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L’INCREDIBILE CASO DELLA BIS di Paolo Cleopatra

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GOVERNO DEL CAPITALE FINANZIARIO: L’INCREDIBILE CASO DELLA BIS Bank of International Settlements, dal riciclaggio dell’oro nazista al controllo delle valute digitali mondiali

Entrando nel dibattito sul capitale finanziario e sulla sua rivoluzionaria ed amorale trasformazione per imporre un incontrastato dominio alla popolazione mondiale, ho ripercorso la storia della BIS, ovvero la Bank of International Settlements. Una storia dalle fosche tinte che molto ci parla delle metodiche utilizzate.

La maggioranza delle persone purtroppo ricorda solo i nomi d’alta risonanza come la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale, ma noi parleremo della BIS, che ha sede nella città svizzera di Basilea e che è sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale.

Il suo nome, italianizzato in “Banca dei Regolamenti Internazionali”, non ci rivela molto della sua natura reale e di ciò che essa pare essere divenuta al giorno d’oggi.

Per capire il potere di questa istituzione è sufficiente dire che si tratta di una pseudo “banca centrale delle banche centrali”, punto di coordinamento per tutte le maggiori banche centrali del pianeta.

In base alla Convenzione dell’Aia, la BIS con tutti i propri beni e immobili è immune da qualsiasi interferenza, sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Nessun governo può espropriarla né requisire, sequestrare o confiscare i suoi beni o può proibirle di importare ed esportare valuta e metalli preziosi come l’oro, né adottare, in definitiva, qualsiasi misura restrittiva nei suoi confronti.

Oggi, in base agli accordi stilati con il governo svizzero, i dipendenti e i dirigenti della BIS godono di un particolare stato diplomatico che permette loro di conservare e trasferire informazioni completamente segrete senza dover rendere conto a nessuno e di ricevere stipendi che sono esentasse. La sede di Basilea si trova all’esterno della giurisdizione svizzera, come se fosse un piccolo stato nello stato. La polizia svizzera non può entrare né condurre perquisizioni, così come succede per il Fondo Monetario Internazionale negli Stati Uniti.

La BIS aspira oggi anche ad essere il centro per il futuro sistema delle valute digitali di tutte le banche centrali, le Central Bank Digital Currencies, meglio conosciute con l’acronimo CDBC.

Ripercorriamo quindi un po’ la storia di questa istituzione e di alcune delle figure che ne hanno caratterizzato la vita.

Nata nel 1930 allo scopo di incassare gli indennizzi che la Germania avrebbe dovuto pagare a seguito della Prima Guerra Mondiale, la BIS cambiò subito dopo scopo perché i menzionati indennizzi dopo un certo tempo furono sospesi e in seguito cancellati completamente.

Di fatto la creazione della BIS consentì in breve tempo la nascita del nuovo marco ed il riarmamento della Germania da parte del regime nazista, così come purtroppo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Si trasformò infatti in un centro di smistamento dell’oro posseduto dalle varie banche centrali europee e convogliato inizialmente in Gran Bretagna, poi in Germania, dopo l’occupazione dell’allora Cecoslovacchia nel 1938.

Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, la BIS sorprendentemente rimase attiva e divenne parte integrante dell’apparato nazista. I due architetti originali della BIS nel 1930 furono il governatore della Banca d’Inghilterra, Montagu Norman, e il presidente della banca centrale tedesca Reichsbank, Hjalmar Schacht.

Nel 1934, il New York Times definì Schacht “il pilota dalla volontà di ferro della finanza nazista”.

Durante tutta la Seconda Guerra Mondiale, la BIS giocò un ruolo fondamentale nel riciclare l’oro saccheggiato dai nazisti e nel gestire acquisti all’estero anche da nazioni nemiche per conto del regime nazista. I membri fondatori della BIS furono le banche centrali di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Belgio e un consorzio di banche giapponesi. Alcune quote vennero offerte anche alla Federal Reserve statunitense, che rifiutò di partecipare direttamente ma ne trasferì l’opportunità ad alcune banche commerciali tra cui JP Morgan (uno dei suoi maggiori azionisti, peraltro!).

Montagu Norman, governatore della Banca d’Inghilterra dal 1920 al 1944, barone e figlio di una lunga dinastia di banchieri britannici, è stato uno degli uomini più influenti al mondo. Il New York Times lo ha descritto come il supervisore dell’impero invisibile di ricchezza dei britannici. Un singolo discorso da parte sua poteva influenzare immediatamente il corso del mercato mondiale.

Hjalmar Schacht era invece un vero e proprio dittatore finanziario, a cui il governo tedesco aveva concesso pieni poteri dopo il fallito colpo di stato organizzato da Hitler a Monaco di Baviera nel 1923.

Il progetto di stabilizzazione del nuovo marco fu possibile grazie a un prestito di 25 milioni di dollari ricevuto dalla Banca d’Inghilterra in virtù dell’intervento personale di Montagu Norman, che aveva ricevuto personalmente Schacht alla fermata del treno durante il suo viaggio a Londra con lo scopo di procurarsi fondi.

Da quel punto in avanti, Schacht riuscì prima ad ottenere una rateazione e infine la completa cancellazione dei debiti della Germania nei confronti degli altri paesi vittoriosi nella Prima Guerra Mondiale.

