SINISTRA ITALIANA: DALLE “RELAZIONI PERICOLOSE” ALLE RIMOZIONI FATALI di Moreno Pasquinelli
[ 23 luglio ]
Sabato scorso, 16 luglio, Sinistra Italiana (SI), il nuovo partito che dovrebbe nascere sulle ceneri di Sel con l’innesto dei fuoriusciti dal Pd come Fassina e D’Attorre, ha celebrato la sua assemblea nazionale. Un appuntamento importante dopo i deludenti risultati elettorali alle recenti amministrative, segnate anzitutto dall’avanzata del Movimento 5 Stelle (M5S) dallo smacco subito da SI anzitutto a Roma.
Per la cronaca: un primo giudizio su SI noi l’avevamo dato subito dopo il battesimo del febbraio scorso, ovvero Cosmopolitica —un nome un programma.
La batosta elettorale ha lasciato le sue ferite. 300 militanti e dirigenti vendoliani di Sel, capeggiati dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda [nella foto in basso] hanno disertato l’assemblea ed hanno anzi chiesto le dimissioni di tutto il gruppo dirigente di Sel, l’azzeramento dell’esperimento di SI, riproponendo la vecchia strada, quella dell’alleanza col Pd. I 300 lo han fatto con un documento al vetriolo che attesta quanto deteriorato sia il clima dentro Sel e quindi SI, coi vendoliani che non solo non accettano lo scioglimento ma sono decisi a riproporre un posizionamento politico di satellite del Pd, “oggi renziano, domani chissà”, dicono.
L’assemblea del 16 luglio pare aver sancito una vittoria con largo margine di quella che potremmo definire “ala sinistra” che fa capo alla troika Fratoianni-Fassina-D’Attorre. E’ proprio quest’ultimo che ha aperto i lavori dell’assemblea, ammettendo la sconfitta ma ribadendo il discorso, che più o meno suona così: “Il Pd con Renzi ha subito un mutamento genetico, il centro-sinistra è defunto e per farlo eventualmente rinascere occorre dare vita ad un nuovo polo politico (SI appunto), quindi niente alleanza col Pd ma puntare a rappresentare i settori sociali che la crisi ha falcidiato”.
Anche sorvolando per amor di patria sulla pornografica nostalgia per il centro-sinistra che fu, salta agli occhi l’insipienza, la debolezza di una simile visione politica.
Ci ha pensato l’ottuagenaria Luciana Castellina, in un suo intervento su il manifesto del 19 luglio, ad aiutarci nel decodificare la visione politica della nascente SI, a fornircene un estratto chimico.
Dopo aver compiuto una difesa d’ufficio della linea difesa da Fratoianni e D’Attorre, la Castellina, scrive:
«La parvenza di realismo della posizione dei nostalgici del centrosinistra sta nel dire: un altro schieramento governativo oggi non c’è. Il che è assolutamente vero. (…)
Prendere d’atto che per ora non esiste una formula sostitutiva del defunto centrosinistra a livello nazionale —altra cosa sono le istituzioni locali, perché il territorio sta già dando prova di essere ricco di energie e formule inedite di rappresentanza— non rende tuttavia affatto meno credibile il nostro discorso. (…)
Non vuol dire ignorare la necessità di conquistare un ruolo istituzionale e rifugiarsi nella cuccia dell’extraparlamento. Anche questa battaglia può portare frutti corposi: basta con questa ossessione “governista” che delega i risultati solo e sempre a quanto potrebbe fare un governo.
Il vecchio Pci al governo non c’è stato mai, ma sappiamo che quasi tutto quanto di buono abbiamo conquistato è stato merito della sua azione. Anche allora non c’era una prospettiva immediata di governo, ma quel partito è stato efficace perché ha saputo conservare un’ottica di governo ( che è altra cosa), senza chiudersi in sterili minoritarismi. Attrezziamoci a creare le condizioni per ottenere altrettanto, nelle forme adeguate ai tempi presenti».
Col pretesto di criticare la “ossessione governista” dei vendoliani di Zedda, la Castellina ne condivide l’assunto da cui tutto il resto viene: non ci sarebbe oggi in Italia uno schieramento governativo alternativo a quello eurofilo ed oligarchico che fa perno sul Pd. Se i vendoliani da questo assunto ne ricavano che occorre aggrapparsi alla sottana del Pd, i diversamente vendoliani ne deducono che (vedi l’analogia col vecchio PCI) occorre attrezzarsi ad una prolungata e minoritaria traversata nel deserto.
