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IMPARIAMO DA PODEMOS di Loris Caruso*

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[ 20 febbraio ] SORPRESA! c’è ancora vita a sinistra. L’autore di questo articolo, parlando di PODEMOS, afferma: 
«Que­sto par­tito usa molte delle reto­ri­che e delle parole d’ordine dei popu­li­smi (l’inattualità della divi­sione destra/sinistra, la difesa della patria, lo scon­tro popolo/élite, la lotta alla Casta, ecc.), ma è rigo­ro­sa­mente di sini­stra nel pro­filo pro­gram­ma­tico». LA SORPRESA è che esso è apparso sul quotidiano il manifesto. Merita di essere letto attentamente.

«L’azione del nuovo governo greco è il primo fatto di «grande poli­tica» all’interno dell’Unione euro­pea. Per Gram­sci, la grande poli­tica riguarda la lotta per la difesa o la tra­sfor­ma­zione di una deter­mi­nata strut­tura sociale. La pic­cola poli­tica, invece, riguarda «le que­stioni che si pon­gono nell’interno di una strut­tura già sta­bi­lita, per le lotte di pre­mi­nenza tra le diverse fra­zioni di una stessa classe poli­tica. È grande poli­tica, per­tanto, anche il ten­tare di esclu­dere la grande poli­tica dalla vita sta­tale, e ridurre tutto a pic­cola politica».


L’Unione euro­pea è stata, finora, l’elemento di grande poli­tica che ha ridotto ogni poli­tica nazio­nale a pic­cola poli­tica, cioè a tat­tica, mano­vra par­la­men­tare, chiac­chiera media­tica, avven­tura elet­to­ra­li­stica, cele­bra­zione lea­de­ri­stica, insieme di auto­ma­ti­smi di cui si può cam­biare la forma ma non la sostanza. Il governo Tsi­pras inverte per la prima volta que­sto pro­cesso, e dimo­stra come possa essere ancora fon­da­men­tale la lotta per la con­qui­sta del potere poli­tico, come possa spo­stare equilibri.
Il fatto che negli ultimi vent’anni la poli­tica – la poli­tica di parte, quella capace di intro­durre con­flitto e dibat­tito – sia stata neu­tra­liz­zata dall’Ue, dal neo­li­be­ri­smo, dall’austerità, ha costruito, per rea­zione, un campo poli­tico carat­te­riz­zato dalla frat­tura sto­rica tra popolo ed élite, tra basso e alto della società. Un campo per­fetto per i popu­li­smi e le nuove destre.


Alle ultime ele­zioni euro­pee, aste­nuti e anti-europeisti hanno costi­tuito il 70% dell’elettorato. I mec­ca­ni­smi dell’alternanza centrosinistra/centrodestra si sono con­su­mati. Ovun­que in Europa nascono “terze forze” – di destra e di sini­stra — che la sfi­dano e la incri­nano. Se da una parte c’è la tec­no­cra­zia, dall’altra è cre­sciuta, per rea­zione, la costru­zione di «popoli» imma­gi­nari, la defi­ni­zione di nemici esterni, la volontà di ripor­tare la sovra­nità den­tro i con­fini nazio­nali (cioè, di riap­pro­priar­sene), e paral­le­la­mente la richie­sta di essere pro­tetti dal mercato.

Tutte que­ste rea­zioni rap­pre­sen­tano, in forme diverse, la richie­sta pres­sante di un ritorno del Poli­tico, di ciò che è stato rimosso. I popu­li­smi offrono pro­te­zione sociale, iden­tità, pro­ta­go­ni­smo imma­gi­na­rio, senso di appar­te­nenza, la pro­messa di riap­pro­priarsi del pro­prio destino. Di fronte allo sca­te­narsi della crisi e al seque­stro della poli­tica, gli atteg­gia­menti più dif­fusi delle popo­la­zioni euro­pee sono diven­tati un insieme con­trad­dit­to­rio: volontà di par­te­ci­pa­zione diretta, affi­da­mento al Capo, radi­ca­li­smo, ribel­li­smo, ideale della demo­cra­zia diretta, favore per la ridu­zione della demo­cra­zia e per l’eliminazione dei par­titi, e quindi per la costru­zione di uno Stato forte che possa pro­teg­gere i cit­ta­dini dalle con­se­guenze più deva­stanti del mer­cato glo­bale. Ten­denze con­tra­stanti, che pos­sono essere pre­senti anche all’interno di uno stesso movi­mento poli­tico e per­fino nei sin­goli individui.

Il capo­la­voro di Syriza, così come quello che Pode­mos sta poten­zial­mente costruendo in Spa­gna, è aver agito all’interno di que­sto insieme di con­trad­di­zioni, senza sno­bi­smi, valo­riz­zan­done gli aspetti più pro­gres­si­sti e cer­cando di legarli tra loro. In que­sto con­te­sto, il caso di Pode­mos è par­ti­co­lar­mente inte­res­sante. Que­sto par­tito usa molte delle reto­ri­che e delle parole d’ordine dei popu­li­smi (l’inattualità della divi­sione destra/sinistra, la difesa della patria, lo scon­tro popolo/élite, la lotta alla Casta, ecc.), ma è rigo­ro­sa­mente di sini­stra nel pro­filo pro­gram­ma­tico. Usa tat­ti­ca­mente il lin­guag­gio che ritiene più effi­cace per accu­mu­lare con­senso, cer­cando poi di usare que­sto con­senso per affer­mare nella società un pro­filo eco­no­mico e sociale di sini­stra radi­cale. Con­si­dera quel lin­guag­gio l’unico stru­mento pos­si­bile per affer­mare quel pro­gramma. Ha stu­diato i governi boli­va­riani dell’America Latina ma anche il suc­cesso del Movi­mento 5 Stelle. La spe­ranza, in que­sto caso, è che i lea­der di Pode­mos non si iden­ti­fi­chino troppo, nel tempo, con il loro stesso lin­guag­gio, rima­nendo intrap­po­lati nello schema di una feroce rin­corsa al con­senso elet­to­rale che li obbliga a porre in primo piano l’elemento della comu­ni­ca­zione e del mar­ke­ting poli­tico. Per ora, però, il loro ten­ta­tivo è efficacissimo.
Europee 2014: i risultati di PODEMOS nelle diverse regioni spagnole

