UN ERRORE TROPPO GRANDE di Fronte del Dissenso e Liberiamo l’Italia
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UN ERRORE TROPPO GRANDE
Il movimento non lo meritava, noi non lo avalleremo
di Fronte del Dissenso e Liberiamo l’Italia
- Il governo Draghi è finalmente caduto. Il Fronte del Dissenso e Liberiamo l’Italia salutano con soddisfazione la sua cacciata e la conseguente crisi del progetto tecno-autoritario che portava avanti.
- L’uomo della Nato, dell’Ue e delle banche non ha retto al palese fallimento delle sue politiche, ad una stagflazione che egli stesso ha contribuito a produrre con la scelta di entrare in guerra contro la Russia.
- Proprio perché il sistema è in affanno, mentre grandi minacce (dalla guerra, al carovita, alla recessione) incombono sul futuro del nostro popolo, diventa ancora più urgente la costruzione di un fronte unito di lotta, per dare vita a una vera opposizione e per costruire quell’alternativa politica e sociale di cui milioni di persone sentono il bisogno.
- E’ su questa linea della massima unità che Liberiamo l’Italia ed il Fronte del Dissenso hanno operato in questi mesi. Da qui la proposta di una lista unica, con un simbolo unico, per le prossime elezioni politiche. Da qui l’Appello dei 100 sottoscritto da oltre tremila persone, in larga parte attivisti del movimento.
- Subito dopo il dibattito parlamentare del 20 luglio, abbiamo chiamato tutte le forze in qualche modo riconducibili al movimento contro il green pass ad un tavolo unitario. Lo scopo era quello di proporre un salto in avanti per arrivare finalmente all’unità, condizione imprescindibile per potersi presentare alle elezioni in maniera credibile, con buone possibilità di successo.
- Come passo concreto verso una scelta unitaria, abbiamo proposto un’iniziativa immediata davanti al parlamento per chiedere l’abbattimento sostanziale del numero delle firme necessarie alla presentazione elettorale, minacciando in caso contrario una campagna sull’irregolarità delle elezioni. Siamo infatti di fronte ad un vero e proprio golpe elettorale. La scelta di votare addirittura a settembre – imponendo la raccolta delle firme ad agosto, quando sarà quasi impossibile trovare gli autenticatori delle stesse – è un attacco ai diritti democratici senza precedenti. Di fronte a questa porcheria, la nostra proposta è stata quella di batterci tutti insieme per ottenere una riduzione delle firme ad un decimo, ristabilendo così una proporzione che tenga conto della riduzione del tempo di raccolta rispetto a quello previsto dalla legge (6 mesi).
- Purtroppo, al di là degli apprezzamenti formali, anche questa proposta – su un tema che ci avrebbe consentito un deciso affondo contro l’attuale regime bipolare – è stata lasciata cadere dai nostri interlocutori. I quali, da lì a poche ore, hanno subito iniziato – l’un contro l’altro armati – a lanciare le proprie candidature. Abbiamo così davanti la prospettiva di almeno tre liste (Italexit, Italia Sovrana e Popolare, Vita). Un quadro disastroso, che condurrà ad un esito elettorale altrettanto catastrofico. Una scelta miope ed irresponsabile, che abbiamo cercato di contrastare in tutti in modi, ma che non siamo riusciti ad impedire.
- Le conseguenze di questo errore imperdonabile sono evidenti. Mentre si accentueranno le divisioni nel movimento e nella nostra area sociale, finiranno per accreditarsi come “opposizione” quelle forze (da quel che rimane di M5s alla lista di De Magistris) che nulla hanno fatto contro il regime autoritario instaurato con l’Operazione Covid.
- L’irresponsabilità dei gruppi dirigenti che hanno rifiutato l’unità è tanto più grave se consideriamo la vicinanza dei rispettivi programmi. Contro ogni logica politica, contro la forte domanda unitaria del movimento, hanno prevalso protagonismi ed egocentrismi, figli di decenni di neoliberismo.
- Noi non intendiamo essere corresponsabili in alcun modo di questo disastro annunciato. In queste ore ci giungono proposte di candidatura da ognuna delle tre liste. Le abbiamo cortesemente respinte. E’ il momento della responsabilità ed ognuno si deve assumere le proprie. Liberiamo l’Italia e Fronte del Dissenso non intendono in alcun modo coprire una scelta autolesionista, non intendono contribuire alla divisione, non intendono lavorare per il re di Prussia.
- Continueremo invece sulla strada della costruzione di un’opposizione che guardi più avanti, oltre ad un appuntamento elettorale certamente importante, ma che non sarà certo la fine della storia. Lo facciamo con la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per presentarci all’appuntamento elettorale in maniera credibile e competitiva, dunque unitaria. Tutto ciò non è stato possibile per le ragioni che abbiamo qui sommariamente illustrato, sulle quali non mancheranno occasioni di riflessione collettiva. Ma la sera del 25 settembre che nessuno venga a lagnarsi, che chi è causa del suo mal pianga sé stesso.
