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LA DOLCE GABBIA DELLA TECNOLOGIA di Paolo Cleopatra

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GOVERNO DEL CAPITALE FINANZIARIO: LA DOLCE GABBIA DELLA TECNOLOGIA Central Bank Digital Currency, ovvero la perdita del possesso 

Parte seconda

Alla fine del mese di agosto 2023 il summit delle nazioni BRICS, che si terrà in Sud Africa, lancerà una nuova piattaforma digitale, attraverso cui i membri del sistema potranno eseguire scambi tra loro. In futuro, essa potrebbe anche erogare una moneta unica, una sorta di sovra-moneta parallela a quella utilizzata nei loro rispettivi paesi.

Questa nuova moneta non sarà disponibile ai cittadini per le normali transazioni, ma sarà utilizzata unicamente dai governi e dalle principali banche ed entità finanziarie dei singoli stati per commerciare tra loro senza l’obbligo di dover usare il dollaro. Inizialmente, quindi, per le transazioni non governative o bancarie si continuerà ad usare la moneta attuale, anche se pian piano verrà sempre più incentivato l’uso di quella elettronica, ovvero CBDC, Central Bank Digital Currency. Sarà un tipo di valuta digitale centralizzata. Questa definizione racchiude in sé la natura dello strumento e la sua struttura organizzativa con limiti e prerogative.

Al momento vi sono molteplici perplessità, non è chiaro il punto di arrivo della trasformazione in atto e a cosa potrà portare negli anni futuri nella comunità dei BRICS.

L’India, membro importante ed economia in forte crescita per i prossimi anni al pari di altre economie, non pare disposta a rinunciare alla propria rupia. La Cina, altra realtà che insieme all’India totalizza circa il trenta per cento della popolazione globale, pare essere per storia, dimensione, cultura ed economia la nazione a forte vocazione egemonica in questo contesto.

Il rublo digitale è già stato annunciato recentemente e già la Cina dispone di uno yuan digitale. Brasile e India stanno anch’esse lavorando per lanciare le loro valute digitali e lo stesso vale, come oramai largamente pubblicizzato, sia per l’UE che per gli USA.

La Federal Reserve ha infatti lanciato lo scorso mese una prova per dodici settimane della propria CBDC, a cui partecipano varie istituzioni finanziarie come Mastercard, Citibank, HSBC e Wells Fargo. La piattaforma di nome FedNow è l’infrastruttura digitale programmabile con cui gestire il sistema che consentirà il futuro lancio del dollaro digitale, anche se al momento servirà solamente per transazioni tra Istituzioni.

È evidente come tutti i blocchi economici mondiali stiano lavorando per la trasformazione della moneta fisica, oggi di proprietà esclusiva del portatore, in uno strumento nuovo dai risvolti inediti.

Cerchiamo qui di seguito di esaminare le caratteristiche della versione privata delle CBDC, vale a dire quelle che saranno riservate a noi come privati cittadini e che potrebbero influenze i nostri diritti ed i nostri doveri.

Stiamo parlando di qualcosa che rappresenta il cambiamento più significativo per il concetto di denaro in tutta la storia dell’umanità. Senza timore possiamo affermare che le nostre vite e le nostre abitudini saranno cambiate per sempre in modo radicale.

Entriamo nel merito della questione.

Il partito dell’attuale ministro delle finanze olandese Sigrid Kaag il 26 ottobre ha presentato al parlamento una nuova serie di leggi. Questa proposta legislativa è stata pubblicizzata come freno al riciclaggio illegale di denaro e richiederebbe che tutte le banche siano costrette a tracciare e tenere registrazione di qualsiasi transazione superiore ai 100 euro. Il limite per la segnalazione, in questo momento, è fissato a circa 10.000 euro. Ciò darebbe al governo l’accesso a un’incredibile quantità di dati personali sui suoi cittadini. Si tratta di dati a cui sarebbe in grado di accedere in qualsiasi momento e senza specificarne le ragioni in assenza di alcun tipo di mandato giudiziario.

