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LA CIVILTA’ DEL DEBITO di Paolo Cleopatra

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GOVERNO DEL CAPITALE FINANZIARIO: LA CIVILTA’ DEL DEBITO Come, utilizzando il debito, ci è stata regalata l’idea di libertà e benessere

PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

Ogni giorno le persone pongono domande a cui normalmente vengono date risposte non vere, mistificate.

Esploriamone insieme alcune, per tentar d’ottenere risposte più attendibili.

Il denaro viene creato con il duro lavoro e dopo anni di sacrifici?

In realtà il danaro viene prodotto in tre diversi modi.

La prima forma di denaro è quella creata dal governo, delegandone l’emissione alla banca centrale oppure alla zecca dello stato, ma l’emissione della moneta resta comunque sotto il controllo del governo. Il denaro fisico si presenta allora nella forma di banconote o monete.

Tale denaro rappresenta solo una piccola frazione del volume totale e varia in quasi tutte le nazioni dal 3 all’8 per cento. Questo denaro viene creato, tra l’altro, anche per soddisfare gli obblighi a cui devono fare fronte le banche, come per esempio il contante che possiamo prelevare da uno sportello bancario. Se consideriamo il valore di una qualunque banconota, scopriamo che la sua stampa costa pochi centesimi, e che quindi il profitto per la creazione di ciascuna banconota o moneta è molto alto. Questa differenza tra il costo ed il valore nominale si chiama signoraggio e parteciperà alle entrate del governo. Il governo quindi trae profitto dalla stampa delle banconote e dal conio delle monete quando ne detiene la proprietà.

La seconda forma di denaro viene invece creata dalle banche private e si basa sul debito. Non capita di sovente di riflettere sul fatto che la stragrande maggioranza dei soldi in circolazione nascono nel settore bancario privato, attraverso un’operazione in sé banale di digitazione ad una tastiera di computer. Nella maggior parte delle economie sviluppate, circa il 97% dell’intera offerta di moneta è creata in forma digitale dalle banche, e quindi potremmo dire che la maggior parte del denaro nel mondo è in un qualche modo, a nostra insaputa, già privatizzato. I governi hanno quindi esternalizzato in modo indiretto, da tempo, la creazione di denaro digitale. L’idea, tuttavia, di usare il debito come forma di denaro risale a molto tempo fa, e precisamente all’inizio del ‘700, con il Promissory Notes Act del parlamento inglese. Secondo tale normativa, la promessa di pagamento formalizzata ha lo stesso valore di un’effettiva banconota.

Oggi questo meccanismo è stato digitalizzato e viene comunemente chiamato debito.
Le banche, creando denaro senza alcun sottostante, sono quindi libere di creare ma anche distruggere il debito: In altre parole, prima si crea il denaro, poi lo si dà in prestito lucrando sugli interessi e poi, una volta ripagato, lo si cancella sia come debito che come credito, e quindi quel denaro non esiste più.

Il debito che contraiamo con una banca può anche diffondersi perché ad esempio quando acquistiamo una casa, il venditore può usare il denaro ricevuto da noi per comprare cose oppure potrà deporlo nel proprio conto presso un’altra banca. Ciò significa che, nel nostro sistema attuale, se volessimo avere più crescita in presenza di uno stato che non stampa denaro avremmo bisogno di più debito.

L’intera economia mondiale si basa su queste promesse di pagamento.

Quindi, ricapitolando, il debito è in realtà denaro visto da due prospettive diverse. Per la banca il debito è un bene utilizzabile come denaro, mentre per il mutuatario è una passività, quindi effettivamente un vero debito. Parliamo comunque della stessa cosa. Sembra complicato ma quello che non dobbiamo mai scordare è che quando una banca emette un prestito, non ci sta fisicamente dando i risparmi di qualcun altro.

Il mercato immobiliare, rappresentando una forma sicura e redditizia di investimento con cui creare debito, è stato uno dei principali strumenti per la creazione di denaro digitale prima dei derivati. Infatti, se non possiamo pagare un mutuo, avremo la casa pignorata.

Abbiamo quindi visto due metodologie di creazione di denaro, parleremo dopo avere esaminato altri quesiti comuni della terza e più devastante forma di creazione di denaro.

