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35 DOMANDE A UN COVIDISTA di Alceste De Ambris

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Anche nell’ambito degli intellettuali critici verso il pensiero unico, che su altri argomenti esprimono opinioni originali, quando si tratta del tema Covid19 alcuni non si scostano dalla narrativa dominante. Ultimo della lista scopro ad es. l’analista di geopolitica Stefano Orsi, che deride la “Marcia della liberazione” dell’11 ottobre come un gruppuscolo di negazionisti.

I termini “negazionista” e “complottista” non sono definizioni ma insulti, coniati appositamente per delegittimare l’avversario e impedire un confronto. Volendo invece suscitare una riflessione, con intento costruttivo e non polemico, a queste persone indirizzo una serie di questioni, in forma interrogativa; non ho certezze ma dubbi (anche se alcune domande sono retoriche e fanno intuire il mio pensiero) che cerco di condividere.

La narrativa covidista consiste in due tesi: che ci troviamo in presenza di una malattia del tutto nuova e di una pericolosità senza precedenti; e che dunque qualsiasi misura restrittiva della libertà è giustificata a tempo indeterminato, qualsiasi siano gli effetti economici. La prima è un’affermazione di fatto, la seconda un giudizio etico-politico. Lo scetticismo sul covid prenderà dunque due forme (che possono coesistere): i dubbi sulla natura della malattia, e quelli sull’opportunità delle misure politiche messe in atto per contenerla. Il Sistema tende a confutare e ridicolizzare il primo ordine di argomenti (solitamente riportando solo le opinioni più pittoresche, es. curarsi con la candeggina e simili), mentre io mi privilegerò gli elementi etico-politici. Non sono un medico, e proprio per questo posso esprimermi liberamente senza rischi per la carriera.

