Browse By

Progressismo cattolico vs multipolarismo ortodosso russo di F.f.

514 visite totali, 1 visite odierne

“Io credo nella Russia, nella sua Ortodossia. Credo nel Popolo Cristo”.
Fedor Michajlovic Dostoesvkij

L’amico Moreno Pasquinelli – che indicheremo da ora in poi con la iniziale MP per abbreviare – ha replicato al nostro scritto sul cattolicesimo con un articolo concettualmente e storicamente molto denso. La nostra risposta è d’obbligo non per tenere il punto, tantomeno per polemizzare, tutt’altro, ma viceversa per cercare di mostrare come talvolta la visione del “sovranismo di sinistra” rischi di essere, come d’altra parte quella del “sovranismo di destra” europeo, un altro volto della stessa medaglia di quel laicismo e relativismo europeistici ed occidentalistici, di radice Illuministica, di cui vorrebbero costituire l’alternativa. Laicismo e relativismo democraticista, non democratico, antidemocratico, ben più che liberale (come dice invece il Nostro), che sono il marchio del Deep State. MP ci accusa, in senso storico-politico, di sostenere: a) il costantinismo; b) la mitologia panortodossa basata sulla Terza Roma; infine di aver costruito c) una fallace ideologia riguardo alla lotta del presente secolo basata su un presupposto astratto, ossia il discrimine di civiltà fra nazionalconservatori o neo-illuministi progressisti.

Costantinismo?

Non intendiamo rispondere troppo a lungo sul concetto di costantinismo. Vi è ormai una serie di concetti storico-politici, tra i quali costantinismo, fascismo, populismo, sovranismo, che vengono utilizzati fuori dal proprio specifico ambito contestuale. Sono divenuti, tali concetti, meri strumenti di lotta politica propagandistica. Gravissimo errore, dottrinario e di proposta politica concreta, quello dell’amico MP, che cade nella trappola di Antonio Spadaro, il validissimo propagandista gesuita della “rivoluzione nella Chiesa” di Sua santità Francesco. Il progressismo globalista e relativista, divulgato a piene mani dall’elite gesuita egemone, in larga parte derivante dal pensiero del teologo scientista e panteista Teihlard de Chardin, sta bollando ogni prototipo di “civilizzazione cristiana” come Neo-Costantiniana. MP, che intelligentemente ha sempre rifiutato la fascistizzazione del nemico, cade qui in pieno nella trappola. “Nuovo Costantino” fu infatti definito Mussolini per la Conciliazione del 1929, non dai comunisti italiani, ma dai dossettiani (la frazione che rispondeva a Giuseppe Dossetti, la guida degli anti-andreottiani e degli anti-DeGasperi che furono soliti fascistizzare il nemico Conservatore) e dalla Sinistra cattolica evoluzionistica e progressistica. Il bergoglismo, per quanto si nutra di varie fonti, è in diretta continuità strategica con il dossettismo, ossia con il proposito che deve essere l’elite clericalistica, non lo Stato, a detenere il potere totale. Tale ideologia del potere politico del clero, per quanto sia oggi apparentemente più morbida, ripetiamo di nuovo apparentemente, di quella dei bei tempi del papa nero gesuita in offensiva su ogni fronte, si definisce Neo-Gelasiana, da Gelasio I 49° vescovo di Roma. Perfettamente neo-gelasiana fu l’interferenza politica globalista e progressista della sinistroide e gesuitica “Civiltà cattolica” contro la democrazia conservatrice russa in coincidenza delle ultime elezioni politiche.

Terza Roma

La ricostruzione compiuta dal Nostro riguardo alla storia religiosa della Russia, a parte le insolite, per lui, sbavature occidentalistiche – il Patriarcato di Mosca sarebbe per sua natura ontologica teocratico, chi lo appoggia nutrirebbe nostalgie teocratiche -, è buona e condivisibile. Le conclusioni non possiamo condividerle. Cristianità ortodossa russa è sia la rivoluzione modernizzatrice di Pietro il Grande e di Caterina II, sia la fiera reazione, ultranazionalistica, degli “Antichi Credenti” che si ribellarono alla “Riforma” del 1653 su cui si è soffermato MP. Al tempo stesso, nell’ultimo secolo, Cristianità ortodossa russa è l’infinito elenco dei Martiri sterminati dal regime ateo comunista, è la Chiesa catacombale che non vuole compromessi con i bolscevichi ma è anche l’elite ortodossa che, dalla Guerra Patriottica in avanti, temperò sino a raddrizzare l’utopismo materialista e globalista del regime marxista, rendendolo di fatto sempre più post-marxista, meno globalista e più russo.