Per quale motivo i governi non stampano sempre solo denaro fisico?

La ragione principale comunemente riportata è che non si vuol dare eccessivo potere ai politici, perché questi potrebbero tentare di stamparne più del necessario per soddisfare le promesse elettorali. Se ciò corrispondesse al vero, sarebbe in effetti da evitare, perché distruggerebbe il valore del danaro attraverso un’impennata inflattiva importante che penalizzerebbe maggiormente gli strati più bisognosi delle persone.

Il denaro depositato resta di mia proprietà e la banca lo presterà ad un altro cliente?

Quando depositiamo i nostri soldi in banca non siamo più legalmente proprietari di quel denaro o meglio diveniamo creditori di quella somma verso la banca. La proprietà d’uso, oltre la sua custodia, viene trasferita alla banca che ne manterrà una parte del totale a riserva e ne presterà il restante ad altri. Solo a titolo di esempio, negli Stati Uniti, ma penso fosse simile anche in Europa, sino a poco tempo fà il 10% dei depositi veniva mantenuto come riserva ed il 90% riutilizzato per altri usi tra i quali altri prestiti. A loro volta, coloro che ricevevano il prestito potevano depositare quei soldi in un’altra banca, e quella banca poteva prestare il 90% di quella cifra, e così via.

Questo meccanismo prende il nome di prestito a riserva frazionaria. Quando ci dicono che trasferiscono i soldi sul nostro conto dicono una bugia, perché non viene trasferito nulla. Quello che viene chiamato deposito è semplicemente la registrazione da parte della banca del suo debito verso di noi. Registra solo ciò che ci dovrebbe rendere, così come registrerà un debito a chi presterà dei soldi. Alla fine della fiera, un deposito iniziale di 100 euro con un requisito di riserva del 10% può portare a 1000 euro di denaro in circolazione. Dal 26 marzo 2020 però, la Federal Reserve ha ridotto a zero l’obbligo di riserva. Questa norma ha eliminato l’obbligo per tutte le istituzioni creditizie. In tal modo le banche possono creare quantità infinite di denaro senza preoccuparsi di avere alcuna riserva. Le banche possono investire e creare vari strumenti finanziari, come derivati e titoli di borsa. Lo fanno per ottenere rendimenti superiori ed il rischio viene in ogni modo scaricato in parte anche sui clienti.

Alcune stime, certamente difficilmente verificabili, collocano il mercato dei derivati nel mondo a oltre un quadrilione di dollari, vale a dire circa dieci volte il valore dell’economia globale. Durante le stagioni di crescita economica tanti si indebitano, fanno prestiti e spendono per cose che, normalmente, non potrebbero permettersi. Questo provoca una crescita economica! Le persone devono però ripagare i crediti avuti e se non possono contrarne altri, né ripagare quelli già contratti, le banche smetteranno di concedere loro credito e quindi vi saranno protesti o pignoramenti che faranno precipitare l’economia in recessione e le banche accumuleranno situazioni di insolvenza.

Le riserve delle istituzioni finanziarie compenseranno le perdite avute?
Questo sarebbe naturale ed è già accaduto nel corso dei secoli. Ma nel 2008 il mondo forse non voleva né poteva vivere una recessione. Le banche erano talmente grandi e legate a filo doppio l’una con l’altra, costituendo una parte talmente importante dell’offerta di moneta che, quando stavano per crollare, i governi hanno dovuto usare le banche centrali per salvarle. Ricordiamo ancora una volta che le banche creano, sotto forma di debito, la quasi totalità del denaro in circolazione. E se questi debiti creati digitalmente non possono essere ripagati l’intero sistema fallisce, con il rischio di collasso dell’impianto monetario globale.

Dal 2008 l’economia, ormai morta, è stata mantenuta artificialmente in uno stato di vita vegetativa. Più di un decennio di tassi di interesse iper-bassi, che fondamentalmente hanno reso gratuito il prestito di denaro quasi per tutti, hanno causato distorsioni talmente grandi da aggravare l’intero problema. Si è voluta perseguire una strategia di guadagni a breve termine dilazionando il dolore ed il problema a lungo termine. Quando le banche private di grandi dimensioni fanno scommesse rischiose e subiscono perdite, le banche centrali possono o devono salvarle attingendo al proprio portafoglio infinito. Il presidente della Fed Jerome Powell, in una recente intervista per una trasmissione della CNBC, ha detto infatti “Lo stampiamo in digitale. In quanto banca centrale, abbiamo la capacità di creare denaro digitalmente. E lo facciamo comprando buoni del tesoro, oppure obbligazioni, oppure altri titoli garantiti dal governo, e questo di fatto aumenta l’offerta di moneta”.