  1. È possibile che i grossi finanziamenti da parte delle case farmaceutiche o della Fondazione Gates abbiano condizionato l’azione dell’Oms o di altre istituzioni sanitarie, o le opinioni di medici e ricercatori?
  2. Perché i medici “ufficiali” e da salotto tv, anziché limitarsi a descrivere il corso della malattia, si permettono di auspicare questo o quell’intervento securitario, invadendo il campo della politica? Se la scienza è discussione e non dogma, tantopiù se si tratta di fenomeni nuovi e non conosciuti, perché i medici critici verso il discorso dominante vengono censurati derisi e minacciati?
  3. Bloccare le attività economiche, causando fallimenti povertà e disoccupazione di massa, non è il classico caso di cura peggiore del male? Non assomiglia a chi, per risolvere il problema di un dolore alla mano, si fa amputare il braccio?!
  4. In una situazione di reale pericolo, poniamo ad es. una guerra, il comportamento tipico delle istituzioni, e dei media organici al potere, è di diffondere fiducia e sicurezza; perché invece qui tra istituzioni e media si fa a gara per diffondere paura e panico tra i cittadini? come si spiega se non con una campagna terroristica orchestrata e diretta a uno scopo? Un governo è necessariamente impotente di fronte agli “attacchi di panico” mediatici, o può far uso dell’art. 648 del codice penale che punisce per procurato allarme l’annuncio di disastri e pericoli inesistenti?
  5. Il diritto alla salute è previsto all’ 32 della Costituzione italiana: prima ci sono 31 articoli che sanciscono il diritto al lavoro, l’inviolabilità della libertà personale, la libertà di circolazione, il diritto di riunione, di culto, il diritto all’istruzione ecc.: è ragionevole che un unico diritto sopprima tutti gli altri, o la collettività dovrebbe cercare un compromesso tra tutti i valori in gioco?
  6. Se al cd. lockdown non c’è alternativa (la nota ideologia “tina”), perché alcuni paesi (come la Svezia) non l’hanno applicato, ottenendo risultati migliori di altri che l’hanno applicato?
  7. Perché escludere a priori che il virus possa essere stato creato in laboratorio, e poi da lì fuoriuscito (per cause colpose o dolose)?
  8. L’argomento per cui bisogna limitare i contatti tra le persone sane perché gli ospedali sono pieni, non equivale a un’ipotetica proposta di vietare i rapporti sessuali perché i reparti di natalità sono pieni?! o cambiando settore, alla proposta di depenalizzare tutti i reati perché le carceri sono piene? Senza la propaganda televisiva quotidiana, non sembrerebbe una follia? Dovrebbero essere i servizi pubblici ad adeguarsi ai bisogni e alle vite delle persone, o viceversa?
  9. Concentrare tutta l’attenzione e tutte le risorse su un’unica malattia, non lascia sguarnita la diagnosi e la cura di altre patologie, anche più diffuse e pericolose? (tumori, malattie cardiologiche ecc.)
  10. È vero che ci sono forti dubbi sull’attendibilità’ dei test Prc, su cui si basano i tamponi, oltre un certo numero di cicli di amplificazione, per cui molti dei cd. “positivi” sarebbero in realtà falsi positivi? (qui lo studio del noto Raoult). In quale altra patologia la maggioranza dei positivi a un esame diagnostico sono asintomatici?
  11. Abbiamo fondate ragioni per credere nella risolutività di un vaccino, posto che per altri coronavirus (Sars e Mers) un vaccino non è mai stato trovato, e che per l’influenza stagionale, a causa della mutabilità del virus, il vaccino protegge solo da una minoranza (30%?) dei virus circolanti?
  12. Se ammalarsi e guarire (magari con pochi o nessun sintomo) equivale a essersi vaccinati, perché demonizzare i “nuovi postivi”, sopratutto tra i giovani, anziché considerarli un evento positivo che conduce all’immunità di gregge?
  13. Nella comunicazione ufficiale non sembrano in atto alcuni trucchi retorici utilizzati durante la crisi economica del 2008, es. il mantra del “fate presto” per far accettare provvedimenti disastrosi, il dogma del “non c’è alternativa”, la soluzione dell’ “aumentare la dose” di un provvedimento inefficace (se l’austerità o il confinamento non funziona è perché non è stato applicato abbastanza), il meccanismo di colpevolizzazione delle vittime (se l’epidemia si diffonde è colpa dei comportamenti dei cittadini indisciplinati) ecc ?
  14. La misura della quarantena esiste da tempo immemorabile, ma è sempre stata applicata ai malati, mentre qui viene applicata alla platea dei sani: è normale o è un abuso?
  15. È vero che non vi sono prove scientifiche sull’utilità delle mascherine da parte del grande pubblico, soprattutto all’aperto? (qui una bibliografia, tra cui uno studio dell’Oms). E che le mascherine possono avere effetti collaterali, se usate per lunghi periodi da non professionisti? oltre agli evidenti aspetti simbolico-antropologici: è mai esistita una società in cui tutti vanno in giro mascherati, se non è carnevale?
  16. Se la mortalità da covid fino a 70 anni circa è simile a quella di una normale influenza (qui lo studio di Ioannidis, epidemiologo di fama mondiale ), e solo dopo i 70 assume un’incidenza significativa (grafico) non sarebbe più logico concentrare la protezione sulle categorie a rischio? Se la mortalità da covid riguarda soprattutto ultraottantenni con tre patologie pregresse (rapporto Iss) non sarebbe più logico isolare solo gli anziani, fornire loro assistenza affinché non abbiano bisogno di spostarsi ecc., anziché condannare agli arresti domiciliari l’intera nazione? Si veda Dichiarazione di Great Barrington
  17. I giovani sono i meno soggetti ad ammalarsi in modo grave: ha senso chiudere le scuole e università, vanificando i diritto all’istruzione? Non rappresenta un’ingiustizia generazionale il neo-proibizionismo delle occasioni sociali (coprifuoco serale, divieto di eventi, feste, sport ecc), che privilegia un astratto “diritto a non essere contagiati” da parte di soggetti anziani che hanno già vissuto ciò di cui privano gli altri ?
  18. Nelle malattie infettive i portatori sani sono solitamente innocui, o comunque molto meno contagiosi dei sintomatici: è giustificata nel covid l’attenzione spasmodica verso gli asintomatici? (cioè potenzialmente chiunque)
  19. Il settore sanitario negli anni scorsi è stata massacrato dai provvedimenti di austerità (tagli per 26 miliardi), con tagli alla medicina di base, posti-letto, medici, infermieri, blocco del turnover ecc.: ripotenziare la sanità con ingenti investimenti pubblici non sarebbe di gran lunga meno costoso rispetto ai danni economici provocati da un lockdown? Perché non è stato fatto? Non era prevedibile il caos e l’intasamento delle strutture sanitarie in caso di inazione?
