NATURA E FUNZIONE STORICA DEL POPULISMO DI SALVINI di F.S.
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[ domenica 4 agosto 2019 ]
Prosegue su SOLLEVAZIONE il dibattito sul populismo. Siamo effettivamente nel cosiddetto “momento Polaniy” In questo caso il nostro collaboratore F.S. s’interroga sul fenomeno Salvini, le sue contraddizioni, le sue possibili evoluzioni. Tra queste egli sembra escludere una possibilità che pure è in campo: che la sua forza propulsiva si esaurisca a causa del combinato disposto dei suoi limiti intrinseci e della capacità del sistema di riassorbirlo.
Il sionismo globale contro Salvini?
Ritorno sull’argomento, poiché, a differenza di quanto pensano i più quotati analisti, dalle varie mosse tattiche delle superpotenze sulla politica italiana e mediterranea si può meglio comprendere lo scontro interimperialista in atto e non viceversa. Chi controlla il Mare Mediterraneo controlla la politica mondiale: dopo anni di bombardamenti ideologici economicistici che poggiavano sull’Indo Pacifico o sulla presunta locomotiva economica eurofrancotedesca, che avrebbero ridisegnato i confini geopolitici universali, per non parlare del recente bluff di Acquisgrana 2019, Limes inizia seppur timidamente a sviluppare un approccio più equilibrato e realistico (in particolare si veda il prezioso saggio del viceministro degli esteri Emanuela C. Del Re, pp. 283 e sgg). Come aveva segnalato SOLLEVAZIONE , Gibuti — ben più di Taiwan — è già attualmente il punto geopoliticamente più caldo nello scontro interimperialista in atto tra superpotenze e tra potenze medie.
Ricostruendo così le ultime vicende interne, avevo azzardato che fosse in atto un assedio politico, mediatico, informatico dello Stato profondo Italia-Usa-Israele contro il populismo conservatore di Salvini. Avevo tra l’altro parlato – riguardo la vicenda Savoini – di un attacco politico preciso dello stato profondo clintoniano, non di una banale vicenda complottistica da servizi segreti.
Sia gli elementi che emergono dall’inchiesta sul Moscagate, sia l’ennesimo radicale affondo sionista contro Salvini del tutto gratuito ed immotivato, sembrano confermare tale originaria ipotesi di lettura condivisa. Chiaramente questo significa che nonostante il tentativo salviniano di accreditarsi come un “amico di Israele”, e le fazioni dell’imperialismo neocons presenti nell’amministrazione Trump, e le fazioni sioniste della sinistra imperialista occidentale non lo considerano affatto un amico. Anzi, lo considerano ora come ora il Nemico principale, anche perché non è chiaro dove voglia andare a parare.
Entrambe le fazioni hanno ormai puntato, infatti, sui Cinque Stelle. Il premier Conte si va sempre di più proponendo come un elemento diplomatico di mediazione globale tra le varie linee in lotta anche in Usa ed Israele, il suo discorso del 26 luglio alla Conferenza degli ambasciatori in cui ha elevato gli USA addirittura a modello di società democratica globale lo conferma. Il significato politico immediato dell’importante discorso del premier, oltre le evidenti mistificazioni costituzionali storiche-politiche, oltre le spallucce levantine sui genocidi sistemici interni e internazionali compiuti dalla “democrazia liberale imperialista” USA, non è stato colto. Conte infatti vuole strategicamente espropriare il bergoglismo della strategia politica alterglobalista di cui il partito politico del pontefice si è appropriato sino ad ora. Il profilo ambizioso dell’agenda Conte si potrebbe autonomizzare anche dal disegno compassato che prevede in proposito il presidente della repubblica. C’è quindi maretta nel “partito badogliano” (Conte, Tria, Trenta, Moavero) e non è da escludersi un serio tentativo di opa sui Cinque Stelle da parte di Conte, che si immagina ormai nella veste di statista dal profilo internazionale. Il leader leghista sembra però non reagire sul piano della politica internazionale; ma mira a consolidare il consolidare il consenso popolare.
Il salvinismo come nuovo blocco sociale?