Fronte del Dissenso
Liberiamo l’Italia
26 luglio 2022
D’accordo per l’impegno di lungo periodo ma intanto dobbiamo punire i protagonismi imbecilli: disobbedire al dovere assurdo di andare a votare. Spiazzare i nostri nemici esterni ed interni dando dignità alla diserzione, al sentiero del bosco, alla Resistenza vera che è resistere alle lusinghe di un potere fasullo. Chi manda gli scagnozzi e i galoppini nelle spiagge a raccogliere firme è un poltronista! Ma non li vedete!
Grande Moreno!
Avanti così
Ci sta ormai un solo uomo e politico che dall’Opposizione dice le cose come stanno,,,Moreno Pasquinelli!!!! Unico comandante delle forze movimentiste Stop Green Pass e No Nato.
Avanti con Moreno!
Condivido la scelta di non partecipare alla prossima TRUFFA elettorale. Condivido pure la proposta di iniziativa per chiedere l’abbattimento sostanziale del numero delle firme necessarie alla presentazione elettorale, minacciando in caso contrario una campagna sull’irregolarità delle elezioni. Condivido infine il RAMMARICO di vedere che molte componenti del movimento hanno deciso di lasciar cadere nel vuoto la proposta, e si sono messe ad inseguire il “sogno” parlamentare, andando a cercare le necessarie firme fra ombrelloni, palette e secchielli.
Non condivido il tono astioso dell’articolo perchè contraddice l’obiettivo perseguito (e perseguendo): la costruzione di un fronte unito di lotta, per dare vita a una vera opposizione e per costruire quell’alternativa politica e sociale di cui milioni di persone sentono il bisogno.
Dunque evitiamo toni acidi (presenti anche nei commenti all’articolo), perchè se non certo con tutti, sicuramente con molti di quelli che hanno optato di tentare la partecipazione alle prossime elezioni dovremo comunque dialogare dopo il 25 settembre. A meno che “L’ERRORE TROPPO GRANDE” non segni la fine di un percorso politico ambizioso, e l’inizio di una inutile autoreferenzialità.
Rispondo a Paolo Santini, che condivide le nostre scelte ma critica i toni – definiti “astiosi” – del mio articolo.
Caro Paolo, i toni sono la conseguenza della gravità di quanto avvenuto. Inoltre, non possiamo fare finta che le falsità non siano tali, non possiamo far passare le offese a chi lotta come normale amministrazione. Non possiamo glissare su presunti “generali” che stanno dividendo le forze conducendole alla sconfitta. Fossero in una vera guerra, finirebbero dritti alla Corte marziale.
Non si tratta dunque di astio, si tratta invece di un giudizio politico che non può che essere molto severo.
Detto questo, è chiaro che non vogliamo chiudere ad un dialogo futuro. Sappiamo bene che dopo le elezioni si aprirà una nuova fase e che gli obiettivi della costruzione di un fronte unito e di una vera opposizione saranno ancora più urgenti. Non abbandoneremo di certo questa nostra linea!
Ma quale sarà il quadro dopo il voto? Se le cose andranno come noi prevediamo, sarà molto diverso dall’attuale. Sarà più o meno favorevole all’unità? Dipenderà da tante cose. Ma non si faranno passi avanti senza la sconfitta delle posizioni che hanno portato al disastro attuale.
Proprio perché guardiamo in avanti, dobbiamo essere chiari su questo. Che almeno si impari dagli errori!
Leonardo Mazzei
Andiamoci piano con queste sviolinate ad uno dei nostri dirigenti. Vero che forse è tra di essi il più noto anche perché…di antico corso… Noi ci teniamo però a sottolineare che abbiamo un gruppo dirigente collettivo che è un corpo solo e in cui non c’è un capo supremo.
Nella smania di giocare a una partita truccata (sperando anche di vincerla) c’è un qualcosa di psicopatologico.
Concordo che mai in passato ci fu migliore giustificazione per l’ astensione da elezioni truffaldine come per quelle del prossimo settembre!
Se è stato lecito felicitarsi per la caduta del governo Draghi & Soci in malaffare (cioè tutti i partiti rappresentati in parlamento !), l’euforia per la cacciata del banchiere servo della finanza globale ricorda troppo da vicino i ridicoli girotondi per la cacciata di Berlusconi … che venne gestita dall’estero per poter imporre Mario Monti. Dall’uno all’altro Mario è stato un calvario senza fine per il popolo italiano. Nutro però la speranza ultima, quella della corda troppo tesa che alla fine si spezza: fino a quando la gente sopporterà ?