  20. L’uomo è un animale sociale: la misura prolungata del “distanziamento sociale” da praticare in casa non fa aumentare i disturbi psichici, le depressioni, i suicidi, soprattutto nei soggetti più fragili… oltre a indebolire le difese immunitarie? Identificando in ogni estraneo una minaccia, non distrugge la fiducia reciproca, che è il fondamento di ogni società?
  21. I media ufficiali (mio articolo) nell’ultimo decennio ci hanno propinato bufale colossali sulle virtù morali dell’Unione europea, sulla convenienza del pareggio di bilancio e delle privatizzazioni, sul “salvataggio” della Grecia (in realtà delle banche franco-tedesche), sul pericolo dell’inflazione e la necessità che la Banca centrale resti “ indipendente”, su BinLaden e l’Isis e i terroristi islamici, sulle sanzioni contro i Paesi che il terrorismo lo combattono davvero (Iran, Russia, Siria), su Israele unica democrazia in Medioriente, sull’invalidità delle elezioni in Venezuela e Bolivia che giustificano il riconoscimenti dei golpisti, sulla legittimità dell’arresto di Assange, sull’ambientalismo farlocco di Greta, sulle rivoluzioni colorate in Ucraina e Hong Kong, sulla necessità di censurare le cd. fakenews (altrui)… se finora ci hanno mentito, perché ora dovremmo credergli?
  22. A prescindere dalla reale gravità della malattia, non sembra in ogni caso che il Sistema stia approfittando dell’occasione per instaurare uno stato di polizia, un dispositivo di controllo cui corpi (come direbbe Foucault), una “dittatura sanitaria” senza precedenti dai tempi del fascismo?
  23. È vero che la nostra Costituzione volutamente non ha previsto lo stato di emergenza, e che la grave violazioni delle libertà personali tramite reiterati dpcm (non leggi parlamentari o decreti-legge) è di dubbia legittimità? E’ normale che l’opposizione sia muta, o si limiti a contestare aspetti secondari dei provvedimenti governativi o addirittura ne chieda di più rigorosi?
  24. È vero che nel conteggio dei morti “da covid” e dei ricoverati “da covid” compaiono anche le persone “con covid”, ossia dei semplici positivi, morti e ricoverati per tutt’altre patologie? È vero che gli ospedali ricevono incentivi economici se classificano un paziente come affetto da covid?
  25. È possibile che inizialmente siano state commessi, anche per la novità della malattia, gravi omissioni ed errori terapeutici? Perché inizialmente sono state vietate le autopsie e bruciate le salme? L’organizzazione della sanità a livello regionale, conseguenza dell’ideologia federalista, può aver contribuito a una mancanza di coordinamento e quindi inefficienza nella gestione dell’emergenza?
  26. L’obbiettivo implicito delle misure securitarie sembra essere quello di azzerare il numero dei contagi: non è utopistico nel medio-lungo periodo, considerando che l’Italia non è isolata, il virus continuerà a circolare nel resto del mondo, e le frontiere non possono rimanere chiuse per sempre?
  27. È vero che ora sono disponibili terapie efficaci, e che la cura per la maggior parte dei malati può essere praticata a domicilio, senza sovraffollare gli ospedali? È vero che molte persone ricoverate sono in buone condizioni, ma si sono recate in pronto soccorso a causa della paura diffusa dai media o della mancanza di qualcuno che possa assisterli durante la malattia? È vero che ad oggi le terapie intensive sono ancora vuote circa la metà dei posti disponibili a livelli nazionale (6000)?
  28. Quotidianamente ci viene propinato il bollettino di guerra, in cui compaiono tutti i dati possibili, anche quelli più inutili (come il numero dei “nuovi casi” che alla fine dipende dal  numero dei tamponi) tranne i dati che sarebbero significativi, ovvero la mortalità da covid confrontata con  quella delle malattie respiratorie, dell’influenza o delle altre cause di morte in generale (600-650 mila ogni anno): non è strana questa omissione senza eccezioni?
  29. Quanto dura un’emergenza? Se vi dicessero che il Covid durerà 5 o 10 o 20 anni, sareste disposti a trascorrere tutto questo tempo isolati e mascherati? La vita la libertà e la ricerca della felicità costituiscono un rischio, ma non sono preferibili alla mera sopravvivenza fisica in una condizioni di semi-prigionia?
  30. La decisione su quali rischi siano accettabili e quali libertà siano rinunciabili è eminentemente politica: non dovrebbe essere il popolo a decidere, anziché il governo o i tecnici? Una classe politica che si proclama liberale non farebbe meglio ad abbandonare l’atteggiamento paternalista di chi tratta i cittadini come bambini, limitandosi semmai a dare raccomandazioni e aiuti, ma senza obbligare alcuno a fare alcunché (salvo i malati contagiosi ovviamente)?
  31. E’ corretto dire che le misure anti-covid colpiscono duramente l’economia per ora in modo selettivo, certe classi sociali (precari, autonomi, piccoli imprenditori…) e certi settori, ma che alla fine il conto sarà pagato da tutti? Quando tutto sarà finito, chi pagherà i costi della peggior recessione economica (auto-inflitta) dai tempi della guerra? Una conseguenza non sarà l’enorme indebitamento di famiglie, imprese e Stati?
  32. A fronte della massa dei perdenti, c’è una minoranza che si arricchisce: è realistico pensare che i potentati finanziari, gli oligopoli informatici, le multinazionali, gli oligarchi, chi guadagna sulle oscillazioni di borsa, chi “per caso” avesse previsto in anticipo la crisi sanitaria facendo gli investimenti giusti… tutti costoro stanno facendo enormi profitti e alla fine saranno ancora più potenti di prima?
  33. Non sembra che la malattia si diffonda globalmente, a livello cronologico e geografico, senza apparente ordine logico, e anzi contro un certo buon senso (di più o prima dove meno ce lo si aspetterebbe, e viceversa)?
  34. È legittimo presumere che, se non si fosse verificata l’emergenza covid, in Usa Trump sarebbe stato riconfermato presidente, e in Europa il tema all’ordine del giorno sarebbe l’uscita di vari paesi dall’euro (la Brexit precede immediatamente lo scoppio dell’epidemia)?
  35. Il domandone finale: poiché sia la malattia sia le restrizioni impattano pesantemente sulla vita dei cittadini, su tutti gli aspetti che ho elencato non dovrebbe essere in atto un diffuso dibattito pubblico, aperto a tutte le opzioni e a tutte le opinioni? Se ciò non avviene, è perché queste considerazioni sono assurde o viceversa perché (almeno alcune) sono verosimili?

