la realtà.

* *  *
COMUNISMO O BARBARIE
di Pasquino55


«Sabato 14 luglio (ricorrenza della Rivoluzione francese) volentieri e con interesse, dato l’ordine del giorno, ho partecipato alla manifestazione pubblica promossa dalla sezione di P101 di Foligno. Mio malgrado ho assistito alla più brutta, noiosa e avvilente riunione della mia vita dove due “signori” vicini e sostenitori del Governo Lega-M5S alla domanda interrogativa di fondo posta a titolo dell’incontro “Ce la farà l’Italia” con fare pavonesco, facendosi complimenti a vicenda, vantandosi delle frequenti partecipazioni a programmi televisivi, utilizzando un populismo d’accatto persino più sciatto e becero di Peron, hanno dato questa risposta “non solo l’Italia ce la farà! ma la guerra è già stata vinta anche se il nemico non ha ancora alzato la bandiera bianca e si è arreso e questo è stato possibile non per merito del governo o della maggioranza ma perché sono stati collocati in determinate posizioni e postazioni apicali gli uomini giusti, in grado e capaci di realizzare questo obiettivo” aggiungendo poi che “per la prima volta il popolo italiano è stato finalmente e veramente reso sovrano”.

Tutto questo veniva affermato ridicolizzando e deridendo il nemico dipingendolo come ubriacone, inetto e beota [ si fa riferimento alle battute su Junker pronunciate da Rinaldi; NdR] e per questo destinato alla sua inevitabile sconfitta. Purtroppo quello che sfugge a questi signori è che ciò che si sta consumando nel nostro Paese e nell’Occidente non è una guerra tra patrioti e traditori della patria, tra sovranisti e sudditi, tra dominati e dominatori, tra populisti ed establishment ma che dopo decenni di totale ebbrezza, di globalizzazione mondialista si è aperto, sostenuto e sponsorizzato anche da coloro che di più e più profondamente ne faranno e ne pagheranno le spese, un patetico, violento e pericolosissimo regolamento di conti tutto interno al mondo capitalista tra liberali e liberisti per rideterminare chi tra di loro potrà e dovrà essere in grado e capace di esprimere una visione e una prospettiva egemonica.

Il fatto grave è che tutto questo si sta realizzando nella più totale assenza di una decente narrazione e proposta politica apertamente ed autenticamente antagonista e alternativa alla mostruosità del capitalismo non avendo capito che sta tornando prepotentemente attuale e all’ordine del giorno la dicotomia centrale denunciata da Karl Marx “o il comunismo o la barbarie” in quanto altre opzioni praticabili e possibili non vi erano, non vi sono e non vi potranno mai essere di conseguenza ora spetta ad ognuno di noi e non ad altri l’onore e l’onere di compiere questa scelta e battersi per essa».

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AGIRE SULLE CONTRADDIZIONI REALI O VOLTEGGIARE QUELLE IMMAGINARIE?
di Mauro Pasquinelli

«Voglio essere estremamente chiaro: non sono d’accordo con questa analisi tranciante e ultimativa! Temo che sottovaluti la più grande lezione politica di Gramsci: la rivoluzione in Occidente non si farà con l’assalto frontale al palazzo di inverno, come in Russia (dove mancava una borghesia con radici storiche e forza egemone) ma in una lunga guerra di posizione che si esplicherà attraverso la conquista graduale di casematte e di forza egemonica da parte del nuovo principe (il partito rivoluzionario) o dei nuovi principi (al plurale) sulle masse lavoratrici. 

La strada è lunga e la rivoluzione se riusciremo a farla non sarà né un colpo di stato né una insurrezione che durerà poche ore come in Russia! In Cina è stata preparata in 22 anni di guerra popolare prolungata! Qui la guerra popolare prolungata non è fatta con  le armi in mano ma con il pensiero e con la capacità di creare egemonia. Lo scontro militare sarà inevitabile ma alla fine del processo!  La prima fase sarà quella di creare contraddizioni in seno al fronte nemico. 

Quella che individui come contraddizione tra liberisti e liberali o tra liberisti e democratici non può lasciarci indifferenti. Nostro compito è acuirla ancora di più in nome del principio fondante della costituzione italiana: la sovranità appartiene al popolo. E’ vero come tu dici che la sovranità non è mai appartenuta al popolo ma nostro compito è appunto quello di realizzarla con chi ci sta…democratici, liberali, sovranisti, populisti, comunisti. 