Tutto questo denaro che viene creato è come quel pezzo di carta di cui abbiamo parlato prima, la promessa di pagamento, tranne per il fatto che la firma in fondo è quella di tutti noi cittadini. Abbiamo firmato che il tutto verrà ripagato attraverso le tasse da noi e dalle nostre generazioni future.
La tassazione e il commercio internazionale sono i due modi principali con cui i governi possono raccogliere denaro.

Ma allora se le banche centrali sono dello stato, nessuno deve rimborsare i debiti, giusto?

Tale denaro viene utilizzato per rimborsare con gli interessi i prestiti fatti al governo dalla banca centrale. Quindi, quando i governi usano le banche centrali per salvare le banche private che si sono comportate in modo irresponsabile, contraggono un debito che, alla fine, dovrà essere rimborsato dai contribuenti. Oggi la maggioranza delle banche centrali non è comunque sotto il controllo dello stato, sono partecipate da banche molto importanti a loro volta private, quindi rispondono sempre a quei famosi quanto misteriosi Mercati di cui da molti decenni sentiamo sempre parlare.

Questo denaro digitale entrerà comunque nel sistema economico per aiutare le aziende in difficoltà?

No! Le banche centrali usano il loro denaro magico per acquistare obbligazioni del governo o altre obbligazioni da esso stesso garantite. Il mercato obbligazionario esiste infatti per prestare denaro ad aziende oppure agli stessi governi anche se la stampa e tutto il sistema di informazione parlino molto più spesso del mercato azionario, in realtà il mercato obbligazionario è quello più grande.

L’obbligazione è un impegno a pagare?

Un’obbligazione è fondamentalmente un debito emesso da un governo oppure da una banca o una società. Le banche centrali, che non dispongono di risparmi propri, devono creare nuovo denaro per acquistare queste obbligazioni che poi terranno a garanzia dello stesso denaro emesso.

La banca centrale va in bancarotta se non agisce come decidono i Mercati?

Secondo la Banca Centrale Europea, che ha pubblicato un documento a tal proposito, le banche centrali sono protette dall’insolvenza grazie alla loro capacità di creare più denaro. Nella nostra situazione attuale, i governi sono bloccati tra l’incudine e il martello. Non possono raccogliere nuovo denaro, eccetto che aumentando le tasse, ma hanno debiti di trilioni nei confronti delle banche centrali. La speranza è che il denaro preso in prestito possa far ripartire l’economia. Quando le banche centrali acquistano obbligazioni emesse dal governo o dalle società, possono finire per possedere gran parte dei beni esistenti nel mondo. Ad esempio, il bilancio della banca centrale giapponese è quasi più grande dell’intero Prodotto Interno Lordo del Giappone. Essa possiede una percentuale impressionante del mercato azionario giapponese! La Banca Centrale del Giappone è quindi il maggiore azionista del mercato azionario. La Banca Centrale svizzera possiede almeno 90 miliardi di dollari in azioni di società americane, tra cui Apple, Microsoft, Google e Amazon.

Riassumendo, queste banche centrali stanno creando denaro dal nulla e non possono andare in bancarotta, tuttavia stanno comprando beni reali. Qualcosa però non quadra in questa situazione.

Creare denaro dal nulla e usarlo per comperare beni reali presenta alcune conseguenze. Questo tipo di interventi delle banche centrali scollega dalla realtà i mercati azionari mondiali. Per l’intera durata del ventesimo secolo, il mercato azionario è stato un riflesso più chiaro dell’economia reale. Ma durante gli ultimi decenni la situazione è andata completamente fuori controllo. Il mercato azionario statunitense, ad esempio, è diventato quasi due volte più grande del prodotto interno lordo dell’intera nazione, il che letteralmente non ha senso. L’intervento delle banche centrali è la ragione principale per cui molti mercati azionari hanno avuto buone performances anche dopo la crisi del 2008. Le banche centrali hanno stampato trilioni di dollari o euro e li hanno immessi nel mercato, dandoli però indirettamente alle banche e ai fondi di investimento con tassi di interesse quasi dello 0%. Questo denaro è arrivato quindi sul mercato azionario, facendolo esplodere, mentre l’economia reale ne ha tratto benefici molto modesti.