«All’assemblea di via dei Frentani si è sentita molto spesso l’eco, soprattutto negli interventi dei più giovani, del dibattito che è riemerso sul populismo di sinistra, reintrodotto da Laclau tramite Pablo Iglesias. Anche questo mi pare un tema da affrontare. Capisco la preoccupazione di chi teme un distacco dalle masse popolari, l’intellettualismo di certo sinistrese, il timore che suscita vedere la sinistra vincere solo fra i ceti medi colti e non più nelle periferie. Ma non semplifichiamo troppo questo discorso».
Passate il tempo a giudicare e rilasciare patenti di credibilità o genuinità.Voi di vostro che siete in grado di fare?Siete capaci di mettere su un consenso superiore allo zero per cento?Siete capaci di mettere insieme diecimila iscritti a un vostro movimento?A me sembrate solo dei velleitari signori di mezza età di scarso successo che cercano di darsi delle arie da politologi.Mi raccomando censuratemi pure e rivolgetemi delle male parole ma rispondete alle domande che vi ho fatto. Se ne avete il coraggio, naturalmente…
Totalmente d'accordo con Pasquinelli. Il problema però è che chiunque e qualunque nuova forza politica derivi in qualche modo dalla classe dirigente del Pd, Sel e Rc effettuerà SEMPRE queste tre rimozioni, in particolare la seconda e la terza. Come sostengo da anni, solo una nuova forza politica di sinistra creata da soggetti che nulla hanno a che fare con i tre partiti succitati e con qualsiasi esperienza o legame con il Pd, con dirigenti totalmente estranei a quelle tradizioni e pratiche, potrà fare qualcosa di realmente incisivo in funzione anti-sistema, anti-eurista ed anti-liberista. Mai, mai, mai.
Sono un Coordinatore Nazionale del Movimento Essere Sinistra – MovES e dopo aver letto il tuo articolo confermo parola per parola quanto hai scritto.Già più di un anno fa verificammo tutti i fattori che tu esponi e non ci siamo astenuti dal fare le stesse critiche a Sinistra Italiana proprio nel merito delle questione che sollevi tu.Non concordo con Valdo che dice nessuna forza politica che al suo interno abbia dirigenti che provengono dall'area PD potrà mai cambiare posizione su euro, su neoliberismo ed essere antisistema.Questo accade solo nel caso in cui quei dirigenti si siano formati negli anni '80 e non abbiano mai conosciuto la politica autenticamente di sinistra, partendo dal socialismo non craxiano evidentemente per finire al comunismo di un certo periodo.Chiunque abbia in sè un ideale socialista AUTENTICO sa riconoscere quando è il momento di svoltare e di ritrovare la strada maestra.Non contano le provenienze, contano le coscienze e la capacità di leggere la storia e gli eventi, conta l'essere in grado di avere visione politica e di avere sufficiente spirito critico.Nel nostro Movimento siamo francamente antiliberisti, antisistema e antieuristi e le provenienze sono le più disparate nella sinistra ma tutti i nostri compagni hanno la posizione che ho espresso, quindi forse dovremmo anche smettere di tracciare delle linee di confine ed erigere steccati per cominciare a confrontarci su contenuti e obiettivi.In quanto al commento critico sul pezzo lasciato da Anonimo (mica un caso che non si firmi), beh, direi che siamo nella norma.Sono feroci e si piccano sempre di ogni critica, i nostri compagni della sinistra di sistema.Perchè di fatto questa sinistra che occhieggia al PD in base ai cartelli elettorali da costituire nel locale, è proprio funzionale al sistema che dice di voler combattere e al di là del proclama o della dichiarazione ad effetto, poi c'è il nulla di fatto.
A conferma di quanto scrivi, mi permetto di postarti la relazione scritta dal nostro Segretario, nel nostro vecchio blog, l'anno scorso ad ottobre subito dopo un incontro di tre giornate effettuate a Livorno, quando ancora Fassina non era confluito in Sinistra Italiana, cosa che poi ci ha fatto rivedere completamente le nostre posizioni su di lui e sulla sua linea politica che con la confluenza in SI si è definitivamente assestata sulle rimozioni di cui parli tu.https://esseresinistra.wordpress.com/2015/10/30/relazione-sullincontro-di-livorno/