Dall’altra sponda dell’oceano, l’amministrazione Biden sta cercando di far passare nuove leggi che ridurrebbero la soglia per la segnalazione bancaria da $ 10.000 a soli $ 600. Questo ha attirato critiche importanti ed è stato definito un mandato di perquisizione su vastissima scala senza bisogno del consenso di un giudice. A difesa della proposta il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha cercato di sminuire queste preoccupazioni suggerendo che gli americani non hanno nulla di cui preoccuparsi. Questo solleva alcune domande. Se si tratta solo di poche informazioni, perché il governo le vuole a tutti i costi? Ma in ogni caso, cosa succederebbe se il governo non avesse solo accesso alle transazioni oltre un certo limite di spesa, ma potesse vedere tutto illimitatamente?

È proprio qui che le CBDC entrano in scena. Assomigliano alle criptovalute, ma laddove la maggioranza delle criptovalute è decentralizzata e privata, le CBDC sono esattamente l’opposto. Una CBDC è completamente posseduta e controllata dal nostro governo che terrà quindi il nostro portafoglio, i nostri soldi, e avrà accesso a tutti i nostri dati finanziari, comprese le informazioni su ciascuna transazione nella nostra vita quotidiana.

Queste nuove valute renderanno anche obsolete le banche o il concetto di banca così come lo abbiamo vissuto sino ad oggi. I tipici servizi bancari, che nel corso degli ultimi anni si sono sempre più digitalizzati, non sarebbero più necessari. Il nostro conto e il nostro portafoglio sarebbero direttamente nelle mani del governo.

Ricordando la famosa finestra di Overton, potremmo dire che solo un paio di anni fa le CBDC erano considerate ipotetiche e irrealizzabili, ma oggi sono realtà.

Valute digitali analoghe sono già state lanciate appieno in undici paesi. E secondo il sistema di tracciatura dell’Atlantic Council, 112 nazioni in tutto il mondo sono in una fase di implementazione delle CBDC. In altre parole, molto presto una qualche CBDC arriverà anche nelle nostre tasche. Sembra che stiano tutti parlando la stessa lingua e dicendo le stesse cose. I maggiori centri di potere mondiali, infatti, lanciano il medesimo messaggio a reti unificate: sicurezza, tranquillità, facilità ed inclusione.

Il Primo Ministro del Regno Unito Rishi Sunak, nel suo precedente ruolo di ministro delle finanze ha detto che le CBDC sono una nuova forma di denaro che favorisce la sicurezza e l’inclusione (di chi e in che modo è tutto da dimostrarsi); la Federal Reserve statunitense afferma che la CBDC sarebbe la forma di denaro più sicura disponibile e offrirebbe un miglioramento della sicurezza rispetto all’attuale sistema monetario. Il Fondo Monetario Internazionale dichiara inoltre che le CBDC offrirebbero maggiore tranquillità e molta meno volatilità rispetto alle criptovalute attualmente disponibili. Il World Economic Forum ritiene che le CBDC contribuiranno a promuovere l’inclusione finanziaria in tutto il mondo, oltre che fornire maggiore sicurezza e protezione riducendo la criminalità finanziaria.

Purtroppo, però, l’introduzione di una CBDC rappresenta una fondamentale cessione di sovranità che consentirebbe al nostro governo di tracciare quasi tutto ciò che facciamo, cosa acquistiamo, quando lo acquistiamo e da chi lo acquistiamo. In altre parole, darebbe ai nostri governi una quantità di potere che non hanno mai avuto nella storia dell’umanità. Come se non bastasse, la parte più preoccupante non è solo che avrebbero accesso a tutti i nostri dati finanziari, ma il fatto che una CBDC è per definizione programmabile.

I nostri soldi e il modo in cui potremo utilizzarli potrebbero essere quindi programmati in modo da consentirci di spenderli solo per determinati prodotti approvati e impedirci di acquistarne altri. Potrebbe essere qualcun altro a decidere quali prodotti sarebbero essenziali. Potrebbe venir posto un tetto massimo oppure una scadenza temporale, avere un limite di spesa giornaliero oppure entro un certo lasso di tempo. Ricordiamo i recenti e ripetuti stati di emergenza che sono perdurati nel nostro paese almeno due anni.