La BIS divenne il veicolo primario per finanziare l’ascesa del regime nazista anche con la collaborazione di Allen Dulles, avvocato e partner del più grande studio legale americano dell’epoca, Sullivan & Cromwell, che aveva aperto un ufficio a Parigi nel 1930 e di cui Dulles era il direttore.

Dulles aveva lavorato per i servizi segreti americani e in seguito sarebbe diventato il primo  direttore della CIA.

Attraverso la sua conoscenza personale con Hjalmar Schacht, Dulles riuscì a combinare complesse operazioni finanziarie  portando in Germania prodotti dal tutto il mondo cosi come dagli Stati Uniti, prodotti che erano essenziali per il regime nazista e per il suo successivo sforzo bellico.

In pratica traeva profitti dal conflitto finanziando entrambe le parti, attraverso l’intermediazione finanziaria della BIS.

Nel consiglio di amministrazione del tempo della BIS troviamo :

Walter Funk, ministro dell’economia per il Terzo Reich dal 1938 al 1945 e presidente della Reichsbank, la banca centrale tedesca. Funk è stato dichiarato criminale di guerra nel Processo di Norimberga e condannato all’ergastolo, ma poi scarcerato per motivi di salute nel 1957; Emil Puhl, vicepresidente della Reichsbank; Hermann Schimtz, criminale nazista condannato a Norimberga e amministratore delegato del colosso chimico tedesco IG Farben, produttore, tra le altre cose, del gas letale usato per sterminare i prigionieri nei campi di concentramento, condannato a soli 4 anni di prigione al Processo di Norimberga; Kurt Baron von Schröder, finanziere nonché alto ufficiale delle SS. Questi fu uno dei personaggi chiave nel facilitare la nascita e salita al potere del nazismo in Germania. Venne condannato solo a tre mesi di prigione anche se dichiarato colpevole a Norimberga.

Nel 1944, i delegati europei alla conferenza di Bretton Woods raccomandarono il rapido scioglimento della BIS ma John Maynard Keynes, noto economista (propositore tra l’altro,incredibile a dirsi per l’epoca, di una sola valuta centrale mondiale, il BANCOR), vi si oppose in tutti i modi, coinvolgendo anche il segretario del tesoro statunitense Henry Morgenthau.

Con l’arrivo poi del nuovo presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, lo scioglimento fu sospeso e nel 1948 la decisione originale fu definitivamente annullata.

Da quel punto in avanti la BIS giocò un ruolo centrale nel coordinare le attività delle banche centrali europee e dell’attività finanziaria transatlantica, per poi divenire punto di governo normativo per tutte le maggiori banche centrali, ricordiamo tra le altre le direttive Basel II e Basel III.

Gli attuali membri della BIS sono 63 banche centrali nazionali, tra cui la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, tutte le banche nazionali europee, compresa la Banca d’Inghilterra. Sorprendentemente anche tutte le banche centrali dei BRICS, vale a dire le banche centrali di Brasile, Russia, India , Cina e Sud Africa.

L’attuale presidente della BIS è il francese François Villeroy de Galhau, che è il governatore della Banca di Francia, mentre il direttore generale è Agustín Carstens, che è stato governatore della Banca del Messico.

La BIS è attualmente gestita da un gruppo di tecnocrati le cui regole, solo per ricordare, sono state definite tra il 1931 ed il 1956 dallo svedese Per Jacobsson mentre ne era importante consulente. I suoi primi rapporti annuali stilati per la BIS, infatti, sono ancora oggi importanti linee guida per tutte le tesorerie dei paesi occidentali.

Abbiamo visto un esempio di come ciò che regola lo scambio delle valute e le loro normative internazionali e nazionali sia stato, nell’ultimo secolo, progressivamente definito nel segreto più assoluto influenzando dall’esterno il potere legislativo degli Stati nazionali europei e non solo. Esso è stato posto, attraverso meccanismi complessi e falsamente migliorativi, in mano ad entità quindi da nessuno elette e fondamentalmente private. L’esempio menzionato riporta infatti quanto organizzato dal 1930 sino ad i nostri giorni ed anche durante la Seconda Guerra Mondiale.

Mentre le popolazioni combattevano strenuamente l’una contro l’altra ed i morti si contavano in milioni, esisteva un’organizzazione, fatta tra quelli che sul campo erano dichiaratamente “nemici”, che in silenzio progettava come far transitare enormi quantità di danaro da una parte all’altra del mondo e come regolamentarne i flussi e le transazioni.

Chi dirige e postula le linee programmatiche presenti e future della BIS o di qualunque altra istituzione sovranazionale è in effetti il detentore del nostro denaro e quindi della nostra stessa libertà?

2 pensieri su “L’INCREDIBILE CASO DELLA BIS di Paolo Cleopatra”

  1. AntiDavos dice:

    E’ forse ancora più complessa la dinamica, lo scontro tra i Chassidim Lubavitcher (filoPutininisti e filoRepubblicani negli Usa e sembra anche in gran parte filoXi, ma su questo non si hanno certe notizie attendibili) e i globalisti rientra in gioco; ora c’è da divertirsi con il fallimento di Evergrande e il rischio contagio…a dimostrazione che il “diavolo fa le pentole….”

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