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NE AMMAZZA PIÙ LA CAROTA DEL BASTONE di un “bottegaio”

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Il titolo di Huffington Post  è quello che meglio di tutti da il senso dell’ultima mossa del governo: “SEI MILIARDI PER SPEGNERE LE PIAZZE”.

Così è infatti. E’ evidente che Conte e i suoi apprendisti stregoni e scienziati non sanno più che pesci pigliare. Rincorrevano il virus, ora si sono trovati a rincorrere le proteste sociali. Sperano di fermarle elargendo ricompense e risarcimenti (solo la totale mancanza di senso del pudore può indurli a denominarli “ristori”!). Ci riusciranno? Sì.

Ogni rivolta sociale è come una fiammata: più è improvvisa e spontanea più destinata a spegnersi presto. Non c’è dubbio che l’annuncio del governo di …”ristori” contribuisce a fargli perdere potenza.

Resta che la rivolta estesasi a macchia d’olio: (1) dimostra che la lotta sociale paga più di tanti discorsi a qualsiasi titolo pronunciati; (2) che questa fiammata è come una scossa elettrica che avendo risvegliato le coscienze cambia il panorama politico; (3) che avevamo visto giusto non solo nei contenuti ma nei tempi promuovendo la MARCIA DELLA LIBERAZIONE.

C’è chi dopo il lungo sonno è voluto entrare in scena gridando “Tu mi chiudi, tu mi paghi”.

Un bell’assist al governo, che i soldi per placare le masse riesce sempre a trovarli. Nessun pasto è gratis nel mondo neoliberista; vedrete che ora, chiuderà in modo ancor più massiccio e generalizzato. Lo scambio sovvenzioni-pace sociale è da stolti, come quello tra sicurezza e libertà.

Volentieri pubblichiamo quanto ci scrive un nostro lettore:

« A marzo speravo di sollevare il mondo degli autonomi,  tale era il disastroso crimine economico perpetratoci.

Intuii subito che l’unico desiderio era riaprire, ma era stupido, perché era chiaro come le condizioni di riapertura fossero impossibili per ripartire.

Gli aiuti sono stati una frazione del necessario, ma nessuna Saracinesca aperta ha più fiatato.

I miei colleghi regionali si sono sciolti al sole dopo poche settimane, affaccendati nei loro disperati commerci.

Il gruppo stesso è andato in coma stabile, ma questo  lo sapevo. Avevo previsto un risveglio autunnale, e c’è stato.

Il climax è stato la chiusura decisa dal dpcm.

Ma stavolta il governo si è fatto scaltro, e visto che questi deficienti si sono accontentati di poco e tardi,  Conte ha pensato che con poco e subito se li sarebbe comprati.

Ce l’ha fatta?

Io temo di si, ma te lo dirò stasera, voglio vedere come va la mobilitazione nella mia città.

Qui faremo infatti una manifestazione in violazione di ordinanza.

I ristoratori ne saranno il nocciolo duro.

Una cosa carbonara, che ho appoggiato ufficialmente, con un post a pagamento che raggiungerà decine di migliaia di conterranei.  Post che, caso strano, ci ha messo tre ore a partire.

Se sarà un fiasco, sarò costretto a prendere decisioni conseguenti.»

2 pensieri su “NE AMMAZZA PIÙ LA CAROTA DEL BASTONE di un “bottegaio””

  1. Cittadino dice:

    Temo che abbia ragione e purtroppo non sono neppure sorpreso. Quello che stanno sperimentando ora i bottegai è la stessa cosa che accade al mondo del lavoro da sempre.

    Fanno qualche concessione (gli tirano qualche spicciolo) e, magari con la complicità di accordi sindacali, qualsiasi protesta rientra. I salvati si tranquillizzano ed i sommersi si rassegnano.

    L’unica cosa che attendo sono gli scossoni che possono arrivare dal procedere del multipolarismo, ma temo che l’Italia sia particolarmente impreparata.

    Giovanni

  2. Francesco dice:

    La mia non vuole essere una “difesa d’ufficio” della categoria alla quale appartengo professionalmente: quella dei cosiddetti “bottegai”/lavoratori autonomi – categoria con i suoi pregi e i suoi difetti – tuttavia non posso non ricordare che trattasi di una categoria gia’ di per se’ MOLTO eterogenea e frastagliata, (composta da soggetti con redditti e interessi MOLTO diversi, interessi molto spesso contrastanti tra loro: si va dal notaio al piccolo pasticciere, dal gestore della grande discoteca al piccolo cartolaio, e cosi’ via) e pertanto gia’ MOLTO difficile da “compattare” in una situazione di “normalita’”, figuriamoci in una situazione di “psicosi” da virus, come quella attuale (…psicosi EVIDENTEMENTE alimentata da chi “tiene le redini del carro”…)
    In questo senso penso si possano spiegare le “defezioni” di tanti Autonomi verso la protesta antigovernativa. Tanto piu’ si spiegano se poi nella stessa categoria degli autonomi il governo VOLUTAMENTE genera “figli e figliastri” dal punto di vista dei risarcimenti e delle regole di apertura.
    Come in tutte le vertenze, ci sono quelli che ci rimettono di piu’ e quindi protestano e quelli che non ci rimettono affatto e quindi preferiscono starsene buoni. Purtroppo questo e’ anche il risultato della societa’ atomizzata e individualista.
    Ma d’altronde la stessa situazione si e’ verificata tante volte, negli ultimi decenni, anche nella categoria dei “salariati”, ogni volta che c’e’ stata qualche crisi aziendale: ci sono stati quelli che hanno visto salvaguardati i propri diritti e le proprie tutele e quelli che “sono rimasti indietro”. Quelli che si sono accontentati del “piatto di lenticchie” e quelli che hanno lottato, quelli che se ne fregavano se i colleghi restavano a casa e quelli (…in realta’ pochi…) che manifestavano nonostante avessero il posto assicurato.

    Francesco F.
    Manduria (Ta)

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