Vedo nei tuoi interventi molta presunzione, molta spocchia, “o comunismo o barbarie” o questo o quello, o bianco o nero. Non è un modo dialettico di fare politica e di costruire alleanze e consenso per cambiare il mondo! Inoltre sottovaluti la contraddizione fondamentale di questa epoca storica che è quella tra globalismo delle élite multinazionali e popoli, Popoli e nazioni (non popolo come entità universale e astratta). Popoli e nazioni! E su questa bisogna fare leva indicando alle masse non la luna del comunismo (per ora il comunismo non è un obbiettivo praticabile e all’ordine del giorno se non per qualche setta) ma il dito della riappropriazione della sovranità sui propri territori, sui propri corpi, sul modo di alimentarsi, sulle proprie istituzioni, sulle proprie nazioni devastati dall’uragano della gl-e-balizzazione

Fuori da questo vedo solo declamazioni, proclami astratti, di cui abbiamo riempito i nostri cervelli per decenni e decenni senza cambiare nulla nei rapporti di forza reali! Ti parlo umilmente come un compagno che in fondo sa che la politica non è il suo forte, né la sua passione, perché fare politica è capacità di dirigere e condurre altri uomini e io ho tutto meno che questa capacità».
Un abbraccio 
Mauro Pasquinelli

8 pensieri su “PROPOSTA INDECENTE”

  1. Anonimo dice:

    Moreno non sprecare altro tempo prezioso nel rintuzzare gli "argomenti"di questi sinistri(?),NON INTENDONO RAGIONE, è inutile, sono impermeabili alle nostre sacrosante e giuste ragioni NON CAPIRANNO MAI, è un retaggio fideistico che non sarà mai superato neanche sbattendo la testa contro la dura realtà dei fatti;sono simili ad una chiesa corredata da un vangelo che non si deve tradire mai.Luciano

  2. Anonimo dice:

    Intanto Di Maio introduce un altro pezzetto di liberalizzazioni attuando una legge ferma da un anno.Consegna di multe e atti giudiziari, cade il monopolio delle PostePer carità è robetta in sé ma resta comunque un gran brutto segnale.

  3. Anonimo dice:

    Avrei preferito postare questa versione modificata e migliorata del mio testo. Mauro P.Voglio essere estremamente chiaro: non sono d'accordo con questa analisi tranciante e ultimativa! Puzza di sinistrese politicamente corretto. Come tale ininfluente e solo declamatoria! Temo che sottovaluti la piu' grande lezione politica di Gramsci: la rivoluzione in Occidente non si fara' con l'assalto frontale al palazzo di inverno, come in Russia (dove mancava una borghesia con radici storiche e forza egemone) ma in una lunga guerra di posizione che si esplichera' attraverso la conquista graduale di casematte e di forza egemonica da parte del nuovo principe (il partito rivoluzionario) o dei nuovi principi (al plurale) sulle masse lavoratrici. La strada e' lunga e la rivoluzione, ammesso che la ricorderemo, non sara' né un colpo di stato né una insurrezione di poche ore, come in Russia! In Cina e' stata preparata in 22 anni di guerra popolare prolungata! Qui la guerra popolare prolungata non e' fatta con le armi in mano ma con il pensiero e con la capacita' di creare egemonia. Lo scontro militare sara' inevitabile ma alla fine del processo! La prima fase sara' quella di creare contraddizioni in seno al fronte nemico. Quella che individui come contraddizione tra liberisti e liberali o tra liberisti e democratici non puo' lasciarci indifferenti. Nostro compito e' acuirla ancora di piu' in nome del principio fondante della costituzione italiana: la sovranita' appartiene al popolo. E' vero come tu dici che la sovranita' non e' mai appartenuta al popolo ma nostro compito e' proprio quello di realizzarla con chi ci sta…democratici, liberali, sovranisti, populisti, comunisti. Vedo nei tuoi interventi molta presunzione, molta spocchia….., tu scrivi o comunismo o barbarie o questo o quello o bianco o nero. Non e' un modo dialettico di fare politica e di costruire alleanze e consenso per cambiare il mondo! Inoltre sottovaluti la contraddizione fondamentale di questa epoca storica che e' quella tra globalismo delle elite' multinazionali e popoli. Popoli e nazioni (non popolo come entita' universale e astratta). Popoli e nazioni! E su questa bisogna fare leva indicando alle masse non la luna del comunismo (per ora il comunismo non e' un obbiettivo praticabile e all'ordine del giorno se non per qualche setta come Lotta comunista) ma il dito della riappropriazione della sovranita' sui propri territori, sui propri corpi, sulla propria alimentazione, sulle proprie istituzioni, sulle proprie nazioni devastati dall'uragano della gl-e-balizzazione. Fuori da questo vedo solo declamazioni, proclami astratti, di cui abbiamo riempito i nostri cervelli per decenni e decenni senza cambiare nulla nei rapporti di forza reali! Ti parlo umilmente come un compagno che in fondo sa che la politica non e' il suo forte né la sua passione perché fare politica e' capacita' di dirigere e condurre altri uomini e io ho tutto meno che questa capacita'!Un abbraccio Mauro