È importante capire come queste azioni potrebbero diventare una realtà quando le CBDC entreranno nelle nostre vite. Un altro modo molto plausibile in cui una CBDC potrebbe essere utilizzata per controllare come usiamo il nostro denaro è di abbinarlo alla nostra produzione di anidride carbonica. Sappiamo tutti che il nostro mondo è diventato ossessionato dalle emissioni di anidride carbonica, e che, molto presto, la maggior parte di noi avrà un limite personale relativo a quanta ne potrà produrre.

Esso è in fase di collaudo e si parla di applicarlo in molte nazioni della Terra. La CBDC metterebbe nelle mani del nostro governo l’intera cronologia dei nostri acquisti e, in tal modo, potrebbe anche calcolare il nostro consumo di carbonio. Oppure, invece di impedirci di acquistare questi articoli, potrebbero semplicemente multarci per la produzione di CO2 in eccesso. E poiché saranno già padroni del nostro denaro, le multe sarebbero automaticamente prelevate dal nostro conto. È importante ricordare cosa è stato fatto pochi mesi fa in Canada da Justin Trudeau durante la rivolta dei camionisti contro il Governo.

In Cina, dove una versione di CBDC è già attiva, i punteggi di credito sociale di ogni singola persona sono collegati ai rispettivi conti bancari. Questo è il regime che il governo cinese ha già imposto su oltre 23 milioni di persone. La maggior parte di noi non vive in Cina ma in una società considerata molto aperta, libera e “inclusiva”. Questo è il motivo per cui molte persone temono l’implementazione di una CBDC, visto che i governi hanno già dimostrato un’inaudita sete di potere nei confronti dei propri cittadini.

Le implicazioni di questo cambiamento di paradigma sono considerevoli, e al netto del messaggio propagandistico che viene trasmesso ininterrottamente a suo favore non è chiaro, allo stato attuale, quali saranno le ripercussioni per la vita del normale cittadino.

Dal punto di vista storico possiamo dire che dopo l’età del baratto e la nascita della moneta come mezzo di scambio, quest’ultima abbia sempre rappresentato non solo la funzione di intermediario tra merci e persone, ma anche l’intrinseca proprietà dell’individuo che la possiede. Proprietà data dal possesso fisico che ne determina l’accumulazione, il risparmio, l’investimento o anche solo la sicurezza del soddisfacimento dei propri bisogni primari.

Se questi presupposti non sono più garantiti, ma tecnologicamente superati attraverso l’espropriazione del contenuto fisico ed in secondo luogo del valore nel tempo del denaro, il significato stesso del possesso sarà svuotato ed annullato.  Non per nulla, quest’operazione di svuotamento è iniziata con la finanziarizzazione dell’economia e la pervicace privatizzazione degli istituti bancari.

Oggi, infatti, il nostro denaro depositato presso un istituto bancario cambia automaticamente natura all’atto del deposito, divenendo da proprietà un credito verso l’istituto medesimo, credito che può anche essere perso in caso di fallimento, perché non più garantito dallo stato. Il cambiamento appare sottile, ma a ben riflettere diviene sostanziale. Attraverso la finanziarizzazione spinta dell’economia, la creazione di valore non è più dovuta ad un processo che richiede necessariamente il lavoro e la sua accumulazione, e quindi all’obbligatorietà che un titolo esprima sempre il valore rappresentato da un sottostante.

Guardando oggi al fenomeno, che ha radici lontane nel tempo, si comprende bene come la preparazione alla smaterializzazione della moneta e della sua proprietà sia già stata indotta concettualmente ad esempio attraverso le carte di credito. Oramai è solo questione di tempo per la sua completa attuazione.

La negazione della libertà è un altro degli aspetti che non viene valutato mai troppo ma che pervade un cambiamento di questa portata nella società e nella gestione della proprietà individuale. La libertà di disporre a proprio piacimento di ciò che è nostro, e magari anche di dissiparne il valore, è all’interno delle nostre prerogative di uomini liberi di agire senza costrizioni e vincoli ad un’autorità esterna che arriva a spiare atto dopo atto tutto quello che facciamo, carpendone informazioni che andranno ad alimentare il regime di controllo.

Non solo quindi potremo essere indirizzati a cambiamenti di abitudini e gesti quotidiani, ma teoricamente a tanto altro di cui al momento possiamo unicamente speculare.

