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A SCANSO DI EQUIVOCI

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«Uniti dobbiamo stare: per amore o per forza!»

Noi e l’incontro del 1. ottobre a Roma


E l’euro dove lo mettiamo?


di Stefano Dandrea*

Il testo che convoca l’Assemblea nazionale «Fuori dal debito! Fuori dall’Euro» inizia pian piano a circolare. Proprio mentre stavamo ideando l’Assemblea e stilando il testo convocatorio, veniva diffuso l’Appello dei sindacalisti, tra cui Giorgio Cremaschi. 
Sul sito comedonchisciotte un lettore ha commentato il nostro testo come segue:

«Al di là di protagonismi di tipo personale o di piccolo gruppo, questo testo mi sembra largamente sovrapponibile a quello che convoca l’incontro del 1 ottobre a Roma. O anche in questa drammatica situazione dobbiamo giocare a fare i “gruppettari” settari ed autoreferenziali di antica memoria»? (Firmato: Radisol)


Non poteva esserci più efficace risposta (qui sotto) di quella fornita da Stefano Dandrea, redattore di Appello al Popolo  tra i copromotori dell’Assemblea del 22 e 23 ottobre, che oltre a sottolineare la grande positività dell’incontro dei sindacalisti, ne mette in luce un limite serio: non dice nulla della questione dell’euro.

«Assolutamente no. Semplicemente le due iniziative sono nate parallelamente. E alcuni (credo la maggior parte) di coloro che terrano brevi relazioni introduttive (alcuni nomi sono ancora incerti) nella Asemblea hanno già sottoscritto l’altro appello. Spero, pertanto, che l’iniziativa dell’assemblea non sia interpretata nel senso che dici tu. Ma non credo, considerati i nomi di molti di coloro che terranno le relazioni introduttive.
L’idea di Rivoluzione democratica era un’assemblea, dove il tema fosse svolto in profondità, evidenziando sacrifici, rischi e corollari. I promotori del primo appello hanno organizzato una manifestazione.
In ogni caso, credo che ci sia da discutere, sollevare obiezioni, superarle, fare distinzioni (che ne facciamo dei titoli che sono in mano alle persone fisiche italiane o residenti in italia? ecc. ecc.). Quindi credo (e spero) che le due iniziative siano le prime di una serie più numerosa.
Per quanto mi riguarda, io come tutto il gruppo del laboratorio politico di Alternativa, ho sottoscritto l’appello “Dobbiamo fermarli”. E assieme a Marino Badiale, che pure, come segretario di Alternativa, ha sottoscritto l’appello “Dobbiamo fermarli”, terrò una piccola relazione su un profilo di questa complessa materia nella Asemblea convocata da Rivoluzione Democratica.
Per quanto mi riguarda, come forse sai (anche se un po’ per gioco, come è necessario, il sito che ho creato si è posto fin da principio questo obiettivo), io sarei per un Fronte più ampio possibile (anzi, sono certo che alla lunga la prospettiva del Fronte Popolare sarà quella che, vincente o perdente, si realizzerà), nel quale possano concorrere tutti coloro che aderiscono ad una linea, tralasciando ogni divergenza su punti che in questo momento appaiono secondari.
Comunque tra i relatori della Assemblea ci saranno importanti personaggi nazionali. Non faccio nomi e lascio, come è giusto, a chi sta organizzando l’iniziativa, di scegliere tempi o modi della comunicazione dei nomi. Ovvio che Cremaschi è stato invitato. E mi auguro vivamente che venga (e, salvo sia impossibilitato, non vedo perché non dovrebbe venire).

Infine segnalo la diversità fondamentale: da un lato ci sono soltanto due punti fondamentali; dall’altro c’è un più vasto programma, senza uno dei due punti fondamentali.
Ci sono problemi di coerenza che vanno risolti: si può dichiarare default senza uscire dall’euro? Si può dichiarare default in uno stato europeo senza che ciò avvenga in un altro stato? Dobbiamo “sperare” che altri in europa si muova sulla nostra strada, anche se appartengono a stati che si trovano in una posizione diversa dall’italia? O dobbiamo agire in Italia? In “Dobbiamo fermarli” è scritto: “La società va liberata dalla dittatura del mercato finanziario e delle sue leggi, per questo il patto di stabilità e l’accordo di Maastricht vanno messi in discussione ora”. Sono d’accordo. Ma noi in Italia che cosa possiamo fare? Quale legge possiamo proporre? Quale linea possiamo indicare ai cittadini? Parliamo ai cittadini italiani o ai cittadini europei? Se in europa la prospettiva che intendiamo seguire è debole che facciamo, ci fermiamo?
Sono domande alle quali si deve rispondere. Un’assemblea si convoca proprio per discutere.
Insomma, spero che verrai sia alla prima che alla seconda inziativa».




Diamoci da fare

22-23 ottobre
assemblea nazionale

2 pensieri su “A SCANSO DI EQUIVOCI”

  1. la congiura degli eguali dice:

    concordo assolutamente che dobbiamo stare uniti, per amore e per forza; personalismi e presunzioni sull'avere la ricetta giusta, devono fare posto alla urgenza di liberarci di questo governo clerico-fascista, e di questa opposizione parlamentare che, in fin dei conti, la ricetta ghigliottina dei banchieri, ha fatto propria; pintor diceva che saremmo morti democristiani, ma il morire sotto la mannaia di berlusconi o della opposizione di sua maestà piddina, equivale a morire democristiani; e dobbiamo riesporlo noi lo striscione dei comunisti greci esposto sul partenone, lo scorso anno in estate, che esorta i popoli europei a ribellarsi ai banchieri criminali della bce, draghi compreso, anzi soprattutto in quanto designato prossimo capo squalo, e boia dei popoli e del proletariato europeo; coraggio compagni, è giunto il momento di ribellarsi finalmente, dopo aver sopportato fin troppo a lungo; sono d'accordo con cremachi sul 4°polo anticapitalista e rivoluzionario per innescare la rivoluzione democratica che tutti vogliamo ed auspichiamo; e siccome non dobbiamo essere settari invitiamo il prc a confrontarsi con le nostre proposte, che in definitiva sono alternative alla idea di proposta di programma di governo con il centrosinistra; vediamo chi sarà disposto a mettersi in discussione, per l'interesse collettivo degli uomini in carne ed ossa come definiva gramsci il proletariato italiano.

  2. redazione dice:

    Siamo in sintonia. Solo una nota: è in ballo il futuro del paese. la posta in palio è alta. Non guardiamo solo ai recinti della sinistra. Occorre unire e mobilitare tutti gli uomini di buona volontà. Il Prc sarà dei nostri? magari, ma c'è di che essere pessimisti. Il loro gruppo dirigente non solo non ha coraggio, continua nello stesso vizietto: prima di tutto gli scranni a Montecitorio, e così non si separa dal Pd…..

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