Sopra abbiamo menzionato il fatto che la stampa continua di denaro porta all’inflazione.

Perché allora l’inflazione non si era ancora manifestata alla fine del 2020? In realtà si è manifestata a livello globale, ma nei prezzi delle case e nei mercati azionari. Il denaro stampato finisce direttamente nel valore di questi beni, spingendone i prezzi verso l’alto. Di conseguenza, le poche persone che possiedono grandi quantità di azioni finiscono per diventare super-ricche, mentre l’economia reale non vede alcuna crescita.

I ricchi quindi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri. Le persone avvertono la grande disuguaglianza economica nella società, ma non hanno idea di da dove provenga.

Quanto sopra ci porta alla terza forma di creazione di denaro, la più folle di tutte. Le monete digitali delle banche centrali.

La terza forma di denaro prende il nome di Quantitative Easing. Il Quantitative Easing, o allentamento quantitativo, è una nuova forma di denaro inventata dalla banca centrale giapponese nel 1989. In seguito è stato reso popolare dalla Federal Reserve negli Stati Uniti durante la crisi del 2008, così come dalla BCE e da altre istituzioni analoghe.

Nel Quantitative Easing, una banca centrale crea denaro digitale per fornire prestiti direttamente al settore bancario, alle grandi società assicurative e a tutte quelle istituzioni finanziarie che sono in difficoltà. È un modo per inondare l’economia di denaro in momenti in cui si verificano eventi estremi, come le crisi finanziarie. In conseguenza di ciò, i bilanci delle banche centrali sono andati completamente fuori controllo al fine di sostenere le rispettive economie per qualche anno.

Durante la crisi del 2008, il Quantitative Easing è stato tentato per la prima volta al di fuori del Giappone, generando solo negli USA 700 miliardi di dollari per il salvataggio del sistema bancario, e sollevando contemporaneamente molte controversie.

Si pensava che fosse uno scenario di emergenza “una tantum”, ma nel decennio successivo la Federal Reserve e tutte le altre maggiori banche del Mondo non sono state in grado di cambiare rotta. Quindi le banche centrali hanno continuato a generare centinaia di miliardi di dollari, euro e altre valute in poche ore. Ma l’effetto di tale iniezione di denaro è apparso sempre più debole, a mano a mano che la stampa di denaro è continuata.

Dal 2008, quando l’economia è andata in rianimazione, il mercato azionario si è saldato con le banche centrali. Più soldi vengono stampati dalla banca centrale, più il mercato azionario sale, e più ricchezza viene accumulata da chi è già molto ricco. Dalla fine dello scorso secolo, la ricchezza di queste persone è cresciuta in modo esponenziale. Quando le banche centrali stampano denaro, i primi destinatari godono di condizioni privilegiate a spese dei successivi destinatari che ricevono tale denaro quando l’inflazione ha già preso piede. Questo fenomeno è noto come effetto Cantillon.

L’effetto Cantillon descrive l’effetto disomogeneo delle politiche monetarie sull’economia. Cioè, se una banca centrale inietta più denaro nell’economia, il conseguente aumento dei prezzi non si verifica in modo uniforme.


Alcuni esperti ritengono che, quando i possessori di grandi capitali inizieranno a vendere le loro azioni e i loro immobili in modo da acquistare altri beni la velocità del denaro, cioè il tasso con cui il denaro passa di mano nell’economia, inizierà a salire. Ed è allora che si potrebbe vedere l’inflazione reale schizzare impazzita nell’economia generale.