Lungi dal volerci barricare dietro le abitudini del passato ed apprezzando le possibilità rese disponibili dalla tecnologia, dovremo affrontare questo cambiamento cercando di bloccare l’imposizione a paradigmi di subalternità intellettuale con strategie adeguate al nostro tempo, per cercare di conservare alcuni dei valori costitutivi dell’essere umano, quali la libertà e la dignità.

5 pensieri su “LA DOLCE GABBIA DELLA TECNOLOGIA di Paolo Cleopatra”

  1. Tiziano dice:

    Condivido con preoccupazione , tutte le problematiche illustrate nel’articolo , ma da un punto di vista teorico potrebbe essere volendo una vittoria definitiva ull’evasione ?
    PS: Sono consapevole che si potrebbe fare molto anche coi mezzi attuali

  2. AntiDavos dice:

    Scritto importantissimo, grazie Paolo, questo mostra come da tempo si diceva che come Usa e Urss ieri, oggi Brics o Nato sono solo i classici due volti della stessa medaglia; si può puntare per ora, solamente, sul rafforzamento dei nazionalismi interni anti-egemonisti e sulle rotture tra le varie elite. Grazie ancora, ottimo scritto

    1. federico roberti dice:

      assodato che i Brics non siano Paesi i cui governi agiscono in base a teorie bolscevico-rivoluzionarie, prima di affermare che Nato e Brics siano due facce della stessa medaglia dovresti dimostrare che i rispettivi ceti dominanti abbiano le medesime esigenze di controllo della vita dei cittadini per continuare a perpetrare un potere che diventa sempre più esclusivo ed assoluto ed uno sviluppo che diventa sempre più diseguale ed iniquo; tale cosa, allo stato attuale, mi sembra di gran lunga non aderente alla realtà fattuale dei Paesi Brics, i quali ovviamente rimangono criticabili per varie e diverse motivazioni, ma l’emersione di una configurazione geopolitica multipolare del mondo rappresenta una novità positiva di per sé stessa, aprendo spiragli di trasformazione sociale anche nei Paesi periferici del blocca atlantista come il nostro

  3. Pingback: LA CIVILTA’ DEL DEBITO di Paolo Cleopatra
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  5. Giulio Francalanci dice:

    Tutto molto giusto, ed anche preoccupante, considerato che le valute digitali centralizzate centralizzate non sono garantite da una blockchain ed espongono il cittadino all’arbitrio del potere.
    Ma quel che è peggio è che frotte di “diversamente intelligenti” sono pronti ad acclamare acriticamente la novità, in nome della lotta all’evasione fiscale, il flagello contro cui si scagliano gli alfieri del politicamente corretto e puntualmente scomunicata dal papa regnante e dal probabile successore in pectore cardinale Zuppi, insieme all’anidride carbonica e al rifiuto del vaccino.
    Ora l’evasione fiscale esiste e pone dei seri problemi di giustizia sociale, anche se le cifre sparate sono probabilmente esagerate ad arte (è comunque oggettivamente difficile una stima precisa). Innanzitutto le centinaia di miliardi di cui si favoleggia sono riferite all’imponibile, non al mancato versamento, e soprattutto comprendono le attività illegali o meno accettabili moralmente basate sullo scambio volontario: quindi non furti e rapine (almeno per ora), ma spaccio di stupefacenti e prostituzione, voci che nelle statistiche concorrono al prodotto interno lordo.
    Già da anni in nome della lotta all’evasione viene violato il principio costituzionale della segretezza della corrispondenza, dal momento che l’agenzia delle entrate può accedervi senza l’autorizzazione preventiva della magistratura richiesta in uno stato di diritto. È uno strumento efficace, si ribatterà: certamente, così come si può sconfiggere il crimine sospendendo la giurisprudenza garantista o torturando i sospettati. Vogliamo questo? Personalmente preferisco che anche la lotta agli illeciti tributari sia condotta in modo rigoroso ma corretto, considerato che spesso è l’amministrazione stessa a commettere errori. Senza contare che il “nero” è stato la salvezza per chi in questi anni è stato condannato a morire di fame: che sarebbe di stato di loro con la valuta digitale centralizzata?
    La strategia è sempre la medesima: si crea un’emergenza o si enfatizza un problema, per poi proporre la soluzione, che va scapito dei diritti. Qualcuno probabilmente non l’ha ancora capito…

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