6 pensieri su “35 DOMANDE A UN COVIDISTA di Alceste De Ambris”

  1. Francesco dice:

    Nella mia città l’ospedale è stato da poco classificato come “struttura covid”. Contemporaneamente sono stati chiusi il Pronto soccorso e altri reparti. Da diversi anni le varie amministrazioni regionali tentavano di realizzare un piano di ridimensionamento della struttura. Mi chiedo: quando l”emergenza” covid sarà passata i reparti chiusi verranno riaperti? non è possibile che si sia approfittato della “emergenza” (…e del conseguente clima di panico nella gran parte della popolazione) per portare a termine quel ridimensionamento che in condizioni “normali” sarebbe stato difficile far “accettare” ai cittadini?

    P.S. se non lo si fosse capito, anche le mie sono domande retoriche…

    Francesco F.
    Manduria (Ta)

  2. Piero dice:

    Si queste considerazioni sono generalmente assurde, anche se alcune verosimili, però vorrei aggiungere la domanda numero 36.
    La pervicacia con cui i negazionisti e/o complottisti portano avanti le loro posizioni nonostante le evidenze di una pandemia che non eravamo preparati ad affrontare ne come società affluenti, ne come egoconsumatori compulsivi, persuasi del nostro dominio assoluto sulla natura, non più matrigna, ma schiava. Questa pervicacia è forse finalizzata a non voler rinunciare e, comunque, a non accettare che la freccia dello sviluppo umano sia arrivata ad un tornante decisivo per cui c’è una vera e propria cesura tra il prima e il dopo pandemia? E inconsciamente o meno, per allontanare questo passaggio sono disposti a sacrificare quella che ritengono zavorra che si frappone alla loro idea di sostenibilità delle società così come sono: gli anziani, i malati con più patologie, gli scarti della società. L’esempio della Svezia con il quintuplo dei morti in percentuale degli altri paesi scandinavi sembra andare in questa direzione. Un po’ l’idea di Bill Gate, siamo troppi per continuare a sfruttare il pianeta in questo modo scellerato, una scrematura pandemica potrebbe essere il toccasana che permette di allontanare per un po’ la resa dei conti tra la natura e il nostro modello di sviluppo. L’idea di selezionare e isolare gli anziani, quelli con patologie, quelli definiti deboli, naturalmente per difenderli, pur pensata con le migliori intenzioni, ha qualcosa di estremamente pericoloso per gli sviluppi e le deviazioni che potrebbe prendere. E sicuramente non riguarderebbe i Berlusconi e compagnia di riccastri. Comunque sono d’accordo che manca una riflessione seria e non strumentale sugli sconvolgimenti sociali, economici, culturali di quello che sta accadendo a livello planetario.