Quindi, per ricapitolare, le banche centrali non dispongono di risparmi sul proprio conto e non possono andare in bancarotta, ma possono creare quantità infinite di denaro acquistando titoli di stato. Un’obbligazione è una promessa di restituire con gli interessi il denaro preso in prestito sia dal governo che da una società. Le banche possono, in una certa misura, investire usando i depositi dei consumatori di cui hanno il possesso legale. Quelle che sono troppo grandi per fallire vengono sostenute dalla banca centrale, dando vita ad una perversa spirale dove alla fine è sempre il cittadino che si trasforma in pagatore di ultima istanza. Nel caso del governo, infatti, tale denaro dovrà essere restituito dai futuri cittadini del paese, attraverso il meccanismo della tassazione.

Conclusioni e domanda finale: cosa dovrebbe essere fatto?

È chiaro che le persone che hanno perso il proprio lavoro hanno bisogno di aiuto, ma stampare ulteriore denaro non è altro che un rimedio che evita di affrontare la vera soluzione. Decenni fa, le società e le nazioni avrebbero dovuto concentrarsi sulla creazione di vera ricchezza, invece di gonfiare il mercato immobiliare e industriale finanziarizzandolo. Vale a dire che le banche avrebbero dovuto concedere prestiti alle aree più produttive della società, come le piccole e medie imprese, i piccoli imprenditori del commercio, il settore dell’istruzione, dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie. I benefici avrebbero portato più posti di lavoro, maggiore innovazione, migliore concorrenza e migliori standard di vita per le persone nel lungo periodo. Inoltre, i governi avrebbero potuto raccogliere più tasse dai redditi nel frattempo aumentati, senza necessariamente aumentare le aliquote delle tasse stesse. Il maggiore gettito fiscale derivato da standard di vita più elevati avrebbe potuto quindi essere speso in programmi sociali per aiutare coloro che sono veramente bisognosi. Il modo in cui viene creato il denaro e il sistema bancario in generale sembrano oggi una follia distopica e la gente ha iniziato a notare che il sistema non funziona più.

Il sistema monetario è così radicato e così pervasivo che diventa invisibile. Nessuno l’ha mai messo davvero in discussione.

Quando le cose hanno iniziato ad andare male, la gente ha puntato il dito sulle cose che sono visibili, che sembrano essere la presunta causa dei problemi, ma che sono solo evidenze superficiali ripetute però in continuazione dall’apparato del mainstream, facili da vedere e capire. Le cause che portano oramai a frequenti ciclicità negative sono insite nel sistema e difficilmente riformabili se non si alterano i presupposti di base. Un mix di sistema basato sul debito eccessivo, sulla finanziarizzazione estrema e su un dilagante effetto di cancellazione sta causando estrema fragilità e quantità sempre crescenti di massiccia disuguaglianza nella ricchezza individuale.

Dovremo purtroppo affrontare presto le conseguenze di tale sistema incredibilmente infragilito.

Penso che tutto questo porterà a qualcosa di molto spiacevole nel prossimo decennio. Nessuno può sapere esattamente come sarà, ma potrebbe comportare enormi quantità di inflazione e una crescita economica lenta, nota sfortunatamente come stagflazione. Questo è già successo nel passato, ma stavolta potrebbe essere molto peggio, a causa della quantità eccessiva di debito e dell’effetto incontestabile dell’instabilità sociale creata dal disagio, ma soprattutto dalla perdita di speranza, in larghe fasce della popolazione occidentale. Riscontriamo comunque che è il sistema che è in discussione, infatti anche in Cina, dove la Banca Centrale è governata dallo stato e dove non si può negare che non vi sia crescita economica, assistiamo ad un fenomeno di forte disoccupazione giovanile concentrata nel segmento dei giovani con livelli di studio superiori.

Alcune persone pensano che le monete stabili digitali saranno in grado di risolvere molti problemi. Altri sostengono che le nazioni possano stampare quantità infinite di denaro a condizione di produrre abbastanza beni per pagare gli interessi sul debito che il governo deve alle banche centrali. La tesi, in questo caso, è che il debito non debba mai essere rimborsato, ma sia solo necessario pagarne gli interessi. Difficile commentare sulla bontà di una soluzione o di un’altra: non credo che nessuno possa farlo, non essendo mai state messe alla prova. Ma se non cambia il modello dentro cui è organizzata l’economia, quindi la nostra vita, sarà impossibile non portare alle estreme conseguenze questo treno che corre verso un burrone.

Si può stampare denaro, ma non si può stampare benessere.

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