  4. Anonimo dice:

    Rispondo a LucianoGiusta la critica ai sinistri o sinistrati. Ma non condivido la tua opinione rivolta a Moreno : "Non perdere tempo dietro ai sinistri che sono impermeabili alle nostre giuste ragioni e non capiranno mai". E' esattamente il risvolto speculare dell'atteggiamento dei sinistri rispetto ai sovranisti patriottici, che apostrofano sempre come rossobruni. Qui bisogna parlare e rispondere a tutti, tranne ai trollers e ai provocatori, che vanno ovviamente censurati! Il testo di Luigi, pur non condivisibile, si colloca nel solco di una lunga tradizione del movimento operaio che si trova a cavallo tra settarismo, bordighismo ultrasinistrismo, antiparlamentarismo, che gia' Lenin definiva malattia infantile (ora senile) del comunismo. Insomma non dispero mai di convincere anime di buon senso che si trovano in tutti gli schieramenti!! A me non e' mai piaciuta la musica che ci cantiamo e soniamo addosso tra noi "che abbiamo capito".Mauro P.

  5. Anonimo dice:

    Pasquino coglie perfettamente il punto della situazione, anche solo di striscio. Mi permetto di renderlo più esplicito io.L'armata brancaleone 5 Stelle-Lega vuole essere la rappresentante della piccola borghesia italiana. Questa è assetata di sangue dopo lunghi anni di governo da parte di forze ovviamente schierate con quella poca grande borghesia che c'è in Italia più i giganti del capitalismo finanziario internazionale.In questi anni, chiaramente, le posizioni e i privilegi pluridecennali di questa Italia di mezzo sono andati in buona parte a farsi benedire. Ecco dunque che quest'anno si è assistito alla sua piena reazione elettorale. Si badi bene: la reazione c'è stata non perché il Pd e soci "non hanno fatto bene per il paese" (cosa peraltro vera!), ma perché non hanno fatto bene per questa Italia di mezzo! Questo e soltanto questo!Pasquino dunque ha ragione da vendere nel dire che oggi manca completamente l'opzione politica delle classi lavoratrici. Oggi ci si barcamena soltanto fra un capitalismo "di cortile", "nostalgico" della prima repubblica – che, ci si sturi bene le orecchie, non tornerà mai e poi mai e serve solo per far presa alle elezioni davanti ad un elettorato perlopiù anziano, frastornato e confusionario – ed un capitalismo supertecnologico, superfinanziario, pompato con gli steroidi anabolizzanti ed altrettanto allucinante.Se ci si vuole dire comunisti, anticapitalisti, patriottici e si vuole sventolare il tricolore con la stella rossa in mezzo, mentre ci si rivolge al fior fiore dei vecchi boiardi di stato – tutto fuorché comunisti, anticapitalisti ecc. ecc. – come conferenzieri, si faccia pure. Ma per cortesia, poi non ci si lamenti quando qualcuno dice "vedo" ed il bluff salta…La situazione è grave, ma non è seria!@ Anonimo 21 luglio 2018 19:21Ma no! Ma non scherziamo! Propaganda globalista! Fake news! Ma credi veramente che il primo, unico, solo governo che sia mai stato rappresentativo della volontà popolare in Italia faccia cose simili? Ma daaai! Ma daaaai!

  6. Anonimo dice:

    @mauro:leggi la risposta qui sopra dell'anonimo delle 03:01 e dimmi quale dialogo o prospettiva politico/strategica puoi avere con "teste pensanti"di tal fatta;qui non siamo di fronte come un tempo (che peraltro conosco molto bene)in cui ci si divideva sulle priorità degli obiettivi da perseguire in una determinata fase di lotta; qui siamo all'ostracismo più becero,pregiudiziale e liquidatorio senza se e senza ma rivolto ad una compagine di governo bollata immediatamente e sprezzantemente come rosso/bruna e, bada bene non si tratta di un rinverdimento del nefasto concetto di "socialfascismo",si tratta di qualcosa di peggio,dirimente e inconciliabile con lo sforzo di diventare finalmente, un paese sovrano.Luciano

