Vendola DeVastato
Il Presidente… operaio |
L’ultima mossa del contorsionista di Terlizzi
di MdS*
Nichi Vendola non ha ancora elaborato il lutto: le primarie sono prematuramente scomparse, la foto di Vasto è ormai nel cestino e – peggio! – d’ora in avanti le cose serie prevarranno sulle «narrazioni»
Dal governo Monti, le persone normali si aspettano tante legnate. Lui no, lui si aspetta una «musica». Nel governo Monti le persone normali vedono un blocco di potere, dei precisi interessi. Lui no, lui vede solo «qualche ombra che danza».
Intervistato da Fabio Fazio, Vendola ha provato a barcamenarsi. Esercizio duro anche per il contorsionista di Bari. In un colpo solo gli hanno sottratto il giocattolo con cui si gingilla da due anni, le primarie, e l’alleanza che avrebbe dovuto indirle. Peggio: appena rientrato dalla Cina si è reso conto che il clima è cambiato. In fondo il buffone di Arcore lasciava spazio alle «narrazioni», mentre l’uomo dell’Europa non lascia scampo.
Stai a vedere che Vendola sarà costretto ad occuparsi di cose serie! Questa sì, sarebbe una notizia. Ma non ci vuole fretta, e l’intervista è lì a ricordarcelo. Per il governatore pugliese, c’è bisogno «di iniziare la musica di questo governo cominciando dallo spartito della patrimoniale». Ecco qui la demagogia fatta persona. Forse che Vendola non sa quali interessi rappresenta Monti? Forse non sa che «patrimoniale» può significare tante cose, anche solo il ripristino dell’Ici sulla prima casa?
In tempi appena un po’ più seri si sarebbe analizzata la natura di classe del nuovo governo. Oggi no, oggi si guardano le facce, la «sobrietà». Il governo dell’UE, della Bce, della Goldman Sachs, della Trilateral e del Bilderberg ci viene presentato come il governo dei «migliori», che daranno il meglio di se per salvare l’Italia. Può il «narratore» abbassarsi a constatare simili contraddizioni? Ovviamente no. Ed allora deve far finta che la partita sia aperta. Chiede una patrimoniale che sa benissimo non potrà esservi, ma – soprattutto – per cosa la chiede, per invertire la rotta o per garantire i vampiri della finanza internazionale?
La «seconda che hai detto», ovviamente. Indorando i sacrifici con la paroletta «equità», che vedremo appiccicata alle labbra di Monti quando presenterà il conto alle classi popolari.
Sulla nascita del nuovo governo, e dunque sul rinvio delle ipotizzate elezioni, queste le parole di Vendola: «Io non sono insensibile agli appelli autorevoli del Capo dello Stato che in questa notte della Repubblica ha rappresentato un faro». Naturalmente, questa dichiarazione «politicamente corretta», deve essere tradotta in questo modo: «Mi girano tremendamente le scatole di essere stato fregato, ma starò al gioco, non perché mi importi qualcosa del futuro degli italiani, ma perché è l’unico modo per restare agganciati al carro vincente».
E qui arriviamo alla perla dell’intervista: «Io sono alleato con Pd e Idv, l’alleanza di Vasto, e quando i miei alleati, anche sulla base del richiamo del Quirinale, mi dicono che c’è bisogno di una fase di governo di emergenza, io dico va bene». Ma nell’esecutivo guidato da Mario Monti «c’è qualche ombra che danza».
Dunque: il governo di emergenza va bene, se poi lo chiedono gli alleati va benissimo. C’è, però, qualche ombra, ma guarda un po’!
Le persone normali forse non vedono le ombre, ma certo sanno scorgere i macigni. E sanno riconoscere i segni distintivi del dominio di classe. Quelli che è sconveniente «narrare». Altrimenti bisognerebbe parlare dei banchieri ai posti di comando, di un ammiraglio al ministero della difesa, dell’ambasciatore a Washington promosso ministro degli esteri, di un prefetto al Viminale, di un frequentatore di cda all’istruzione, e si potrebbe continuare.
Meglio non parlarne e limitarsi alle «ombre». Quella che inquieta Vendola si chiama Corrado Passera. Un’ombra, non perché espressione del mondo della finanza, piuttosto perché si dice che sarà il candidato di centrosinistra e terzo polo alle elezioni politiche. Elezioni al momento non proprio imminenti, con in mezzo sacrifici enormi per le classi popolari e forse il tracollo dell’euro. Dettagli per l’erede di Bertinotti. Convinto, come Monti, di poter essere lui il «salvatore della patria», non ha ancora deciso di rimettere i piedi per terra.
Ce li rimetterà? Non è detto. A volte quelli come lui atterranno più bruscamente. Quel che è certo è che non lo sentiremo mai esprimere una posizione chiara su euro, debito, Unione Europea, sovranità nazionale.
Poco male: delle sue prese di posizione faremo volentieri a meno, per non parlare delle sue «narrazioni». La foto di Vasto è ormai nel cestino, ed il Nostro appare assai deVastato. Forse, per resuscitare il quadretto si rivolgerà alla Madonna di Sovereto, patrona di Terlizzi, alla quale, secondo Wikipedia, egli è devoto. Auguri.
Il fatto è che la classe politica italiana è costituita da equilibristi: non potendo assumere posizioni troppo radicali (per evitare di trovarsi in un bar di periferia a sorseggiare un bianchetto con Ferrando), si barcamenano su posizioni pseudocentriste e tollerate dal pensiero unico dominante, con il non dichiarato ma evidente scopo di mantenere le loro posizioni privilegiate.La sostanza è che i politici ammanniscono al popolo bovino – alimentato a botte di reality e gossip da 30 anni – quote di idee sopportabili a menti dilaniate da massicce inoculazioni di ethos infantilistico pro domo etica consumistica d'accatto.Genuflesse ai mille totem proposti dal dio Mercato, le masse corrotte non riescono a concepire null'altro che il loro sacrificio ad opera della casta sacerdotale rappresentata dalle élites economico-finanziarie globali.Mala tempora currunt.