Natu­ral­mente que­sti pro­cessi hanno ria­perto la discus­sione sulla sini­stra ita­liana. Ci sono novità impor­tanti, ma non è ancora chiaro come si evol­ve­ranno. Come si intrec­ce­ranno il per­corso dell’Altra Europa e il coor­di­na­mento delle sini­stre pro­po­sto da Ven­dola? Sel con­si­dera defi­ni­ti­va­mente tra­mon­tato il centro-sinistra? Que­sti per­corsi sapranno inclu­dere reti e domande sociali, o reste­ranno interni ai con­fini della poli­tica già esi­stente? Quanto tempo si dedi­cherà alla defi­ni­zione di orga­ni­grammi fun­zio­nali a man­te­nere deli­cati equi­li­bri interni, e quanto, invece, alla costru­zione di effi­caci ini­zia­tive poli­ti­che? Si aspet­terà ancora per molto di capire cosa farà Godot, cioè le mino­ranze della mino­ranza Pd? I nostri prodi avranno il corag­gio di uscire da quel par­tito? E vale dav­vero la pena di aspet­tare que­sto Godot? Il Pd è quello che è da quando è nato. Renzi ne ha radi­ca­liz­zato la natura, non l’ha cam­biata: è un Vel­troni estre­mi­sta. Chi è ancora in quel par­tito spesso ha con­di­viso le sue scelte (com­preso il fatto di man­dare Renzi a Palazzo Chigi) e la sua cul­tura poli­tica, e ne è stato maggioranza.

Natu­ral­mente il con­te­sto spa­gnolo e quello greco sono diversi tra loro e sono diversi da quello ita­liano. Però può essere utile anche per noi vedere che cosa Syriza a Pode­mos hanno in comune. Entrambi hanno un’ottica ege­mo­nica: si rivol­gono alla mag­gio­ranza della popo­la­zione. Pola­riz­zano il campo della poli­tica con mes­saggi netti. Si sono posti in con­tra­sto con la quasi inte­rezza dei loro sistemi poli­tici ma soprat­tutto, con una forza pole­mica priva di distin­guo, con i par­titi popo­lari e socialisti.
Appa­iono come ele­mento di novità radi­cale, ener­gico, di rot­tura, alter­na­tivo a tutto quello che esi­ste. Una novità che riguarda i pro­grammi, i con­te­nuti e la forma dell’azione poli­tica, le lea­der­ship, il lin­guag­gio, sem­pre anco­rando que­sta novità, però, alla «tra­di­zione» della difesa dei biso­gni popo­lari. Offrono nuove forme di pro­te­zione sociale, un riscatto con­tro l’impoverimento, la ridu­zione al silen­zio, l’angoscia col­let­tiva. Incar­nano in diversi modi la frat­tura tra popolo ed élite, riu­scendo a porsi come rap­pre­sen­tanti del primo con­tro la seconda.

Pur essendo euro­pei­sti, par­lano di difesa della patria con­tri i suoi “tra­di­tori”, di nazione, di sovra­nità. Sono orga­niz­zati in modo ori­gi­nale, tenendo insieme mobi­li­ta­zione sociale, azione politico-elettorale e un’ottica (auto­noma) di governo, inte­grando tra loro l’orizzontalità di una par­te­ci­pa­zione estesa e la ver­ti­ca­lità della strut­tura poli­tica. Ecco, fatte tutte le dif­fe­renze, potreb­bero essere ele­menti utili anche da noi».

* Fonte: il manifesto del 18 febbraio

3 pensieri su “IMPARIAMO DA PODEMOS di Loris Caruso*”

  1. Anonimo dice:

    Podemos non dice che sx e dx sono uguali ma che l'opposizione aprioristica fra sx e dx è funzionale al potere delle banche.Dice testualmente Iglesias:"En el juego de izquierda y derecha gana la banca"Ha perfettamente ragione perché in un regime democratico esisteranno sempre una destra e una sinistra e quindi, in quanto democratici che si oppongono al potere oligarchico anti democratico, destra e sinistra devono in questo momento essere alleati.Se ci pensate è lo stesso discorso di quando dite che siete pronti ad allearvi anche con le forze della media borghesia.Inoltre mi pare ci sia una bella differenza fra Alba Dorata e il FN per esempio ma comunque la cosa importante è che ci sia il più casino possibile quindi chiunque lo provochi è il benvenuto.MGP

  2. Anonimo dice:

    "la cosa importante è che ci sia il più casino possibile quindi chiunque lo provochi è il benvenuto"Come no, e poi ti ritrovi un Monti al governo. Comincio a pensare che gli individualisti in fondo non abbiano tutti i torti. Tra l'altro spiegatemi dove è questo individualismo visto che viviamo in uno stato di polizia oligarchica, mai visto uno stato di polizia oligarchico che premi l'individualismo, altrimenti tale ideologia rischierebbe di scavalcare il dispotismo.

  3. Anonimo dice:

    Anonimo delle 10:25Dalla confusione dei concetti che esprimi si direbbe che sei Uomo Medio…:)

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