Ora, il lettore dirà che è questa una enorme contraddizione. E avrebbe ragione. Ma la contraddizione è il cuore e il lievito della Tradizione ortodossa russa. Il concetto di sobornost’, l’universalità e l’unità nella molteplicità, la comunione nel divenire della storia, è lo spirito della Chiesa russa che si rivela nella storia, si storicizza. La Chiesa è perciò il Popolo, e il Popolo Russo è, nella visione ortodossa, per sua stessa essenza il Popolo Cristo, il Popolo Ortodosso. Al tempo stesso, però, nel “Domostroj” – Documento del XVII sec. in cui venivano dettate le norme per il popolo – lo Zar è presentato come il padre igumeno di tutto l’impero russo, l’obbedienza verso di lui è un autentico rituale che ha un valore religioso. Tale concetto è presente nella stessa democrazia conservatrice putinista. Che significato dare a tutto questo in relazione alla Terza Roma? Sono necessarie due premesse prima di tirare qui le conclusioni. La prima è che il pensiero filosofico cristiano russo ha la caratteristica del senso storico “mitico” (storicismo conservatore cristiano), mentre il pensiero cattolico ha la caratteristica del senso politico immediato, quello protestante del senso empirico individualistico. Il “mito” Mosca Terza Roma viene formulato dal monaco starec Filofej nella sua lettera al gran principe di Mosca Vasilj III (1505-1533):

“O zar molto pio! Ascolta e ricorda che tutti i regni cristiani si sono riuniti nel tuo regno, che due Rome sono cadute, ma che la Terza sta in piedi e che non ce ne potrà mai essere una quarta. Il tuo regno cristiano non sarà mai rimpiazzato da nessun altro”.

La Terza Roma sta in piedi. MP sottovaluta questo passaggio fondamentale, “la Terza Roma sta in piedi” e quindi confonde il messianismo universale russo, che è di sostanza metafisica e spirituale, con il millenarismo sociale rivoluzionaristico. Viceversa il messianismo ortodosso e storicista russo ha il fine opposto, più da barriera e fortezza, o ancor meglio da scudo di ciò che resta degli ultimi giorni, mantenendosi il piccolo resto nella santità e Santa il Popolo Cristo ha chiamato la Russia, unico caso nella storia della Cristianità di rituale santificazione di una intera terra benedetta. Per intensità e durata, quella ch’è stata probabilmente la più terribile prova che un popolo cristiano abbia dovuto affrontare (“il più grande genocidio della storia” secondo l’archimandrita Nektarios), un fiume ininterrotto di sangue che arriverebbe alla cifra di quasi 70 milioni di cristiani ortodossi, per lo più di rito russo, martirizzati nel corso del Novecento avrebbe avuto, nell’ottica di Mosca Terza Roma, la misteriosa finalità provvidenziale nel confermare l’elezione storica del Popolo Cristo. Ciò non è nazionalismo o sovranismo,  ma missione spirituale di cui la storia di un popolo si fa portatrice. Lo stesso andrebbe detto della Rivelazione di Fatima, riconosciuta solennemente dal Venerabile Pio XII, con al centro il destino della “Santa Russia” ma non è questo il contesto per soffermarsi su una questione così foriera di misteriose finalizzazioni.

Il metropolita Tichon, Solzenicyn e il nichilismo occidentale

MP, infine, fa dell’odierno patriarcato poco più che un braccio arrugginito del potere temporale putinista. In realtà occorrerebbe maggiore cautela e prudenza, consigliamo al Nostro la visione di questo importante video.

Il metropolita Tichon, uno dei padri del Neoconservatorismo russo di questi tempi, influente pensatore e teologo, confessore del presidente VVP, dette la licenza al canale televisivo di stato russo, nel gennaio 2008, di trasmettere questo documentario che ci pare assai chiaro sulla prioritaria strategia del Cremlino, basata sulla difesa dell’identità cristiana russa. Identità cristiana russa, come abbiamo mostrato, dal valore universale non nazionalista filetista. Il filetismo, che indica la tendenza della Chiesa greco-ortodossa a prendere come base la nazionalità, e non lo Spirito, sarebbe perciò una nuova forma di nazionalismo o tribalismo.