La scelta politica di Salvini, di definitiva conquista del Sud Italia, è in proposito giusta e tempestiva. E’ definita dai media “la campagna d’agosto”. Ciò significa liquidazione interna della linea della piccola — e politicamente debole — frazione della grande borghesia del Nord timidamente filoleghista, autonomista in politica interna ed eurista, seppur criticamente, sul piano internazionale. E’ una scelta coraggiosa e strategica, sarà probabilmente l’addio alla fase orbaniana di Matteo Salvini. Il leader milanese va entrando in uno spazio ignoto, di difficile definizione. Inevitabilmente, andranno curati con più precisione e metodica particolarità i legami geopolitici e le prospettive di politica internazionale, altrimenti lo scopo finale dell’ “operazione Sud Italia” perderebbe di senso compiuto. Ciò in definitiva significherebbe nella prassi spostamento dei rapporti di forza politici interni sulla centralità del blocco sociale tra elite dell’esercito, piccola impresa padana e masse piccolo-borghesi o proletarie del Centro-Sud.
Il populismo contemporaneo e il parricidio di Matteo Salvini
Il populismo contemporaneo nacque in Italia a cavallo della tempesta golpista denominata Tangentopoli. Bossi fu il primo politico populista dell’era odierna. L’Italia anticipa, come suo solito, tendenze politiche strategiche che poi ritroveremo sia in Oriente (il populismo né destra né sinistra di Ahmadinejad), sia in Sudamerica (il populismo socialdemocratico di sinistra di Chavez), sia in Occidente (il populismo conservatore della Brexit e di Trump). Bossi, a differenza di quello che sosteneva la sinistra radicale sistemica e subimperialista (che si arruolò nella battaglia “in difesa della patria” con Cossiga e G. Fini….), fu un fiero antifascista, figliastro politico non dell’élitismo populista blanquista e machiavelliano di Mussolini ma delle lotte partigiane. Bossi incarnò allora l’idea di popolo del “patriottismo” democratico antifascista. Lo stato centralista romano era, in base all’ottica autonomista e neo-resistenziale padanista, un residuo “fascista” da spazzare via. Per Bossi, non a caso, la svolta salviniana sarà di tipo neofascista.
Salvini il neutralista e la Russia: Berlusconi 2011?
Evidentemente, la via maestra salviniana sarebbe quella di uno sparigliamento generale; sia nei rapporti di forza interni rappresentati dalla religiosità cattolica, sia nei rapporti di forza con le élite. E qui Salvini sbaglia: sia ad appoggiare esclusivamente le forze conservatrici del cattolicesimo, anche perché cattolicesimo sociale non fa affatto rima con macronismo o con ordo-liberismo eurista genderista e deportatore (come il partito bergogliano ama far credere), sia a posizionarsi nella dimensione di oppositore totale ed acritico delle élite.
Anche in tal caso, proprio nella prospettiva di sparigliare i vari fronti che sembrano monolitici, se Salvini — come più volte ha detto e come continua a ripetere — sembra tenere così tanto alla causa del cristianesimo martirizzato e perseguitato, e di quello mediorientale in modo particolare, minacciato effettivamente su tutti i fronti dal terrorismo globale e dal sionismo, è un mistero allora comprendere come il Nostro possa geopoliticamente preferire Netanyahu a Nasrallah, Bergoglio-Macron a Khamenei, Trump “il saudita” al presidente Assad e al Fplp palestinese e così via…..
Ciò riporta alla mente il Berlusconi del 2011, a parole fervidamente filorusso, ma nei fatti interventista — contro gli stessi interessi nazionali italiani — sul fronte libico contro la “gran Jamahiriya”. Pochi mesi dopo l’intervento sul teatro libico, Berlusconi sarebbe caduto. Finiva di fatto così la sua carriera da statista.

Che Salvini sia meno che filoatlantista, filosionista e culturalmente (e mentalmente) incapace di fare paura a chicchessia, men che meno a quelli che contano, mi pare talmente ovvio che l'intervento mi sembra un triplo salto carpiato con avvitamento a destra.Mi sembrano onestamente molto più realistiche di Stefano Alì che scrive su ilcappellopensatore. Mi pare molto più realistico, in altre parole, che vogliano eliminare completamente i 5stelle (che già fanno di tutto per autoeliminarsi, per inciso) per lasciare spazio ad un Salvini completamente ligio alle direttive superiori (usraeliane, ma anche franco-tedesche: chi comanda nella Lega è Giorgetti ed i leghisti della prima ora)Salvini
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Saverio, i 5 stelle?? ma che cavolo dici?Il fronte russofobo più avanzato, agenti della Clintonhttps://www.ilmessaggero.it/politica/di_maio_incontra_ebrei_usa-4452073.htmlFioramonti era filorusso e i 5 STELLE lo hanno trombato, i 5 STELLE NON ESISTONO PIUhttps://www.imolaoggi.it/2018/02/28/comunita-ebraica-dal-ministro-scelto-da-di-maio-campagne-dodio-contro-israele/