CINA: L’IRRESISTIBILE ASCESA di Francesco Centineo
C’è un mondo in rivolta, un mondo che cambia: la Cina con la sua laboriosa e pervicace ricerca di una “terza via” dai tempi di Mao ha preservato la sua “sovranità” e la sua indipendenza dall’URSS e dagli Stati Uniti e con la svolta di Deng Xiaoping, da ormai mezzo secolo, la Cina ha scelto di “modernizzarsi”, di rivedere i dogmi del socialismo e di affermarsi “pragmaticamente” come motore “economico-produttivo” del pianeta, tanto da sfidare la leadership degli Stati Uniti, i quali sanno benissimo quanto sia pernicioso il terreno. Pechino non è la vecchia “Mosca sovietica”, Pechino è parte integrante della globalizzazione.
Scrive Alberto Bradanini – ex ambasciatore italiano a Pechino e profondo conoscitore di questa straordinaria e lontana civiltà – che «La Cina è allo stesso tempo Paese-Continente […], Paese-Ideologia […] Paese-Civiltà, perché in quella terra ha avuto origine migliaia di anni fa, l’unica altra civiltà, oltre a quella greco-romana, che ha attraversato i secoli giungendo sino a noi, per di più in ottima salute».
La Cina era, è e sarà una grande civiltà, impermeabile ed impenetrabile, impossibile da conquistare; rimane e probabilmente rimarrà, vista la nostra infinita miopia intellettuale, una civiltà incomprensibile, sfuggente per noi occidentali. La Cina scatena in tutti noi riverenza, ammirazione e diffidenza allo stesso tempo. La Cina non è perfetta, ma la Cina rappresenta una grande alternativa, l’unica speranza per un mondo diverso e multipolare, basato su pace, stabilità, rispetto e benessere ed il mondo se ne sta accorgendo.
La Cina intesse relazioni con tutti, anche con i principali rivali storici. La Cina dialoga con l’India, con il Giappone, con Taiwan e nonostante gli attriti del passato, sta offrendo una seria alternativa al Washington consensus , in calo dappertutto, anche tra le storiche avversarie di Pechino. La Cina sta spadroneggiando in Africa, dialoga proficuamente con Mosca con la quale svolge anche “esercitazioni militari” congiunte, coltiva relazioni stabili in Medio Oriente e non ha paura a denunciare gli abusi di Washington, senza mai però spingersi in una radicale opposizione agli Stati Uniti con la quale coltiva proficui rapporti commerciali ed economici.
La rivoluzione cinese è una rivoluzione silenziosa, una rivoluzione che continua a proporre un’alternativa fattibile e tangibile al mito del libero mercato, della famosa “mano invisibile” ed alla condanna della primazia degli Stati Uniti che come osserva il Bradanini sono la potenza maggiormente belligerante nella storia dell’umanità. Una potenza che in 250 anni di storia ha conosciuto solo “16 anni di pace”.
La potenza che ha sganciato la bomba atomica a guerra finita su una nazione sconfitta, che si è fondata sul genocidio delle popolazioni native del continente nordamericano e che “dulcis in fundo”: ha sostenuto golpe e cambi di regime per il proprio interesse attraverso guerre civili, rivoluzioni colorate e vere e proprie “esportazioni della democrazia” con bombe al fosforo e massacri di civili in ben 82 differenti nazioni. Al Bradanini non sfugge nel saggio nessuna delle colpe degli USA e neanche la supina indegna prostrazione del vecchio continente asservito alla narrazione euroatlantica a favore degli States.
Al saggista non sfuggono neanche le colpe ed i demeriti, i compromessi e le ambiguità del regime di Pechino. La Cina è carente nell’uso dello “hard power” e nel “soft power”. sarà difficile che penetri culturalmente negli altri paesi e soprattutto il deficit militare con gli Stati Uniti è pressocchè incolmabile per adesso, ci vorrà molto tempo e noi non crediamo che gli verrà facilmente consentito di colmarlo. Pechino manca anche nei confronti delle minoranze etnico-religiose ed il Bradanini lo esplicita, fatto sta che Pechino in Patria ed ai suoi partner soprattuttoi tra le nazioni emergenti garantisce benessere , sviluppo e stabilità, perciò mantiene un enorme consenso.
Inoltre l’Occidente non può minimamente arrogarsi di fare la predica a Pechino sui diritti umani vista la propria vergognosa prepotenza militare ed economica di stampo tirannico e neo-coloniale che ha esercitato e continua ad esercitare. Pechino al contrario sviluppa relazioni bilaterali pacifiche e convenienti per i suoi partner.