    1. Alberto+Conti dice:

      “negazionisti e/o complottisti” chi sono costoro? Domanda mal posta, basata su una terminologia inventata e imposta dai debunker guardiani della narrazione terroristica mainstream. Terminologia orwelliana, facilmente ribaltabile, visto che è ormai un metodo standard per costoro: guardarsi allo specchio, vedere i propri difetti e attribuirli ai loro oppositori. Es.: chi è che nega l’innoquità di terapie preventive e curative, soprattutto nelle prime fasi della malattia covid-19, e la loro efficacia clinicamente osservata sul campo? E al tempo stesso nega l’inefficacia e la pericolosità del vaccino antinfluenzale ormai verificata, e quella dei vaccini anticovid facilmente presumibile? Si osservi anche che questi veri negazionisti sono gli stessi che impongono il divieto di terapie efficaci se tempestive, obbligando ad attendere test diagnostici tardivi e fallaci (tamponi) prima d’intervenire in alcun modo, e prescrivendo nel frattemo tachipirina antifebbrile che notoriamente riduce le naturali difese immunitarie al coronavirus, un agente patogeno negazionisticamente dichiarato naturale (guai a solo pensare che può essere un arma biologica realizzata per attacchi generalizzati a bassa intensità, nonostante decenni di eclatanti investimenti, studi, sperimentazioni ed esercitazioni in tal senso).
      Se poi andiamo a vedere chi sono i bersagli di questi insulti verbali (negazionisti e/o complottisti) ci accorgiamo che non negano nulla e che non fanno complotti, semmai li osservano e li denunciano, visto che sono una realtà che attraversa i millenni di storia dell’umanità.
      In conclusione non si tratta di radicalizzare la contrapposizione tra tra spavaldi riduzionisti della cosiddetta pandemia e cagasotto plagiati da una violenta, martellante, pervasiva e ininterrotta campagna terroristica mediatica a reti e stampa unificate.
      Si tratta piuttosto di cercare verità e buon senso, soppesando ogni aspetto, non solo per come affrontare l’attualità, ma anche e soprattutto per affrontare l’imminente grande reset economico-sociale, culturale e politico, spirituale e materiale che quest’epoca impone, e che l’operazione covid scatena accelerandone i tempi. Non c’è solo il rischio, c’è la certezza che la solita elite dei padroni universali voglia aprofittare dell’occasione per imporre ancor di più la sua agenda, ma c’è anche la possibilità, per quanto incerta in tutti i sensi, che il reset sia nel verso opposto, a favore di un’umanità che ha già dato anche troppo in termini di sofferenze inutili.

    2. Fernando dice:

      Buonasera Piero,
      secondo me la pandemia non sta scremando granché, per fortuna dei viventi, quindi Bill Gates dovrà aspettare… Io non so cosa abbiano in testa complottisti e negazionisti ma penso che siano due categorie di persone di numero molto più esiguo di quel che si pensa e che prevalentemente esistano solo sul web ovvero indirettamente in tv, opportunamente evocati. Invece, penso, molti di quelli che scendono in piazza a protestare contro il lockdown, o detestano indossare la mascherina o vogliono che i figli possano ritornare presto a scuola sono mossi solo dal timore di vedere i loro diritti (quelli veri, quelli di una volta e non i finti diritti cioè i vizi di derivazione consumistica ed edonistica) sospesi: e qui sì che la faccenda “pur pensata con le migliori intenzioni, ha qualcosa di estremamente pericoloso per gli sviluppi e le deviazioni che potrebbe prendere” dico io, rubandoLe le parole. Perciò non riesco ad immaginarmi, come ha fatto Lei, se ho ben inteso, che i “dissidenti” siano mossi dalla volontà di non rinunciare al loro stile di vita non più ecologicamente sostenibile. Oltretutto la stessa identica volontà sarebbe ben presente anche negli ortodossi e addirittura nei fanatici del lockdown, che si fidano ciecamente della scienza e non attendono altro che il vaccino per tornare alla vita di prima: vaccino = sconfitta del virus e quindi ritorno della natura, ora ribelle, nei ranghi di schiava e quindi tutti di nuovo in giro per il mondo con 4 ore di aereo che costano come dieci minuti di taxi. Anche questi ultimi hanno timore, come i primi che ho detto, ma qui preme di più la paura di perdere la nuda vita, perché questa è indispensabile per tornare a godere, mentre chi antepone i principi forse ha a cuore l’avvenire più che il presente.

    3. Tizio.8020 dice:

      LOL!!!!!!!!!!!!!!!

  3. Alberto+Conti dice:

    Più che a un covidista le domande dovremmo porle a milioni di covidioti. Ma questi, per definizione, non ragionano di testa loro, e quindi non sapranno rispondere, ma soprattutto non vorranno rispondere. Loro hanno già in testa tutte le altre risposte farlocche del mainstream, tutte a livello culturale del mulino bianco, ombre nella caverna di Platone.

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