  7. Anonimo dice:

    Caro Luigila mia metafora della luna e del dito mirava a esemplificare l'idea che oggi alle masse non possiamo indicare l'obbiettivo del comunismo come meta del breve e medio periodo, ma la lotta su obbiettivi piu' immediati e vitali come il lavoro, la salute, la democrazia, il controllo sui corpi e sui territori, la difesa della costituzione e della sovranita', la regolamentazione dei flussi migratori, l'opposizione al riarmo e alle guerre! Su questo hanno dato battaglia 5s e Lega conquistando l'egemonia! La stessa rivoluzione russa e' stata compiuta su tre parole d'ordine, terra ai contadini (rivendicazione democratico borghese) fine della guerra costi quel che costi (rivendicazione democratico borghese) tutto il potere ai Soviet cioe' alla democrazia popolare. Come vedi tutte rivendicazioni democratiche che non hanno nulla a che fare con la meta del comunismo, la quale era chiara solo nella testa dell'esecutivo del partito bolscevico e forse neanche tanto!!La luna che indichi, cioe' "la democrazia economica" e' un modo diverso di dire COMUNISMO. Infatti democrazia economica vuol dire democrazia non piu' formale ma sostanziale, vuol dire in altre parole che chi decide su cosa produrre e come produrre e' la comunita' organizzata, gli individui associati. Insomma se non e' comunismo e' il primo stadio del Socialismo!!Pensi quindi che cio' che non e' riuscito ai bolscevichi (egemonizzare le masse sull'idea di comunismo) possa riuscire a noi? Né dubito! Questo non significa che bisogna abbandonare l'obbiettivo del comunismo, significa invece che altre sono le strade che conducono alla conquista della maggioranza del popolo anche solo per tentare di realizzare una comunita' solidale di individui liberati dall'oppressione e dallo sfruttamento. Forse necessiteranno decenni se non secoli di lotte intestine e di guerre civili per portare a termine il progetto di liberazione! E non e' assolutamente detto che la specie homo sapiens sia organicamente funzionale a tale progetto! La liberazione e' una delle tante possibilita' e forse la meno probabile!! Ora per' bisogna pensare ad attaccare ed indebolire la super class, l'elite' mondiale, la nuova super oligarchia delle 100 famiglie incappucciate e invisibili che decidono le sorti del mondo. L'ipotesi sovranista di sinistra va in questa direzione! La rivendicazione della democrazia economica non va scartata ma sara' uno dei tanti (e non l'esclusivo) cavalli di battaglia attorno i quali costruire il nuovo dissenso. Dissenso che va elaborato a 360 gradi, a partire dall'obbiettivo immediato del recupero della sovranita' nazionale democratica monetaria, senza la quale non si possono muovere neanche i primi passi di una possibile e non scontata transizione!Mauro P.

  8. Anonimo dice:

    Caro MauroVoglio ringraziarti per la stima che esprimi riguardo la mia persona (volutamente cancellata dalla redazione nell’articolo pubblicato, cosa di cui non dubitavo minimamente). Credo, certamente per colpa del mio modo di scrivere, che tu abbia letto ed interpretato in modo affrettato e prevenuto quanto ho affermato. Il primo appunto che mi fai citando Gramsci “la rivoluzione in occidente si farà con una lunga guerra di posizione, non con le armi, ma con il pensiero e la capacità di creare egemonia” ma è proprio quello che ho denunciato ed affermato. Vi è una totale mancanza di volontà di dotarsi di un pensiero “nuovo” (come la democrazia economica) capace ed in grado di sostenere la lunga guerra di posizione in difesa dei nostri principi e valori e nel contempo capace di gettare le basi per la costruzione  della sua egemonia e non di inseguire e percorrere i più facili sentieri aperti e già egemonizzati da altri pensando di poterli percorrere per poi piegarli secondo i propri fini. Questo si che è non solo presuntuoso e spocchioso ma è ancora peggio perché fideistico. Il secondo appunto è quello che affermare “o comunismo o barbarie”, secondo il tuo giudizio, non è un modo dialettico, giusto e adeguato per costruire alleanze e consensi ma se non avessi frettolosamente giudicato avresti compreso che questa mia affermazione non è stata utilizzata per questo e a questo fine bensì per richiamare alla realtà e alla concretezza coloro che ancora, a dispetto di tutto e di tutti, si sentono e vogliono essere e perseguire un ideale comunista. In un periodo in cui si sta trasformando il mondo in un luogo di atei per chi continua a credere in un Dio come suo primo compito non ha quello di ricercare delle alleanze (quelle verranno poi) ma prima di tutto deve rivendicare e riaffermare l’esistenza del suo Dio. Ritengo invece sbagliatissima e pericolosissima, in linea con la sinistra madonnara alla quale ti iscrivi, la tua affermazione “non bisogna indicare alle masse la luna del comunismo ma il dito della riappropriazione della sovranità sui propri territori, sui propri corpi, sulle proprie istituzioni, sulle proprie nazioni devastate dall’uragano della globalizzazione” perché in assenza della luna quel dito potrà indicare soltanto l’isola che non c’è.Ti abbraccio anche io con stima.Pasquino 55

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