Vladimir Putin, inoltre, ha più volte definito l’attivista conservatore cristiano Solzenicyn come il proprio personale maestro. Poco prima di morire fu chiesto a Solzenicyn cosa si dicessero lui e Putin nel corso dei loro incontri. Il vecchio pensatore rispose che aveva continuamente avvertito il presidente  che la democrazia neo-illuministica all’occidentale è quanto di più radicalmente e pervicacemente anticristiano fosse comparso nella storia dell’umanità, missione di Putin era non solo sbarrare ogni tipo di via all’ingresso di quella “cosiddetta democrazia” in Russia, ma inverare storicamente il nazionalconservatorismo storico russo come Catechon, forza di lucida e eroica contrapposizione all’Anticristo, che secondo Solzenicyn si sarebbe manifestato in veste di “democrazia”, “diritti”, “ecumenismo”, tecnocrazia illuministica. La Russia non avrebbe dovuto essere antimoderna, reazionaria, rifiutare le conquiste scientifiche moderne. Ma avrebbe dovuto mettere al centro la sua storia spirituale, non il 5 G, non la Silicon Valley alla russa, non la ideologia radicalista LGTBQ.

Solzenicyn indicò alla Russia il sentiero spirituale e storicistico che Benedetto XVI indicò all’Europa dal 2005. Dall’Orda d’Oro all’illuminismo massonico-rivoluzionario del bonapartismo, la Russia fece sempre scudo contro l’epidemia ultraprogressistica e rivoluzionaristica, spiega Alexander Solzenicyn. Lo stesso compitò avrà nel secolo attuale: arrestare l’avanzata irrefrenabile del neo-mongolismo tecnocratico globalistico. La Russia ha accettato la saggezza di Solzenicyn, l’Europa, democraticista e laicista, ha rifiutato la saggezza del Pontefice. Come si può vedere, il putinismo affonda in ben altre radici rispetto a quelle del laicismo machiavelliano che MP gli attribuisce; missione dell’ “Ortodossia di stato” russa è quella di chiudere le porte alla catastrofe, non di redimere un mondo, come è quello occidentale, che avrebbe armi e strumenti per salvarsi da se. Tanto meno è quella di spremere di nuovo come un limone il grande popolo russo, legna d’ardere sulla via di una rivoluzione mondiale o globalista di bolscevica memoria. E qui ritorna, nel pensiero di MP sulla Russia, quel millenarismo social-rivoluzionario estraneo, oggettivamente, alla linea del patriarcato, ma altrettanto estraneo a quella tradizione apostolica greco-cristiana (e non giudeo-cristiana) a cui il concetto di Mosca Terza Roma si ispira.

Il Nostro equivoca anche, a nostro modesto avviso, il senso della recente modifica della costituzione. Dio, Popolo (non patria come MP dice), Famiglia. Popolo è da intendersi nel senso sopra specificato di Popolo Cristo e Popolo Chiesa. Non vediamo inoltre dove vi possa essere l’affinità tra la “teologia politica” che sottintende la dottrina sullo Stato cristiano di San Giuseppe Volokolams (1440-1515) e la relativistica “Dichiarazione di Abu Dhabi”. Putin cita spesso Ivan Ilyn, non perché fascista (ammesso e non concesso lo sia stato, ma non è questo il punto) bensì perché profetizzò, nei lontani anni ’30 quando vi era il Grande Terrore anti-ortodosso, che il Comunismo sarebbe stato sconfitto dall’Ortodossia, che in Russia sarebbe rinato lo Stato ideocratico cristiano.

Non abbiamo, inoltre, schiacciato il bergoglismo [1] sul liberalismo come sostiene il Nostro, anzi abbiamo sostenuto nel nostro precedente articolo contestatoci dall’amico MP che fu la “Sinistra progressista cristiana” del Dossetti, con la sua concezione di democrazia radicalista e illuministica, a vincere la battaglia politica del ‘900. Il liberalismo è fuffa oggi giorno: il Deep State clintoniano è forse laico e liberale come lo furono Cavour, Giolitti, Croce, Guizot, Bismarck? “Libera chiesa in libero stato”, “KulturKampf”? Giammai! La cristianità civile va annientata, seppur in modo soft, come affermano i progressisti di ogni colore e latitudine.

Dalla laicità del Cavour si è arrivati, nel civile Occidente, alla più virulenta cristofobia, come sostiene Benedetto XVI. La quintessenza della secolarizzazione europeistica e occidentale, agli occhi del Conservatorismo del patriarcato moscovita, sarebbe estremismo anticristiano, più o meno morbido. Sbagliato? Giusto? Chi vede e osserva può giudicare da se, l’Europa “cristiana” è oggi il continente dell’ateismo nichilista più avanzato. Il Nostro ritiene sia una chimera la nostra ipotesi teorica che il secolo vedrà una lotta di frazione  — sia tra élite sia a livello popolare —  tra nazionalconservatori e progressisti illuministi. In verità, il contesto di Benedetto XVI pontefice rappresentò il punto di massima concordia, nella storia dell’umanità, tra la prima Roma e la Terza Roma. Il testo ratzingeriano del 2009, Europa patria spirituale: idea russa per l’Europa, fu il manifesto teologico politico di questa linea strategica comune tra Roma e Mosca. Ne riprendiamo un importante passo:

“Questa cultura illuminista sostanzialmente è definita dai diritti di libertà; essa parte dalla libertà come un valore fondamentale che misura tutto….Il concetto di discriminazione viene sempre più allargato, e così il divieto di discriminazione può trasformarsi sempre più in una limitazione della libertà religiosa….Una confusa ideologia libertà (neo-illuministica e progressista, ndc) conduce a un dogmatismo che si sta rivelando sempre più ostile verso la libertà”.

Con il silenziamento forzato di Benedetto XVI, senza cadere nel complottismo ma senza nemmeno escluderlo semplicemente perché ignoriamo cosa abbia potuto determinare un evento così grande come le epocali dimissioni del 2013, il Deep State del radicalismo neoilluministico ha oggettivamente portato a casa la più grande vittoria che potesse ottenere. Ad essa avrebbe dovuto seguire l’annientamento di civiltà del putinismo nazionalconservatore e Ortodosso, il ridimensionamento della Russia a minuscola potenza regionale, l’ucrainizzazione, la banderizzazione sul territorio occidentale della Federazione e l’offensiva del neo-colonialismo cinese dalla Siberia in avanti.

Ciò non solo non è avvenuto, ma sconfiggendo il Terrorismo globale anticristiano tatticamente sostenuto da Occidente, la Russia è rientrata con Stati Uniti e Cina nel novero delle potenze globali. VVP, saggiamente sostenuto dal patriarcato di Mosca, affiancato dai teorici più Conservatori interni allo stesso, ha aperto una nuova epoca storica e di civiltà, il multipolarismo, mandando all’aria i sogni utopistici della sinistra radicale clintoniana e del partito progressista di Roma cattolica.

Da patriota non occidentalista, multipolarista, quale MP è, o almeno così lo ricordavamo, dovrebbe esserne rallegrato. Benedetto XVI e il patriarca Kirill, con il presidente Putin all’opera, si ricordi lo storico discorso di Monaco del 2007 di quest’ultimo, hanno aperto la nuova era Multipolare, non occidentale. La stessa America è oggi post-globale e lo stesso Vaticano a guida gesuita è post-romano. La prima Roma è andata e la Terza Roma sta reggendo l’equilibrio internazionale sempre più multipolare. La fraternità spirituale e multipolarista di cui la Terza Roma è espressione storica ha il centro metafisico nel concetto di “umanesimo divino cristiano” (Solzenicyn), il “fratelli tutti” di Sua santità Francesco è invece espressione storica di un umanesimo umanitaristico che dà grande rilievo sociale a ciò che Benedetto XVI già bollò come “neo-paganesimo” mondano relativistico e naturalistico. Con questo non ci azzardiamo, naturalmente, a affermare che il santo padre Francesco sia un pagano o un relativista progressista tout court. Il testo integrale della nuova enciclica, di eccezionale valore storico, di Sua santità Francesco merita certamente una lettura più disincantata, e meno partigiana, di quella de “il manifesto” ma non è chiaramente questa la sede. Va comunque ribadito in conclusione che l’umanesimo storicista cristiano slavofilo-europeo di un Solzenicyn o quello conservatore (neo-europeo) di un Benedetto XVI, strategicamente vicino al patriarcato di Mosca, si pongono certamente in una differente prospettiva e strategia di civilizzazione, più radicalmente multipolarista, rispetto al neo-universalismo globalista e populistico di Sua santità Francesco.

NOTE

[1]   Sua santità Francesco è figlio ideologicamente della peronista e terzomondista Teologia del popolo argentina, non della Teologia della Liberazione come sostiene MP. Non sta a noi, ne tantomeno in questo contesto, stabilire se la sua azione di Pontefice ricalchi la visione della Teologia del Popolo

2 pensieri su “Progressismo cattolico vs multipolarismo ortodosso russo di F.f.”

  1. farabundo dice:

    https://contropiano.org/news/internazionale-news/2020/10/12/come-cambieranno-le-filiere-produttive-mondiali-0132460

    Cosa pensa di questo articolo?

    Perchè, la Russia così importante nemmeno sembra considerata dallo staff strategico statunitense?

  2. Pingback: CONSIDERAZIONI SULL’ENCICLICA FRATELLI TUTTI” di F.f.
  3. Trackback: CONSIDERAZIONI SULL’ENCICLICA FRATELLI TUTTI” di F.f.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *