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QUELLI CHE PISCIANO ADDOSSO ALLE VITTIME DELLA TRUFFA BANCARIA di Piemme

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[ 15 dicembre ]

Ieri abbiamo denunciato gli amici di M5S che non si sono fatti vivi (nè dirigenti né attivisti) al presidio di protesta dei risparmiatori truffati davanti alla Leopolda.
Purtroppo tra coloro che fanno spallucce davanti al dramma di quanti sono stati truffati si annoverano anche persone intelligenti, nonché autorevoli esponenti anti-euro, e pure nostri amici.

Un caso esemplare è quello di Alberto Bagnai che, mentre scrive (al netto dei consueti dispettucci contro i Marxisti dell’Illinois) cose impeccabili dal punto di vista scientifico sulle cause che hanno mandato in default le quattro banche e fanno vacillare l’intero sistema bancario italiano, in uno dei suoi (ahimè frequenti) momenti di luciferina follia si scaglia con la proverbiale spocchia elitaria contro le vittime della truffa bancaria e quelli che Gramsci chiamava “i semplici”. Sentiamo:

«… i risparmiatori che hanno perso in questo modo iniquo il loro patrimonio sono nostri nemici. Hanno voluto l’euro? Se lo godano! Ci sono stati a sentire mentre cercavamo di spiegar loro i rischi? Crepino! Hanno sostenuto il blocco di potere politico che sta svendendo l’Italia al capitale estero? Ed è giusto che questo capitale estero li stermini e ne sperda il seme per settantasette volte sette generazioni!»

Ora, che tra i corpi sociali pro-euro ci fossero proprio quelli che avevano un gruzzoletto in banca, lo avevamo segnalato in largo anticipo e con forza (LA DIAGONALE DEL DEBITO: quali sono oggi le forze antagoniste). 

Detto questo, compiuta l’analisi, c’è poi la politica, che consiste essenzialmente nel conquistare egemonia togliendo consensi a chi comanda ed organizzare chi sta in basso contro quelli che stanno in alto. Se chi comanda, per tenere in piedi il sistema, si vede costretto a colpire la sua stessa base sociale che facciamo? Pisciamo addosso ai disgraziati rimproverandoli che se la sono voluta? O cogliamo l’occasione offertaci per portarli dalla nostra parte? Quale sia la risposta lo capisce anche un cretino.
Che la politica non è facesse per Bagnai lo sapevamo. Pace.

Il fatto è che il disprezzo squisitamente borghese per i “semplici” è contagioso e affetta anche chi borghese non è. In rete non sono pochi quelli che davanti al dramma dei poveri cristi truffati dicono” se la sono voluta, peggio per loro!”.

Ci sono infine coloro che pur non giungendo a tale disprezzo dei “semplici”, sono tuttavia contaminati dal bagnai-pensiero, portatori sani del micidiale bacillo. Un esempio ce lo fornisce l’amico Fiorenzo Fraioli nel suo: Io sto col padre della Boschi (un post al veleno).

Definisce “imbecilli” e “scemi” quelli che chiedono le dimissioni della Boschi poiché, dice il Fraioli, il padre della Boschi non c’entra niente con le cause del fallimento della sua banca. 

Ma che c’azzecca? Qui c’è di mezzo il conflitto d’interessi, visto che i politicanti che stanno portando il Paese allo sfascio non sono solo fantocci dei clan economici e bancari dominanti ma, violando la Costituzione, leggi ed etica politica, sono essi stessi membri di quei clan, soci in affari dei criminali, e quindi non dovrebbero svolgere la funzione di legislatori, tantomeno fare i ministri.

E’ molto grave che addirittura tra le file “sovraniste” si neghi, facendo eco al mainstream, l’enorme dimensione politica e simbolica di questa faccenda. 

Al fondo di questo sragionare c’è un vizio di fondo, quello di snobbare la questione della corruzione politica ed economica, che è invece un fattore portante e devastante del modus essendi et operandi neoliberista; e quindi la cosiddetta questione della “casta”. Come se non fosse vero che chi comanda (in economia come nella sfera politica) sono non solo compagni di merende ma una vera e propria casta. 

Giusto polemizzare con chi, come i cinque stelle, si fermi solo a questo livello del dramma che viviamo. Completamente sballato lasciare a loro la bandiera della lotta contro la casta dei corrotti—sentitissima da chi sta in basso— col pretesto che le cause del marasma sono macroeconomiche. 

Se non ci si libera di questa insipienza politica non si andrà da nessuna parte. 
Non si andrà da nessuna parte se non si capisce che primum occorre farsi capire dai cittadini e che per farlo bisogna partire dal semplice per arrivare al complesso (crisi sistemica, neoliberismo, Unione europea, Euro, ecc.). Se non si capisce che il nemico va combattuto iniziando a colpire i suoi punti deboli (e quello del Ministro Boschi è adesso un vero vulnus del renzismo, anche per tanti piddini), faremo la fine di Donchisciotte che se la prendeva coi mulini a vento.

3 pensieri su “QUELLI CHE PISCIANO ADDOSSO ALLE VITTIME DELLA TRUFFA BANCARIA di Piemme”

  1. Anonimo dice:

    Se all'interno del movimento non si capiscono queste cose non è una cosa bella…il nome va bene però simili errori sesquipedali di atteggiamento e di comunicazione evitati a tutti i costi.

  2. Alberto Capece Minutolo dice:

    Per la verità al di là del linguaggio pseudo biblico di un tecnico convinto di saper fare ironia, Bagnai non ha tutti i torti: l'impatto inaspettato che ha avuto la vicenda delle quattro banchette sull'opinione pubblica è in diretta relazione con la "fiducia" cieca nel sistema e la fede assoluta nelle sue ricette.

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