La vera assente nel futuro che si prospetterà nel mondo multipolare che verrà è l’Unione Europea relegata ai margini, ultima della classe, suddita depredata e piegata agli interessi degli Stati Uniti d’America. L’Italia, poi è addirittura “fuori dai radar”, il Bradanini dedica un capitolo alla nostra nazione che stende un velo pietoso sui “burattini manovrati” del partito unico ed euroatlantico, dei militari americani e della finanza franco-tedesca.
Scrive Bradanini pag 168 : “Se agli occhi dei cinesi, l’Europa è drammaticamente scesa di livello, è motivo di apparente sorpresa, ma nulla accade per caso, che l’impalpabile dirigenza europea ne abbia coscienza minima, vittima di narcisismo regressivo e di cecità davanti al declino che sta relegando il Vecchio continente […] alla periferia di un mondo ormai sempre più con caratteristiche cinesi, americane o di altri, ma non certo europee.”
Questo il vero dramma che affligge tutti noi europei e, soprattutto, noi italiani, vittime di una classe dirigente-fantoccio teleguidata dagli interessi altrui, colonia militare-economica degli Stati Uniti d’America. Per questo il 27 ed il 28 ottobre saremo a Roma a promuovere ed organizzare la Conferenza Internazionale per la Pace, per un’Italia libera dalla Nato; e speriamo per un’Europa e per un mondo, finalmente libero, dall’Impero del terrore a “Stelle e Strisce”.
Ma scusate chi ha scritto questo articolo e in particolare ” il deficit militare con gli Stati Uniti è pressocchè incolmabile” – a parte che magari sarebbe il gap e che pressoché andrebbe scritto correttamente – si è documento oppure ha scritto per sentito dire ? Sa che la Cina ha una flotta più vasta di quella degli U sa e che possiede oggi missili ipersonici di due mach più veloci di quello che stanno sperimentando ora, ma con scarso successo gli Usa ? Non si possono scrivere sciocchezze di questo genere per rafforzare le proprie tesi o magari perché, sgorgano fa qualche neurone colonialista refrattario ad ogni realtà.
guarda scusa mi sono documentato e credo che l’occidente senza una guerra aperta e feroce non consentirà alla Cina di fare questi ultimi progressi “a gratis” – si dice a Roma! Se ti fossi informato davvero sapresti che la Cina sul piano militare ha gravissime carenze verso gli States, basta leggere i saggi del Progessore Giancarlo Elia Valori professore emerito alla Peking University, non parliamo ad cazzum non ci piace, e possiamo esprimere opinioni magari diverse dal tuo pensiero senza dover ricevere critiche sciocche e maleducate come le tue, ciao!
sulla flotta più vasta della cina abbiamo, anzi, ho scritto in un altro articolo https://sfero.me/article/-cina-rivoluzione-antioccidentale
Le cose sono in fieri, inutile polemizzare a gratis. Gli Usa avevano un vantaggio e la Cina lo sta colmando. Tutto qua.
Sono i toni delle repliche dell’autore che stonano.
Solidarietà contro il fascismo rosso
Vorrei solo ricordare alcuni fatti.
I Cinesi sono sempre stati aggressivi sin dagli anni cinquanta, anche quando il paese era afflitto da fame e carestie. Si sono scontrati con Russi e Indiani alle frontiere ed hanno invaso il Tibet, dove certo i diritti umani non sono stati rispettati. Attualmente la tensione è altissima con tutti i paesi dell’ area indopacifica, in quali col naso tappato chiedono aiuto allo zio Sam, che pure non amano. Arbitrati internazionali hanno spesso dato torto alla Cina sulle acque contese. Recentemente la repubblica popolare ha diffuso una mappa ufficiale del paese comprendente territori che attualmente fanno parte di India e Russia ( !). Proprio a Mosca dovrebbero prestare attenzione alla Siberia, sulla quale Pechino ha messo gli occhi da tempo…
Ultimamente hanno fatto un altro sgarbo all’ India, attirando le Maldive nella propria sfera di influenza. Il progetto di dotarsi di mille aerei da caccia di nuova generazione entro il 2035, non mi sembra esattamente pacifista. Taiwan è uno stato di fatto indipendente, non riconosciuto solo per una porcata commessa dagli Americani nei confronti di un alleato (a Washington hanno fatto spesso di questi scherzetti: si legga “Gli anni alla Casa Bianca” di H. Kissinger).
I Cinesi fanno affari come tutti, non sono benefattori. I paesi in via di sviluppo si indebitano per opere pubbliche realizzate quasi sempre da ditte e manodopera cinese. Indubbiamente anche per le popolazioni indigene qualche vantaggio ci sarà, ma non parliamo di solidarietà.
La classe dirigente cinese è stata formata da Henry Kissinger e in seguito da George Bush (si veda G. Magaldi “Massoni. Società a responsabilità illimitata”), con risultati sotto gli occhi di tutti: un certo benessere, ma soppressione dei diritti individuali, con censura e credito sociale ormai diventati la norma (purtroppo qualcuno vorrebbe introdurli anche da noi). Personalmente rimango fedele alla Dichiarazione universale dei diritti dell’ uomo e del cittadino, anche se qualcuno la considera un parto del Satana americano. Kissinger, ormai centenario, poco prima di morire è stato accolto con tutti gli onori a Pechino, dove gli devono molto, se si esclude la politica della denatalità e del figlio unico, di cui lo zio Henry era un entusiasta sostenitore e che ha ancora conseguenze nefaste. Ai Cinesi va riconosciuto il merito di essere usciti dalla povertà grazie alla loro tenacia, ma anche ad una politica commerciale fatta di protezionismo e dumping, sulla quale l’ occidente ha spesso chiuso gli occhi. Quelli che ora vogliono le sanzioni contro la Cina, sono gli stessi che ai forum di Davos lodavano Xi Jin Ping come campione del libero commercio. È ovvio che ai Cinesi gli Europei piacessero di più quando erano servili con loro, piuttosto che ora si inginocchiano nuovamente davanti agli Americani.
Anche in termini di protezione sociale, almeno in Italia siamo ancora avanti (non per molto, se continua così): da noi il pronto soccorso è aperto a tutti, mentre da loro anche per il trasporto in ospedale è necessario pagare o avere un’ assicurazione, a quanto mi riferisce chi vi ha vissuto per anni (ma qui posso sbagliare, mi piacerebbe sentire Bradanini sull’argomento).
Vorrei ricordare anche il ruolo giocato dai Cinesi nel trienno dell’ isteria pandemica e le mire che avevano sull’Italia, grazie ad un governo di marionette nelle loro mani ed ai numerosi fiancheggiatori al loro soldo, in collaborazione con le forze più reazionarie europee ed americane. Qui ci sarebbe molto da dire.
Il mondo multipolare è forse preferibile allo strapotere americano che si è avuto dagli anni novanta in poi e che ho sempre osteggiato: ma cortesemente non raccontatemi che i nuovi attori sono democratici e solidali, o che in questi decenni non sono stati funzionali all’ ordine economico mondiale, quando America ed Europa con scellerate politiche fiscali e monetarie hanno favorito le delocalizzazioni proprio in quei paesi, favorendo la propria borghesia compradora a danno delle classi più povere.
A volte mi pare che noi Italiani col nostro comportamento avvaloriamo la tesi anglosassone un po’ razzistella che noi non possiamo vivere senza un padrone e che siamo fascisti per natura. Le nostre liberazioni spesso sono state solo un avvicendarsi di dominatori: dai Francesi agli Spagnoli, e così via.
Si narra che ai tempi del tiranno Dionigi di Siracusa una vecchia pregasse assiduamente gli dèi perché gli concedessero salute e lunga vita. Interrogata dal tiranno in persona sul perché così facesse, rispose: “Di tutti finora sei stato il peggiore; ma dopo di te potrebbe venire uno ancora peggiore”.
L’ irresistibile ascesa ha subito qualche battuta d’ arresto con le vicende italiane. Ricordo quel marzo del 2020, quando ci raccontavano dei novecento morti al giorno e la gente era in preda al panico (ed i soliti complottisti facevano notare come non si morisse più di tumore o di infarto, ma solo di covid). Il 27 ci fu una telefonata piuttosto tesa tra Trump e il presidente cinese, nella quale fu probabilmente messo in chiaro che gli Americani non avrebbero mollato l’ Italia. Sta di fatto che da quel giorno si cominciò a parlare di riaperture, sia pur timidamente. In quell’ occasione il piano fallì, nonostante il governo giallorosso, D’Alema e Prodi, il professore stipendiato dai Cinesi che qualche tempo dopo avrebbe sibilato “green pass per sempre”, senza dimenticare lo schiavetto all’ Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un’ umiliazione è salutare per tutti i prepotenti (anche gli Americani hanno preso le loro meritate batoste), con i quali si possono poi ricucire rapporti più equi.